N.1647(6)

L'autore della famiglia dei Garsendini fu un F. Garsendino, il cui figlio Pietro testò nel 1300, ed alla metà del secolo XV finirono.

Nell'inventario legale dell'eredità del cav. Floriano Caccialupi, nato Malvezzi, fatto il 13 maggio 1490 da Laura del cav. Costantino Fantuzzi, madre del pupillo Carlo Caccialupi, è descritta una casa sotto s. Nicolò degli Albàri, con altra piccola in faccia ad uso di stalla, confinante la strada da tre lati, e cioè colla casa di Vincenzo Gilini e li beni delle società dei fabbri. La stalla in faccia a detta casa confina colla strada da due lati e la casa di Muletti.

La sunnominata tutrice vendette quella casa a Bartolomeo Manzoli per lire 3500.

Questo stabile passò ad Alessandro di Jacopo Sforza Attendoli, figlio adottivo di Filippo Manzoli, che lo abitava nel 1419 e pare che vi conducesse la sua sposa Lucia, figlia naturale di Giovanni II Bentivoglio.

Jacopo suddetto, denominato anche Jacomuzzo Attendolo, di Giovanni Attendolo da Cotignola e di Elisa Paiaccini, si disse altresì Muzio Sforza, ossia Sforza il grande, famoso condottiero d'armi italiane, e stipite della casa Sforzesca, ch'ebbe il dominio di Milano e d'altri luoghi d'Italia: famiglia illustre tra le descritte nella grande opera del conte Pompeo Litta. Egli ebbe una sorella di nome Margherita, moglie di Michelotto Ravignani da Ravenna e madre del conte Marco , che assunse il cognome Sforza , ed ebbe in moglie Francesca di Michelotto Attendolo da Cotignola suo consanguineo ed esso pure condottiero di armi salito in gran riputazione.

Il conte Jacopo Leonardo del suddetto Marco, fu spogliato dei feudi che aveva nel regno di Napoli dai re Aragonesi e si ritirò in Bologna presso Ginevra Sforza. sua parente, e moglie di Giovanni lI Bentivoglio, per mezzo della quale sposò Polissena dal conte Filippo Manzoli, e ne nacque Alessandro, adottato in figlio dall'avolo materno, coll'obbligo di assumersi l'arma e il cognome Manzoli; il quale Alessandro ebbe in moglie la suddetta Lucia, figlia naturale del Bentivoglio, ed in dote il palazzo di Belpoggio e terreni circostanti.

L'eredità Manzoli fu ricca; quindi si stabili in Bologna la famiglia Sforza Attendoli Manzoli e si formarono due rami con Alessandro e Filippo. figlio d'altro Filippo. Il primo si disse dei conti di Toderano in Romagna, e mancò in Francesco di Rinuccio, morto nel suo feudo li 9 settembre 1622, lasciando due figlie, Margarita nel conte Francesco Cesi, poi in D. Colonna, principe di Carbognano, e Veronica in D. Gio. Federico Cesi, duca d'Acquasporta.

L' altro detto dei conti di Monzone finì nel conte Carlo di Alessandro, morto nel 1672 senza successione, il quale testò li 20 ottobre 1670 rogito Carlo Maria Vanotti e Francesco Maria dal Sole, lasciando erede fiduciario l'Opera dei Vergognosi, o disponendo di una parte della sua eredità per far letti nello spedale degli Sportini, un'altra terza parte per un cumulo a prò dell'ospitale stesso e I' altra terza parte a Bartolomeo Manzoli.

Come passasse ai Bertolini , che sembrano oriundi di Firenze, non si sa; però Orsina di Sante Bertolini la comprese in prezzo di lire 14400 nella dote data al di lei marito Ercole di Orazio Montecalvi, il quale li 13 marzo 1659 la vendette a Gio. Francesco Barbieri da Cento, alias Guercino, celebre pittore, compresavi la stalla sotto s. Nicolò degli Albàri per lire 11500; rogito Scipione Cavazzi.

Nel 1715 apparteneva a Gio. Francesco Gennari e fratelli, pur essi valentissimi pittori, ed eredi del celebre Barbieri; dopo spettò agli eredi di D. Sebastiano Cantelli, ora appartiene al parroco della metropolitana di s. Pietro e la parte posteriore ai fratelli Zamboni.