Broglio.

Broglio (e le sue varianti brolo, broilo, brollo) fu usato per poche vie in Bologna: le lapidette del 1801 ne ricordavano tre: il Brollo (vicolo Bianchetti), il Broglio dei Mussolini (vicolo Broglio) e il Broglio dei Piatesi (via de' Piatesi).

Esistette anche il Broglio degli Asinelli (tra Strada Maggiore e Via San Vitale, nei pressi della chiesa di San Bartolomeo), chiuso prima delle lapidette.

La denominazione urbanistica sopravvive in vicolo Broglio.

Broglio deriva dal tardo latino di origine celtica brogilum, che poi divenne brolium, broilum.

Il significato di questo vocabolo è orto, spazio erboso, ma anche intrico di piante, selva.

Generalmente è accettato il significato di orto, giardino, significando che i brogli coincidevano con (o erano nei paraggi di) orti e/o giardini.

Va però notato che broglio, nel suo significato di selva, intrico di piante, ha generato il vocabolo italiano moderno imbroglio (situazione intricata) e che i nostri antichi brogli erano quasi sempre l'insieme di più tratti di vicolo:

Il Brollo (vicolo Bianchetti) fa un brusco angolo retto poco prima di sfociare in piazza Aldrovandi ed in antichità comunicava anche con via Guido Reni mediante la scomparsa Via Cospi;

il Broglio dei Mussolini comprendeva. oltre all'attuale vicolo Broglio anche un tratto (ora chiuso da portone) che sbucava in Strada Maggiore, un altro vicoletto scomparso, a nord della chiesa di San Michele dei Leprosetti e quello tuttora esistente a sud della chiesa stessa;

Il Broglio dei Piatesi, così come l'attuale via de' Piatesi, comprendeva due vicoli tra loro ortogonali che il Guidicini si sentì di distinguere chiamando uno Broglio dei Piatesi e l'altro Broglio di Sant'Andrea dei Piatesi.

Il Broglio degli Asinelli aveva (ed ha tutt'ora: il vicolo è chiuso, ma ancora perfettamente leggibile) un percorso tortuoso.

Insomma, per il caso di Bologna ha senso che broglio abbia anche il significato di intrico di vie.