Dalle Clavature alla via del Pavaglione.
Via della Morte, o vicolo della Morte comincia nelle Clavature in faccia alla Chiesa della B. V. della Vita, e termina nella via del Pavaglione.
La sua lunghezza e di pertiche 21. 08. 0, la sua superficie di pertiche 23. 92 11.
La porzione di questo vicolo, che resta lungo il portico della Morte si disse nel 1408 via del Ballo, poi vicolo dei Strazzaroli come da un rogito dei 26 marzo 1614 ed anche Ghetto.
Vicolo della Morte a destra entrandovi per le Chiavature.
Vicolo della Morte a sinistra entrandovi per le Chiavature.
N.1127. Casa che fu dei Cavalca poi dei Legnani passata la quale vi era il stradello detto dei Zavagli che esisteva in parte ancora nel 1669. Rilevasi da alcune vecchie piante, che il suo termine fosse in via dei Foscarari e che facesse parte del vicolo in cui eravi la Chiesa di S. Remigio. Vedi vie Foscarari, e Marchesana. In oggi la porzione che resta serve di cortile alla spezieria della Morte, della via Vicinale all' Ospitale.
Li 23 gennaio 1669 li Certosini e l'Ospitale della morte ottennero di chiudere il vicolo dietro alle case, e botteghe esistenti in capo al portico di detto Ospitale per il qual vicolo si entrava nella casa grande già Salimbeni ed anche in altra casa dell'Ospitale.
N.1126. Spezieria della Morte.
N.1125. Ingresso antico dell'Ospitale della Morte.
Il Sigonio de Episc. Bon. proseguendo il suo errore nel credere Alberto Acciaioli Vescovo di Bologna, quando era Giovanni Acciaioli non Vescovo ma deputato dal Vescovo di Bologna Bertrando de Texenderio a farvi le funzioni vescovili, dice, che nel biennio dopo il 1336 approvò l'unione di alcuni devoti detti di S. M. della Morte, i quali per spirito di Carità edificarono un Ospitale per ammalati presso la piazza, gettando la prima pietra il giorno di S. Margarita, cioè, li 20 luglio 1336.
Che l'approvazione della Compagnia sia del 1336 è probabile, ma non si crede che la sua prima instituzione fosse diretta ad aprire un Ospitale per infermi, ma bensì che il suo primo, e vero Instituto fosse di confortare li condannati a morte, ed eccone le ragioni. Nel libro dei memoriali sotto l'anno 1338 si trova registrato il testamento di Samolino Pavanesi il quale fa un legato alla Compagnia della Morte, servendosi di questa espressione: — Item Societati qui vadunt ad Iustitiam. — La medesima espressione si vede in altri atti susseguenti, sicchè pare che questo fosse il suo vero , e primo istituto. Così in un'atto del 1339 si legge: — Hospitali devotorum qui associant homines ad Iustitiam, — pare quindi che solo nel 1339 avessero formato l'Ospitale. Così in altro atto del 1340 si legge : — Bartholomeus de Argile Prior Societatis Battutorum de Morte, et misericordia, qui vadunt ad justitiam.
Nel 1350 li 26 novembre si trova che la Compagnia comprò per ampliare e aggrandire l' ospitale da Domenico detto Mengo, e da Giacomo del fu Venturino fornaro, una casa sotto S. Michele dei Lambertazzi, che confinava da due lati coll'Ospedale, e dagli altri con gli eredi di Giovanni Ospitatore di Desio Bualelli, con una casa dei frati degli Apostoli e colla via pubblica.
Fu data una nuova ampliazione all'Ospitale pochi anni dopo, essendochè per questo fine compra la Compagnia li 26 luglio 1364 da Graziano, e Francesco del fu Artinisio di Franceschino Artenisi una casa piana sotto S. Cristoforo dei Geremei, che confina coll'Ospitale da due lati, e la via pubblica dagli altri lati, pagata lire 100 rogito Francesco del fu Lorenzo Costa.
Nel 1377 1 marzo l' Ospitale comprò da Lucchino del fu Bartolino della Cura una casa piana sotto S. Vito dei Lambertazzi, presso l'Ospitale, e in via pubblica da tre lati, per lire 200. Rogito Stefano di Giacomo Ghisilardi.
Li 13 ottobre 1394. Gli Anziani decretarono a favore dell' Ospitale che si chiudesse con muro certa viazzola turpissima e disonesta tra l'Ospitale, e S. Michele dei Lambertazzi, e quella tener chiusa, e incorporata a detto Ospitale. Rogito Giacomo Toschi, Giacomo da Castel de Britti e Pietro Urselli.
Antonia di Giovanni Bambaglioli moglie di Matteo Gessi vendette li 11 gennaio 1430 una casa per lire 120 all'Ospitale posta sotto S. Cristoforo del Ballatoio in confine dell' Ospedale, degli eredi di Enrico Felicini, e della via pubblica, la qual casa fu demolita a comodo dell'Ospitale, rogito Frigerino S. Venanzi. Confinava colla detta casa della Gessi quella degli eredi Felicini, la quale anche essa sarà stata comprata per ampliare l'Ospitale, ma di questo acquisto non se ne trova memoria.
Nel 1433 li 4 aprile, per ampliare l'Ospitale fu demolita la Chiesa di san Remigio di proprietà della Chiesa di S. Appolinare di Seravalle,. che era stata venduta ai Battuti per lire 200, rogito d'assoluzione del prezzo fatto dai notaio Frigerino di Savenanzi.
Il Giovedì 19 agosto 1434 a ore 20 fu ultimato conduzione dell'acqua della fonte Remonda all' Ospitale della Morte, che fu usata da molti per la sua bontà, a modo che i Dazieri del vino se ne ingelosirono, e vi si opposero perchè ne soffrivano, e tanto si adoperarono che fu rovinato il condotto. Vedi Ghirardacci.
Nel 1435 era già fatto il portico dalla parte di S. Cristoforo del Ballatoio. Susseguentemente li 4 aprile 1433, il Priore di S. Apolinare di Seravalle assolse l'Ospitale della Morte di lire 200 per saldo della Chiesa di S. Remigio già demolita dall' Ospitale , ed incorporata nella nuova fabbrica di detto Ospitale, rogito Frigerino Savenanzi.
1544. Dimissione fatta da Ippolita figlia, ed erede del fu Cesare dalla Nave con il consenso di Francesco del fu Giovanni Aspettati suo marito a favore dell'Ospitale di una casa sotto S. M. dei Carrari, che confinava i beni della morte essendo successori del dottor Filippo da Milano, gli eredi di Francesco Salimbeni successori degli eredi di Giovanni Arrigoni, altri beni dell' Ospitale, la via pubblica, per lire 600. Rogito Melchiore Beroaldi. La detta casa servi per la nuova fabbrica dell' Ospitale.
1550 3 Giugno. Cessione alla Morte di Alessandro del fu Pietro Bianchi di testare le ragioni ad esso spettanti sopra una casa, che li 30 marzo passato Bianchi aveva acquistata da Ippolita del fu Cesare dalla Nave, vedova di Francesco Aspettati, è posta sotto S.M. dei Carrari, confina gli eredi di Nascentore Nascentori, l'Ospitale, certa viazzola verso detto Ospitale , e Scipioni Vasselli mediante l'Androna, per lire 650. Rogito Giovanni Beroaldi.
1566 30 Marzo (vedi sotto 1565)s. Convenzione fra la Compagnia della Morte, e Antonio di Bernardino Trebigli per la fabbrica da farsi sopra le volte del portico della Chiesa della Morte, dove eran già le scuole di medicina. Rogito Francesco Barbadori. Li 22 dicembre la fabbrica del portico della Morte era finita.
Nel 1436 fu deciso dai devoti di fare l' Oratorio il quale dopo esser stato ampliato fu riaperto li 15 agosto 1585. Questo vecchio Oratorio fu destinato ad infermeria per le donne, e gliene fu sostituito un nuovo che si apri nel 1719.
Lo Spedale della Compagnia della Morte e dell' Ospitale della Morte fu concentrato in quello della Vita dietro Reno, dove furono trasportati gli ammalati, restando qui un ambiente con alcuni letti, e cocchietti per accorrere ai bisogni di feriti, e pericolati.
N.1124. Chiesa dedicata alla B. V. detta della Compagnia della Morte. Li 21 o 22 gennaio 1427 questa Chiesa fu benedetta e dopo fu posta la prima pietra fondamentale del portico dal pillastro d'angolo verso la piazza mentre nevicava essendo rettore della Compagnia Bernardino Muletti notaro, priore Ciro Affrapadore, e massaro Giovanni di Nicolò Carlini speziale.
Li 10 settembre 1524, l'Ornato accordò all'Ospitale suolo pubblico per fare un portico, che dalle case dei PP. di S. Michele in Bosco condotte da Nascentore Nascentori, e cioè per pertiche 12, arrivasse ad attacarsi a quello che restava avanti la porta principale della Chiesa della Morte. Questa concessione fa rebbe credere che il portico fatto nel 1427, cominciasse dall' angolo della via del Pavaglione, e terminasse d'avanti la porta della Chiesa.
Nel 1565 li 30 marzo (vedi sopra analogia con 1566), passarono convenzioni con Antonio del fu Bernardino Trebigli architetto per la fabbrica nuova da farsi sopra le volte del portico della Chiesa dell'Ospitale dov'erano già le scuole di medicina. Rogito di Francesco Barbadori.
Nel 1569 Pio V ordinò regolamenti per le lettere di cambio , e fissò il portico davanti all'Ospitale della Morte per loggia del cambio , ordinando che detto portico dovesse dirsi Loggia del Cambio. Nel 1735 la Chiesa fu rimodernata.
Nell' 1600 circa sotto il portico vecchio della morte vi si tenne per poco tempo il Pavaglioncino ossia lo smercio dei Bozzoli coltivati in Città.
Li 30 agosto 1433. Marco Condulmerio Vescovo Avignonese, e Governatore di Bologna destinò il Rettore, Priore, Massaro e Uomini della Compagnia della Morte, al governo dell'Immagine della B. V. di S. Luca e in conferma della concessione fattali dagli Anziani e Collegi di poter portare la detta S. Immagine alla Città di Bologna processionalmente, e collocarla nella Chiesa dell'Ospitale per qualunque bisogno della Città, concedendo alla Compagnia di far fare un armadio, entro il quale debba conservarsi detta immagine dalla Chiesa del Monte della Guardia e munirlo di tre chiavi, una da stare presso il Gonfaloniere o Priore degli Anziani pro tempore, l'altra presso la Priora di S. Mattia e la terza presso il Rettore della Morte. Ordinava ancora che ogni anno in perpetuo nella prima domenica di luglio detta immagine per gli uomini di detta Compagnia fosse portata a Bologna, ed incontrata alla porta dagli Anziani e Reggimento, da tutte le compagnie, clero e popolo di Bologna assieme a tutte le reliquie dei Santi della Città ecc. poi fare processioni portandola in qualche Chiesa destinata a ciò, ivi cantandovi la messa solenne, e poscia per detti uomini riportata al suo luogo solito accompagnata come sopra dal clero e popolo sino alla porta di Saragozza. Di qui ebbero principio le processioni che poi si fecero per le rogazioni minori, li quattro giorni precedenti alla solennità dell'Ascensione, funzione che per l' ultima volta fu regolata da questa Compagnia secondo l'antica consuetudine sotto il Priorato del conte Domenico Leverà. L' ultimo Priore della Compagnia della Morte fu il marchese Francesco di Guido Pepoli essendosi sciolta , e preso possesso dei beni della medesima, non che della Congregazione dell'Ospitale li 9 luglio 1798 dal Governo.
Le Rogazioni minori furon continuate trasportando la B. V. dal Monte della Guardia, alla Chiesa di S. Pietro, di dove si conduceva processionalmente il lunedì, martedì e mercoldì alle Chiese destinate per cantarvi messa solenne; uso che fu levato e d' allora in poi la S. immagine stette per tutti i giorni delle Rogazioni esposta alla venerazione dei fedeli sull' altar maggiore della Cattedrale, di dove è tolta soltanto il mercoldì dopo pranzo per dare la benedizione sulle scale di S. Petronio.
La Chiesa fu chiusa li 31 gennaio 1799 e affittata ad uso di magazzeno di mobili, e di libraria. L' Ospitale fu soppresso , e decretata la sua unione a quello della Vita dietro Reno li 2 giugno 1800, e li 8 susseguente si cominciò il trasporto degli ammalati, e feriti al nuovo Ospitale. L'Oratorio della Compagnia, e parte delle infermerie furono occupate da una fabbrica di seterie, e da falegnami.
La conforteria, o assistenza ai condannati cessò col cessare della Compagnia. L' ulimo assistito secondo l'antico ordine fu Domenico Benedetti da Palazolo stato Fiorentino decapitato li 10 settembre 1796 sotto il Priorato del conte Pietro Aldrovandi.
Clemente VIII con bolla delli 11 aprile 1592 soppresse la Prefettura Generale della custodia dei Guardiani delle Carceri, e ordinò che in ogni Città dello stato Ecclesiastico, l' uffizio del Custode delle prigioni fosse applicato a quella Compagnia Spirituale, che fosse stata solita di esercitare uffizi di carità verso i poveri detenuti. Alfonso Paleotti coadiutore della Chiesa Vescovile di Bologna dichiarò per la più degna secondo la mente Pontificia la Compagnia della morte rivestendola della Prefettura dell'ufficio di custodia, e del diritto di deputare i Guardiani delle Carceri.
Resta a dirsi che questa Compagnia ebbe li 11 aprile 1592 la Prefettura ed ufficio della custodia e deputazione dei guardiani delle carceri. Il primo custode detto poi Capitano delle Carceri nominato dalla Confraternita della Morte fu Meo Nanni eletto li 9 giugno 1592, l' ultimo fu Giovanni Battista Presciuti confinato li 18 luglio 1796.
N.1123. Porta con scala immediata, che ascende alli trapiani, e sopra le volte del portico della Morte, dalla parte del fianco di S. Petronio.
Li 15 settembre 1520 l'Ospitale della Morte locò al Collegio degli Artisti sette stanze, ossia scuole per anni tre, e per annue L. 100 rogito Giovanni Pini.
Li 24 settembre 1623 fu fatta locazione di alcune case, botteghe, e stanze ai Presidenti del sacro Monte di Pietà per erigervi il così detto Monte Nuovo, o della scala, dietro l'annuo affitto di L. 1050, rogito Vittorio Barbadori. Nel 1681 continuava ad esservi il detto Monte, che occupava il fabbricato sopra il portico inclusivo quello dalla parte della Compagnia degli Orbi nella via Foscarari.
Aggiunte.
1305 31 Gennaio. Locazione di Romeo Pepoli a Giacomo Romei di due parti di casa sotto S. Remigio per lire 24. Rogito Graziolo di Bolognetto.
1337 21 Luglio. Compra Gerra Pepoli dai figli Mino Baratieri o Balatieri una casa sotto S. Remigio, per lire 360. Rogito Pietro Isnardi.
1352 25 Settembre. Compra Matteo del fu Gerra Pepoli, e Obice del fu Giovanni del fu Gerra Pepoli da Nicolò, e da Giovanni da Reggio, le case sotto la parrocchia di S. Remigio, per lire 600. Rogito Bonsignore del fu Giovanni da Cento.