N.1198 - Chiesa parrocchiale, e Canonica di S. Marino

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa parrocchiale, e Canonica di S. Marino. Questa parrocchia esisteva prima del secolo XIII, mentre un rogito di Giovanni da Cremona delli 13 novembre 1207 ricorda la contrada di S. Marino.in Porta Nova.

Nel 1474 fu rifabbricata nella qual occasione li 11 febbraio anno stesso a rogito di Albizzo Dugliolo seguì un contratto di permuta fra il Rettore di S. Marino, e Filippo Boccadiferro, con cui il primo assegnò certo terreno lungo piedi 22 largo piedi 6 spettante alla chiesa di S. Marino di Porta Nuova, che era strada pubblica, e il secondo cedette in contracambio porzione di terreno di una sua casa, e cioè piedi 14, sopra della quale è ora fondata la tribuna della detta Chiesa, inoltre il Boccadiferro pagò al Rettore lire 25. Sembra che debba intendersi che il suolo del Boccaferri confinasse colla chiesa vecchia a mezzodì, e la proprietà del medesimo la chiesa nuova a sera.

La parrocchia fu soppressa, e i locali della chiesa, e della canonica venduti al confinante Gaetano Mattioli a rogito Betti dottor Serafino delli 11 aprile 1809.

Fra la chiesa di S. Marino e la canonica del curato vi è l’ indizio d’ un vicolo chiuso che poteva dar comunicazione a quella parte che fu ceduta ai Boccadiferro.

Il celebre Azzone Cremonese da altri creduto da Casale o Modonese, fu nostro concittadino avendone una prova nell’Opera di Alessandro di S.Egidio, che ha per titolo Apparatus Azzonis, nella quale è detto - cui facunda Bononia originem contulit. -_ Questo libro trovasi nella Biblioteca del Collegio di Spagna.

Azzone Porti di Soldano secondo il Gravina. - De Ortu I. Civ. N. 151 fu scolaro di Giovanni Bosiano Cremonese. Da Baldo è chiamato Fons Legum. Il suo Epitome, o Somma fu tanto stimato, che paralizzò il credito a tutte le altre fatte precedentemente. Dicesi che a Milano e Cremona niuno potesse esercitare la carica di jureconsulto quando non avesse tal Somma. La sua fama conduceva scolari da ogni parte d’ Italia, onde ebbe allora Bologna 10,000 scolari, fra i quali essendovene Lombardi e Toscani ne nacquero frequenti uccisioni, per cui la Città fu spesso sossopra. Allora i professori in Bologna avevano diritto di poter punire i lori scolari pei delitti che commettessero, ed avevano giurisdizione nelle cause civili, ma ritenuta quest’ ultima, perdettero la prima per esser troppo facili a perdonare.

L’ Imperatore Enrico venuto in Bologna camminava fra Azzone e Lotario suo emulo, ed interrogando di chi fosse il vero impero, rispose Lotario: del solo Cesare. Azzone intrepidamente rispose non del solo Cesare, ma dei Presidenti delle Provincie. Piacque però più all’Imperatore l’adulazione di Lotario, a cui donò un cavallo; onde Azzone disse: - quod ipse equum vero adduisset Lotharius. (Sarti, I, 96) - Per la custodia della scuola teneva un servitore detto Tarentino Gallopressi , che per la nera carnagione, la piccolezza della statura, la deformità del corpo, e del volto, era lo zimbello degli scolari, che nel tempo del suo servizio dicesi raccogliesse da quelli 2000 fiorini. Morì Azzone nel 1200 , con gran dolore di tutti, e particolarmente dell’Università, che non fu aperta che dopo i Santi. per fargli i funerali, onde si vede esser favola quanto ne disse l‘ Alciato dell’ignominiosa morte di lui per aver ucciso Martino Gosia, alla qual favola toglie fede l'onorifico monumento eretto ad Azzone , che poi rovinoso per l’antichità per pubblico comando fu ristaurato nel 1416.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

S. Marino.

Chiesa parrocchiale situata in Porta Nuova, della quale si ha memoria nel 1256.

Nel 1425 vi fu fondata una capellania detta di Santa Maria.

Nel 1464 si trova che il diritto di nomina del curato era dei parrocchiani.

Fu risarcita ed abbellita nel 1742, e circa il 1790 fu ornata di pitture.

Sotto questa parrocchia vi era la chiesa di S.Sotero e Caio, e credesi che fosse a destra vicino al torresotto di Porta Nuova andando verso S. Francesco, scorgendosi ancora le vestigia di due antiche finestre.

Nel 1088 chiamavasi quartiere di San Sotero, che corrotto ne è poi venuto Porta Stiera.

Il decreto del 21 luglio 1805 unì questa parrocchia a quella di S. Salvatore, lo che fu confermato dalI'altro decreto Arcivescovile in data 23 maggio 1806.

Il 26 febbraio 1798 il comandante della piazza minacciò il parroco D. Canali di atterrare il campanile se non cessava di suonare le campane che disturbavano i circostanti.

La chiesa fu chiusa.