Roma, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Da via Altabetla al Mercato di Mezzo.

La via di Roma comincia nel Mercato di Mezzo, e termina nella strada di Altabella.

La sua lunghezza è di pertiche 17. 02. 6 e la superficie 20. 19. 1.

Non si ha alcuna notizia del come e del perchè siasi dato il nome di via Roma a questa contrada, ma si sa che antichissimamente esisteva, e colla stessa denominazione.

Un rogito di Giovanni Manzolini notaio del 10 novembre 1130, tratta della compra fatta da Lamberto di Leone, di una casa sotto S. Michele nella contrada di Roma vendutagli da Guido d’ Andrea.

Un rogito di Giovanni Battista Ercolani, del 17 luglio 1588 la chiamava via degli Uccellini.

Via di Roma a destra entrandovi per il Mercato di Mezzo.

N. 1738. Casa che fu dei Bottrigari. Apparteneva ai Gargiaria e Romolo la possedeva anche nel 1715; passò poi all’ Auditore Benedetti.

N. 1739. Questa casa anticamente era forse quella, che un rogito di Giacomo Ottoboni dei 12 gennaio 1408 dice esser grande, ed abitata da Gaspare Lodovico e Gabriele Bombaci posta sotto S. M. degli Uccelletti e che pagava una torcia di cera di libbre 12 ogni anno all’ arte dei Sarti il giorno di S. Omobono. Essa era separata dalla chiesa e canonica di S. Maria degli Uccelletti e da un vicolo che passava nella via di Venezia.

Questo fatto lo rileviamo da due recapiti del 1440, e del 1456 dai quali si hanno le indicazioni dei proprietari che l’ avvicinavano alle sue due estremità senza però mettere in chiaro se piuttosto l’uno che l’altro possedesse verso la strada di Venezia, o quella di Roma.

Li 2 luglio 1440 Giovanni del fu Pellegrino Amorini, comprava dai padri di S. Domenico una stanza con terreno annesso ad uso di vicolo oscuro, largo da una parte piedi 6, dall’ altra 9, e lungo 35, posto sotto S. Maria degli Uccelletti; pagò lire 10. Confinava col compratore, con gli eredi del dottor di legge Giovanni da Imola (vedi Mercato di Mezzo N. 79), e colla via pubblica. Rogito Pietro Bruni.

Li 3 marzo 1450 fu mossa lite fra Michele Mulletti e Giovanni Albertuzzi sopra un certo stradello contiguo alle loro case vicino alla chiesa di S. Maria degli Uccelletti. Dal tribunale fu risolto, che da una parte si dovesse murare il detto stradello, e nell’ altra chiuderlo con portone di legno. Rogito Antonio da Manzolino e Francesco Vedro.

Li 16 maggio 1462. Matteo Dall’ Erbe comprò per lire 300 da un certo Ventura, e da Scipione dei Conti di Modena una casa nella cappella di S. Maria degli Uccelletti, migliorata e aumentata di edifizi dal detto Matteo. Rogito Panzacchi.

Confinava due strade, Roma, e Venezia, e certa altra via o piazzetta vicinale, che è fra la suddetta chiesa, e prefata casa, e una volta presso Nicolò di Giovanni de’ Castelli, e poi con Giovanni del fu Antonio Marescalco.

N.1740. Canonica, e chiesa di S. Maria degli Uccelletti.

Del 1156 Occelletto fu console (secondo il Ghirardazzi). Gabriele discepolo del fu Azzone Porti viveva nel 1186, e Zaccaria fu comandante del Castello di Sassilione nel 1324. Che la chiesa predetta prendesse il nome dall’esser stata fondata da quella famiglia, o dall’avervi quella abitato vicino, è affatto ignoto. Che il jus patronato passasse dagli Uccelletti ai Galluzzi,e da questi ai padri di S. Salvatore per testamento di D. Alberto Galuzzi arciprete di S. Lorenzo in Collina morto nel 1281 ci vien riportato dall’ opera ristampata del Masini.

Li 13 marzo 1396. Da un rogito di Riccardo Formaglini rilevasi la donazione fatta da Giovanni di Begozzo Cattanei, erede universale di Zannino di Schiatta Prendiparte padrone del jus patronato delle chiese di S. Geminiano di Marano, di S. Giovanni di Castagnolo , di S. Maria della Villa di Castenaso, di S. Ambrogio di Villanova, di S. M. in Dono, di S. Lorenzo di Borgo Panigale, di S. Maria degli Uccelletti, di S. Martino de’ Caccianemici, a Beltrame di Nicolò Prendiparte, e ciò col consenso del vescovo di Bologna.

La Coletta del 1408 dice che Paolo Antonio, e Francesco fratelli e figli del fu Giovanni di Franceschino Prendiparte, come padroni di questa chiesa notificarono certo cambiamento sul conto della medesima, li 13 giugno 1399 rogito Bernardo di Ser Iacopo di Ulgiano, e che li 19 del detto mese fece altrettanto Paolo Cospi.

Il detto cambiamento sembra che fosse avvenuto in causa di Misina Prendiparte, moglie di Paolo Cospi che colla sua eredità portò il diritto della metà della nomina di detta chiesa al marito. Successivamente l’ altra metà rimasta ai Prendiparte, passò a Pietro Ramponi qual erede di Antonio Prendiparte.

Ignorasi quando ottenne il diritto parrocchiale, che perdette li 20 novembre 1566, e che fu unito a S. Michele del Mercato di Mezzo.

Una Congregazione di suffraganti eretta nel 1678 in S. Antonino di Porta Nova, e che li 12 settembre 1700 era stabilita in S. Maria degli Occelletti prese ad ufiziare questa chiesa, e continuò fino alla sua sopressione seguita li 31 luglio 1798.

Il locale fu venduto li 28 febbraio 1799 mediate rogito di Luigi Aldini a Maria Rossi Vaccari moglie del notaio Enrico Magnoni.

L’ Eminentissimo Arcivescovo Oppizzoni per preparare una decente, e comoda abitazione al parroco di S. Pietro acquistò la casa N. 1626 in Altabella, e a quello unì questo stabile Magnoni, che sul finir di maggio 1818 fu atterrato. La chiesa trovavasi precisamente dove in oggi è il portone delle carra della suddetta casa. Si aggiunge che furon trovati alcuni fondamenti formati da grossissimi pezzi di gesso che denotavano aver servito ad una torre.

Via di Roma a sinistra entrandovi per il Mercato di Mezzo.

N. 1743. Casa di quel ramo Ramponi che si disse per vari anni degli Arimondi e dove abitava Arimondo d’ Alberto famoso dottor di legge detto De Sancto Petro, per la vicina sua abitazione alla chiesa di S. Pietro.

Nel 1586 li 6 marzo era di Betto e di Francesco Maria Betti eredi del fu capitano Girolomo Betti e si dice posta sotto S. Maria degli Uccelletti poi di S. Michele del Mercato di Mezzo che confinava colla via pubblica e con Giovanni Gibelli, rogito Carlantonio Manzolini. Fu poi comprata in seguito da Ferrante Gargiaria.

Li 9 giugno dell’ anno stesso i predetti fratelli Betti assegnarono a Giulia Rovighi, moglie di Camillo Traiani, la metà di un andito di casa posta sotto S. Michele del Mercato di Mezzo in confine della via pubblica da tre lati, di Ferrante Gargiaria, e di Giovanni Gibelli per lire 1200. Rogito Carlantonio Manzolini.

1596 30 Dicembre. L’abbate Camillo, e Flamminio fratelli e figli del fu Claudio Betti assegnarono a Giacomo del fu Achille Mondini, la terza parte di‘una casa sotto S. Michele del Mercato di Mezzo.

1690 31 Ottobre. Casa degli eredi fiduciari del fu Vincenzo Mondini sotto S. Pietro. Confinava le contrade di Roma, di Napoli e lo stradello fra dette due contrade, (e cioè quel tratto di vicolo posteriore alle case già Ramponi), rogito Giuseppe Lodi.

Nella facciata di questa antica casa con ingresso anche nella via di Napoli al N. 1747, si vedeva un’ arma a due scudetti. In uno vi era una casa annessa ad una torre, e nell’ altro un leone rampante, che colle zanne teneva una pianta di canna.

In questo stabile vi è compresa la casa di Giovanni Gibelli, detto il Moro, che nel 1582 li 17 luglio fu comprata da Astorre Ercolani, che si dice posta nella via degli Uccelletti (orig. Uccellini corretto con il ? dal Breventani), e che il detto compratore diede in permuta al Rettore dell’ altare di S. Giovanni Battista in S. Michele dei Leprosetti per un altra casa di detto benefiziato posta nella via delle Clavature. Nel rogito di Giovanni Battista Ercolani si dice che confinava colla via da due lati, cogli eredi di Girolamo Betti (orig. Botto, corretto con il ? dal Breventani), con Sante Grandi magnano e coi beni della Società dei Fornari.

1697 10 Gennaio. Comprò Girolamo Bevilacqua da Bartolomeo Paltronieri una casa sotto S. Michele del Mercato di Mezzo nella via detta Napoli con bottega da gargiolaro, che aveva due mostre una in detta via di Napoli, l’altra in quella di Roma, pagata lire 3500.

Questa casa era enfiteutica del Rettore del benefizio di S. Giovanni Battista nella chiesa di S. Michele dei Leprosetti al quale si pagavano annue L. 40. Confinava i beni della Mensa, rogito Mario Francesco Gilioli.

Dal libro dei benefizi della città, e diocesi di Bologna sotto il titolo Benefizi del quartiere di Porta Ravegnana si raccoglie che il benefizio di S. Giovanni Battista nella chiesa di S. Michele dei Leprosetti fondato li 13 Maggio1466, rogito Pietro Bottoni, jus patronato dei parrocchiani per metà, e per l’ altra metà dei Guastavillani, Pietramellara, Montecalvi e Cucchi, poi le sorelle Boschetti, gode della rendita di annue lire 40 pagate da Giovanni Montebugnoli come erede di Mariano Albertazzi successore del conte Astorre Ercolani per canone del capitale di lire 3300 sopra una casa nella via detta Napoli con una bottega ad uso di Gargiolaro nella via di Roma. Rogito Antonio Bertolotti delli 28 settembre 1600.

Questo stabile N. 1743 in via di Roma e N. 1747 in via di Napoli apparteneva nel 1790 ai padri dell’ oratorio, all’eredità Mondini, a D. Pio Cavallina, ai padri della Carità, ed alla Mensa Comunale di Modena.