N.1655(8)

Casa antica Salaroli, rifabbricata da Alberto nel 1442, nella quale occasione ribassò la sua torre che era alta piedi 140.

Questa casa fu riputata bellissima a quei giorni.

Belviso Salaroli, vivente nel 1100, si considera autore di questa famiglia molto diramata negli antichi tempi e che ha dato uomini insigni alla patria.

Martino Bambarone e Raniero di Salarolo di Belviso sono gli stipidi dei tre rami principali della famiglia.

Quello di Martino terminò nel 1664, dopo quattordici generazioni, quello di Raniero finì colla dieciottesima generazione nel marchese Paolo Vincenzo di Girolamo nel 1800. Di questa discendenza fu D. Carlo di Girolamo. che molto si dilettò di storia patria e che sotto il nome di Ciro Lasarola stampò il libretto delle strade di Bologna, del quale e di altri suoi scritti si hanno notizie nell'opera assai nota del Fantuzzi.

Quello finalmente di Bambarone continua ancora e conta ventuna generazioni, diede molti Anziani, non pochi comandanti della milizia bolognese e vari Gonfalonieri di Giustizia e fra questi il riformatore Giovanni Filippo di Tommaso, morto li 26 novembre 1488, caro ai sommi Pontefici, al re d'Aragona ed ai Bentivogli, dominatori di Bologna.

La loro arma è una sbarra traversale bianca o anche turchina con tre saliere Tonde, con coperchio in argento, in campo d' oro. AI tempo di Giulio II usavano l'arma inquartata che da esso gli fu donata nel 1481 e questa aveva nel mezzo la sega dei Bentivogli di sette denti rossi, di sotto e di sopra, due quarti con aquila nera a due teste coronate. ed altre due coll'antica arma Salaroli, e cioè: le saliere, più li tre gigli in campo azzurro.

Li Salaroli seguirono il partito Lambertazzi e soffrirono molto al tempo di Giovanni da Oleggio, governatore tiranno di Bologna al tempo in cui ebbe dominazione della città Visconti, arcivescovo di Milano.

La decadenza del ramo Bombarone cominciò dal pronipote del senatore Giovanni Filippo per la suddivisione dei beni e per usate prepotenze.

Catterina di Tommaso di detto Filippo si maritò in un Macchiavelli nel 1521; da questa venne Cassandra moglie di un Barbirolo, da cui nacque Achille Barbiroli, che, come li suoi discendenti, si disse dei Salaroli per eredità di un ramo della suddetta discendenza.

Questo stabile seguì le vicende del 1690 (nota del Breventani: si cerca invano questo numero) avvenute nella via Albiroli.