Via di Sant'Alò, dal I volume delle "Cose Notabili..." di GIuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dalla via Altabella fino all'angolo delle prigioni del Vescovato percorre verso la via Carbonara e va sino a tutto il voltone dei Gennari già menzionato, lunghesso la via Albiroli.

È probabile che la denominazione di via di s. Alò rimonti all'epoca in cui L'arte dei Fabbri stabilì la sua residenza in via Altabella; quale poi fosse anticamente non è conosciuto, ma in tempi non molto a noi lontani si diceva via del Carbone, perchè vi si vendeva tale combustibile per uso dei Fabbri, la cui arte godeva il diritto di smerciarlo al minuto per ottenuta privativa. (Vedi via Altabella).

Via di s. Alò entrando a destra per la via di Altabella.

N.1702. Casa, che fu dell'Arte dei Fabbri, ora di un Luigi Zamboni.

N.1703. Parte posteriore della Casa posta in via degli Albàri N.1647 (Vedi detta strada). Questa casa è in faccia alle stalle Arcivescovili, e fu della famiglia antica Mezzovillani. Alli 4 aprile 1642 fu venduta dall'abbate Nicolò dei conti Gualdi Bagni al conte Carlo del fu Alessandro Sforza Attendoli Manzoli per lire 1500, a rogito Marco Melega ; nel qual contratto è annunziata essere sotto s. Nicolò de gli Albàri nella via del Carbone. Corrisponde da questa parte la grande ed alta camera al secondo piano con finestra al nord; la si ricorda per quella, nella quale il Guercino da Cento (Barbieri) e li Gennari vi avevano il loro studio di pittura. Quelle molte case che un dì furono abitate da quei sommi, che illustrarono la nostra Patria, e che a mano a mano andrò indicando, avrebbero dovuto religiosamente conservarsi siccome altrettanti Santuarj, ma non essendolo, venghino almeno ricordate, con memorie locali, perchè a tali glorie l'artista e lo straniero possa rendere quel tributo di ammirazione e rispetto che tanto gli è dovuto. Li Gennari , oriondi anch' essi di Cento e scolari del Guercino , furono suoi eredi in causa di Barbara Barbieri, di lui sorella, maritata in Ercole di Benedetto Gennari. Questo stabile fu acquistato dal sunnominato Zamboni nel 1784; fu poi di Jacopo Alessandro Calvi, detto il Sordino, pittore, di cui furono eredi i signori Ferrari.

Via s. Alò a sinistra entrandovi per la via Altabella a fianco dell'Arcivescovato , che termina nella piazzetta delle stalle arcivescovili.

Torre di Prendiparte, poi de' Verardini , la quale servì ad uso delle prigioni della curia Arcivescovile, ed ora ridotta a stallaggio, e si chiama Torre Coronata. una delle più notabili per appariscenza.