Via Orefici, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dal Cantone degli Elefanti alla Spezieria dell’ Annunciata.

La Via. degli Orefici, o Orificerie comincia dalla Via delle Spaderie, e termina a quella delle Caprarie.

È lunga pertiche 30, e di superficie pertiche 43. 92. 6.

Nel 1487 si atterrarono varie case, e molti sporti per addrizzare la Via delle Orificerie.

Via degli Orefici a destra cominciando dalle Spaderie.

L'Alidosi, e il Masini raccontano, che del 1353 fu fabbricata una Cittadella in Capella S. M. in Solario, della quale nè il Ghirardacci , nè il Vizzani fanno parola.

L' Alidosi dice: Del 1353 fu fatta principiare da Giovanni Arcivescovo di Milano Vicario generale in Bologna per la S. R. Chiesa, il Castello, o Cittadella in S. M. in Solario.

L'Anno 1360 ai 25 d'Aprile Guglielmo di Saracino Lambertini supplicò il Consiglio per un compenso circa il danno sofferto in tre sue case in occasione d' essersi fatta la Cittadella nella Capella di S. M. in Solario presso la sua casa in via degli Orefici.

Il Masini si limita a dire che del 1353 da Giovanni Visconti Arcivescovo di Milano qui fu fatta principiare una Cittadella.

Il Negri nei suoi Annali ha lasciato scritto, che nel 1353 Giovanni d'Oleggio diede compimento alle porte delle strade , che sboccavano sulla Piazza, una delle quali si vede sotto la parrochia di S. Silvestro detta Voltone de Caccianemici.

Un rogito di Filippo di Giacomo Piatesi delli 13 aprile 1373 ricorda la compra di Egano di Guido Lambertini da Lippo del fu Bittino di Lippo Piatesi di una casa con tre stanze contigue sotto S. M. in Solario rincontro la casa di detto Guido. Confinava la via pubblica, Ugolino di Vandolo orefice , e la porta della Cittadella. Per L. 1000.

Galeotto di Lambertino Lambertini testò li 11 settembre 1287, e abitava sotto S. Castaldo, rogito Graziadio Aimerici, casa dov'è in oggi l'ostaria del Leoncino, nel cortile della quale vi era la chiesa di S. Castaldo parrocchia e padronato dunque la casa venduta dal Piatesi era dalla parte delle Pescarie Vecchie perchè era sotto la parrochia di S. Maria in Solario, e perchè in faccia alla casa di Egano compratore; dunque la Cittadella doveva essere fra le case degli Albiroli poi Salicetti che erano nell'angolo della piazza, e degli Orefici, e la via Gorgadello ora stradello dei Ranocchi, ma da questo ristrettissimo spazio togliendo la suddetta casa dei Piatesi che pagata lire 1000 non poteva esser piccola, calcolando pure quella di Ugolino orefice che poteva confinare di dietro, e cioè a mezzodì, a ristretto suolo riducevasi dunque quello su cui poteva essere la Cittadella; ciò posto sarebbe mai stata questa Cittadella una delle porte delle strade sboccante alla piazza fatta costruire dall' Oleggio nel 1353 secondo il Negri ? A questa credenza ne indurebbe anche il silenzio assoluto del Ghirardacci , e del Vizzani su questo Fortilizio che meritava certamente ricordanza se fosse realmente stato.

1399 5 Aprile. Aldraghetto del fu Egano Lambertini promise di vendere a Bartolomeo del fu Bolognino Bolognini mercante, una casa sotto S. Maria in Solario presso la via pubblica da due lati, presso il compratore, presso gli eredi e li successori di Roberto da Saliceto per lire 800. Rogito Lodovico di Bartolomeo Codagnelli.

1500 19 Dicembre, Casa, rincontro la casa grande dei Lambertini indivisa cogli eredi di Giovanni Bolognini con due botteghe una ad uso di speziarla, e l'altra d'orificeria sotto S. Alò.

1558 27 Gennaio Comprò Bernardo del fu Alberto questi stabili dal conte Annibale del fu Cornelio Lambertini, poi la speziaria all'insegna del Pavone con casa posta negli orefici che guardava nello stradello delle Pescarie , confinante la strada e l'Osteria del sole per lire 2200, rogito Carlo Garelli e Paris Gianni.

1546. Bottega ad uso di speziaria all' insegna del Pavone nella Ruga degli Orefici rincontro la casa del conte Alessandro Lambertini in confine della viazzola detta delle Pescarie.

Si passi il vicolo dei Ranocchi.

La Macelleria è una delle tre fabbricate al tempo del Cardinale Donato Cesi Legato di Bologna che passava nelle Pescarie.

Li 22 marzo 1564, il curato di S. Matteo delle Pescherie diede in enfiteusi all'arte dei Beccari piedi 6 di suolo in larghezza appartenente e a detta Chiesa, e posto a ponente dell'attar maggiore della chiesa medesima, e in lunghezza quanto esisteva fra mezzodì , o settentrione , più due botteghe a settentrione (le quali dovevano corrispondere alla via degli Orefici) e tutto questo per l'annuo affitto di lire 30, e per poter fare le nuove beccarie, rogito Bartolomeo Vassalli.

1564 19 Maggio L'Università, e arte dei Macellari diedero in enfiteusi a Giuseppe Canobbi il suolo, e terreno pel locale incominciato ad uso di Beccaria sotto S. Matteo delle Pescarie per l' annuo canone di lire 30 , rogito Bartolomeo Vasselli.

Li 19 maggio 1564. La società dei Macellari deputò Giuseppe e Girolamo Canobbi alla fabbrica già cominciata delle Beccarie sotto S. Damaso, o S. Matteo in luogo detto le Caprarie , o Via dei Scannabecchi ( l' indicazione della strada farebbe credere che si parlasse della macelleria delle Caprarie, ma qualunque dubbio vien tolto dall' aggiungersi nel rogito ) con due portoni uno ne gli Orefici , l' altro nelle Pescherie, cedendo l' arte ai Canobbi tutte le sue ragioni e pagandogli scudi 50 d'oro. Viceversa li Canobbi si obbligarono di terminar la fabbrica a tutte loro spese, di pagare il canone di lire 30 dovuto al curato di S. Matteo delle Pescarle, ed annue lire 80 all' arte. Rogito Bartolomeo Vasselli.

Li 19 settembre 1564 la Beccarla di piedi 110 e piedi 36 con 10 banche era terminata.

Li 14 Giugno 1565. Alessandro del fu Antonio Banzi rinunziò a Gioseffo del fu Francesco Ticinali una locazione enfiteotica a lui concessa da Giovanni Battista Bolognini, e da Giulio Corradini di una bottega da macellaro con guasto posto in Bologna sotto S. Matteo delle Pescherie nella Ruga detta dei Scannabecchi, o le Caprerie di sopra, e ciò stante un Serraglio fatto a spese di detto Ticinali sopra detto Guasto, d'ordine del Papa, poscia d' ordine dei detti Bolognini e Corradini, e sucessivamente venduto ai sumenzionati Ticinali , rogito Nane del fu Andrea Costa. Sembrerebbe dall' oscuro contesto di questo rogito che i Bolognini fossero enfiteotici di S. Matteo delle Pescherie e sublocatari al Banzi, e che per ordine del Papa fossero stati obbligati di rinunziar l' enfiteosi ai Beccari e al Ticinali.

Si noti, che si parla d' un Guasto, che deve essere quel suolo di piedi 6 , menzionato di sopra nel rogito Tasselli, dei 2 marzo 1564 e che si dirigeva in lunghezza da mezzodì a settentrione per cui sembra fosse un vicolo vicinale di spettanza del Curato di S. Matteo. Sul muro di confine fra questa macellaria, e la predetta Chiesa si veggono gli avanzi di una facciata la quale doveva esser quella di S. Matteo delle Pescarie, lo che indica che questa Parrochia aveva il suo ingresso antico dal detto Guasto, o vicolo.

Questo stabile appartenne dopo i Canobbi Ticinali all' Opera dei Vergognosi, e al marchese Matteo Malvezzi, ove alla sopressione dell' arte i Macellari vi avevano due banche, ed altrettante zecche. Il resto fu dato ai PP. dell'oratorio, e all' Ospitale della Morte.

Strada degli Orefici a sinistra dalla Piazza alla via delle Caprarie.

N.1288. Palazzo dei Lambertini (1). Galeotto di Lambertino Lambertini abitante nella parrocchia di S. Cattaldo , ma che aveva casa anche sotto S. Giusta, testò li 11 settembre 1287 rogito Graziadio. Questa notizia prova il cambiamento di domicilio dalla parrocchia di S. Giusta, (vedi palazzo del Podestà) a quella di S. Cattaldo. In questa età si trovano due rami Lambertini, questo negli Orefici l' altro in strada Stefano (vedi case dei Bolognini).

Moltissimi contratti di compre e vendite, seguite fra li stessi Lambertini di rami diversi si passano sotto silenzio , limitandoci soltanto a dare quelli che porgono notizie di confinanti che possono interessare la storia di questo stabile.

1290 27 Settembre. Mercadante del fu Ottontino comprò da Giacomo del fu Guido Lambertini, una quarta parte di una stanza posta nel Mercato di mezzo sopra il Trivio dei Bonizzi. Confinava la via pubblica , il venditore e Bernardo Alessi, pagata lire 120 rogito Guglielmo di Pietrobono Banzi. Pare che il Trivio dei Bonizzi fosse piuttosto dalla parte del Mercato di mezzo, anzichè da quella che va verso gli Orefici.

1295 31 Maggio. Rodaldo del fu Rodolfo Lamandini Paolo del fu Simone Cervi, e Filippo del fu Balduino Cervi da Roberto detto Gozio del fu Ugolino Lambertino e da Capricino del fu Saraceno Lambertini comprarono una casa sotto S. Cattaldo fra il cortile dei Lambertini in confine di detto Roberto degli eredi di Galeotto Lambertini, e di detto cortile, per lire 300. Rogito Graziadio Aimerici. Li medesimi comprarono nello stesso giorno dal predetto Roberto alcune case unite poste sotto S. Cattaldo fra il cortile dei Lambertini. Confinava la Chiesa predetta, Simone Lambertini, li compratori, la via pubblica e Guglielmo Lambertini nel qual contratto è compresa la metà della sponda dei muro fra le case vendute, e detto Gugliemo, per lire 500 rogito Graziadio Aimerici.

1302 4 Novembre. Locazione concessa da Rombertina del fu Giacomino di Gerardo Orsi, vedova di Guglielmo di Ugolino Lambertini a Dongiovanni del fu Matteo di una casa grande sotto S. Cattaldo, o S. Maria in Solario. Confinava la via pubblica Rumiolo da S. Giorgio , Simone Lambertini , e Donella di Bonafede.

Item tre altre case sotto detta parrocchia in confine della via pubblica di Lanzelotto Lambertini, di Francesco di Galeotto Pietro Ravignani, e detta casa grande per l' annuo affitto di lire 50 rogito Tommaso di Carnelvaro Preti.

1318 12 Giugno. Comprò Egano del fu Lambertino di Giacomino Lambertini da Mandolino del fu Rizzardo di Guidamondo Lambertini una casa con suolo e edifizio sotto S. Cattaldo nel cortile dei Lambertini di larghezza piedi 25 once 6 senza il portico, che era di larghezza piedi 12 e di lunghezza piedi 30 once 2. Confinava con Francesco di Galeotto, gli eredi di Alberto di Marco Lambertini, la Comune, gli eredi di Alberto di Marco Lambertini, rogito Pietro Gabiti.

1318 16 Giugno. Comprò Egano del fu Lambertino da Francesco del fu Galeotto Lambertini col consenso di Bartolomeo e Tommaso fratelli, e figli del fu Rodaldo, del fu Rodolfo Lamandini, e di Mina del fu Filippo Corvi moglie di Benino Rafacani, alcune case unite nella parrocchia di S. Cattaldo dentro il cortile dei Lambertini in confine della chiesa di S. Cattaldo, del venditore, del compratore , della via pubblica e degli eredi di Simone Lambertini per lire 700, rogito Pietro Gabiti.

1318 23 Novembre. Comprò, Alessandro del fu Ugolino dal padre Giovanni Pizzigotti priore dei PP. predicatori come esecutore testamentario del fu Pietro Capriccio d' Ugolino Lambertini un casamento sotto S. Cattaldo o S. Maria in Solario in loco detto il cortile dei Lambertini. Confinava le vie pubbliche, ed Egano Lambertini, per lire 500. Rogito Alberto Ventura.

1320 19 Maggio. Comprò, Mattiolo del fu Zanocco Beccadelli da Mandolino, e Pietro fratelli, e figli del fu Simone Lambertini un casamento con edificio, e una casa bassa con due stanze unite, posto sotto S. Cattaldo, e S. Maria in Solario. Confinava con Egano Lambertini, e la via pubblica, per lire 500 rogito Giacomino. Questa compra fu fatta dal Beccadelli a comodo di Guido di Egano di Lambertino Lambertini.

1500 12 Dicembre. Ulisse del fu Guidantonio Lambertini frate dei minori di S. Francesco aveva la casa grande con la piccola chiesa di S. Cattaldo in confine della Via dei Pavone (stallatico del Sole) di Francesco Cavazza, e degli eredi di Giacomo Renghieri sotto la quale vi erano sei botteghe.

1548 30 Luglio. La casa Lambertini negli Orefici confinava colla via degli Orefici, con quella delle Spaderie, li Boccaferro, e li Cavazza. Rogito Alessandro Stiatici.

Nel 1572 4 Novembre. Il palazzo, stalla e botteghe nella via degli Orefici furono stimate lire 27499.

1620 5 Giugno. Il conte Francesco Montecucoli comprò da Lucrezia del fu Vincenzo Campeggi dal conte Guidantonio e senatore Bartolomeo fratelli Lambertini un Palazzo con botteghe sotto S. Michele del Mercato di Mezzo nella via degli Orefici per lire 43000, rogito Pellegrino Parisi.

Quando un ramo Montecucoli fu inescato nella famiglia Caprara, venne assegnato questo stabile al conte Francesco di Giovanni Battista Montecucoli detto Caprara. Il conte Carlo ultimo del suddetto inesto dicesi che lo vendesse al canonico Fantaguzzi di Cesena. Dopo appartenne a Melloni che lo condusse ad uso di Osteria all' insegna del Leone.

Si pretende che in questo palazzo vi avesse una abitazione, o una stanza per dipingervi il celebre Francesco di Marco Raibolini detto il Francia Orefice, cuniatore e pittore morto li 5 gennaio 1517. Il Seccadennari lo dice figlio di un falegname , abitante sotto la parrocchia di S. Catterina di Saragozza. Nel 1486 Francesco era della Capella di S. Nicolò di S. Felice. Li 20 novembre 1508 il Reggimento gli fece pagare 500 ducati d' oro per mercede di due stampe fatte per la Zecca coll' Immagine del Papa da una parte e coll' insegna del Comune dall' altra, obbligandolo a farne altre.

Giacomo di Francesco Francia testò li 6 dicembre 1556 , e instituì eredi Diamante Conti sua moglie. Rogito Nicolò Panzacchia.

Che i Lambertini discendino da un Lamberto del conte Mondo di Sassonia venuto in Italia con ottone imperatore è cosa dette da alcuni ma non provata. È certo, che gli uomini di Galliera si diedero, e si sottoposero con giuramento di fedeltà a Lambertino de' Lambertini e ciò consta da istrumento rogato in Galliera da Angelo di Pallavo 8°. Id Julii indic. 31. 1165, in presenza del conte Rodolfo, di Comino di Ugolino, e di Alberto da Correggio. Pretendesi che il Comune di Bologna gli donasse varie case verso piazza, ma non si sa se fossero quelle poi unite al Palazzo del Podestà o quelle negli Orefici. Fu famiglia ricca, e potente nel secolo XIII ed ebbe inimicizie sanguinose coi Scannabechi nel 1244 riacese nel 1267 con spargimento di non poco sangue, li 13 giugno di detto anno. Molti di essi seguirono il partito Geremeo. Ebbero case in porta Stiera , in strada S. Stefano , ed altrove. Sugli ultimi tempi continuavano due rami che avevano armi diverse. L'una aveva un Leopardo in campo rosso e nero, e questa era l' antico stemma della famiglia, l'altra ed era quella da cui discese Benedetto XIV, aveva tre Pali rossi in campo d' oro. In Tranivi vi fu un ramo Lambertini già estinto, siccome in Inghilterra, e nei Paesi Bassi. L' ultimo di questa famiglia fu D. Cesare di Egano pronipote del Papa , che morì poverissimo.

Fra il palazzo Lambertini e il vicolo dello stallatico del Sole , e dentro la casa dei Lambertini vi era la chiesa parrocchiale di S. Cattaldo, nella quale non vi si poteva entrare senza il consenso, del Rettore. Che la predetta Chiesa esistesse nel 1002 può essere, ma non vi sono prove che lo constatino.

Li 23 agosto 1566 fu soppressa dal Card. Gabrielle Paleotti in causa di esser mancante di canonica, di sagristia. di cimitero , di campanile e di campane, per avere di rendita lire 38 di Bolognini correnti, e per esser la sua giurisdizione sopra sole cinque case, e ventìcinque parrocchiani. Rogito Cesare Belliosi. La soppressione segui mentre era Rettore D. Michele Todeschini. La cura d'anime fu unita a quella di S. Michele del Mercato di Mezzo della quale era parroco D. Gio. Soleri.

Si passa il vicolo già detto Gorgadello, via di S. Cattaldo, via de', pavone, via dello Stallatico del Sole.

Questo vicolo è ora una via vicinale che chiudesi con portoni alle sue estremità degli Orefici, e del Mercato di Mezzo.

Si disse Gorgadello perchè era una continuazione del Gorgadello, vicolo dei Ranocchi, si chiamò via di S. Cataldo per la piccola Chiesa di questo Santo che vi aveva la sua facciata, poi del Pavone da una spezieria con questa insegna che del 1500 trovavasi nel lato opposto degli Orefici sull' angolo del vicolo dei Ranocchi dalla parte della Piazza appartenente ai Lamberiini, la quàl spezieria esisteva ancora nel 1546. Nel precitato anno 1506 era dell'eredità d' Ulisse del fu Guidantonio Lambertini frate dell' Osservanza dell' ordine de' minori di S. Francesco, nel cui inventario è qualificata per casa grande con la Chiesa piccola di S. Cattaldo in confine della via detta del Pavone, di Francesco Cavazza, e degli eredi di Giacomo Ringhieri , sotto la quale sono sei botteghe finalmente è conosciuto in oggi per stallatico del Sole.

Divideva esso le case dei Lambertini da quelle dei Scannabecchi , rogito Pirro Beliossi. La cura d'anime fu data a S. Michele del Mercato di Mezzo.

Dicesi che in questo vicolo vi corrispondessero le case di Giovanni degli Indovini già ambasciatore dei Bolognesi , e che per ragione di partito gli furono atterrate circa il 1320.

Si passa il Voltane delle Pellizzerie.

Si passa il Voltane delle Cimarie.

È probabile che i predetti due voltoni fossero costrutti per unire le case dei Scannabecchi. le quali dalla via delle Calzolarie si estendevano fino al vicolo dello Stallatico del Sole.

Nell'angolo delle Orificerie colle Calzolerie vi era la chiesa di S. Damaso, .d'avanti la quale si pubblicavano i bandi nel 1289. Nel 1294 fu ampliata la strada d'avanti S. Damaso, gettando a terra un muro di Bonacursio Scannabecchi, e tirato addietro più di cinque piedi. La chiesa precitata fu detta anche S. Dalmasio dei Scannabecchi per essere jus patronato di quella famiglia. Che la chiesa di S. Dalmasio si creda fondata nel 1053 può essere, ma non si può ammettere che sia stata edificata da uno Scannabecchi perché nel secolo XI non vi eran cognomi, e tanto meno gli Scannabecchi. Pare esserlo mercé fondazione sia venuta da una leggenda che era sotto un'antica figura di S. Damaso all' altar maggiore di questa Chiesa, che diceva Pietro di Testa Scannabecchi edificò nel 1053. Bartolomeo di Giacomo Brixileri fu nominato parroco di questa chiesa da Bonifacio PP. IX, li 19 aprile 1397.

Federico e Giacomo fratelli Cavalli figli di Pantasilea de' Scannabechi abitanti in Verona divennero padroni di questa chiesa, che per esser stata rifabbricata da D. Pietro Matteo Martignani le fu dal Papa concesso il iuspatronato ma la grazia fu dichiarata surrettizia essendosi scoperto esserlo mercé le rendite del benefizio, onde il vero padrone restò il discendente di un Scannabecchi pescatore, che abitava in strada S. Vitale. Dicesi che il padronato passasse per donazione ai Maltachiti o Mantachetti nel 1497. Fu profanata li 22 giugno 1566 secondo un rogito di Cesare Beliossi. La cura d'anime fu data alla chiesa di S. Matteo delle Pescarie, (vedi Via delle Cimarie).

Li 3 giugno 1373 Riccardo di Pietro da Saliceto, e Francesco di Simone Foscarari comprarono da Zone di Tino Malatesti da Rimini una casa sotto S. Dalmasio che confinava con Toniolo Bentivogli , e che fu pagata lire 700 rogito Francesco di Domenico Lambertini di Castel Franco.

Li 2 maggio 1374 la porzione del Foscarari fu ceduta al Saliceti per lire 350, rogito Azzone di Nicolo Buallelli.

Appendice.

1558 27 Gennaio. Comprò Bernardino del fu Alberto Limidi dal conte Annibale del fu Cornelio Lambertini la bottega di speziaria all' insegna del Pavone con casa posta negli Orefici, che guarda nello stradello delle Pescarie. Confinava dette strade, e l'Osteria del Sole, per lire 2200, rogito Carlo Garelli, Paris Gianni.

1373 3 Giugno. Riccardo di Pietro da Saliceto, e Francesco di Simone Foscarari comprarono da Zane di Tino Malatesti di Rimini una casa sotto S. Dalmasio in confine di Toniolo Bentivogli. Per lire 700, rogito Francesco di Domenico Lambertini da Castel Franco.

Li 2 maggio 1374 il Foscarari cedette la sua porzione al Saliceti per lire 350. Rogito Azzone di Nicolò Bualelli.Veggasi voltone delle Cimarie dove si vedrà che i Bentivogli avevano stabile sopra suolo delle case dei Scannabecchi.

(1) Queste lettere i cui originali preziosi sono possieduti dal signor Piella furono vergate dal Sommo Pontefice Benedetto XIV discendente di questo ramo. Ne piace darne copia benevolmente favoritoci dai fortunati posessori per mostrare siccome quell'uomo illustre amorevolmente corrispondeva co' suoi più cari, e come se ne mostrava affezionato onorandone la memoria.

Lettera da Castel Gandolfo sotto la data dellì 24 Giugno 1747 dirette al Signor LORENZO PIELLA in Bologna.

Noi sempre abbiamo avuto affetto e stima per Lei; e però è stato di nostro sommo piacere il poter fare per Lei il consaputo Chirografo. All’ affetto, ed alla stima oggi aggiungiamo la confidenza coll’ aver posti nelle sue mani gli affari di nostro nipote; e mentre la ringraziamo della sua bontà nel volerlo assistere, come già da altra sua intendemmo, Le diamo l’ apostolica Benedizione.

Lettera di Roma. sotto la. data del 16 Agosto 1749 diretta. al Marchese Senatore PAOLO MAGNANI.

Prima che ci scordiamo, avendoci detto I’Abbate Odorici, che stava male il Consultare Galli, quando Iddio disponesse di lui, assolutamente non vi è in Bologna il migliore per l’impiego di Consultore dell’Avv. Piella, uomo dotto, d’ ingegno aperto, chiaro, e limpido, e di buona maniera. Se non l’ avessimo ritrovato ammogliato , esso sarebbe stato l’uditore di Rota di Bologna in Roma, ed allora non avressimo avuta occasione di raccomandarlo per Consultore di cotesto Reggimento, ma uxorum duxerat; ed avendo per ciò un laccio al piede, che lo tiene legato in Bologna, non possiamo far altro per lui, che raccomandarlo succedendo il caso per il Consultorato del Reggimento. Delle brave qualità del raccomandato, ne è anche inteso il nostro marchese Magnani, che se crederà. necessaria una nostra lettera d’ officio al Senato, succedendo, che Iddio non voglia, il caso, eccoci pronta a farla.

Mandiamo annessa una lettera pel Canonico Poggi, pregandola del solito favore del recapito.

Non lasciamo di dare gli ordini opportuni, acciò i Preti vadino agli Ospedali, come facevano al tempo nostro. È molto poco per un sacerdote il dire ogni mattina la messa, tanto più, che non si‘ dice per pura devozione, e poi passare il restante del giorno in ozio, e ciarlando nella botteghe.

Abbiamo ricevuto il conto del pittore, e da Monsignore Datario ella intenderà i nostri ordini, ed intanto ringraziamo lei della transmissione.

Ancor noi, qui abbiamo dirotte pioggie, e temporali, e saette, e stiamo male circa il grano. Sarebbe stata a proposito l'abbondanza, essendo per crescere la popolazione nell'anno seguente, che è l’anno Santo. Prendiamo però da Dio ben volontieri quanto ci manda.

Ritornando al quadro ci siamo abboccati con monsignor Datario, ed adesso vogliamo saldare il conto con una specie di gratificazione al pittore da farsi in denaro. Alzandosi poi il quadro nella Certosa, il che sarebbesi fatto a quest'ora, se noi non avessimo avuto paura della polvere che si alza nella Chiesa per i lavori continui che in essa si fanno; faremo al pittore un'altra gratificazione con una tabacchicra d'oro, e medaglie, che se vorrà, potra conservare per nostra memoria, il che non sarà scritto da monsignor Datario, ma sarà fatto da noi.

Lettera di Castel Gandolfo 7 Giugno 1747 diretto. al Signor Avv. LORENZO PIELLA in Bologna.

Per la morte della Contessa Bulgarini Rossi, che ha istituito erede Egano nostro nipote, si apre la strada ad una controversia con cotesta Compagnia dei Poveri, che pretende essersi fatto il caso della sua vocazione all’asse d’ Alberto Bulgarini nonno della defunta.

Ciò a noi non riesce nuovo, imperocchè trenta e tant’anni sono quando mori la marchesa Lucrezia nostra madre, e sorella di padre, e non di madre della defunta, sentimmo eccitarsi la stessa pretensione, che da noi allora fu sopita col rispondere che vivea per anche Caterina sorella, e che quando la Compagnia avesse avuta ogni ragione, non era in grado di poterla esperimentare, che dopo la morte della medesima.

Seguita la morte, non abbiamo lasciato di dar mano alle scritture che tant'anni sono ci furono mandate da Bologna , e queste saranno presentate al nostro buon avvocato Piella dal dottore Mazza esibitore di questa nostra unitamente con un foglio di nostra annotazione rinchiuso nello stesso plico dal qual foglio comprendarassi non aver noi altra intenzione, che quella che è regolata dalla giustizia, e dall’ equità!

Ma perchè per venire a questo nostro termine è d’ uopo che per nostro nipote sia alla testa della faccenda un legale dotto ed onorato e che veduto le carte, ed unito tutto non solo vi metta l’opera sua, ma ancora il suo savio consiglio, per questo motivo noi eleggiamo il nostro avvocato Piella, che non per altrui relazione, ma per propria esperienza sappiamo essere adorno delle predette qualità. Mettiamo adunque nelle di lui mani la casa nostra; ed intanto diamo a lui, ed alla sua famiglie l’ Apostolica Benedizione.

Lettera. di Roma. in data. 15 Novembre 1747 diretta al Signor Avvocato LORENZO PIELLA in Bologna.

Riceviamo la sua degli 8 ed avendoci il dottore Mazza mandato l‘ istrumento concernente l'affare dell‘eredità Bulgarini, ed avendolo Noi letto e considerato, ed essendone restati molto contenti, non possiamo far altro, che ringraziare la di lei bontà, che ha saputo condurre al suo porto la barca commessa alla sua direzione. Desideriamo d'avere congiunture per farle vedere la nostra riconoscenza, ed intanto le diamo l’Apostolica Benedizione.