N.1226 - Chiesa di S. Prospero

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa di S. Prospero, della quale si ha certa notizia del 1080, nel qual anno Pietro di Giovanni Romano ed altri dello stesso casato vendettero a Giovanni prete e a' suoi confratelli "Solo uno terrae vacuo foris civitatem Bonon. infra civitate rupta antiqua in loco qui Pojale prope Ecclesiae S. Prosperi. Hactum foris civitatem Bononiam infra civitate rupta antiqua. Indictione septima". Rogito Giovanni di Pietro delli 9 maggio 1080.

La detta congregazione era composta di sacerdoti, come si rileva da un breve di Innocenzo III, dato in Roma li 10 dicembre 1208, diretto al Preposto di S. Prospero di Bologna, il quale s' intitolava Presbiter Ubaldus Prepositus Collegii S. Prosperi, come da rogito di Pietro d' Arpino.

Nel 1297 era rettore di questa chiesa Giulio della Bora, il quale fece un legato al consorzio dei preti di S. Prospero, coll' obbligo di un anniversario perpetuo in detta chiesa.

Continuò ad essere chiesa parrocchiale fino alli 5 gennaio 1613, nel qual anno il suo circondario fu unito alla cura d' anime di S. Sebastiano.

Li 10 gennaio 1620 D. Bernardino Bensignetti, rettore di S. Prospero, concesse ai chierici regolari minori la chiesa, paramenti e ornamenti di S. Prospero, e vita sua natural durante affittò loro tutte le case e gli edifizi che gli spettavano, per annue lire 600, descrivendosi la casa canonicale come confinante a occidente e mezzodì con vie pubbliche, e colle case dei Bontempi e dei Giroldi. Rogito di Sforza Alessandro Alberti.

I Minori Regolari suddetti vi stettero fino alli 10 aprile 1641, altri dicono fino alli 3 marzo, continuando però ad ufficiarla fino al 1665, nel qual anno fu concessa alla congregazione di S. Michele Arcangelo, che vi si stabilì definitivamente li 13 gennaio 1732 obbligandosi di pagare ai suddetti Padri oncie 24 annue di cera, come da rogito di Gio. Battista Fabbri, il qual canone fu francato in L. 1233, 3, 10. Rogito idem delli 31 ottobre 1748.

La casa canonicale contigua alla chiesa avendo molto sofferto per l'incendio di un vicino stallatico, fu venduta dal rettore D. Ascanio degli Alessandri al confinante conte Giuseppe Antonio Zambeccari per L. 4000. Rogito Carlo Monari delli 2 gennaio 1655.

Nel 1756 fu alzata di sei piedi la chiesa, e messa in volto, lavoro che fu finito in sabato l' anno 1757, con spesa di L. 8000 fatta da Antonio Gavaruzzi. L' apertura seguì la domenica 21 agosto 1757.

La congregazione fu soppressa li 31 luglio 1798, e la chiesa fu venduta ai confinanti Antonio e Gaetano, fratelli Magnani, li 28 novembre dell'anno stesso. Rogito Luigi Aldini.

Li 18 agosto 1808 fu chiusa, poi riaperta nel 1815.

Subito passata la predetta chiesa vi è un vicolo chiuso, che fu detto Borghettino di S. Prospero, e che termina nei vicoli Stallatici.

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Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

S. Prospero.

Chiesa già parrocchiale dalla Volta dei Barbari.

Questa chiesa è antica.

Il 5 gennaio 1613 le fu tolta la parrocchia, ed assegnata a S. Sebastiano.

Nel 1619 fu data ai Chierici Minori Regolari del beato Agostino Adorni, poi detti dello Spirito Santo, che vi stettero fino al 10 aprile 1641. I suddetti Chierici Regolari nel 1641 ebbero la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo di Porta Stiera.

L' 8 maggio 1647 passarono nella via dei Gombruti nella chiesa dello Spirito Santo, la qual chiesa fu rinnovata nel 1665.

La chiesa di S. Prospero fu ridotta come si vede con disegno di Antonio Torregiani e dal capo mastro Francesco Fasani. La fabbrica fu incominciata il 23 agosto 1756 e terminata il 4 giugno 1757 colla spesa di L. 8000. Fu poi aperta il 21 agosto dell'anno 1757.

La congregazione ivi eretta pagava libbre 24 di cera per canone ai frati dello Spirito Santo, che fu francato il 30 ottobre 1748 in prezzo di L. 1233, 3, 10.

Il 31 luglio 1798 fu intimata la soppressione alla congregazione, e il 10 marzo 1808 fu decretato che restasse aperta la chiesa.