Belmeloro, dal I volume delle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Belmeloro è quella contrada che comincia in Strada S. Donato, e termina in Gattamarza, ossia nel borgo di S. Appolonia.

La sua lunghezza è di pertiche 71. 09, 6, e la sua superficie di pertiche 157, 78, 1.

Il tratto di questa via da Strada S. Donato fino ai Vinazzi chiamossi Androna dei Vinazzi, Campo dei Vinazzi di S. Sigismondo, ed anche Campo di S. Sigismondo, e tali denominazioni si trovano ripetute fino al 1583. Fu detta ancora Linguadocca, e si continuò fino alla metà del secolo XVII a cosi chiamarsi quel tratto di via che da Strada S. Donato va fino ai Vinazzi, e quello da questi fino a Borgo S. Appolonia, Belmeloro.

Belmeloro a destra entrandovi per Strada S. Donato.

Si passa la via di S. Sigismondo.

Si passa la via dei Vinazzoli.

Si passa la via dei Vinazzi, alla quale si trova qualche volta aggiunto quella di Strada San Vitale.

Belmeloro a sinistra entrandovi per Strada S. Donato.

N. 3109. Case dei Sabadini che si estendevano fino a tutto il quinto arco inclusivo del vicino palazzo Malvezzi.

1570, 6 aprile. Marcantonio Sabadini figlio di Domenico Prati dona a Gio. Battista e Pandolfo, di lui fratelli, una casa grande con orto, stalla ecc. posta sotto S. Sigismondo in confine degli eredi del fu Ercole Malvezzi da due lati, dei Poggi (di dietro) e della Cloaca. Più altra casa che confina gli eredi di Battista Malvezzi, ed i Rota. Rogito Ippolito Peppi e Tommaso Barbieri.

1592. 1 settembre. Pirro di Ercole Malvezzi compra da Marcantonio e da Alfonso Sabattini una casa con orto posta rimpetto la chiesa di S. Sigismondo vicino al palazzo Malvezzi. Confina i Malvezzi ed i Poggi, per L. 10000. Rogito Lodovico Chiocca.

1631, 11 settembre. Locazione del marchese Francesco Pirro Malvezzi al senatore Cornelio d' Ercole Malvasia, del salone pel maneggio equestre, del giuoco di pallacorda e di un appartamento contiguo, posti sotto S. Sigismondo per servirsene da far opera per anni cinque, e per annue L. 450. Rogito Carlantonio Mandini. Il detto maneggio era nelle case già Sabattini.

Li 27 marzo 1653 vi fu data la prima opera in musica a spese di Paolo Moscardini mercante da seta che perdette alcune migliaia di lire, per cui pressato dai creditori ricorse al Legato Lomellini, che gli disse "Sig. Paolo, ballo, suoni e canti non fanno per i mercanti". S'invogliò il marchese Gasparo di Sigismondo Malvezzi, morto a Castel Guelfo nel luglio 1710, di far costruire in questo sito uno stabile teatro, al quale intendimento nel maggio del 1680 presentò al pubblico l'offerta della vendita dei palchi che dovevano formare i quattro ordini del nuovo teatro che doveva dirsi dei Malvezzi. Ciascun ordine era di 16 palchetti tutti di pietra, con gelosie, e capaci di contenere cinque persone. Quelli del primo e second'ordine furon dati a godere per cinque anni per Sc. 50, o L. 200. a titolo d'affitto, in ragione di L. 40 annue, poi si continuò a pagare ogni anno anticipatamente altre L. 40. Quelli del terz'ordine furon dati per L. 135, e a capo di cinque anni si rilasciarono per annue L. 27. Quelli del quart'ordine furon pagati L. 90, e poscia L. 18 annuali. Totale L. 10000. Furono imbussolati per ogni ordine i primi 16 che si erano fatti inscrivere, e si fece l'estrazione a sorte del nome e del palco dei concorrenti. Si trova che solamente nel carnevale del 1686 fu aperto rappresentandovici le opere in musica intitolate la coronazione di Dario e la Flavia, la prima, poesia di Adriano Mortelli veneto, la seconda, di Giorgio Maria Rappavini, e la musica d'ambedue di Giacomo Antonio Perti.

Nel 1697 fu aggrandito, rimodernato ed abbellito con pitture dei fratelli Galli Bibiena, e nell' estate vi fu dato il Perseo del dott. Pier Iacopo Martelli, con musica di diversi, Finalmente il venerdì notte del 19 al 20 febbraio 1745, terminata la rappresentazione del Giustino, vi si manifestò un terribile incendio alle ore 6 circa italiane, che in meno di un'ora interamente lo distrusse. Si pretese che fosse cagionato dalla lumiera della platea, altri vollero che a bella posta vi si fosse messo fuoco, finalmente s'incolpò un fulmine artificiale che diroccava una capanna nella rappresentazione.

Questo teatro era largo da muro a muro piedi 32, ed era lungo dal muro del palchetto di mezzo al muro dello sfondo del palco scenico, piedi 103 e oncie 9. La famiglia Malvezzi non curò di riedificarlo, per cui si progettò dopo vari anni la costruzione di un nuovo teatro, che fu poi eseguita sul Guasto Bentivogli.

Si trova ricordato un Guasto dei Sabbatini presso S. Sigismondo, che dicesi esser stato unito agli orti dei Malvezzi, e potrebbe essere che fosse una dipendenza di questo numero 3109.

N. 3106. Palazzo dei Malvezzi detti della Ca' Grande. Le prime e più antiche case dei Malvezzi pare che sieno sempre state da S. Sigismondo, e questo viene comprovato dal libro dei memoriali del pubblico Archivio, nel quale Biagio di Giuliano, morto nel 1289, si dà per parrocchiano della cappella di S. Sigismondo, e probabilmente abitante in questa situazione, e in certa memoria della famiglia si dice che la porta piccola che è alla fine del portico verso Gattamarza fosse quella dell' antica dimora dei Malvezzi, che poi col tempo si andò sempre dilatando dalla parte di Strada S. Donato.

Quest' antica, potente e diramatissima famiglia che occasionò la cacciata dei Bentivogli da Bologna, era anticamente ascritta all'arte dei calegari.

1276. Dote d'Imelda di Lambertino d' Albertino moglie di Giuliano di Giacobino della parrocchia di S. Sigismondo, calegaro, di L. 100. Questo .Giuliano fu l'autore dei Malvezzi.

1285. Giacomo del fu Giuliano Malvezzi era calegaro sindaco e procuratore della società generale dei cartolari, calegari e cordonieri.

L' archivio Malvezzi non somministra notizie delle compre fatte per erigere questo palazzo, che fu fabbricato e ampliato da Virgilio di Gaspare nel 1466. Era merlato, ma questo antico ornamento fu sacrificato agli usi moderni.

Papa Giulio II fu consigliato dai medici di abitare questo palazzo mentre s' infermò in Bologna nel 1510.

1584, 28 giugno. Fu concesso suolo pubblico al senatore Sigismondo Malvezzi sul cantone del suo palazzo dalla parte di Strada S. Donato per allungare il di lui portico di un pillastro e di cinque colonne dove precisamente fu il teatro Malvezzi.

1584, 18 novembre. I Malvezzi diedero un torneo davanti al loro palazzo ed entro ad un anfiteatro contornato di palchi in occasione del matrimonio di una Malvezzi, che in ottava rima fu descritto da Giulio Cesare Dalla Croce e stampato in Bologna.

Questo ramo Malvezzi che unì al suo ricco patrimonio le eredità Magnani e Lupari, si estinse nel virtuoso e caritatevole marchese senatore Piriteo di Sigismondo, morto santamente li 10 febbraio 1806. La sua eredità fu divisa fra le due di lui figlie, Maria maritata nel principe Astorre del senatore Filippo Ercolani, e Teresa Maria Laura nel conte Francesco del senatore Girolamo Ranuzzi.

1827, 8 maggio. L' Università Pontificia di Bologna mediante il Cancelliere della medesima Cardinale Arcivescovo Oppizzoni, acquistò il detto palazzo per Sc. 16600. Rogito dott. Carlo Ragani.

Aggiunte

1353, 1 giugno. Compra Ghisella Manzolini, e Misinella Lambertini, da Giulio Sciliotti una casa con terreno, edifizio ed orto con la metà di un pozzo esistente tra essa casa e la casa di Biagio e fratelli Malvezzi, posta sotto la parrocchia di San Sigismondo. Confina la via pubblica, la casa dei detti Malvezzi, Bernardino Pellacino, una chiavica, ecc., per L. 28 di bolognini. Rogito Giacomo Antonio Vanuzzi.