Via Imperiale di San Prospero, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via Imperiale di S. Prospero, o di S. Felice, comincia in Strada S. Felice e termina in Porta Nova.

La sua lunghezza è di pertiche 40, e la sua superficie di pertiche 69, 13, 4.

L' antica sua denominazione era Pojale, poi via Barbaziana considerata come un seguito di questa strada che comincia in Barbaria, ma più spesso via di S. Prospero. Si trova detta ancora via Volta dei Barberi nel 1675, e via che va a S. Salvatore nel 1632, come si vedrà qui appresso.

Via Imperiale di S. Prospero a destra entrandovi per Strada S. Felice.

N. 1222. Casa di Pietro Ghisilieri nel 1360 (vedi N. 76 di Strada S. Felice), poi dei Bontempi, indi dei loro creditori.

1675, 27 novembre. Il senatore Virgilio e fratelli Davia comprano da Michele Mastri una casa con due botteghe nella parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio, nella via di S. Felice dalla Volta dei Barberi, e più altra casa annessa alla suddetta, nella parrocchia dei SS. Fabiano e Sebastiano, nella via Imperiale per L. 16000. Confinano dette due vie, i compratori e i Grati. Rogito Carlo Vanotti.

N. 1221. Casa che faceva parte di quella di Pietro Ghisilieri assieme col precedente numero 1222. In un capitello della loggia vi sono incise le armi Aldrovandi, la sega dei Bentivogli, e lo stemma dei Fantuzzi.

È certo che nel 1497 gli Aldrovandi avevano casa da questa parte, la quale sofferse per l' apertura della via Nuova, ora detta dei Vetturini.

Per la compra di questo slabile dai Davia si riccorra al suddetto N. 1222. È detta casa vecchia dei Davia.

1632, 9 luglio. Pietro Antonio Davia e Giovanni Lucatelli comprano da Giulio Camilloni, alias Simili, una casa sotto i SS. Fabiano e Sebastiano, nella via che va a S. Salvatore. Confina a ponente i chierici di S. Prospero, a mezzodì i Cavalca, e a settentrione il dottor Ettore Dosi, la qual casa del Dosi dev' esser compresa in questa.

Passato il predetto numero 1221 vi era lo sbocco, ora chiuso, del vicolo Bettania, che cominciava nella via Gombruti presso la chiesa dello Spirito Santo, poi si divideva in due bracci, uno dei quali andava in Strada S. Felice presso la macellaria, e l' altro continuava fino a questa via di S. Prospero.

N. 1220. Si trova che li 21 maggio 1515 Cesare ed Ercole del fu Francesco Ranuzzi vendettero a Bernardino, Romanino e Girolamo del fu Giovanni Desideri una casa con corte, pozzo e orto, posta sotto S. Prospero, nella via detta da S. Salvatore, presso strade davanti e di dietro, presso i compratori di sopra (N. 1219), i Romanzi di dietro, e Girolamo Gessi di sotto, mediante una viazzola (questa dev' essere il vicolo suaccennato, poi chiuso), pagata L. 1000. Rogito Vitale Antonio Mantachetti.

1646, 5 dicembre. Casa rimpetto alla chiesa di S. Prospero nella via detta Volta dei Barberi, del fu Alessandro Cavalca. Rogito Tiberio Provagli.

1656, 24 marzo; Giovanni Battista e fratelli Davia comprano da Amos e fratelli Cavalca una casa sotto i SS. Fabiano e Sebastiano nella contrada detta Volta dei Barberi che va verso S. Salvatore, per L. 7000. Confina la strada davanti, e i compratori dagli altri tre lati. Rogito Antonio Maria Galletti imolese.

Appartenne poi ai Canetoli.

N. 1219. Nel testamento di Francesco di Francesco di Vincenzo Fibbia, fatto li 5 novembre 1576 a rogito di Gio. Battista Frassetti, dicesi trovarsi scritto: — Il testatore ricordandosi che svolgendo vari documenti antichi de' suoi maggiori trovò uno scritto di Vincenzo Castracani, alias Fiubbi, suo bisavo, figlio di Francesco discendente da Enrico primogenito di Castruccio Castracani, già principe di Lucca, il qual Enrico fu cacciato nel 1328. e stabilì domicilio in Bologna abitando nella casa grande sotto S. Prospero, la quale poi il detto Vincenzo vendette ai Desideri nel settembre del 1475. Rogito Gasparo Gambalunga, ecc. —

È strano però che i discendenti del Castracani cambiassero il nobile loro cognome in quello dei Fibbia.

I Fibbia esistevano in Bologna nel 1287 e abitavano in Saragozza sotto le Muratelle, e nel pubblico archivio si trovano ricordati nel 1292.

Si trova la seguente memoria sulle case dei Canetoli rovinate nel 1445: — Una casa bruciata, sotto S. Gervasio, nella quale vi abitava Galeotto e fratelli da Canetolo. Altra casa dopo la sopradetta, che è all' opposto di S. Prospero, presso i Fiubbi, e dai medesimi goduta. Rogito Bartolomeo da Moglio delli 15 luglio 1445.

La casa in discorso apparteneva nel 1557 al capitano Battista di Girolamo Desideri e a Lucrezia Legnani vedova di Giovanni di Girolamo Desideri, i quali li 21 marzo dello stesso anno la vendettero a Giovanni e Francesco Rimondini per L. 17000. Rogito Bartolomeo Bulgarini.

Li 7 aprile 1565 Bartolomeo Lambertini la comprò dai creditori di Gio. Battista Rimondini per L. 24600. Rogito Melchiorre Panzacchia, nel quale si dice esser casa grande ed onorevole, posta in parrocchia di S. Marino, in confine della via pubblica detta Barbaria, dei Fantoni, dei Romanzi, di Francesco Desideri, e degli eredi di Giulio Caccianemici.

1607, 23 febbraio. Federico Guidotti, il senator Giulio Cesare, il canonico Marcello Lambertino, Agostino Berò e Ulisse Leoni, come cessionari di Alessandro Asinelli procuratore di Gio. Francesco e Gio. Battista Brignole genovesi, vendono a Francesco Ghisilieri e a Silveria Rossi Ghisilieri sua madre, anche come tutrice di Lucrezio e di Virgilio Ghisilieri eredi di Fausto Ghisilieri, una casa sotto la parrocchia di S. Marino per L. 40000, che confina cogli eredi di Annibale Turroni a mezzodì, colla via pubblica a levante, con Francesco Desideri e con Lodovico Lodi a sera, coi Romanzi e coi Rimondi a settentrione. Rogito Giulio Cesare Casarenghi.

1608, 4 febbraio. Assoluzione di Gio. Francesco e fratelli Brignole a Francesco Maria e fratelli Ghisilieri di L. 6000 a conto di prezzo della casa nobile comprata li 23 febbraio 1607. Rogito Giulio Cesare Casarenghi.

1618, 19 gennaio. Gio. Francesco e Gio. Battista, fratelli Brignole, assolvono Virgilio Ghisilieri dell' intero prezzo di L. 24000 e de' suoi frutti della casa sotto S. Marino. Rogito Giacomo Ferrari.

1648, 22 febbraio. Pietro Antonio Davia compra da Lucrezio, da Francesco Maria e da Tommaso fratelli, figli di Virgilio Ghisilieri, una casa nobile, o palazzo, con stalla, posta sotto S. Marino, per L. 34000. Rogito Giovanni Guglielmini e Giovanni Berti.

Nello stesso giorno Porzia di detto Virgilio Ghisilieri sposò Gio. Battista Davia con dote di L. 16000, a conto delle quali il Davia scontò L. 10000 per esso dovute in vigore della suddetta compra.

Il detto Virgilio institui erede il minore d'età dei figli di Gio. Battista Davia e di Porzia Ghisilieri sua figlia. Rogito Costanzo Manfredi.

N. 1218. 1564, 19 dicembre. Concessione a Vincenzo Fantoni, o Frontoni, di atterrare un muro curvo nella di lui casa sotto S. Marino fra i Rimondini e i Boccaferri.

Li 11 gennaio 1572 questa casa fu poi venduta dal detto Fantoni al senatore Giovanni del fu Filippo Pepoli per L. 12000. Rogito Sebastiano Campeggi. Nello stesso contratto vi furon comprese due case piccole nella via dei Gombruti, in confine degli eredi di Giulio Caccianemici e della casa grande, la quale confina colla via di S. Salvatore, con Bartolomeo Lambertini e con Bonifazio Boccaferri.

Dal Pepoli passò ai Turroni, e Giacomo Turroni, li 20 agosto 1608, diede memoriale al Senato per fabbricare la facciata della sua casa fra S. Salvatore e via Barbaria (o piuttosto Volta dei Barberi).

Li 13 novembre 1627 Ulisse del fu Annibale Turioni e Catterina Nusi sua moglie vendettero a Sebastiano del fu Nicolò Gabrielli la metà di una casa grande e di tre casette poste sotto S. Marino nella via detta di S. Salvatore e in quella dei Gombruti, per L. 12000. Rogito Gio. Paolo Gotti.

1622, 26 settembre. Assegnazione fatta da Ulisse del fu Annibale Turroni, a Catterina del fu Sebastiano Nusi, di una casa grande sotto S. Marino, che confina colle vie pubbliche, col conte Bonifacio Boccaferri, con Giovanni Locatelli e Virgilio Ghisilieri. Rogito Orazio Montecalvi.

1627, 16 novembre. Laura del fu Orazio Vignati, vedova di Giacomo Turroni, come madre e tutrice di Annibale, Vincenzo ed Orazio Turroni, di lei figli, vende l'altra metà al suddetto Gabrielli per L. 14000. Rogito Gio. Paolo Gotti.

Quelli della famiglia Gabrielli dicesi che anticamente si chiamassero di Madonna Bologna, ed anche dei Drappieri. Bonaventura di Cambio fu Anziano del 1287.

Visse per un tempo in grande splendore, poi si estinse infaustamente li 22 febbraio 1655 nei conti Antonio e Nicolò Carlo fratelli, figli del fu Sebastiano, uccisi con arcbibugiate in questa stessa loro casa mentre giuocavano al Trucco da tavola col notaro Domenico Giordani.

L' eredità Gabrielli passò ai Malvasia in causa di Ginevra di Sebastiano Gabrielli, moglie di Cesare del conte Antonio Galeazzo Malvasia. In marzo del 1669 Alessandro Guicciardini la comprò con altre due case dal conte Giuseppe Michele Malvasia.

Li 14 aprile 1708 il dottor Giovanni Antonio Guicciardini la vendette all'abbate Gioachino Andreozzo. Rogito Valerio Felice Zanatti Azzoguidi. Questi li 8 giugno 1708 dichiarò che l'acquisto per L. 48090 delli 14 aprile p. p. l'aveva fatto a comodo e con denari della marchesa Barbara Scappi Lambertini.

Il marchese Egano del senator Cesare Giuseppe la rifabbricò. Dopo la di lui morte, seguita improvvisamente li 21 maggio 1712, la sua eredità passò per due terzi ai Ranuzzi, e per l'altro terzo al cardinal Prospero Lambertini, i quali vendettero questo stabile al marchese Antonio Bolognini Amorini per L. 34566, 13, 4, li 27 gennaio 1739. Rogito Agostino Antonio Pedretti.

N. 1217. Casa che del secolo XIV era dei Boccadiferro, ciò desumendosi dal testamento del nobil uomo Matteo di Filippo di Boccadiferro, fatto li 2 agosto 1362 a rogito Nicolò di Francesco dai Libri, nel quale dice d'aver casa grande ed altre annesse sotto la capella di S. Marino di Porta Nova.

Li 2 settembre 1622 fu concesso a Bonifacio Boccadiferri di demolire il portico della sua casa e di alzare il prospetto e dilatarlo, occupando piedi 2 e oncie 3 di suolo pubblico dalla casa dei Turroni verso mezzodì in lungheaza di piedi 4 e oncie 8, come da rogito di Giovanni Mazzi.

Questo ramo, che si diceva di Bonifacio, finì in Silvia di Bonifacio, morta li 4 febbraio 1687 in un suo casino fuori di porta S. Mamolo. Era di straordinaria pinguedine. Fu sepolta nella chiesa di Mezzaratta.

Furono eredi i Boccaferri da S. Domenico.

Li 11 ottobre 1643 Giovanni Boccaferri di Bonifacio vendette al dottor Pietro Poteri questo stabile posto sotto S. Marino, in confine della via pubblica che va verso S. Salvatore a oriente, della via di Porta Nova a mezzodì, della canonica di S. Marino e dei beni di Giovanni Locatelli a ponente, e di Sebastiano Gabrielli a settentrione. Pagato L. 18000. Rogito Giovanni Guglielmini.

Li 4 dicembre 1643 il detto Poteri, uomo di somma dottrina, la cedette a Barbara Preti Pastarini per L. 19000. Rogito idem.

Nel 1699 fu rifabbricata dai Pastarini, famiglia di mercanti di lana, discendente da Battista Montanari, alias Pastarini, il di cui figlio Gio. Battista fu fatto cittadino dì Bologna li 29 ottobre 1565.

Questa famiglia si estinse in Antonio Francesco di Gaspare Eusebio, trovato morto senza testamento li 26 aprile 1779.

1780, 20 dicembre. Elisabetta Baratti Arnoaldi compra dai conti Carlo Malvasia e da Ercole Orsi, eredi fidecomissari del fu Clemente Pastarini, dal senatore Antonio Grati Bugami, dalla contessa Camilla Grati Scarselli, e dalla contessa Olimpia Fontana Barbieri, eredi liberi e ab intestato del marchese Antonio Francesco Pastarini, il palazzo da S. Marino per L. 28500. Rogito Zenobio Teodori.

Via Imperiale di S. Prospero a sinistra entrandovi per Strada S. Felice.

Per avere i dettagli sulle famiglie Storliti, o Storletti, e della Peverata, provenienti da uno stesso Ceppo, si ricorra alla via Battisasso.

Pare che anticamante tutto il tratto di strada dall'angolo di Battissasso fino alla chiesa di S. Prospero fosse fronteggiato di case degli Storliti e dei Peverata.

Sappiamo che per l' apertura della via Nuova furon demolite le case di quei da Moglio che facevan prospetto alla Strada di S. Felice. Si trova che Alberto di Mattiolo di Guido da Muglio notaro aveva ragioni sulle case sotto S. Gervasio, ossia S. Prospero, sopra terreno degli Storliti, o Piperati, confinanti le vie da più lati, gli eredi di mastro Gio. di Benvenuto Scudari, e Gherarduccio Ghisilieri, come da un rogito di Mattiolo di Guido da Moglio delli 14 settembre 1324.

Frate Tommaso di Tommasino dalla Peverata aveva casa presso la chiesa di San Prospero, e presso gli Storliti. Rogito Taddeo di Zane Famigli da Lugo delli 19 marzo 1290.

Ciò posto, dov' è il principio dei Vetturini vi erano le case dei da Moglio fabbricate sopra terreno degli Storliti, e i numeri 1223 e 1224 erano dei detti Storliti, e il 1225 dei dalla Peverata.

Nel 1293 si trova un Castellano, detto Castelluccio, di Tommaso di Piperato Storliti.

N. 1223. Del 1715 era della parrocchia di S. Sebastiano, e ultimamente di Giovanni Conti. Credesi che abbia appartenuto ai Mezzovillani.

N. 1224. D. Luca Bellei la possedeva del 1715. Fu ridotta a tre piani dal Tartarini merciaio nelle Caprarie. Passò poi ai Rosa, ed ultimamente era del dottor causidico Accursi.

N. 1225. Questo stabile fu dei Lambertini, e nel 1461 dei Papazzoni.

1502, 10 novembre. Dote di Camilla di Battista dall'Olio, alias Bigato, moglie di Giulio Barbieri, consistente in una casa sotto S. Prospero, in confine di detta chiesa da due lati, e della via pubblica. Rogito Evandro Rossi.

Li 23 giugno 1635 la casa del dottor Gio. Francesco Bonomi sotto S. Sebastiano confinava gli Esposti, i Magnani, e la strada. Rogito Filippo Masini.

Li 19 gennaio 1656 era del dottor in leggi Gio. Francesco di Domenico Bonomi, il quale in detto giorno la vendette a Girolamo Vaccari per L. 9000, riservandosi l'usofrutto vita sua natural durante. Rogito Filippo Carlo Zanatti Azzoguidi.

Li 8 febbraio 1670 il detto Bonomi rinunzia al Vaccari il diritto di godere finchè viva la detta casa con stalla e teggia, posta sotto S. Sebastiano, bisognosa di risarcimenti, dietro l' annuo pagamento di L. 250 finchè vivrà. Rogito Filippo Carlo Zanatti Azzoguidi.

Gio. Francesco Bonomi, morto nel 1705, la lasciò al padre dell' avvocato Floriano Bertelli.

Li 5 dicembre 1707 la comprarono i Padri di S. Gregorio dallo stato di Girolamo Vaccari assieme ad una casetta di dietro all' osteria di S. Marco e alla casa della Zecca, per L. 13000. Rogito Maria Pedini.

Li 15 settembre 1784 i detti Padri di S. Gregorio ebbero facoltà di alienarla per scudi 1700.

Nel 1785 era di Petronio Magnani, già macellaro in faccia a S Gervasio, uno degli eredi di Gaetano Balbetti pure macellaro.

Ultimamente era passata in proprietà del Magnani, che la restaurò, e mori li 2 novembre 1782.

N. 1226. Chiesa di S. Prospero, della quale si ha certa notizia del 1080, nel qual anno Pietro di Giovanni Romano ed altri dello stesso casato vendettero a Giovanni prete e a' suoi confratelli "Solo uno terrae vacuo foris civitatem Bonon. infra civitate rupta antiqua in loco qui Pojale prope Ecclesiae S. Prosperi. Hactum foris civitatem Bononiam infra civitate rupta antiqua. Indictione septima". Rogito Giovanni di Pietro delli 9 maggio 1080.

La detta congregazione era composta di sacerdoti, come si rileva da un breve di Innocenzo III, dato in Roma li 10 dicembre 1208, diretto al Preposto di S. Prospero di Bologna, il quale s' intitolava Presbiter Ubaldus Prepositus Collegii S. Prosperi, come da rogito di Pietro d' Arpino.

Nel 1297 era rettore di questa chiesa Giulio della Bora, il quale fece un legato al consorzio dei preti di S. Prospero, coll' obbligo di un anniversario perpetuo in detta chiesa.

Continuò ad essere chiesa parrocchiale fino alli 5 gennaio 1613, nel qual anno il suo circondario fu unito alla cura d' anime di S. Sebastiano.

Li 10 gennaio 1620 D. Bernardino Bensignetti, rettore di S. Prospero, concesse ai chierici regolari minori la chiesa, paramenti e ornamenti di S. Prospero, e vita sua natural durante affittò loro tutte le case e gli edifizi che gli spettavano, per annue lire 600, descrivendosi la casa canonicale come confinante a occidente e mezzodì con vie pubbliche, e colle case dei Bontempi e dei Giroldi. Rogito di Sforza Alessandro Alberti.

I Minori Regolari suddetti vi stettero fino alli 10 aprile 1641, altri dicono fino alli 3 marzo, continuando però ad ufficiarla fino al 1665, nel qual anno fu concessa alla congregazione di S. Michele Arcangelo, che vi si stabilì definitivamente li 13 gennaio 1732 obbligandosi di pagare ai suddetti Padri oncie 24 annue di cera, come da rogito di Gio. Battista Fabbri, il qual canone fu francato in L. 1233, 3, 10. Rogito idem delli 31 ottobre 1748.

La casa canonicale contigua alla chiesa avendo molto sofferto per l'incendio di un vicino stallatico, fu venduta dal rettore D. Ascanio degli Alessandri al confinante conte Giuseppe Antonio Zambeccari per L. 4000. Rogito Carlo Monari delli 2 gennaio 1655.

Nel 1756 fu alzata di sei piedi la chiesa, e messa in volto, lavoro che fu finito in sabato l' anno 1757, con spesa di L. 8000 fatta da Antonio Gavaruzzi. L' apertura seguì la domenica 21 agosto 1757.

La congregazione fu soppressa li 31 luglio 1798, e la chiesa fu venduta ai confinanti Antonio e Gaetano, fratelli Magnani, li 28 novembre dell'anno stesso. Rogito Luigi Aldini.

Li 18 agosto 1808 fu chiusa, poi riaperta nel 1815.

Subito passata la predetta chiesa vi è un vicolo chiuso, che fu detto Borghettino di S. Prospero, e che termina nei vicoli Stallatici.

N. 1228. 1295, 10 ottobre. Giuliano Tebaldi dà in locazione a Ghino Marescalchi un casamento condotto in affitto per detto Tebaldi dal dottor Giliolo di Tommaso Pipetti, o Pipini, posto nella parrocchia di S. Prospero, il qual casamento, che è di otto chiusi, confina la via pubblica presso il reclaustro del consorzio dei preti di Bologna e presso detto Giliolo, e tale sublocazione per l'annua corrisposta di soldi 7 per ciascun chiuso, e col patto, che se nel termine di anni 9 detto Giliolo, od i suoi eredi, potessero venire ad abitare in città col consenso del Comune di Bologna, sia tenuto il detto Marescalchi di dare al Tebaldi l'edifizio in discorso per il prezzo da concordarsi da due uomini legali. Passati i nove anni debba il Tebaldi rinnovare la locazione al Marescalchi. Rogito Giacomo di Bonavolta Sedazzari.

Il Marescalchi divenne proprietario di detto casamento comprovandolo la concessione fatta dal Luogotenente generale di Bologna, delli 10 giugno 1485, a favore di Lodovico Marescalchi per occupare uno stradello dietro la sua casa sotto S. Prospero.

1583, 1 marzo. Gio. Filippo Almerici, o Almerigi, e Camilla Almerici Dosi sua nipote, vendono a Fulvio Marescalchi una casa per L. 11800. Rogito Antonio Malisardi e Ippolito Fibbia.

1584, 31 gennaio. Il Senato concede al senator Fulvio Marescalchi di mettere in linea la facciata della sua casa vecchia posta in curia di S. Prospero, rimpetto ai Lambertini, e di continuarla nella casa vicina da lui comprata da Gio. Filippo Almerici, e di occupare suolo pubblico.

1617, 9 settembre. Promessa di Eleonora Armi Marescalchi di vendere a Carlo Zambeccari una casa sotto S. Marino rimpetto alla casa di Virgilio Ghisilieri, per lire 21000.

1618, 25 gennaio. Compra Carlo del fu Paolo Zambeccari dal senatore Fulvio Antonio e Gio. Francesco del fu senator Vincenzo Marescalchi, una casa grande sotto S. Marino, nella contrada che dalla Volta dei Barberi si va a S. Salvatore, per lire 21000. Confina una strada di dietro, Bonifacio Boccaferri e Giulia Canonici Ercolani. Rogito Vincenzo Stancari e Tommaso Magliati.

Il detto Zambeccari comprò da Giulia Canonici Ercolani la casa verso S. Prospero per L. 4800, rogito Lorenzo Marestoni, e spese in fabbriche e in restauri L. 21000.

1635, 2 gennaio. Compra il conte Antonio Giuseppe del fu Carlo Zambeccari, da D. Ascanio degli Alessandri, rettore del benefizio della chiesa di S. Prospero, una casa rovinata da un incendio, posta sotto S. Sebastiano, in confine dello stallatico di Pietrantonio Davia (locanda e stalla di S. Marco), della via pubblica da due lati e di Giovanni Francesco Bonomi (N. 1225 di questa contrada), per ducati 500 d'oro di Camera, ossia L. 4000. Rogito Carlo Monari.

Il compratore vi fissò la sua dimora nel 1624. Terminò questo ramo Zambeccari nel conte Antonio Giuseppe del conte Carlo, morto li 18 luglio 1715, lasciando una sola figlia. la contessa Eleonora, maritata nel 1679 in Camillo del marchese Costanzo Zambeccari, morta li 21 aprile 1722 nelle suore di S. Bernardino.

Questo palazzo ed annessi fu valutato nel 1715 L. 55000, e nel 1722 Guglielmo Cassani lo stimò L. 35000. 1793, 23 agosto. Il cav. conte Carlo del fu Gio. Battista Rusconi compra dal Marchese Giacomo del fu Francesco Zambeccari il palazzo con due casette unite e scuderie, posto sotto S. Marino, per L. 44500. Rogito Giuseppe Vasuri.

I figli di Carlo Rusconi lo cedettero all' ingegnere Gaetano Landi, che lo risarcì specialmente nella facciata.

Presso questo palazzo, andando verso S. Salvatore, vi erano due case con portico che Gio. Francesco Panirazzi, alias Tossignani, vendette li 7 settembre 1573 ad Alessandro Boccadiferro per L. 6000. Rogito Lodovico Rigosa e Galeazzo Bovi. Confinavano queste colla via pubblica. cogli Americi di sotto, con uno stradello di sopra. e mediante questo i Brancaleoni, e i Chiari che avevano case nella via di Porta Nova.

Il primo dicembre 1642 Carlo del fu Paolo Zambeccari le comprò dai coati Alessandro Maria e Giovanni, figli del fu Bonifacio Boccadiferro, e si dice esser tre case contigue con due botteghe sotto, e un guasto di dietro, sopra del quale vi fu già uno stallatico, il tutto sotto S. Marino Confinano la strada di S. Salvatore, la casa del compratore, e il vicolo che va verso la Zecca, nel qual vicolo era il detto guasto. Per L. 7500. Rogito Scipione Caracci.

Queste due case erano contrassegnate coi numeri 1229 e 1230. Tanto queste che il vicino vicolo Stallatici più non esistono, ed il loro suolo fa parte del giardino Marescalchi. Il vicolo fu venduto dal pubblico li 11 febbraio 1813 per L. 450 italiane. Rogito dottor Carlo Pagani.

Aggiunte

1462, 29 dicembre. Dono fatto a Sante Bentivogli di una pezza di terra ortiva, già casamentata, che fu di Francesco e nipoti Ghisilieri, devoluta al fisco per la ribellione dei detti Ghisilieri, posta in Bologna sotto S. Siro, presso la via pubblica, presso Giacomo da Muglio da due parti, e presso certa androna del fu Melchiorre Muglio.

Questa notizia che è ripetuta nella via del Poggiale, si è qui riportata perchè la confinazione dei da Muglio non assicura se era di qua, o di là della via dei Vetturini.

1471, 30 gennaio. Giorgio Ghisilieri compra dal rettore di Sant'Antonino di Porta Nuova una casa sotto S. Prospero nel trivio antico dei Ghisilieri per L. 70. Rogito Bartolomeo Formaglini. È detto che è casa rovinosa, presso la via pubblica davanti che conduce al detto trivio verso S. Salvatore, presso i beni di S. Prospero nel lato posteriore, presso Giorgio Ghisilieri a sera e mattina, e presso Gio. Battista Cavallina di sopra.

1584, 18 giugno. Vincenzo del fu Francesco Teodosi, o Teodoli, anche a nome di Beltramo del fu Pietro Contini, compra da Giovanni del fu Bondi Alboni una casa in via Nuova dalla Volta dei Barberi, sotto S. Prospero, per L. 12000. Confina la via pubblica, la società dei notari, Francesco de' Biotti, e la chiesa di S. Prospero. Rogito Andrea Manzolini.

1588, 20 febbraio. Compra Ottavio del fu Giuseppe Cialotti da Ginevra del fu Vincenzo Teodosi, o Teodoli, moglie di Giuseppe del fu Gaspare Fumagalli, e da Violante di lei sorella, moglie di Vincenzo Fumagalli, una casa con botteghe sotto, in capella di S. Prospero nella via Nuova.

1479, 18 dicembre. Baldassare di Tommaso Turchi compra da Alessandro di Lodovico Volta una casa sotto S. Prospero nella via detta Trebbo degli Storliti, per lire 100. Rogito Guidantonio Castelli.

1501, 29 ottobre. Giovanni del fu Gabrielle Turco, erede per metà di Lodovico Gabriele, vende a Stefano Fontana una casa sotto S. Prospero, in confine del cimitero di detta chiesa, di Girolamo Turco e di Bartolomeo Scoppa, per L. 1410. Rogito Melchiorre Zanetti.

1514, 19 giugno. Stefano e fratelli, figli del fu Girolamo Turchi, comprano da Annibale e Alessandro del fu Napoleone Malvasia una casa sotto S. Prospero, che confina la via pubblica da tre lati, e Leonello Vittori, per L. 900. Rogito Giuseppe Mamellmi e Ulisse Musotti.

La famiglia Turchi ha dato molti dottori in filosofia e medicina.

1371, 9 marzo. Ugolino di Nicolò Marescalchi lascia eredi Gio. Nicolò, Giacomo e Andrea suoi figli. Nel suo testamento si dice che aveva casa sotto S. Gervasio.

1294, 20 ottobre. Testamento d' Isabella di Bonincontro Marescalchi.

1422, 26 ottobre. Casa di cui aveva preso possesso Marco Canetoli, e che fu obbligato restituire a Francesco Canetoli e a Tommaso del fu Carlo Zambeccari, la quale è posta sotto S. Prospero in confine di tre strade, e degli eredi di Giovanni Fornici. Rogito Alberto Fontini.

1607, 23 febbraio. Vendita di Federico Guidotti agli eredi di Fausto Ghisilieri di una casa sotto S. Marino. Confina gli eredi di Annibale Turroni, la via pubblica, Francesco Desideri, e Lodovico Lodi. Rogito Giulio Cesare Casarenghi.

1452, 13 settembre. Orsolina Ghisilieri Bazalieri vende a Laura Borgognini, vedova Buoi, una casa sotto S. Prospero. Rogito Francesco Malvasia.

1519, 23 agosto. Consenso dato da Elena di Bartolomeo Scozzi, moglie di Giovanni Battista di Giuliano Cerioli, al canonico Lorenzo Cerioli di riedificare una di lei casa ruinosa sotto S. Prospero, stimata L. 1200. Rogito Lodovico Fasanini.

1561. Girolamo del fu Antonio Maria Turchi vende la sua casa a Nicolò del fu Leonello Vittori, per L. 2282, 10. È posta sotto S. Prospero, in confine di vie pubbliche e del compratore. Rogito Cesare Gerardi.

1509, 4 giugno. Giovanni dall'Armi compra da Tommaso e Gio. Francesco Ruggeri una casa sotto S. Prospero per L. 1275. Dev' essere nella via Stallatici.

1561, 13 novembre. Gaspare Canonici compra da Violante Formagliari una casa sotto S. Prospero per L. 3000. Rogito Teodosio Botti.

1567, 1 settembre. Prospero del fu Francesco Ferraresi compra da Orazio Fontana una casa in contrada S. Prospero, in confine della piazzetta di S. Prospero e di altri beni Fontana e Turchi, per L. 4000. Rogito Alessandro Porzio Gambetti, con patto di francare.

1573, 6 marzo. Il Ferraresi pagò altri scudi 300. Rogito Marcantonio Golfardi.

1574, 2 ottobre. Fu liberamente rilasciata per altre L. 3000. Rogito Marcantonio Golfardi.

1582. 21 giugno. Passò per testamento alle suore di Sant' Elena. Rogito Carlo Cavalli.

1484, 29 febbraio. Compra Girolama Gessi Lovatti, da Margarita Gessi in Albice Duglioli, una casa sotto S. Prospero per L. 300. Rogito Petronio Rabusini e Francesco Ghisilieri. Confina i successori di Lodovico Boccaferri, i Romanzi, e il fu Francesco Ranuzzi.