Guezzi

Nobili lambertazzi. Fino dalla metà del secolo XII dovevano essere di gran conto, poichè ravvisansi tra i testimonii che, illustri o per dignità ecclesiastiche o per milizia, convennero da più luoghi nel 1154 ad alcuni placiti, cui assisteva l'insigne giurista Bulgaro: quarant' anni dopo ebbero il consolato. Nel 1242, nel 1248, nel 1254 e nel 1271 si segnalarono tra i magnati che vennero alle armi per inimicizie pubbliche e private, e fecero mischia principalmente co' Liazari (1).

Insieme con altre quattro famiglie bolognesi versarono oro in copia in favore de' ghibellini modenesi nel 1274. Nevo Ranieri, cui appartennero ventisette servi e la torre di cui sto per dire, andò a Roma pel comune quando vi fu imprigionato il senatore Brancaleone d'Andalò (1255); a Viterbo per comporre col papa (1262); a Forlì e a Ravenna quale pretore (1268, 1269): in patria fu incaricato di ricuperare i beni pubblici per ristorare l'erario (1267) (2). I Guezzi si trovan poscia di quando in quando fra gli anziani fino al 1357; dopo si perdono affatto.

Di una loro torre è memoria in una procura fatta in Enrichetto Guezzi l'anno 1268 ante turrim de Guezis (3) e in altri tre atti dell' anno stesso e del susseguente rogati o in turri Guezorum, o in turre seu statione de Guezis o juxta turrim quondam Nevi Rainerii (de Guezis) (4). Ma da un altro documento, del 1287, da me riferito sotto gli Accursi, risulta in qual luogo sorgeva questa torre; poichè indicandovisi le case degli Accursi situate lungo la piazza del comune e la via Porta nuova, vi è detto che a settentrione confinano con la casa e torre dei figli del già Nevo Ranieri de' Guezzi, cioè Montanaro, Guezzo (possessore di tredici servi) e Aichina moglie di Francesco Accursi, come risulta da altro documento (5). Ne viene quindi che la casa e la torre dei Guezzi davano sulla piazza vicino alla porta dell' attuale palazzo comunitativo.

Il Toselli, storpiando il nome e sbagliando luogo e cagione, disse (6) che le case e torre dei Guerzi ( invece di Guezzi ) pare fossero davanti l' attuale scalinata di s. Petronio e forse in parte ov' essa è, e che furono demolite dal comune per allargare la piazza.

Ma la torre non era tutta de' Guezzi nel 1287, imperocchè una metà apparteneva a Tommasina vedova di Nevo Ranieri del già Guido Guezzi ed a' suoi figli Opizzone e Guezzo, l'altra metà era dei Frenari. Allora codesti Guezzi vendettero per 2,000 lire la propria porzione di torre e le case contigue alla parte geremea, ossia al comune che si reggeva a siffatta fazione. La casa e la torre situate nella parocchia di s. Tecla de' Guezzi, o di Portanova, confinavano a oriente con la piazza del comune, a occidente con la strada ch'era davanti alla chiesa di s. Tecla, a mezzodì ed a aquilone con la parte geremea (7) (cioè con le case del comune già degli Accursi ).

Contemporaneamente Guezzo del già Righetto Magliata, figlio del fu Guezzo del già Guidotto de'Guezzi, chiese un curatore per ratificare la vendita che Alberto ed altri dei Frenari stavano per fare al comune dell' altra metà di torre, promettendo che la vendita sarebbe altresì confermata da Jacopo fratello del suddetto Guezzo (8).

(1) Savioli, Ann. v. 1, pag. 304; v. 3, pag. 172, 213, 278, 444.

(2) Savioli, Ann. v. 3, pag. 285, 360, 403, 478.

(3) Docum. n. 23.

(4) Lib. 5 Memorial. Ubertini Pistori fol. 12 v. lib. 6 memorial. Gerardini Dondidei fol. 25; Lib. 10 memorial. Johannis Salvi fol. 53.

(5) Sarti, De clar. archig. v. 1, pag. 179.

(6) Della lingua bolognese ecc. nell' Almanacco bologn., pag. 61 e Racconti stor. v. 3, pag. 8.

(7) Docum. n. 157.

(8) Docum. n. 159.