Via dei Gombruti, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via dei Gombruti comincia dalla strada di S. Felice e termina in quella di Barbaria.

La sua superficie è di pertiche 101, 81, 6.

Il tratto di questa strada da quella di S. Felice all' altra di Porta Nova si disse via dei Bonfigli, via dei Desideri, perchè vi abitarono queste famiglie. L' altro tratto da Porta Nova a Barbaria si è sempre detto via dei Gombruti per la stessa ragione.

Qualcuno ha fatto credere che anticamente questa strada sia stata detta Gurgo, ma su questa opinione si osservi la descrizione del vicolo Felicini, e forse si convincerà il lettore che quello fu il Gorgadello degli antichi, e non la via dei Gombruti.

Via dei Gombruti a destra entrandovi per Strada S. Felice.

N. 1211. Casa antica che fu dei Ghisilieri, devoluta, per crediti contro il Ghisilieri, agli Assunti di Camera e all'uffizio di Tesoreria, i quali li 8 giugno 1546, rogito Galeazzo Bondi, la vendettero a Giovanni del fu Alessandro Boccadiferro, per lire 5000. Si dice essere posta sotto la parrocchia di S. Gervasio, nella via dei Gombruti, in confine di Virgilio Ghisilieri e dei Pellegrini, ed era affittata a Vincenzo Cambi. Di più due casette dalla parte della seliciata di S. Francesco, in confine dei Pellegrini e dei Ghisilieri.

1551, 9 aprile. Giovanni Boccadiferro vende a Costanzo Malvasia una casa grande nella via dei Gombruti, per L. 5250, che confina coi Pellegrini, coi Ghisilieri, e con un cortile del Malvasia di dietro. Più due casette presso la Seliciata, in confine del detto cortile, del Pellegrini e del Ghisilieri. Rogito Galeazzo Bovi.

N. 1210. Case dei Pellegrini fabbricate sul suolo che fu già Ghisilieri. In un capitello del portico vi è la data 1636.

1525, 7 agosto. Bonaparte di Virgilio Ghisilieri vende a Gio. Battista di Giacomo Pellegrini una casa con due cortili, sotto S. Marino, nella via dei Bonfigli, la quale ha piedi 36 1/2 di fronte e piedi 73 di profondità, in confine del vicolo che passa nella Seliciata, per L. 2000. Rogito Matteo Gessi.

1525, 7 settembre. Francesco del fu Virgilio Ghisilieri vende a Sebastiano del fu Giacomo Pellegrini una casa e casetta annessa sotto S. Gervasio nei Gombruti, con le ragioni del terreno esistente fuori dei muri di detta casa grande verso la Seliciata di S. Francesco, per L. 3400. Rogito Matteo Gessi. La casa grande era abitata da Girolamo della Candia perugino, e confinava di dietro colla Seliciata di S. Francesco, colla via pubblica davanti, colla seguente casetta e con Lodovico Plody di sopra, e con la casa abitata da Lodovico Caccianemici presso il palazzo Ghisilieri di sotto.

La casetta era stata venduta ai Ghisilieri da Lodovico da Piumazzo, e da Bonaparte a Giovanni Battista Pellegrini per lire 673. Si descrive per essere distinta in due, trovarsi nel cantone di certo stradello o viazzolo presso la Seliciata (dunque nella parte posteriore della casa grande) affittata ai da Formigine Carpentari, e confinare con detto stradello a mezzodì, colla Seliciata a sera, e coi compratori dagli altri lati. Rogito Matteo Gessi.

1525, 7 ottobre. Bonaparte Ghisilieri vende a Gio. Battista Pellegrini due case in via Gombruti verso la Seliciata di S. Francesco, per L. 550. Rogito Matteo Gessi.

1526, 31 gennaio. Il suddetto Gio. Battista Pellegrini compra da Bonaparte e da Francesco Ghisilieri una casa ad uso di stalla in un vicolo presso la Seliciata di San Francesco, per L. 150. Rogito Matteo Gessi.

1525, 9 novembre. Francesco Ghisilieri vende a Gio. Battista del fu Carlantonio Sigurani una casa nella via dei Gombruti, sotto S. Marino, in confine dei Pellegrini da due lati, e di una stalla del venditore, per L. 850. Rogito Matteo Gessi.

1565, 2 maggio. Romeo del fu Lodovico Foscarari vende e retrovende a Cino del fu Gasparo Fasanini, della parrocchia di S. Marino, una parte di casa sotto San Marino, in via Gombruti, lunga piedi 54 e larga piedi 26. Confina Federico Pellegrini di sopra, Sebastiano Pellegrini di sotto, e il resto della casa nuova di detto Cino verso la Seliciata di S. Francesco. Rogito Galeazzo Bovi.

1571, 1 dicembre. Compra Vittoria Zambeccari da Cino Fasanini una casa grande con due entrate, una delle quali nella Seliciata di S. Francesco, e l' altra nella via Gombruti, per scudi 900 d' oro. Rogito Lodovico Ostesani.

1527, 21 maggio. Compra il predetto Gio. Battista Pellegrini, da Alessandro del fu Emanuele Emanueli, una casa nella via dei Gombruti, per L. 900. Rogito Virgilio Gambalunga. Questa casa era stata prima venduta da Bonaparte Ghisilieri, per lo stesso prezzo, li 6 settembre 1525. Rogito del detto Gambalunga. Confina con Lodovico de Plody, coi Pellegrini, colla Seliciata, e colla via pubblica.

1536, 26 febbraio. Concessione al dottor Pompeo Pellegrini di poter prender suolo nella via dei Gombruti onde fabbricarvi la sua casa.

Nel settembre del 1809, a rogito dottor Felicori, fu comprata da Giacomo Longhi Milanese.

N. 1209. Casa che dovrebbe esser quella dei Plody nel 1525, e che pare abbia appartenuto anche ai Balla. Li 29 ottobre 1576 era di Ciro Fasanino, il quale in detto giorno ottenne dal Senato di fabbricare verso la Seliciata di S. Francesco a linea delle case dei Pellegrini. Nel decreto si dice: — Casa che a settentrione confina cogli eredi di Sebastiano Pellegrini, a oriente colla via dei Gombruti, a occidente la Seliciata di S. Francesco, e a mezzodì gli eredi pure dei Pellegrini.

Li 4 febbraio 1587 il Capitano Ciro Fasanino la vendette, col consenso di Francesca di Gaspare Fasanini, sua sorella, vedova del conte Ippolito di Alemanno Bianchetti, a Pompeo di Sebastiano Pellegrini, per L. 13000. Rogito Tommaso Passarotti. Fu poi comprata dai Beccadelli li 27 ottobre 1796 con vincolo di fidecommesso delli 19 agosto di detto anno di poterla vendere per L. 10000.

N. 1208. Stabile che del 1512 era dei Mattaselani, poi dei Fasanini, e da questi venduto nel 1607 a Pompeo Pellegrini, i di cui figli, canonico Costanzo e Achille, lo alienarono li 30 aprile 1635 a Gio. Giacomo del fu Giovanni Orsoni. Vien detta casa grande con stalla e due casette contigue, il tutto nella via dei Gombruti, in confine di detta strada, di altra casa del venditore (N. 1209), di uno stradello detto la via Imperiale, e di dietro colla Seliciata di S. Francesco. Fu compreso in questo contratto anche una casa nella parte posteriore sulla detta Seliciata.

Il detto Orsoni li 5 dicembre 1636 acquistò la casa del fu Gio. Battista Sicurani nella via dei Gombruti, in confine del detto vicolo Imperiale, vendutagli da Carlantonio Sicurani.

Li 27 maggio 1636 ottenne di poter protrarre il muro della sua casa presso la Seliciata di S. Francesco per piedi 45 e oncie 10 da un lato, e piedi 40 dall'altro, purchè lo facesse a retta linea dei muri vicini.

Morì l'Orsoni li 7 marzo 1656, lasciando l'unica sua figlia ed erede Lucia Laudamia maritata in Cesare Giuseppe di Iacopo Ottavio Beccadelli, morta nel 1705. Il detto Cesare abitava sulla piazzetta di Santo Stefano nell'angolo del Vivaro, e stabilì qui la sua dimora li 26 gennaio 1665 vivente ancora Nicolò Orsoni zio della detta Lucia.

I Beccadelli continuano ad abitarla anche oggigiorno.

I Mattesilani, o Mattasilani, famiglia già nobile nel XIV secolo, decadde, e finì in due sorelle, Maria Casimira Lucia, ed Emilia Maria Virginia del dottor Gio. Paolo, maritata la prima nell'avvocato Vincenzo del dottor Giuseppe Danzi, e la seconda in Ferdinando di Cesare Gini.

I Fasanini, detti ancora Fagiani, famiglia antica e nobile discendente da un Cino di Michele del 1290, finirono nel conte Carlo Emanuele, il di cui padre conte Romolo fu ucciso con un colpo di fucile sotto il portico delle scuole la notte del 16 al 17 agosto 1709.

I beni di questa famiglia passarono ai Papafava.

N. 1207. Vicolo chiuso da portoni per decreto delli 15 marzo 1667, che dalla via dei Gombruti passava alla Seliciata di S. Francesco, e che era detto via delle Masegne.

N. 1206. Casa dei Civetti comprata dai Beccadelli li 21 maggio 1746.

Si passa Porta Nova.

N. 1135. Casa che del 1634 era dei Boari, e del 1715 di Carlo Castelli e di Teresa Zanchini. Appartenne poi ai Cappi, indi a' suoi successori.

N. 1136. Stabile dei Grandini nel 1701, poi Cappi.

N. 1137. Portone che dicesi indichi un vicolo che passava a Rocca Merlata (Tintinaga) chiuso da moltissimi anni.

N. 1138. Casa che un rogito di Lorenzo Nuzzi delli 2 luglio 1468 (orig. 1648, ? Breventani) dice che fu già di Marcantonio Fantuzzi. Appartenne poi a Tommaso Cattaneo, il quale, a rogito Guido Piacentini, Tommaso Barbiroli, Antonio Accarisi, e Marcantonio Goliardi, la vendette per L. 10800 ai Gessi, e che toccò nella divisione, seguita li 7 marzo 1562, ad Antonio del fu Berlingero Gessi.

Nell'inventario legale, delli 8 aprile 1633, dell' eredità di Filippo del fu dottor Antonio Gessi, morto li 7 gennaio 1633, vien citata questa casa posta nella via dei Gombruti, sotto S. Marino, in confine di Cristoforo Manzolini da due lati, e di Rocca Merlata di dietro.

Nel novembre del 1634 Flaminia Gessi Volta la vendette, per L. 14000, a Iacopo di Gio. Battista Stella mediante scrittura privata, nella quale vien qualificata per casa grande con stalla, rimossa e loggia, più cortili e un giardinetto. Confina colla via dei Gombruti, con un vicolo (Rocca Merlata), cogli eredi di Cristoforo Manzolini, e coi Boari. Passò poi alla contessa Eleonora Maria Catterina di Amadeo Stella, moglie del conte Carlo Cattani di Parma, dalli cui eredi fu venduta al dottor causidico Luigi Alboresi notaro.

N. 1139. Casa che senza fondamento, si pretende essere stata quella dei Gombruti, o Gombrudi, che diedero il nome alla contrada, e che per la morte di Annibale fu saccheggiata e bruciata.

Questa antica e nobile famiglia pare terminasse in Isabella moglie di Ottavio di Vincenzo Cristiani, vivente nel 1613, e figlia probabilmente di Giovanni, morto li 22 luglio 1607.

Da un rogito di Pompeo Cignani, delli 18 gennaio 1647, questa casa era di Giacomo Mazzolini, o Manzolini, e si dice essere nella via dei Gombruti, sotto la parrocchia di S. Marino, in confine della via, dei Serra, di un vicolo, di Antonio Bolognetti, e del cav. Stella.

Nel 1705 era di Pirro Malvezzi, poi Bonelli.

Fra il numero 1138 e il 1139 vi era una casa della parrocchia di S. Marino, che secondo il campione degli stabili del 1715 aveva di fronte piedi 22, la quale dev'essere stata unita ad uno dei detti due numeri, e probabilmente al 1138.

N. 1140. Case dei Locatelli, dei quali si sono avute in Bologna cinque famiglie, e tutte diverse e di nessuna agnazione fra loro, perchè addottavano questo cognome per venire da Locatello villaggio presso Bergamo.

I Locatelli da S. Marino, che fabbricarono la casa, che appartenne poi ai conti Rossi, presso S. Silvestro, discendono da Martino di Vitale Pegorini, alias Locatelli.

I Locatelli in via Barbaria, che si dissero da S. Giovanni in Persiceto per aver abitato molto tempo in detto Castello, vennero da Guglielmo di Cristoforo di Giovanni Pietro di Deffendo.

I Locatelli di Strada Castiglione, che erano mercanti di ferro, vennero da Tommaso di Bartolomeo nel 1553, e terminarono in Paolo.

I Locatelli, dei quali Ercole del fu Domenico Maria vendette la sua casa ai Gesuiti per fare la nuova chiesa di Santa Lucia nel 1622.

Finalmente i Locatelli della via dei Gombruti discendenti da Fabrizio di Antonio di Vitale Pegorini, detto Locatelli, di condizione facchino, che poi cangiò in pollaiolo finché visse, marito di Pellegrina Pera. Costui ebbe tre figli, Gio. Antonio filosofo di gran fama fatto vescovo di Venosa li 15 dicembre 1567, morto nella sua sede li 8 settembre 1571; frate Eustachio domenicano, dottor di Teologia, fatto vescovo di Reggio li 20 aprile 1569, e Vincenzo dottor in leggi, e governatore di Narni nel 1558.

Il ramo di Fabrizio terminò ne' suoi figli, ma quello di suo fratello Martino continuò in Petronio, dal quale discese Pirro, e da Pirro Lucio ultimo di questi Locatelli terminati in Agostino, che lasciò erede Camilla di lui figlia, e moglie di Alessandro Bolognetti, per cui Alberto di detto Alessandro si disse Locatelli Bolognetti, come da inventario legale delli 20 agosto 1623, come pure Lucrezia di lui sorella maritata nel conte Ippolito Malvezzi, che esso pure ed i suoi discendenti assunsero il cognome Malvezzi Locatelli.

Le predette case appartenevano ultimamente agli credi di Matteo Brentazzoli.

N. 1141. Stabile composto di due case. Quella che trovavasi al finir del portico verso mezzogiorno aveva un antichissimo ornato alla porta, che aveva appartenuto ai dal Gesso della capella dei SS. Pietro e Marcellino. Guglielmo di Rolando, dottor famoso, e Alessandro dal Gesso la vendettero a Guglielmo di Campolo Bottrigari li 9 giugno 1266. Rogito Guglielmo di Bentivogli Canuti.

Costoro, di partito Lambertazzo, furon conti del castello di Gesso atterrato per rivoluzione. Si dubita ragionevolmente che i Gessi della famiglia senatoria derivassero dai dal Gesso suddetti, forse estinti col secolo XIV, o al cominciare del secolo XV.

Pare anche che questo stabile sia stato dei Bedori, poi degli Albergati. Nel secolo XVI era dei Merighi, Americi, o Aimerici, famiglia nobile oriunda da Vigorso, o Granarolo, finiti in Vincenzo di Prospero, morto ab intestato nel 1646, per cui furono eredi le due di lui sorelle suor Violante monaca in Sant'Agnese, e Lavinia moglie di Ulisse Angelo Bianchini, e per essa i di lei figli conte Cesare, senator Prospero, e Domicilla Bianchini in Francesco Paselli.

Questo stabile con una casetta annessa furon stimati nel 1647 L. 18800. Confinava a levante la via dei Gombruti, a ponente uno stradello pubblico (Tintinaga), a mezzodì Carlo Castellani e Lorenzo Barbieri, e a settentrione gli eredi di Antonio Locatelli.

Servì al collegio di S. Tommaso d' Acquino fondato da D. Girolamo Canuti sotto la protezione del priore di S. Domenico, poi del Duca di Mantova quando fu trasferito in una casa nella piazza dei Calderini, dove fu anche erretta l' accademia degli Avvivati. Pare che la sua origine rimonti al 1646, ma qualcuno la dice del 1657. Vi si accettavano i figli dei cittadini, e mercanti esteri e nazionali mediante pagamento di L. 35 mensili. Li 8 maggio 1670 fu trasferito nel monastero di S. Colombano, indi nel 1679 in questa casa nei Gombruti, dove finì nel 1684. I Belloni, ricchi banchieri, ne fecero l'acquisto assieme ad altre tre. una delle quali nei Gombruti, e due nel vicolo Roccamerlata, e sopra questa fu fabbricata dai fondamenti la presente casa da Antonio Belloni nel 1759. Lo stabile già Gessi era di Francesco Varzi mercante di pannine, e l'altra in confine del N. 1140 era dell' ospedale di S. Francesco. Le due case in Rocca Merlata, o Tintinaga, una era di piedi 23 di fronte, e apparteneva al detto Varzi, e l'altra di piedi 63 a Luigi Gessi.

Il suddetto stabile, passato all' erede Tommaso li, fu venduto nel 1824 ai fratelli Nizzardi.

N. 1142. Casa, o palazzo Belloni, fabbricato da Gio. Angelo di Gio. Battista da Codogno, morto li lo dicembre 1729. È composto di varie case, e cioè:

1. Quella in confine del N. 1141 fu di Angelo Michele di Carlantonio Bedori, venduta li 21 marzo 1642 al marchese Girolamo di Silvio Albergati per L. 11000. Rogito Lelio Roffeni. È detto essere sotto S. Marino nei Gombruti, in confine dei Cattalani a mezzodì, dei Merighi a settentrione, e dei Laurenti di dietro.

2. La seconda pare che avesse appartenuto ai Cattalani, anzi fosse la cosi detta casa vecchia dei Cattalani, e che poi divenne proprietà di Lorenzo Barbieri.

3. La terza, assieme alla seconda, era già stata dei Cattanei, e Diamante Cattanei moglie di Gio. Giacomo Grati la vendette a Domenico e Carlo Cattalani per L. 12000 li 31 gennaio 1633. Rogito Cristoforo Sanmartini. Questa si diceva la casa grande dei Cattalani, che assieme alla vecchia furon stimate nel 1669, per conto dei creditori Cattalani, L. 30000. Nel detto anno la casa vecchia era abitata da Sebastiano Rolandi Cancelliere di Legazione, che ne offerse L. 10000.

4. Nell'angolo di Barbaria e dei Gombruti vi era la casa che fu già di Annibale del fu Gio. Francesco Scardui, e da lui abitata quando li 16 aprile 1565 la vendette a Filippo del fu Gio. Battista Ostesani per L. 4000. Rogito Cristoforo Pensabene e Annibale Belvisi.

5. In Rocca Merlata, ossia vicolo Tintinaga, vi era una casa dei Castellani ad uso di stalla, teggia, e rimessa, stimata L. 2000. Rogito Domenico Maria Boari.

1620, 19 ottobre. Casa di Lodovico Ostesani nell' angolo dei Gombruti, che aveva due ingressi, uno in via Gombruti, l' altro in Barbaria. Confinava i Mangi, e Tommaso Cattanei. Rogito Bartolomeo Uccelli.

Gli Scardui, o Scardovi, o dalle Scardove, si credono oriundi da Gorano vicino a Solarolo, e di origine lanaroli, o drappieri. Fu famiglia nobile, che poi decaduta terminò in Annibale di Francesco iuniore sul finire del secolo XVII.

Nel 1617 la casa degli Ostesani in via Barbaria l'ebbe Pannina di Annibale Ostesani, moglie di Antonio Luna, la quale li 19 ottobre 1620 la vendette al conte Astorre Ercolani. Si qualifica per essere nell'angolo della via dei Gombruti e di Barbaria, in confine dei Mangy e dei Cattani.

Gli Ostesani, detti ancora Astesani, vengono da Ostesano di Rolando, o Azzolino da Padova, che viveva nel 1260, e finirono in Curzio di Annibale, dottor in leggi, morto in età d' anni 24 li 30 agosto 1620 a S. Gio. in Persiceto ove villeggiava, del quale fu erede la suddetta Pannina di lui sorella.

Li 25 maggio 1660 Girolamo del fu Tommaso Cavosi comprò da Alberto del fu Diomede Casarenghi la casa che fu di Pannina Ostesani Luna, sotto S. Barbaziano, in Barbaria, per L. 3349, 9. Rogito Gio. Battista Roffeni.

L' ultimo dei Belloni fu Gio. Angelo di Antonio morto li 6 maggio 1810, del quale fu erede Pellegrino Tommasoli Laziosi discendente da Maria Clementina d' Antonio Francesco Belloni, moglie del conte Lorenzo Pellegrino di Bartolomeo Laziosi di Foulì, il quale la vendette al conte Cristoforo Sora Munarini di Modena.

L'Oretti pretende che il collegio di S. Tommaso d'Acquino fosse in Barbaria in una casa di proprietà Belloni, e che fa parte di questo locale.

Via dei Gombruti a sinistra entrandovi per Strada S. Felice.

N. 1212. Casa fabbricata sul guasto dei Canetoli da Filippo Carlo Ghisilieri, ricordata nella divisione seguita li 20 giugno 1543 fra i figli di Bonaparte Ghisilieri, nella quale si dice: numero sei botteghe sotto le volte dei Ghisilieri, in parrocchia S. Gervasio, presso Filippo Carlo Ghisilieri, presso due strade, e presso i Desideri di dietro.

1660, 20 novembre. Camilla del fu conte Andrea Ghisilieri, ultima di questo ramo, e moglie nel 1655 di Francesco di Virgilio Ghisilieri, poi nel 1657 del senator Guidascanio Orsi, ebbe in cessione la metà della casa dei Ghisilieri, sotto S. Gervasio, nei Gombruti, a titolo di divisione dell' eredità del fu Alessandro iuniore Ghisilieri, e l' altra metà restò a monsignor Francesco Maria Ghisilieri, come da rogito di Costanzo Manfredi.

1738, 2 settembre. I chierici regolari minori dello Spirito Santo comprano dal senator Guidascanio del fu Alessio Orsi una casa grande sotto S. Gervasio, nei Gombruti, che confina detta via, le infrascritte botteghe, uno stradello morto e i Ghisilieri. Idem sei botteghe sotto detta parrocchia, in Strada S. Felice, in luogo detto la loggia dei Ghisilieri, le quali confinano la strada predetta, i Gombruti, la sumentovata casa, e i Ghisilieri, per L. 21000. Rogito Gio. Battista Fabbri.

Fra la detta casa e la chiesa dello Spirito Santo vi è il vicolo chiuso che si disse Chiriazza, il quale direttamente terminava nella via Imperiale di S. Prospero, quasi rimpetto alla chiesa di questo Santo, e piegando anche a settentrione sboccava in Strada S. Felice dove è il portone della macellaria di S. Gervasio.

Li 7 aprile 1700 fu decretato che si chiudesse con portoni e chiavi il vicolo fra i chierici minori dello Spirito Santo e i Senatori Ghisilieri, Alessio Orsi, e Davia in via Gombruti, e dall' altra parte nella via di S. Felice fra i beni Davia, e la macellaria Ghisilieri.

N. 1213. Chiesa e collegio dei Padri Chierici minori detti dello Spirito Santo. Si è ripetuto da vari autori, cominciando dal Ghirardacci, che Galvano di Bonifacio Marcialoi abbia erretta nel 1305 una chiesa che si disse di Santa Maria Mater Domini, nella via dei Gombruti, e diversi inclinano a credere che fosse dove in oggi vi è la chiesa dello Spirito Santo. Sussistendo questo fatto convien credere, o che sia stata demolita poco dopo la sua fondazione, o fosse stata edificata nei Gombruti, ma in altra situazione; ma Galvano Marzalogli, o Marcialoi, era morto nel 1301, mentre in detto anno fu fondato il monastero di monache Camaldolesi fuori della porta di S. Felice alla chiesaccia di Ravone dalla vedova e da una figlia di detto Galvano, o Giovanni Marcialoi. Che poi sia stata atterrata dai chierici minori è assolutamente falso.

Li 10 aprile 1469 Marsilio del fu Alberto Sala compra da Giacomo del fu Bonfiglio Bonfigli la casa detta anticamente dei Bonfigli, posta sotto S. Gervasio, in confine di Bernardino Pizzi, o Pasi, e più due altre case attigue alla suddetta grande, che confinano il suddetto Pizzi, Giacomo Cignani, e Giacomo Fiubbi, le quali tre case furon vendute per L. 600. Rogito Lodovico Panzacchia.

Li 22 agosto 1528 Alberto di Castellano Sala, col consenso di Pietro del fu Giacomo Bonfigli, vendette a Girolamo del fu Giovanni e a Francesco del fu Romanino Desideri suo nipote due case contigue con corte e orto, sotto S. Gervasio in via Bonfigli, presso il guasto Canetoli e presso altri beni Desideri. Rogito Battista Bue.

1531, 3 marzo. Nella divisione fra Girolamo e Francesco Desideri si parla delle seguenti case in via Gombruti.

Due case contigue, una piccola e l' altra grande, con corti, pozzi, e orto, sotto S. Gervasio, presso la via pubblica da due lati, presso detto Girolamo Desideri a mattina, e l'infrascritta altra casa tempo prima comprata da certo Paolo Antonio Castelli a nome dei detti Desideri, e venduta da Alberto Sala e da Pietro Bonfigli.

Una casa con orto e stalla, sotto S. Gervasio, in via Gombruti, presso la via pubblica, presso le altre due suddette case vendute esse pure da Alberto Sala e Pietro Bonfigli, presso detto Girolamo Desideri mediante Androna comune, e presso gli eredi di Francesco Canonici.

1534, 20 ottobre. Bonaparte Gliisilieri vende a Girolamo di Gio. Desideri una parte del guasto Canetoli di piedi 40, per scudi 78 d' oro. Rogito Alberto Budrioli. La casa del Desideri, già di Alberto da Sala, trovavasi a mezzodì di detto guasto, e proseguiva verso settentrione per piedi 30 fino al vicolo che va nel lato posteriore delle macellarie. ( Vedi aggiunte ).

Francesco, figlio legittimato da Giulio Cesare Desideri morto il primo gennaio 1645, lasciò questi stabili all'ospedale dei bastardini, consistenti in una casa grande e in una piccola contigua, poste sotto S. Gervasio nella via dei Gombruti. La grande confina con una strada, un vicolo, e colla detta casetta. la quale confina con la grande e con Francesco Lodi.

Li 3 agosto 1646 il detto ospedale vendette questi stabili per L. 13300 ai chierici minori, i quali in seguito acquistarono anche una casa di Ambrogio Muzzi. Rogito Giuseppe Brunetti.

I detti Padri, venuti a Bologna nel 1619, ebbero prima il locale e la chiesa di S. Prospero, poi li 10 aprile 1641 la chiesa di S. Lorenzo di Porta Stiera, indi li 8 maggio 1647 passarono in queste case, dove li 9 giugno dello stesso anno, giorno delle Pentecoste, aprirono una piccola chiesa dedicata allo Spirito Santo.

Li 25 giugno 1647 ottennero dal Senato di poter demolire il portico che era davanti alle suddette case, lungo piedi 72, e largo piedi 6 e oncie 9, e li 12 susseguente settembre ottennero la facoltà di fare un muro nel vicolo vicino alla loro chiesa nella via dei Gombruti.

Li 6 dicembre 1605 si cominciarono i fondamenti per una chiesa più ampia. Nel 1746 fu finita la fabbrica del collegio. L' attual chiesa, che è la terza fatta in questo luogo dai detti chierici minori, fu aperta li 6 luglio 1788.

Questa corporazione fu soppressa li 10 marzo 1797.

La chiesa servì per qualche tempo come succursale alla parrocchia di S. Gervasio, poi fu chiusa li 16 agosto 1798.

Ricuperate in gran parte le insigni pitture tolto alle nostre chiese nel 1796 dalle armate francesi, si videro esposte nella chiesa dello Spirito Santo li 14 gennaio 1816, di dove furon poi trasportate alla pinacoteca di Sant'Ignazio. Il collegio servì per qualche tempo ai burò della finanza, finalmente tutto il locale fu concesso ai signori delle missioni.

NN. 1214, 1215. Parte posteriore della casa degli Amorini Bolognini, che ha la facciata nella via Imperiale di S. Prospero. Sembra che qui fossero nel 1469 le case dei Cignani, poi di Francesco Lodi, indi dei possessori della casa suddetta, cioè gli Amorini.

Nel 1572 confinavano cogli eredi di Giulio Caccianemici.

N. 1216. Casa che del 1624 era dei Bettini, e li 14 febbraio 1658 di Giuseppe di Gio. Checchelli, posta sotto S. Marino, nella via dei Gombruti, in confine dei Gabrielli a settentrione, di Alberto Bertelli a mezzogiorno. Passò poi all'avvocato Floriano Bertelli, che lasciò una sola figlia ed erede, Teresa, maritata nel 1765 a Luigi di Antonio Pederzani.

Il Bertelli morì li 5 aprile 1763.

Si passa la via di Porta Nuova.

N. 1168. Parte posteriore della casa degli Albertini in Porta Nova al N. 1161.

N. 1167. Casa di Ercole del fu Giacomo Facci, venduta a Gio. Benedetto del fu Girolamo Macchiavelli li 15 settembre 1542 per L. 1100. Rogito Priamo Bailardi. Si dice posta sotto S. Marino, nella via dei Gombruti, in confine di Vincenzo Marchi, dei Belvisi, e dei Felicini di dietro. Nel 1715 era di Girolamo Cavazza, e ultimamente di Benedetto Foresti.

N. 1163. Il primo aprile 1435 testò Marco Belvisi, e lasciò ai Padri di S. Francesco una casa sotto S. .Marino, nella via dei Gombruti, in confine di Bonifazio Gombruti e dei Felicini. Nel 1588 era degli eredi di Zenano Cattani. Li 13 luglio 1610 tornò ai conventuali per legato di Elena Malvezzi vedova Martinenghi.

N. 1162. Casa che del 1435 era di Bomezio Gombruti, e del 1479 di Francesco e Bartolomeo Gombruti. Rogito Francesco Ghisilieri.

Nel 1515 Delfino Landini vendette a Nicolò di Francesco Marescalchi questa casa con corte, per L. 800. Rogito Tideo Fronti.

Li 17 maggio 1518 il Marescalchi la vendette a Melchiore di Bernardino Testi. Si dice posta sotto S. Marino, nei Gombruti, in confine di Alessandro Ruggeri a settentrione, di Carlo Cattani a mezzodì, e dei dall'Olio di dietro.

Li 13 agosto 1588 Giuseppe Martinenghi aveva una casa sotto S. Marino, che confinava con altra casa di sua ragione a mezzodì, la strada a sera, i beni Felicini a oriente, ossia di dietro mediante chiavica, e a settentrione coi beni di Zenano Cattanei. Era valutata L. 12000 in una vendita da farsi della medesima a Paolo Balla, che non ebbe poi effetto.

1605, 15 gennaio. Giuseppe del fu Andrea Martinenghi vende a Gio. Battista del fu Gio. Battista Pastarini una casa sotto S. Marino, nella via Gombruti, che confina con altra casa del venditore verso la chiesa dei SS. Pietro e Marcellino, con gli eredi di Gennario Cattani, e coi Felicini di dietro, per L. 7500. Rogito Antonio Malisardi.

Appartenne in seguito alla parrocchia di S. Marino, poi ai marchesi Belloni che la rifabbricarono.

N. 1161. Stabile, che secondo l'inventario di Lodovico e Bartolomeo, fratelli Felicini, fatto a rogito di Francesco Ghisilieri li 7 luglio 1479, era di loro pertinenza. Si dice essere casa grande in via Gombruti, sotto i SS. Pietro e Marcellino, presso gli eredi di Francesco Gombruti, e i Felicini di dietro. Nel 1518 era di Alessandro Ruggeri.

1582, 8 gennaio. Il senator Ercole Felicini vendette a Giuseppe del fu Andrea Martinenghi, veneto, una casa in via Gombruti. Rogito Tommaso Passarotti.

Li 19 febbraio 1654 apparteneva a Lodovico e fratelli, figli del fu Agostino Salani, che la vendettero ad Ercole del fu Alfonso Nelli, per L. 5000. Trovasi nella via Gombruti, sotto S. Marino, in confine di un vicolo che va ai SS. Pietro e Marcellino, e dei successori di Giacomo Bonacorsi. Rogito Fabrizio Vizzani.

Nel 1715 era di Domenico Galeazi, e ultimamente dei Dal Bello.

Si passa la via dei SS. Pietro e Marcellino.

N. 1160. Casa isolata dei Camuncoli, famiglia portata da Reggio a Bologna da Marcantonio, fatto auditore di Rota di Bologna prima del 1620, e che dopo quattro generazioni terminò nei figli del dottor Luigi Maria di altro dottor in leggi Marco Tullio, e cioè nel Padre D. Ferdinando canonico lateranense, in Maria Clemente moglie di Lodovico Girolamo di Gio. Filippo Barbieri, e in Maria Felicita maritata in Bernardino Pinchiari, mancati sul cominciare del secolo XVIII.

Il suddetto stabile appartenne poi all'ospedale della Vita, indi a Don Francesco Vivarelli.

Si passa il vicolo Olanda.

N. 1144. Stabile Belloni, che li 15 ottobre 1493 era di Gio. Antonio del fu Giacomo Lanci, da esso venduto a Bernardino di Pellegrino Zambeccari, per L. 120. Si dice esser casa nella via dei Gombruti, sotto i SS. Pietro e Marcellino, e sotto San Barbaziano. Confina i Fontanelli di Reggio, la via che va a S. Pietro suddetto, il compratore ed altri. Rogito Agostino Guidoni, alias Landi, e Giacomo Mascari, alias Budrioli.

I Belloni l'acquistarono e lo rifabbricarono nel 1774 e 1775.

N. 1143. Casa detta delle vedove Zambeccari, composta di quella degli Scardui e di altra dei Fontanelli. La prima era nell'angolo della via dei Gombruti sotto San Barbaziano, in confine della via pubblica e dei Fontanelli, venduta da Gio. Francesco del fu Francesco Scardui a Francesco del fu Annibale Zambeccari li 12 agosto 1546. Rogito Bartolomeo Scumarini e Tommaso Ruggeri.

Passò in proprietà a Fulvio Alfonso e Giulio Cesare del fu Lodovico Malvasia, per essi venduta li 19 agosto 1558 a Giulia del fu Paolo Zambeccari, vedova del senator Gio Battista Bianchini, in prezzo di L. 5000. Rogito Gio. Battista Ostesani e Giacomo Boccamazzi. Si dice posta sotto S. Barbaziano, in capo alla via dei Gombruti, in confine della via pubblica e di Ippolito Mattesilani.

Li 20 maggio 1564 la compratrice fu assolta del prezzo di detta casa da Cesare Malvasia.

Turino e Fulvio di Alessandro Fontanelli di Reggio assolvono Flaminio di Giacomo Zambeccari, di scudi 825, per una casa nei Gombruti comprata già dai venditori da Gio. Galeazzo Malaguti, indi ceduta ai Zambeccari nel 1563. Rogito Luca Belvisi.

La detta Giulia nel suo testamento delli 20 maggio 1559, rogito Gio. Battista Ostesani, lasciò questa casa a comodo delle vedove di sua famiglia discendenti dai di lei genitori.

Li 10 giugno 1577 Vincenzo degli Alicorni, detto il Rosso, di Montalbano, stimò questa casa L. 7785.

Passò poi al Monte di Pietà.

Aggiunte

1575, 26 ottobre. Compra Orazio e fratelli Bovi, da Bartolomeo Gambarina, una casa nei Gombruti sotto S. Marino, per L. 3000. Confina Fulvio Ruggeri e un fornaro. Rogito Cornelio Berti.

1565, 27 marzo. Casa di Fulvio Ruggieri sotto S. Barbaziano, nell' angolo dei Gombruti, valutata L. 4000. Confina i Boccaferri, Flaminio Zambeccari, Livia Vizzani, Giovanni Manzi successore di Livia Zambeccari, la via Gombruti e quella di Barbaria. Rogito Carlo Loiani.

1645, 13 marzo. Inventario legale dell'eredità del fu Francesco Desideri che la sciò erede l'ospedale degli Esposti, con testamento delli 12 ottobre 1622. Rogito Giuseppe Burnetti.

1646, 3 agosto. Compra dei chierici minori dello Spirito Santo, dagli Esposti, eredi di Francesco Desideri, di due case contigue ed unite, per L. 13300. Rogito Giovanni Guglielmini.

1520, 28 settembre. Paolo, Luca e Marcantonio Cavazzoni avevano casa in capella S. Marino, contigua a certa viazzola poco frequentata. Ottengono porzione di suolo pubblico di detta viazzola per ingrandire la loro casa.

1654, 19 febbraio. Compra Ercole del fu Alfonso Nelli, da Lodovico e fratelli, figli del fu Agostino Salani, una casa sotto S. Marino nella via dei Gombruti, per lire 5000. Rogito Fabrizio Vizzani. Confina detta via, uno stradello, e i Bonacossa.

1642, 21 marzo. Compra il marchese Girolamo di Silvio Albergati, da Angelo Michele di Carlantonio Bedori, una casa con stalla, sotto S. Marino, nella via dei Gombruti, per L. 11000. Confina i Cattalani, i Laurenti e i Merighi. Rogito Lelio Roffeni.

1479, 7 luglio. Rogito Francesco Ghisilieri. Casa grande di Lodovico e Bartolomeo fratelli Felicini, posta parte sotto la parrocchia di S. Salvatore, e parte sotto quella dei SS. Pietro e Marcellino.

Casa grande con altra casa antica a quella attigua, con orto in confine di Francesco e Bartolomeo Gombruti, e di una strada detta Gorgadello.

Altra casa grande in via Gombruti, sotto i SS. Pietro e Marcellino, presso gli eredi di Francesco Gombruti, e presso i Felicini di dietro.

Casa nuova posta nella via di Gorgadello, e presso la via di Porta Nova.

1562, 17 marzo, Compra di Oddofredo Oddofredi, da Vincenzo Ionis genovese, di due terzi di una casa nella via dei Gombruti, per scudi 600 d' oro. Rogito Cesare Gerardi.

1582, 22 dicembre. Francesco e Fratelli Battagliuzzi assegnano a Dionisio Taruffi una casa in via Gombruti, per L. 6246, posta sotto i SS. Pietro e Marcellino. Confina i Zambeccari da due lati, ed Ercole e Giulio Cattanei.

1571, 1 febbraio. Casa di Francesco del fu Battista Corti, posta nella via dei Gombruti, sotto S. Marino. Confina la via da tre lati, i Gamberini, ed altri. Rogito Galeazzo Bovi.

1542, 15 settembre. Compra Gio. Battista Macchiavelli del fu Girolamo da Ercole del fu Giacomo Facci una casa sotto S. Marino nei Gombruti, per L. 1100. Confina la via pubblica, Vincenzo Marchi, i Felicini e i Belvisi. Rogito Priamo Bailardi.

1499, 2 gennaio. Melchiorre Canonici aveva casa nella via dei Gombruti che confinava la via pubblica, Tommaso Mogli, Giovanni Romanino Desideri, e la casa grande degli eredi di Francesco Canonici. Rogito Nicolò Fasanini.

1636, 14 giugno. Si concede a Carlo Castellani di fabbricar portico nella via dei Gombruti lungo piedi 46 e oncie 6 a linea degli altri.