Palazzo dei Conti Pepoli

Cartigli

Palazzo Pepoli Vecchio

Questo complesso di edifici appartenne a una delle maggiori famiglie cittadine. La facciata al n. 4 è un esempio di architettura gotica della fine del Trecento. Il n. 6 venne costruito per volontà di Taddeo Pepoli a partire dal 1344 (sulla porta è la scacchiera araldica dei Pepoli). Al pianterreno del n. 8 si trova una loggia duecentesca, ripristinata nel 1923. Al n. 10 si conserva uno scalone con decorazioni e sculture settecentesche di Antonio Schiassi; sale con tempere di stessa epoca.

Indirizzo:

via Castiglione, 6

Guidicini

Palazzo dei conti Pepoli.

Secondo un rogito di Nicola del fu Milamento delli 12 aprile 1288 eran quivi quattro stabili dei figli di Paganino Cazziti consistenti nella casa grande in Strada Castiglione sotto Sant' Agata, in confine di altra casa di questa ragione detta il Campo, e delle vie pubbliche da due lati, della casa detta Merlata, in confine di Romeo Pepoli da due lati, dell' androna che trascorre fra la detta casa grande e quella di Romeo; in una casa col forno pure sotto Sant'Agata, in confine degli eredi Pepoli, di Poltrone Rodaldi e della strada. Per la enunciata ,casa detta Campo, vedi Vivaro dei Pepoli.

1453, 13 luglio. Girolamo e Francesco del fu Andrea Bolognini comprarono da Bartolomeo di Beno Mazza una casa in Strada Castiglione sotto Sant' Agata, per lire 1550. Rogito Francesco Muletto.

1483, 24 dicembre. Giovanni del fu Francesco Bolognini fa permuta con Galeazzo del fu Bartolomeo Bolognini. Il primo assegna al secondo una casa sotto Sant'Agata ed una casetta nel Vivaro S. Stefano, e riceve una casa con botteghe sulla piazza di S. Stefano e L. 263 d'argento in pareggio. Rogito Bartolomeo Panzacchia.

Questa casa sotto Sant'Agata aveva portici di tre archi sulla via del Vivaro, ed apparteneva li 22 marzo 1557 agli Orsi, come da rogito di Cesare Gerardi e Mario Alberi. Angelo Maria, naturale di Luigi Maria Alessandro Orsi, la possedeva e l'abitava, e vi testò li 6 marzo 1633, rogito Carlo Ciamenghi. Fu egli marito di Anna Maria di Carlo Beliossi alias Gio. Remondini, la quale fu erede e passò in seconde nozze con Pietro Castellani, e mori li 6 aprile 1659. Angelo Orsi lasciò una sola figlia, Alessandra contro la quale fu promosso giudizio sull'eredità paterna che terminò con una transazione colla quale questi stabili passarono a Francesco Orsi che li possedeva nel 1663. I suoi successori li vendettero a Gerra Tarlato conte Pepoli, il quale fabbricò questo palazzo uniforme a quello dei Pepoli nel 1702, trovandosi che li 29 agosto di detto anno ottenne suolo nel vicolo dei Pepoli di piedi 3 in larghezza, e piedi 47 e oncie 2 in lunghezza, per fare un muro ed eguagliarlo alla sua casa. Nel 1703 fu atterrato il sumentovato portico.