Vezza (Via)

Via Vezza

Da via del Lavoro a via della Torretta.

Quartiere San Donato.

Delib. cons. 16 aprile 1909.

Il percorso di via Vezza è cambiato profondamente nel tempo. Si diramava da via San Donato seguendo il tratto iniziale di via Camillo Ranzani, poi proseguiva verso nord andandosi ad innestare (mediante un tratto di strada scomparso a causa della realizzazione della ferrovia) nella attuale via Vezza. Alla confluenza con via Virginia Reiter, via Vezza proseguiva a nord, mediante un lungo tratto di strada completamente scomparso, andandosi ad innestare in via Vincenzo Casciarolo e poi in via Bruno Lanzarini (che è un relitto della antica via Vezza), infine per innestarsi nel tratto ora scomparso della antica Strada di Mascarella, che si sviluppava poco più di cento metri ad ovest di via Stalingrado.

All'altezza di via Bruno Lanzarini, partiva una diramazione verso est che raggiungeva il Savena Abbandonato. Questa diramazione (scomparsa quasi completamente nel dopoguerra, fatto salvo il tratto di via Bruno Lanzarini fino a viale della Repubblica) fu ribattezzato, con la delibera podestarile del 3 giugno 1933, via Piana, assieme al tratto di via Vezza da via Bruno Lanzarini fino alla confluenza in via Mascarella (quella scomparsa a cui si è accennato sopra).

Dalla diramazione appena descritta partiva un'altro ramo, diretto verso nord, che terminava senza sfogo e ribattezzato, con la stessa delibera del 3 giugno 1933, via Serena.

Queste diramazioni, via Piana e via Serena andarono a sostituire le denominazioni usuali di via Alvisi (in zona c'erano le case Alvisi, vedi la pianta di L. Facchini e la pianta IGM del 1884) e via Ferri (probabilmente il cognome di un altro proprietario del luogo) (Fanti, II, 609 e 724).

La via così descritta, con le sue diramazioni, è disegnata, esattamente con lo stesso percorso, nella pianta di Andrea Chiesa del 1740, testimoniando così l'antichità della via.

Va notato che la stessa pianta del Chiesa evidenzia una continuazione della nostra via ad occidente della Strada di Mascarella e che sfocia, seguendo un percorso alquanto contorto, nella antica Strada di Galliera (Ora via Giacomo Matteotti). Tale tratto di strada scomparve durante il XIX secolo in quanto è ancora presente nella pianta austriaca del 1850, mentre manca completamente in quella IGM del 1884 e nella pianta di L. Facchini.

Il toponimo Vezza è antichissimo, documentato fin dal XII secolo (Fanti, II, 799).

Negli Statuti di Bologna del 1262-1267 è contenuta la disposizione per la costruzione di un ponte in pietra sopra la viam de veza, nei pressi di via Mascarella. Il ponte di pietra doveva essere sulla canaletta della Dozza.

Per quanto riguarda l'origine etimologica di vezza, l'ipotesi più verosimile pare che sia la derivazione dal medievale veza (Fanti, II, 800) che ha il significato di canale e la vicinanza della nostra via con il vecchio corso del Savena e con la canaletta della Dozza rafforza tale ipotesi.

Fonti citate in questo articolo.

Chiesa (1740): Benedetto XIV (dedicatario); Giuseppe Benedetti (inc.); Andrea Chiesa (dis.), Carta del bolognese per quanto esso si estende seguitamente dalle radici della collina sino al Modonese, Ferrarese, ed alla Romagna, 1732-1738. Stampata a Bologna nel 1740.

Facchini: Carta topografica della provincia di Bologna, seconda metà sec. XIX, disegnata e incisa da L. Facchini. Dalla Cartografia Storica Bolognese della Biblioteca Digitale dell'Archiginnasio di Bologna.

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.

SIT: Sistemi Informativi Territoriali del Comune di Bologna.