N.293,294 - Case Zoppi

Case dei Zoppi abitate da Melchiorre di Girolamo Zoppi uno dei fondatori della celebre Accademia dei Gelati.

Li 6 maggio 1545 Antenore, Giacomo, e Girolamo fratelli Zoppi comprarono da Giovanni Battista, e Agostino padre, e figli Lanzi una casa con stalla sotto la Masone per L. 4000 rogito Antonio Calcina, e Floriano Moratti. Questo acquisto riguarda la parte di dette case, che resta verso la Porta di Strada Maggiore.

Li 27 febbraio 1603 rogito Antonio Malisardi il dott. Melchiorre Zoppi comprò da Alberto Locatelli del fu Alessandro Bolognetti come erede di Agostino Locatelli la metà di una casa sotto la Masone per L. 2,000. Rogito Antonio Malisardi.

I Zoppi di Bologna finirono nel dottor Cesare canonico di San Petronio morto li 2 ottobre 1680. I Zoppi di Bergamo furono eredi a Giovanni di Giorgio che venne ad abitare questa casa, che poi morì d'archibugiata la sera del 17 dicembre 1714 sotto il portico dei Grati, e si disse d'ordine del fratello.

Un ramo Zoppi fu quello del dott. Nicolò d' Ottaviano Turchi adottato dal dott. Melchiorre Zoppi, è questo pure cessò li 2 febbraio 1699 in Giovanni del suddetto Nicolò ultimo della famiglia Turchi-Zoppi.

Nelle case dei Zoppi vi era una sala apposita per le radunanze dei Gelati che vi avevano libreria, e archivio in varie stanze per erogazione all'Accademia fatta dal dott. Melchiorre Zoppi nel suo testamento del 12 dicembre 1633 rogito Giovanni Agostino Albani.

La Biblioteca dell' Accademia passò al dott. Luigi Palcani detto Caccianemici, dopo la di cui morte Francesco Masini, e Vincenzo Marchi di lui esecutori testamentari la consegnarono d'ordine della deputazione dell' Instituto al dott. Filippo Schiassi li 23 marzo 1802, e questi la passò all'avvocato Angelo Bersani morto il quale fu trasportata nella residenza della Municipalità di Bologna, e segnatamente nel suo archivio, nel 1827.

Vi abitarono le suore Scalze prima di passare in Strada Stefano nella già casa del Catecumeno.

Nel 1785 fu comprata per L. 15,000 dalla contessa Olimpia del fu conte Prospero Bianchini moglie del conte Pietro Aldrovandi morta li 12 aprile 1807. Attualmente è goduta dal marchese Borelli, e dai fratelli Montanari d'Imola nipoti ex sorore della detta Bianchini, la quale ampliò il giardino con orti di vicine case della Fondazza.

Famiglia Bianchini