N.1182

Cartigli

Chiesa del SS. Salvatore

Fu sede dei canonici di Santa Maria di Reno fin dal XII secolo. L'edificio attuale, tranne il campanile romanico, fu compiuto da A. Mazenta nel 1623. Nell'interno statue di G. Tedeschi, C. Molli (1622-24); dipinti di Simone de' Crocifissi, Vitale da Bologna, Garofalo, Innocenzo da Imola, J. Coppi, G. Cavedoni, Mastelletta, Girolamo da Treviso, Girolamo da Carpi, G. F. Gessi, A. Tiarini, C. Bononi; la sacrestia, assai ornata, è seicentesca. L'attiguo ex convento di San Salvatore (1515-22), danneggiato dai bombardamenti del 1943, conserva tre chiostri dei secoli XV-XVI.

Indirizzo:

via Cesare Battisti, 16

Guidicini

Chiesa, parrocchia e monastero di S. Salvatore. Il Sigonio dice che Olivario Diacono fabbricò nel 1136 ai canonici di S. Maria di Reno, degenti presso Casalecchio, una chiesa in Bologna dedicata a S. Salvatore.

Il P. Trombelli è di parere che la chiesa di S. Salvatore fosse uffiziata da monaci greci prima dei renani, che il Sarti li dice qui venuti nel 1136 e la congregazione di S. Maria di Reno confermata da Innocenzo II nel 1136 stando in Pisa, ma sfuggì a questo autore l'esenzione dalle decime e gravezze concessa in settembre 1136 da Gualterio Arcivescovo di Ravenna al monastero di S. Maria di Reno e di S. Salvatore, lo che prova che S. Salvatore apparteneva prima del 1136 ai renani che probabilmente se ne servivano per ospizio. .1137, 18 settembre. Locazione enfiteutica del Capitolo di S. Pietro a Giacomo e fratelli di Paolo da Lucca, di 8 chiusi di terreno vacuo posti in Porta Nova vicino la chiesa di S. Salvatore, rogito Ugo di Giovanni. 1137, 19 ottobre. Lo stesso Capitolo concede altro terreno in enfiteusi posto in Campo Lungo vicino alla chiesa di S. Salvatore a Martino e Giovanni fratelli e figli di Reosto, rogito Ugo di Giovanni. L'inaugurazione della Congregazione Renana fu del 1136 circa, e sotto questa data nell'archivio di S. Salvatore si trova nominato un Primus Prior.

1149, 7 novembre. Sentenza del Cardinale Ubaldo circa il dominio della chiesa di S. Salvatore posta in Campo Lungo e circa alcune pezze di terra in vicinanza di essa enfiteutiche dell'abbate di S. Bartolomeo di Ferrara, rogito Rolando 1151, 11 marzo. Il monastero prende in enfiteusi tutti li beni dell' arciprete e Capitolo di S. Pietro posti in Porta Nova per l'annuo canone di soldi 16 di Lucca, rogito Ugo di Giovanni.

Avendo Alessandro III canonizzato in Anagni li 20 febbraio 1173 Tommaso Vescovo di Cantauria martirizzato li 27 dicembre 1171, il Card. Ildebrando pensò di propagare il culto in Bologna di questo santo, fors'anco perchè si ha dalla cronaca bromptoniana che Tommaso mentre era chierico della chiesa di Cantauria d'ordine di Teobaldo arciv. di detta chiesa si portò allo studio di Bologna e per un anno vi studiò legge civile. Il Cardinale Ildebrando adunque a proprie spese innalzò un altare in detta chiesa di S. Salvatore, ignorandosene il preciso tempo, ma certamente dentro cinque anni dopo la detta canonizzazione, perchè più oltre non visse il Cardinale.

Dopo la di lui morte gli scuolari studenti in Bologna della nazione Inglese, che allora erano molti, presero questo altare sotto la loro protezione, e nel 1203 lo dilatarono in forma di capella in modo che sembrava una chiesetta unita alla chiesa maggiore , e vi fecero l'altare adattato a questa capella che Innocenzo III ordinò fosse consacrato dai due vescovi di Bologna e di Modena. Ma Gerardo Ariosti vescovo di Bologna era renitente a fare questa consacrazione, forse perchè egli aveva dedicato a questo santo un altro altare — in paradiso — "seu portico di S. Giovanni in Monte fabbricato da Jacopo de Bertinoro medico, che era assai frequentato dal popolo". Avvisato Innocenzo III di questa renitenza, ordinò che persistendo fosse consacrato l' altare dal solo vescovo di Modena Egidio Garzoni bolognese. Diminuito il numero degli scolari inglesi, tutto il gius di questa capella fu devoluto ai canonici renani li quali nel 1353 essendo priore Riniero Ghisilieri fecero lor soli ornare le capelle accordando a Vitale de Equis , celebre pittore di quei tempi, scudi 60 d'oro. Questa chiesa aveva l'ingresso verso settentrione, mentre quella di S. Salvatore l'aveva a ponente.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

Il Nord è verso il basso. E' rappresentata la situazione precedente alla costruzione della chiesa attualmente esistente di San Salvatore. Da notare l'anno 1398 indicato in alto. In particolare esisteva una via, qui chiamata via di S. Maria di Reno, poi scomparsa con la costruzione della nuova chiesa. Via dei Griffoni è via Cesare Battisti, mentre Via di Porta Nova è via IV Novembre.

Nel 1398 le due chiese furono unite atterrando il muro che le divideva.

1208, 13 dicembre. Locazione del monastero ad Ubertino Graziadei, a Giovanni di Tebaldo, a Gherardo Rossi ed a Bolognetto d'Enrado di un casamento presso S. Salvatore in Porta Nova lungo piedi 40 e largo piedi 60 sul quale debbano aver fabbricate case alli santi prossimi da abitarsi da essi e dalle loro famiglie, e debbano venire a detta chiesa di S. Salvatore. Più debbano fare un portico idoneo sopra la strada, alla forma delle altre locazioni di simili casamenti sino all'orto di S. Margarita, e volendo detti conduttori vendere dette case debbano darle al monastero per venti soldi meno che ad un altro, rogito Tettacapra.

1209, 2 giugno. Locazione a Gandolfo da Gesso di un casamento presso la chiesa, rogito Tettacapra , e nello stesso giorno si stipula dallo stesso notaro quelle fatte ad Agresto. Ordinariamente in queste locazioni enfiteutiche era riservato che nelle case da fabbricarsi non vi potessero abitare li fabbri, li falegnami , etc.

1210, 16 gennaio. Locazione rinnovata dal Capitolo di S. Pietro ai renani di due pezze di terra presso la chiesa di S. Salvatore, una delle quali detta "Gambaturia", rogito Orabono.

1225. Li renani avevano fabbricato il reffetorio, dormitorio e claustro.

1337. Questi canonici avevano la chiesa di S. Maria degli Angeli fuori di Porta S. Mamolo dove rimasero per poco tempo. Il Melloni pretende che li renani si riducessero definitivamente in S. Salvatore soltanto fra il 1340 ed il 1359.

Li 24 aprile 1379 non erano rimasti che due canonici, e del 1403 il solo priore. Il Sigonio racconta che il B. Nicolò Albergati vescovo di Bologna, per decreto di Papa Martino unì li canonici di S. Ambrogio di Gubbio detti scopetini da un loro monastero di S. Donato di Scopeto diocesi di Firenze, a quelli di S. Salvatore e di S. Maria di Reno di Bologna ridotti al solo priore Francesco de' Ghisilieri. Sopra questa unione bisogna osservare che nel Libro Provisorum sotto la data dei 2 giugno 1424 li canonici di Gubbio che anch'essi portavano il titolo di S. Salvatore, mediante frate Stefano di Giovanni da Siena procuratore, e frate Daniele, e Nicolò di Bologna, vendono una casa di loro particolare spettanza; quindi si vede che quantunque stessero in S. Salvatore possedevano beni propri, separati, e distinti da quelli della congregazione renana, e costituivano un corpo separato in quella, come si comprova ancora dal seguente documento: "Li 6 febbraio 1426 (Liber Provisorum) vi è il contratto di permuta fatto dal padre Francesco Ghisilieri priore di S. Maria di Reno e di S. Salvatore in quo. D. priore jacet totus conventus canonicorum regularium etc". Quindi le suddette due congregazioni sebbene risiedessero entrambe in S. Salvatore ritenevano forma di due corpi distinti, con distinti possedimenti, e diritti, e non erano insieme unite, ed incorporate. Il fatto è che il Ghisilieri pretendeva che li scopetini diventassero renani , ed i scopetini pretendevano che il Ghisilieri si facesse scopetino, e non potendosi in ciò convenire non ebbe effetto il trattato di unione, ma il B. Nicolò permise che tre o quattro scopetini passassero in S. Salvatore, servissero ed officiassero la chiesa, e ricevessero dal Ghisilieri una provvisione, ossia gli alimenti, col diritto di subentrare dopo la morte del Ghisilieri nel possesso delle due chiese e conventi di S. Salvatore e di S. Maria di Reno e dei beni a questi spettanti, come seguì.

Perciò i due corpi abitavano nello stesso convento ma formavano due corpi distinti e diversi, e fra loro non vi fu unione ma successione dei scopetini dopo la morte del Ghisilieri nel quale convento jacebat tota congregatio renana e colla sua morte si estinse, e per diritto di successione subentrarono li scopetini, che assunsero poi il titolo di canonici di S. Maria di Reno e di S. Salvatore. Il priore Francesco Ghisilieri fabbricò nel 1398 nel cortile delle stalle il vestibolo, il reffetorio, la camera del cammino, e la cucina.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

Il Nord è verso il basso. Questa è la ricostruzione della Chiesa e Monastero di S. Salvatore relativa al 1471. I numeri localizzano le descrizioni date nel testo del Guidicini qui sotto riportate.

Sopra questo suolo vi erano nel 1471 li seguenti edifici:

1. Casa grande di monsignor Lodovico Ludovisi.

2. Una casa piccola della stessa ragione da lui lasciata ai Magnani.

Monsignor Ludovisi arcidiacono col suo testamento dei 10 novembre 1461 lasciò erede per metà Giovanna Ludovisi di lui sorella, moglie di Antonio Magnani, e per l'altra metà Nicolò del cav. Giovanni Ludovisi, rogito Cesare di Bartolomeo Panzacchia.

1477 , 27 giugno. Divisione fra Antonio Magnani e Giovanna Ludovisi Jugali, li canonici di S. Salvatore e di S. Maria di Reno uniti , Antonio e fratelli Ludovisi, e Girolamo Ludovisi dell' eredità di monsignor Lodovico Ludovisi, rogito Alessandro Bottrigari, Antonio Masotti e Domenico Castellani.

1553 , 20 dicembre. Gio. Battista e fratelli e figli d'Antonio Magnani vendettero questi stabili ai canonici di S. Salvatore per scudi d'oro 1300 da lire 4 l'uno, rogito Alessandro Stiatici. Confinano colla sacristia di S. Salvatore, e le vie ad oriente ed a settentrione.

1588, 28 gennaio. S'affittano a Gio. Battista Cavazza per annue Lire 250 , rogito Achille Panzacchia.

3. Di dietro alle case dell' arcidiacono Ludovisi vi era una chiavica al pian terreno.

4 - 5. Casa grande e casetta posteriore che furono del fu Gregorio di Lippo di Pietro dei Codebuoi, poscia dei Bassoli.

6-7. Casa e casetta del fu Filippo Cristiani poi del Calzolari.

8-9. Case del fu Giacomo di Villano da Lucca poi di Antonio da Quarto.

10. Terreno venduto a Gandolfo da Gesso e prima datogli in enfiteusi li 2 giugno 1219, rogito Tettacapra. Li Gessi vi avevano fabbricato sopra il terreno locatogli, le case 5. 7. 9., le quali avevano il loro ingresso dalla via di S. Maria di Reno.

11. Via di S. Maria di Reno, e di S. Salvatore che dalla Via dei Griffoni terminava nella via di S. Margarita, fatta chiudere dal P. D.Francesco Ghisilieri priore nel 1398.

12. Via per la quale dalla strada di Porta Nova e dalla casa dei Bolognetti si andava alla porta laterale della chiesa di S. Salvatore.

13 - 14 - 15. Case che vennero tutte ridotte in una sola di proprietà di Nicolò del fu Giovanni dall' Amola che ebbe il permesso di venderle a Bartolomeo del fu Pietro Bolognetti.

Li 13 dicembre 1486 furono da questi cedute ai canonici renani per L. 1200 col patto di demolirle affine di scoprire il prospetto della chiesa di S. Salvatore che si stava fabbricando. Rogito Bartolomeo Perini. Difatti li canonici suddetti le fecero spianare nel 1486 ad insinuazione di Giovanni II. Vuolsi che in conto di detta somma ricevessero i Bolognetti torn. 10 di terra con una casa sotto S. Giuliano presso le mura di S. Stefano.

16. Chiesa di S. Salvatore alla quale nel 1398 fu unita quella di S. Tommaso di Cantauria atterrando il muro che. le separava, e lasciando in essere i due altari di quest'ultima nella quale si entrava per la via di S. Maria di Reno.

Nel 1474 in marzo si accomodavano i muri di questa chiesa, e li 16 cadde dal ponte Gaspare Nadi dall'altezza di piedi 35.

Sulla facciata fu posta la seguente iscrizione: "1478. 12 martii. Hoc Templum a Patribus restitutum Matthaeus Rosa Sanen. Episcopo dedicavit".

Nel 1486 si stava rifabbricando come da rogito Perini 13 dicembre 1486.

Li 13 agosto 1605 fu incaricato Tommaso Martelli dei disegni della nuova chiesa e sacristia, come da rogito Valerio Panzacchia.

Li 12 marzo 1610 si diede mano alla fabbrica, ma con disegno del Magenta.

Li 3 ottobre 1614 il Senato accordò piedi 8 di suolo pubblico ai Padri di S. Salvatore nella via degli Agresti (Volto Santo) per la fabbrica della loro chiesa.

Li 17 agosto 1622 fu accordato ai padri di allargare la piazzetta avanti la loro chiesa, e li 2 settembre dello stesso anno li canonici ottennero il seguente partito dal Senato: "Terminata la chiesa di S. Salvatore, e spianate varie case attorno alla medesima, si dà licenza di prender suolo pubblico verso settentrione di piedi 8, così procedendo da oriente ad occidente in lunghezza di piedi 70, e di cingerlo con muro a condizione di mantenere la via pubblica larga piedi 18 e lunga piedi 183 cominciando dall' angolo della casa dei Caprara, e continuando verso occidente".

La famiglia Marescalchi aveva ottenuto nel 1611 di restringere il sagrato della chiesa lungo la via delle Asse e di portarlo a linea del portico laterale della casa ora dei Morelli N.1244 in Via Barbaziana.

Il lastricato attorno alla chiesa fu rinnovato nel 1744, e le volte della chiesa stessa e la facciata ebbero bisogno di risarcimenti che furon finiti li 10 settembre 1759 con spesa di oltre Lire 8,000.

17. Di dietro la chiesa che fu già cappella di S. Tommaso di Cantuaria vi era il cimitero.

18 - 19. In seguito del cimitero verso oriente, ed in confine della via di S. Margarita vi era una casa che aveva ingresso dalla via di S. Maria di Reno, che fu già di Giacomo del fu Giovanni del Dottore che la lasciò ai Padri di S. Salvatore, nel cui cortile vi era un pozzo.

20. Ingresso antico ed oggidì del monastero, il quale ne aveva un secondo vicino ed a linea della facciata della chiesa antica, e nuova.

21 - 22. Due chiostri del monastero che si stavano fabbricando nel 1497, porzione della qual fabbrica, che si lavorava da Pietro di Giovanni da Bellinzone muratore, cadde li 19 dicembre di detto anno. Nello stesso anno si erigeva ancora la libreria.

23. Casa di cui s' ignora l' antico proprietario.

24. Stabile che si pretende abbia appartenuto ai Ghisilieri. I tre archi di portico visibili anche oggigiorno furon chiusi per decreto 14 agosto 1740 ed il suolo incorporato al monastero.

25. Nell'angolo della via Barbaziana, e delle Pugliole di S. Margarita vi era la casa dei Zuntini che li 14 maggio 1395 Silvestro Zuntini enfiteuta di S. Salvatore la vendette ad Enoch ed Alberto Benedetto Zancari. Confinava l'orto dei padri. Rogito Giovanni Fabri di Luminasio.

Li 18 agosto 1475 confinava due strade ed il convento di S. Salvatore.

26. Casa che del 1247 era di Giacomo da Muglio, rogito Francesco dal Lago, presso l'orto di S. Salvatore. Successori dei da Muglio furono li Zancari. Questi stabili furono poi uniti al monastero circa il 1486.

27. Orto del monastero dove poi fu la caserma delle truppe pontificie. In questo monastero fu fatto il primo giardino di semplici, che sia stato in Bo logna, e nel 1574 fu fatta la prima triaca con pompa e pubblicità nella spezieria di S. Salvatore coll' assistenza dei due protomedici Ulisse Aldrovandi, ed Antonio Maria Alberghini.

I Padri di S. Salvatore furono soppressi li 8 giugno 1798.

Li 22 giugno dell' antecedente anno 1797 in questo monastero vi risiedette la Giunta delle contribuzioni, alla quale furono consegnati gli ori e gli argenti di tutte le corporazioni religiose , di tutte le chiese e dei particolari. Li detti metalli furono fusi e ridotti in verghe di libbre 25 ciascuna colle quali fu completato il contributo imposto dalle armate francesi alla città e provincia di Bologna.

Li 17 giugno 1798 vi prese posto l' Agenzia dei beni nazionali dopo aver prima risieduto per vari mesi nel monastero di S. Stefano, poi nel Collegio di Montalto, indi nel 1823 tutti gli uffizi dell'Agenzia furono concentrati nel monastero di S. Gio. Battista dei Celestini.

Nel luglio 1798 furono stabiliti li forni normali sulla via del Volto Santo.

Finalmente verso mezzogiorno vi si stabilì una caserma.

Li 27 maggio 1824, giorno dell'Ascensione, li scopetini uniti ai canonici lateranensi rivestirono l' abito e formarono una nuova corporazione in questo vasto locale.

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

Il Nord è verso sinstra. E' rappresentata la situazione precedente alla costruzione della chiesa attualmente esistente di San Salvatore. La via, indicata nel disegna sopra come via di S. Maria di Reno, poi scomparsa con la costruzione della nuova chiesa, è evidentemente la continuazione verso ovest di via Agresti. Via dei Griffoni è via Cesare Battisti.Via di Porta Nova è via IV Novembre. Via delle Stalle è l'attuale via S. Margherita, ed infine Via di S. Margherito è l'attuale via Volto Santo.

Posto le cose anzidette , li attuali religiosi di S. Salvatore non sono altrimenti renani ma scopetini come si è chiaramente provato.

Il monastero di S. Salvatore è perfettamente isolato. A levante confina colla via del Volto Santo già detto di S. Margarita. A mezzogiorno corrisponde colla strada delle Pugliole di S. Margarita che si disse Via delle Stalle. A settentrione ha per confine la via Porta Nova anticamente Campo Lungo.

L'aspetto attuale della basilica risale al 1605, quando fu dato inizio a nuovi lavori sotto la direzione di Ambrogio Magenta, aiutato da Tommaso Martelli. La chiesa venne ultimata nel 1623. Accanto ad essa sorse un ampio complesso monastico che arrivò a comprendere tre chiostri, un teatro e una ricchissima biblioteca. Nel 1796, a causa delle soppressioni napoleoniche, la comunità canonicale cessò di essere attiva, per ritornare poi nel 1824 e vivere alterne vicende. La chiesa contiene opere d'arte assai importanti (una su tutte, la "Madonna delle Vittoria" di Simone de' Croficissi); al suo interno si trova anche la tomba del pittore Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, morto nel 1666. La nobile facciata è ornata da statue di Orazio Provaglia.

Pietro Lamo (Graticola di Bologna)

In S. Salvatore vi è un Crocifisso d'Innocenzo, la Madonna e S. Giovanni in una tavola; e una tavola di Girolamino da Ferrara, ed una di Benvenuto da Garofalo Ferrarese, ed una di Girolamo da Treviso con la Madonna presentata .........