Via Urbana, dal V volume delle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via Urbana comincia in Strada S. Mamolo, e si fa terminare all'angolo che forma la via di Saragozza con la via Belfiore di Saragozza. Per via Urbana devesi però intendere il solo tratto da S. Mamolo a Val d' Aposa, che fu aperto durante la Legazione del Cardinal Bernardino Spada, il quale in ossequio del pontefice allora regnante, che era Urbano VIII, gli impose questo nome. Li 10 marzo 1629 si pubblicarono i capitoli per chi voleva concorrere all'appalto per i lavori occorrenti all'apertura, e li 13 marzo susseguente si cominciò la demolizione.

Per dare questa comunicazione alla strada di Saragozza si atterrò in quella di S.Mamolo parte di una casa composta di due stabili dei Morandi, l' uno che era in parte ruinoso quando Pandolfo del fu Baldassarre Campeggi lo vendette per L. 9000 al cav. Alessandro del fu Marcantonio Morandi, come risulta da un rogito di Giulio Fasanini, nel quale si dice che era posta in Strada S. Mamolo sotto la parrocchia di S. Giacomo dei Carbonesi, e in confine dei Frassetti.

1528, 27 settembre. Girolamo del fu Stefano Fulchini vendette a Vincenzo del fu Antonio Morandi e a Diana del fu Francesco Bargellini, di lui moglie, una casa sotto S. Giacomo dei Carbonesi presso Alessandro Bentivogli successore di Nicolò Sanuti, e presso gli eredi del detto Nicolò dagli altri lati, per L. 800.

L'altro stabile era stato venduto li 10 aprile 1529 da Gio. Battista Tombani, per L. 1100, a Vincenzo di Antonio Morandi. Rogito Nicolò Pellegrini. Nel cortile di queste due case unite vi si vedevano le armi dei Morandi. Nel 1289 si pubblicavano i Bandi dirimpetto la via Larga di S. Domenico, e in faccia alle case di Bulgarino Carbonesi, che dovevano essere le suddette dei Morandi.

Nel 1546 queste case in confine di Antonio Maria Campeggi, degli eredi di Benedetto Frassetti, dei Comenzi e di altri, appartenendo ai figli del fu Domenico Garganelli, furon valutate L. 6000, compresa una stalla posta nella medesima contrada, ma presso i Mattesilani e in confine di due strade. Si atterrò pure parte della casa dei Frassetti, che restava verso la porta di S. Mamolo, la quale fu ceduta al dott. Benedetto Frassetti da Correggio da Ambrogio Cacciaguerra li 22 aprile 1532. Rogito Guido Nanni.

Il primo aprile 1542 l'Ornato permise ai Frassetti di chiudere il portico della casa da loro abitata in Strada S. Mamolo, in confine del senatore Antonio Maria Campeggi, al quale gli fu accordata la stessa licenza e quella ancora di chiudere il suo orto. La casa con orto del Frassetti posta sotto S. Mamolo era enfiteutica di Francesco Desideri, cui si pagavano annui scudi 2 d'oro in oro del Sole.

Secondo un rogito di Vincenzo Mamellini delli 9 gennaio 1599 la casa enfiteutica confinava cogli stessi Frassetti e coi Garganelli.

La demolizione dei suddetti stabili si cominciò li 13 marzo 1629, e li Ii 14 maggio susseguente era già atterrato quello del dott. Alfonso Frassetti. Dalla parte di Val d' Aposa si atterrò la casa del Vida, la cui volta dell'andito o loggia servì per un tratto di portico lungo la nuova strada.

L' altro tratto di questa strada da Val d' Aposa fino a Belfiore si cominciò ad aprire li 17 maggio 1582.

Da Belfiore fino a Saragozza, e cioè fino alla via detta ora Belvedere, li 15 luglio 1551 si diceva contrada del Corpo di Cristo dal convento dì queste monache che nei suoi primordi era limitato all'incirca dall'angolo di Bocca di Lupo fino in faccia a Belfiore.

Via Urbana a destra entrandovi per S. Mamolo.

N. 260/2(1). Avanzo di una casa appartenente ai Morandi atterrata per l'apertura della via Urbana.

N. 259(3). Stabile che appartenne al generale Marsili, poi al canonico Termanini.

Sembra però che prima fosse di proprietà dei Campeggi.

N. 258(5). Sembra che questa casa, sotto la data delli 15 novembre 1591, fosse assegnata da Angelo e Marcantonio Nobili a Marcantonio Angelelli, in prezzo di L. 12000. Si dà per casa grande posta in Val d' Aposa sotto S. Mamolo, in confine d'un vicolo, dei Campeggi, di Ottavio Corradi e dei Baldi.

Questa assegnazione fu fatta col patto della ricupera. Rogito Pietro Sacchi.

Li 28 febbraio 1608 Giovanni, Filippo e Achille, fratelli Angelelli, vendettero a Gio. Battista Vida una casa con stalla, compreso un vicolo morto annesso alla medesima, la quale era posta in Val d'Avesa e confinava coi Nobili, coi Corradi, con Gio. Battista Frassetti, e coi Campeggi. Rogito Ercole Cattadini, nel quale è detto che fu pagata L. 10000. Fu in seguilo acquistata da Giuseppe Cesari che la possedeva nel 1715, poi dal sartore Petronio Capelli che la vendette al canonico di S. Petronio Gio. Battista dall'Oca, del quale fu erede il canonico della stessa basilica Termanini.

Si passa la via Val d' Aposa.

NN. 257(7), 256(9,11). Volendosi attenere ad un rogito di Bernardino di Gio. Francesco Muzzetti delli 15 luglio 1551 eranvi in questa contrada, detta a quei giorni via del Corpo di Cristo, le case dei Baruffaldini, che non potevano occupare che il suolo di questi numeri.

I Padri Barnabiti comprarono li 19 luglio 1629 dalla congregazione della via nuova detta Urbana, un portico e cantine nella predetta via, per L. 3827, obbligandosi in conto di detto prezzo di pagare a Bonifacio Socchi, muratore e creditore di detta congregazione, L. 2600. Rogito Silvestro Zucchini. Il Socchi fu quello che ebbe l' appalto dell' apertura della via Urbana.

I Padri Barnabiti, che erano possessori di una casa grande e di altra piccola annessa a questa, poste ambedue nella contrada di via Urbana, le concessero in enfiteusi li 15 luglio 1692, per annue L. 200, al notaro Carlo Vanotti, come risulta da rogito di Antonio Roffeni.

Si passa Belfiore di Saragozza.

Fianco del Collegio di Spagna, lungo il quale volevasi continuare il portico uniforme a quello della via Urbana, ma dovendosi per questo progetto perder suolo e deformare il muro merlato, non si vollero prestare gli amministratori del detto Collegio.

Via Urbana a sinistra fino alla via Bocca di Lupo.

Si passa la via Val d' Aposa.

Parte laterale del monastero del Corpo di Cristo, sull' angolo del quale vi erano le case della Società di messer Gesù Cristo, poi la chiesa dell' antichissima compagnia di Sant' Eustachio delle Muratelle, finalmente nell'altro Angolo che faceva con Bocca di Lupo vi era la chiesa parrocchiale ed il convento dei Fiesolani di S. Cristoforo di Saragozza (Vedi Tagliapietre N. 273).