Trabisonda, dal V volume delle "Cose Notabili..." di GIuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dal portico di Strada Santo Stefano a quello di Strada Maggiore. La via Trabisonda comincia in Strada Santo Stefano e termina in Strada Maggiore. Il suo aulico nome fu Cento Vasure, Cento Vasinei, Cento Vasari, poi via Zola come risulta da un decreto del Senato delli 19 aprile 1521, in cui dice: "la via detta Zola a settentrione della casa di Gio. Battista Bianchi, per la qual via si va a Strada Maggiore".

Si disse anche via Bianchi e via Anguilla, ma per poco tempo. (Vedi via del Luzzo N. 976).

Trabisonda a destra entrandovi per Strada Santo Stefano.

1428, 1 maggio. Gaspare di Marco e fratelli Lupari comprarono da Antonio Cesti una casa in cappella Santo Stefano nella strada delle Centovasure, per L. 80. Rogito Nicolò Arpinelli detto dalla Foglia.

1432, 19 febbraio. Gaspare e fratelli del fu Venturino Tiarini di Modena comprarono una casa sotto Santo Stefano nella contrada Cento Vasure, per L. 250. Confinava coi beni Lupari. Rogito Nicolò d'Arzinello dalla Foglia.

1435, 18 maggio. Gaspare e fratelli Lupari comprarono un casamento, ossia terreno, con muri vecchi e una volta con torre in cappella Santo Stefano, presso i compratori, i Bianchi e strade pubbliche, per L. 125. Rogito Sigonio Orsi.

1436, 11 dicembre. I difensori dell'avere diedero licenza a Gaspare Lupari di edificare nella strada pubblica chiamata Centovasure il casamento o terreno comprato da Gaspare Lombardi, dilatandolo in larghezza. Rogito Andrea Castagnoli.

Trabisonda a sinistra entrandovi coma sopra.

1586, 12 agosto. Paolo e Matteo di Gio. Francesco Lupari comprarono da Giovanni Agostino de Masini una casa posta sotto Santo Stefano in contrada Cento Vasure e nella via dei Bianchi, pagandola L. 1800. Rogito Nanne Sassi e Paolo Stancari.

1447, 16 settembre. Antonio di Domenico Bonafede comprò da Tommaso di Lorenzo Codecà una casa posta sotto S. Bartolomeo nella via Cento Vasure, per L. 200. Confinava la detta strada e gli eredi di Giacomo Bianchi. Rogito Ducio Zani.