Strada Sant'Isaia

Denominazione moderna(2015): Via Sant'Isaia.

Guidicini.

La Strada di Sant'Isaia comincia dalla porta della città e termina alla Seliciata di S. Francesco.

La sua lunghezza è di pertiche 155, 9, e la sua superficie di pert. 424, 52, 7.

Il serraglio di Sant' Isaia, ossia la porta del secondo recinto, si trovava dov'era il convento delle monache di Sant'Agostino di Barbaria.

Un rogito di Rolando Guarini delli 10 dicembre 1135 ricorda una casa con orto posta nella porta Sant'Isaia fuori del serraglio nel Borgo dei Palj (Vedi convento di S. Gio. Battista). Pare che il Borgo dei Palj possa esser stata la Strada di Sant'Isaia.

Scopertosi nel 1376, e precisameute il giorno di Sant' Isaia, che i Pepoli capi del partito Scacchese, coll' aiuto di Taddeo Azzoguidi, minacciavano Bologna, il Senato decretò che fosse chiusa la porta della città per la quale temevasi potessero entrare, e che perciò fu poi chiamata porta di Sant'Isaia.

Nella storia dei professori della nostra Università del P. Sarti trovasi all'articolo — Taddeo Pepoli — la seguente notizia:

Li 3 agosto 1340 fu chiusa la porta della città detta di S. Mattia in occasione della transazione fra la Santa Sede e Taddeo Pepoli. Lo stesso si fece per quelle di Saragozza, del Pradello, e di S. Felice, indi per quelle delle Lamme, del Borgo di Galliera, della Mascarella, di S. Donato, di S. Vitale, e di Strada Maggiore.

Li 4, 5 e 6 agosto si chiusero quelle di S. Mamma, di Strada Castiglione, e di Strada Stefano.

Li 22 agosto 1340 le chiavi delle porte furono consegnate dal Legato Beltramino a Taddeo Pepoli, il quale le fece riaprir tutte, nominandole ad una per una, ma non parlasi del riaprimento di quella di S. Mattia.

La porta di S. Mattia non è ricordata dalle nostre storie, ma osservandosi che tutte le altre porte della città sono nominate nell'opera suddetta a riserva di quella di Sant'Isaia, bisogna convincersi che questa sia quella di S. Mattia, e che rimase chiusa.

Questa contrada rimase senza immediata comunicazione colla campagna dal luglio del 1445 al maggio del 1568, e cioè dalla chiusura dell' antica porta del Pradello, per dove fuggirono i Canetoli ed altri assassini di Annibale I ucciso li 24 giugno 1445, fino all'apertura della nuova porta Pia seguita li 23 maggio 1568 in onore di Papa Pio V dei Ghisilieri del ramo di quelli stessi che ebbero parte nella morte del Bentivogli. Dal nome del Pontefice fu detta porta Pia, ma comunemente vien nominata porta Sant' Isaia dall' antichissima chiesa parrocchiale dedicata al detto Santo.

Li 10 novembre 1567 si pose mano ai lavori per riaprire questa porta, che alcuni dicono lo fosse li 20 maggio dell' anno susseguente

Per costruire la nuova porta fu d'uopo demolire la chiesa della compagnia di San Pellegrino, che faceva prospetto alla strada.

La prima pietra fu posta li 11 novembre 1567, e per le Rogazioni minori del susseguente anno fu aperta, passandovi per prima la processione della B. Vergine di S. Luca.

Riconosciuta angusta la strada vicina a detta porta, fu ampliata con pertiche 43 e piedi 80 somministrate da Urbano de Plodio, e con pertiche 38 e piedi 85 dall' ospedale della SS. Trinità, alias della Montanara, unito a quello di S. Bartolomeo di Reno, i quali ebbero in compenso, il primo pertiche 76, e l'altro pertiche 62 del suolo di una strada detta via Morta.

Li 18 settembre 1571 il Cardinal Paleotti, vescovo di Bologna, diede facoltà al Reggimento di occupare certa parte di terreno dell' ospedale di S. Bartolomeo di Reno, ossia della SS. Trinità, per la fabbrica della porta Pia, coll' assegnare altro terreno in permuta.

Questo decreto fa supporre che nel 1571 non fosse ancor finita la porta. La pubblicazione dei bandi si faceva nel 1256 davanti al trebbo della chiesa di Sant'Isaia in borgo Sant'Isaia, e davanti la casa di Guido. Nel 1289 si faceva innanzi la chiesa di Sant'Isaia, e innanzi la croce di detta strada.

Particolare tratto dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall'Archivio di Stato di Roma con il progetto "Imago II".

Strada Sant'Isaia cominciando a destra della porta e continuando fino alla Seliciata di S. Francesco.

N.464

N.451,452,453,454 - Chiesa e convento di monache Domenicane dette di San Gio. Battista.

Il Guidicini indicò i numeri 461,462,463,464 con evidente errore, di cui il Breventani non si accorse, tant'è vero che riportò l'errore nelle sue "correzioni ed aggiunte".

Via Sant'Isaia 78 (N.443, N.444, N.446)

Via Sant'Isaia 52/2 (N.431)

Si passa il Frassinago.

Via Sant'Isaia 2 (N.408)

Strada Sant' Isaia a sinistra cominciando dalla porta della città fino alla Seliciata di S. Francesco.

N.471