N.826

Bartolomeo di Enoc o Enocchi o di Nocco, famiglia nobile e antica, estinta in Antonio morto li 15 marzo 1579 , vendette li 12 giugno 1387 a Bartolomeo di Gotto da Tossignano due case ed una casetta contigua poste in cappella S. Tecla di strada Stefano per lire 588, rogito Berto Bonanti.

1399 7 Marzo. Comprò Facciolo Campeggi , a nome e comodo di Riniero Gio. Campeggi e di Bartolo di Gotto Mandi da Tossignano, da Benedetto , Roberto e Bartolomeo dei Lombardi due case contigue sotto S. M. di Castel dei Britti e di S. Tecla di strada Stefano in un sol (orig. col, errore di cui il Breventani non si accorse) terreno posto dalla parte posteriore sotto le dette case per lire 500 cioè lire 250 per ciascuna, rogito Gasparo Bormoani.

Nel 1401 li 2 ottobre Matteo da Tossignano permutò con Benno Gozzadini certo poco terreno appartenente ad una casa posta in capella di S. M.di Castel de' Britti in Borgo Novo ricevendo altro terreno sotto la stessa parrocchia, rogito Gio. Banzi. Un rogito di Gaspare Bongianini e di Fabricio Paci dei 9 dicembre 1405 ricorda Matteo da Tossignano col cognome Pondanani.

Li 14 maggio 1426 i Difensori all' Avere concessero a Bartolomeo e a Battista fratelli e figli di Matteo Lanarolo da Tossignano di edificare una casa sopra certo terreno del Comune sotto S. Tecla nella Pusterla, rogito Giacomo Mantachetti. Questo stabile passò a Matteo di Battista Magnani in causa della di lui moglie Lucia di Giacomo Cavallina erede del padre e di Bartolomeo da Tossignano suo zio materno.

Li 16 dicembre 1483 li detti Jugali Magnani vendettero ad Antonio del fu Girolamo Luna una casa grande con piccola casetta poste sotto S. Tecla in Borgo Novo, che confinavano con Giovanni e fratelli Campeggi, colli eredi di Bartolomeo Seni, e colla Pusterla. Vendettero pure altra casa ad uso di stalla con orto sotto detta parrocchia in via Pusterla, che confinava coi Campeggi , e con un andito ove anticamente erano le fosse della Città. ( L'andito passava in Cartolaria Nova in faccia al Collegio Fiammingo). Pagate scudi 600 d' oro pari a lire 1620 di argento, rogito Francesco del fu Giacomo Conti.

1483 16 Dicembre. Matteo del fu Battista Magnani vendette ad Antonio Luna una casa con casetta in Borgo Novo in confine della Pusterla per ducati 600 d'oro, rogito Giacomo Conti. Confinava i Campeggi, gli eredi di Bartolomeo Seni. I ducati 600 equivalevano lire 1620 d'argento.

Li 29 dicembre 1489 Antonio del fu Girolamo Luna vendette a Domenico Carlo e a Francesco fratelli e figli del fu Nicolo Moneta una casa grande e una casetta annesse poste sotto S. Tecla in Borgo Novo in confine di Giovanni e fratelli Campeggi, degli eredi di Bartolomeo Dalle Donne, ed altri. Idem una casa ad uso di stalla nella Pusterla in confine dei Campeggi in prezzo di ducati 600 d' oro larghi.

Li 11 giugno 1608 esisteva certa cloaca per la quale correva il cosidetto Calandrone di Fiaccacollo, e fu concesso al dott. Tommaso Moneta, e ad Antonio Girolamo Garganelli di chiudere il detto vestigio di cloaca a loro arbitrio sia con muro, sia anche con portone come avessero meglio creduto. Prevalse il secondo partito, per cui il sito chiuso è quello che corrisponde in Cartolarla Nuova rimpetto al Collegio dei Fiamminghi. La famiglia Moneta prese questo cognome per aver condotto per molti anni l' appalto e l' amministrazione della Zecca. L'altro sopranome Scannabecchi lo adottarono da un Becco Dalla Moneta come rilevasi da un memoriale di Gio. di Lorenzo Stefani del 1354. Li suoi posteri presero a dirsi dei Scannabecchi riuscendo cosa tanto più facile in quanto che la vera famiglia Scannabecchi era allora in decadenza, siccome lo fu de! tutto fra non molto.

Negli Atti dei Libri dei Memoriali sono sempre chiamati Dalla Moneta sopranome divenuto poi cognome contratto dall' avere avuto siccome di già esponemmo per lungo tempo in affitto o in amministrazione la Zecca di Bologna. Sul principio del Secolo XIV visse un Scannabecco Dalla Moneta, i cui figli cominciarono a dirsi di Scannabecco, poscia successivamente Scannabecchi Dalla Moneta L' ultimo dei Dalla Moneta fu don Girolamo di Vincenzo arciprete e canonico di S. Petronio morto d'anni 91, mesi 3, giorni 2 li 23 maggio 1801. Appartenne in progresso di tempo a Luigi Romani.

In confine dei Moneta vi era una casa dei Campeggi, la quale li 8 ottobre 1489 fu affittata dal dottor Giovanni del fu dottor Bartolomeo Campeggi a Nicolò Luigi del fu Lodovico Campeggi.. È detto trovarsi in Borgo Novo in confine della Pusterla, dei Moneta, e di Alberto Carbonesi, per annue lire 12, rogito Pietro Sturoli notaro di Padova.