N.102 - Chiesa parrocchiale e la canonica di S. Giacomo dei Carbonesi

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Quivi era la Chiesa parrocchiale e la canonica di S. Giacomo dei Carbonesi fabbricata da detta famiglia e di suo Jus patronato. L' origine di questa Chiesa è perduta per la sua grande antichità, solo nell'Archivio del capitolo di S. Pietro vi è memoria che apparteneva ai Carbonesi nel 1269. Nel 1332 fu una delle Chiese elette dal Legato Bertrando per essere colleggiata avendoli assegnato per questo fine parte delle rendite dei cinque conventi da lui soppressi. Giovanni XXII in una sua lettera datata da Avignone nel ottobre del 1333 parla della chiesa di S. Giacomo dei Carbonesi. Giovanni d'Andrea di S. Girolamo famoso dottore morto nel 1348 abitava presso questa Chiesa padre o zio della celebre Novella moglie di Giovanni del conte Oldrando da Lignano giureconsulto. Non è improbabile che la sua casa sia stata il N. 103.

Nel 1725 fu dessa riedificata, poi chiusa il 16 agosto 1808 dopo esser stata soppressa la sua parrocchia il 23 maggio 1806. La Chiesa e la canonica nell'angolo di S. Mamolo col Trebbo dei Carbonesi furon comprate dal Professore Antonio Bertuccini a rogito Serafino Betti del 19 marzo 1813. Passarono al dottor Curiale poi alla vedova di Benelli, che le ha unite nel 1822 formando la casa che presentemente veggiamo.

Il 30 ottobre 1318 si ricorda la via Vignazzi sotto S. Giacomo dei Carbonesi. È però da osservarsi che poteva essere la continuazione dei Vignazzi di S. Procolo.

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Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

S. Giacomo apostolo.

Chiesa parrocchiale edificata dai Carbonesi, che esisteva fino dal 6 luglio 1375.

Questa chiesa era situata nella via San Mamolo.

Nel 1725 fu riedificata con disegno di Francesco Dotti.

Il 13 agosto 1759 s'incominciò il campanile, che fu terminato il sabato 15 settembre dell'anno stesso colla spesa di L. 1000.

Tra la via di S.Mamolo, quella che conduce a S. Paolo, e l' altra dei Celestini (la quale nel 1437 fu destinata per abitazione delle meretrici, e chiusa) eravi il teatro, ove nel 370 da Fabio Valente Governatore di Bologna furon dati dei giucchi gladiatorii all'Imperatore Vitellio.

Con decreto del 24 giugno 1805 fu soppressa questa parrocchia ed unita a S. Paolo. Questo decreto fu confermato da altro Arcivescovile in data 23 maggio 1806, obbligando a trasportare i libri Parocchiali a S. Paolo suddetto.

Il 16 agosto 1808 fu chiusa la chiesa. I diritti della famiglia Carbonesi furon venduti dall'ultimo superstite conte Giuseppe all'ultimo superstite conte Girolamo Legnani.