Casa senza numero

Tra i vecchi numeri 81 e 82 c'è una casa senza numero, sostenuta da un grande arco, e che apparteneva ai Favari, o Favali, dei quali un Bittino di Tommaso di Bolognetto era lettor pubblico nel 1328. Matteo da Reggio, dottor in leggi, piantò la sua famiglia in Bologna, e sposò Misina Bolognini circa il 1410. I Favari si dissero de Laude, e abitavano quivi nel 1418, come da rogito di Arpinello della Foglia. Il primo febbraio 1558 Ferrante di lacopo Vezza, insigne dottore, comprò da Sebastiano Favari, alias de Laude, questa casa per L. 11000. Rogito Lattanzio Panzacchia. È detto esser casa grande, e confinare dalla parte superiore coi Fantuzzi e con Giulio Bovi, di sotto con Carlo Beccadelli, e di dietro colla via Miola.

La famiglia Dalla Vezza fu molto antica, e sofferse non poco al tempo dei partiti, ma fu rimessa nel primitivo splendore dal suddetto dott. Ferrante.

Si ha memoria di lacopa di Guido da un testamento di Meltore di Pietro Federici, da lei fatto li 13 maggio 1316, mentre era vedova di detto Dalla Vezza. Ferrante di lacopo mori li 17 seltembre 1596 in età d' anni 77. Si trovano dei Vezza che si dissero Grazioli, alias Vezza, lo che fa supporre che i Vezza e i dalla Vezza fossero due famiglie separate. Il predetto Ferrante ebbe due sole fìglie, nelle quali terminò la famiglia, l' una fu Lucrezia in Andrea de' Buoi, l'altra fu Giovanna in lupini alias Desenfans, che ebbe una sola figlia per nome Sara, maritata ad Achille Albergati.

1598, 25 settembre. Fu fatto l'inventario dell'eredità del dott. Ferrante Vezza a rogito d' Innocenzo Costa, da Andrea del fu Girolamo de' Buoi e di Lucrezia di detto Ferrante, fatto erede Vezza. In detto rogito è descritta una casa grande sotto Santo Stefano, in confine di Strada Stefano, dei Beccadelli, di Gaspare Fantuzzi, e dei Bovi.

I de Buoi e gli Albergati si dissero poi Vezza. Li 20 novembre 1611 seguì un accordo fra i Bianchi, gli Albergati e Giovanni Andrea Buoi per l' eredità Vezza, e si stipularono transazioni li 19 settembre 1612, e 23 dicembre 1613. Nel 1640 la suddetta casa era di Girolamo Buoi Vezza, ma li 31 marzo 1688 il senator Andrea Bovio cedette un credito del Monte Pesce, dell'annua rendita di L. 400, al conte Nicolò Albergati Vezza in pagamento di questa casa ruinosa dalla parte davanti, la quale era sostenuta da puntali di pietra. Confinava mediante chiavica col compratore, davanti colla strada, ossia colla piazza di Santo Stefano, di dietro colla via Miola, e da una parte coi Fantuzzi e coi Vaccari. Rogito Lorenzo Garofali. Nei capitelli del cortile vi era uno stemma composto di una pianta di Fava colla radice. Passata la predescrilta casa dei Vezza vi era quella dei Piatesi. Nella divisione fra Cambio e Gabrielle, fratelli Piatesi, fatta li 23 giugno 1418, a rogito Arpinello dalla Foglia, si fa menzione di questo stabile in confine della piazzola di Santo Stefano, della via Miola di dietro, di Giovanni de Pepoli, di Nicolò Aldrovandi, di Beccadello Artenisi, e di Mafeo de Laude.

Li 30 ottobre 1424 era di Pietro e Bartolomeo di Cambio di Pietro dei Piatesi, e continuava a confinare coi medesimi.

S'ignora come dai Piatesi passasse ai Beccadelli, ma è certo che nel 1548 apparteneva a questi ultimi, e che li 8 gennaio 1640 Antonio Bovio la comprò da Carlo Beccadelli per L. 7750. Rogito Bartolomeo Casati. Confinava i beni del compratore, Girolamo Buoi Vezza e il dott. Fantuzzi.