Fiume Reno

Il fiume Reno ha la sorgente in Toscana a Prunetta, frazione di San Marcello Piteglio (Pistoia) e sfocia dopo 212 km nell'Adriatico a circa 3 km a nord di Casal Borsetti.

Bologna si trova vicino al punto in cui il fiume Reno si immette nella pianura, lasciando la sua valle, risultato di centinaia di migliaia d'anni di erosione.

Un paio di millenni fa, la pianura, in cui il Reno di immetteva, era ricca di aree vallive e paludose, il che rendeva possibili frequenti mutamenti del suo corso, mutamenti determinati in antichità da forti piene e conseguenti inondazioni.

In epoche relativamente recenti, anche l'intervento umano contribuì, mediante opportune opere idrauliche, a questi mutamenti, stabilizzando infine il corso del fiume.

All'epoca della Bononia romana, sicuramente il Reno oltrepassava la via Emilia nel punto in cui la oltrepassa oggi. Vi era un ponte romano situato circa 130 metri più a nord dell'attuale Pontelungo. Questo ponte romano crollò verso la fine del VIII secolo, a causa sia delle frequenti e rovinose alluvioni del Reno, sia della scarsa manutenzione conseguente alla forte crisi che caratterizzò la caduta dell'Impero Romano di Occidente e l'alto medio evo.

In seguito al crollo si dovette attendere probabilmente il XII secolo per avere un nuovo ponte, costruito dove è oggi il Pontelungo.

Il XII secolo fu quello in cui venne costruita la prima grande chiusa a Casalecchio e scavato il Canale di Reno per portare in città le acque di cui Bologna aveva bisogno. L'acqua era necessaria per irrigare, lavare, per creare energia meccanica, per fare defluire materiali di scarto, per la concia delle pelli... Il grande fiume che alla Bologna medievale e alla Bologna ottocentesca mancava fu surrogato da due opere eccezionali: il Canale di Reno ed il coevo Canale di Savena.

Il percorso nella pianura Padana del fiume Reno.

La storia dei mutamenti del percorso del fiume Reno è la storia delle sue inondazioni, delle sue "rotte" e dei danni arrecati alle campagne, che per secoli furono causa di contenzioso tra Bologna e Ferrara.

Dalla Bononia romana ai giorni nostri il Reno ha cambiato percorso almeno cinque volte, con esiti spesso assai diversi tra loro: immettendosi nel Po in rami diversi in periodi diversi, ragiungendo ed immettendosi nel Panaro, disperdendosi ad alimentare valli e paludi tra Bologna e Ferrara, sfociando nel mare...

Associando ad ogni percorso il suo periodo storico abbiamo i seguenti periodi:

I° Periodo (fino al IV-VI secolo d.C).

II° Periodo (altomedievale, VI-X secolo d.C.)

III° Periodo (medievale, - prima metà del XV secolo d.C.)

IV° Periodo (XV-XVII secolo)

V° Periodo (XVIII-XX secolo)

I° Periodo (fino al IV-VI secolo d.C)

Oltrepassato il ponte sulla via Emilia, il Reno passava per Pescarola, riceveva a destra come affluente il Torrente Savena, passava per Corticella, Castelmaggiore, Stiatico, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, San Vincenzo/San Venanzio, Poggio Renatico, Coronella, immettendosi in un ramo del Po che passava ad occidente di Ferrara.

II° Periodo (altomedievale, VI-X secolo d.C.)

Tra IV e VI secolo il corso del Reno si spostò più ad occidente, seguendo l'attuale alveo fino, grosso modo, a Malacappa, toccando Castel d'Argile e Poggetto, passando ad oriente di Pieve di Cento.

Questo spostamento lasciò diversi corsi minori ad oriente, residuo dello spostamento avvenuto per cause naturali.

III° Periodo (medievale, - prima metà del XV secolo d.C.)

A metà del XI secolo il Reno si spostò ancora verso occidente, seguendo l'alveo attuale fino ai pressi di Cento, dove però passava ad occidente di questa città, per proseguire verso Dodici Morelli e Alberone immettendosi nel Panaro a valle di Finale Emilia. Successivamente, non si sa per intervento umano o per altro, il fiume, passato Alberone, si diresse verso Casumaro e Mirabello, perdendosi nelle valli.

IV° Periodo (XV-XVII secolo)

Intorno al 1460, con una o più rotte artificiali presso Bisana, si iniziò a deviare il corso del Reno ad oriente, facendolo passare tra Cento e Pieve di Cento (come passa ancora oggi) e arrivando nel 1526 al Po, passando da Sant'Agostino, Mirabello e Vigarano Mainarda. Questa situazione rimase stabile fino al 1604, quando si procedette ad una nuova diversione del Reno da Vigarano Mainarda verso est e verso il Po di Primaro e verso la valle Sanmartina (nei pressi dell'odierna via Sanmartini, dove sono presenti diversi toponimi che ricordano lo scomparso corso del fiume Reno (via Vecchio Reno, Fondo Reno, etc.) dove il fiume si perdeva.

V° Periodo (XVIII-XX secolo)

I primi anni del XVIII secolo furono caratterizzati da numerose rotte sulla destra del Reno, l'ultima delle quali, la rotta di Bisacca nel 1739 determinò l'occasione per deviare il fiume verso oriente, mediante lo scavo di un nuovo alveo, il Cavo Benedettino, lungo 30 km, da Sant'Agostino ad Argenta, e farlo immettere nell'alveo morto del Po di Primaro, nei pressi di Argenta.

Il Cavo Benedettino non risolse tutti i problemi generati dalle esondazioni del Reno, per cui nel 1805, Napoleone Bonaparte, in visita a Bologna, approvò la creazione di un canale scolmatore che doveva smistare le acque del Reno in eccesso facendole scaricare nel Po.

I lavori di scavo per questo canale, detto Cavo Napoleonico, iniziarono nel 1808. Esso doveva andare da Sant'Agostino al Po, nei pressi dell'immissione del fiume Panaro. I lavori furono interrotti nel 1814, in concomitanza con la caduta di Napoleone, ma furono ripresi più di un secolo dopo, nel 1954, in seguito alle devastanti esondazioni di Gallo di Poggio Renatico avventure tra il 1949 ed il 1951, per concludersi nel 1963.

Il fiume Reno via di comunicazione.

Il Reno entra nella storia nel 43 a.C., quando in una sua isola, nei pressi di Bologna, si incontrarono i triumviri Caio Giulio Cesare Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido. Non vi è certezza di dove fosse esattamente questa isola del triumvirato, anche se un moderno odonimo (via del Triumvirato) ricorda questo evento.

Il Reno, presso Bologna, era, durante l'alto medioevo, un punto importante di accesso al mare. Certo, era un accesso mediato da valli e paludi, ma era pur sempre un accesso importante e utile per il commercio.

Ne è prova un diploma del 905 con cui Berengario I, re d'Italia, fece concessioni a Bologna sulla navigazione dal Reno al Po, sul porto del Reno e sulla fiera da tenere presso Pescarola.

Il diploma del 1116 con cui Enrico V perdona i bolognesi per la distruzione del castello imperiale e che di fatto è l'atto di nascita del libero comune, contiene, tra altri, privilegi sulla navigazione dal Reno al Po.

Il porto del Reno fu il luogo dove si accampò Federico I Barbarossa nel 1155 per incontrare i rappresentanti del Comune e dello Studio di Bologna.

Quindi il Reno fu via d'acqua importante per la navigazione verso il mare e verso il Po.

La presenza di un porto e la vicina fiera erano indicazione di un commercio piuttosto vivace via nave.

Per contro, la valle del Reno costituiva la via naturale più importante per raggiungere la Toscana ed in particolare Pistoia.

Nell'anno 801, Carlo Magno, appena eletto imperatore. durante il viaggio di ritorno verso la Francia, tenne un placito sul fiume Reno, in una località imprecisata. Dato che però il placito riguardava la giurisdizione del territorio di Lizzano, è verosimile che questa località fosse nell'alta valle del Reno.

Nel 1118 Enrico V si recò, assieme ad Irnerio, a Bombiana, vicino al Reno, per rilasciare privilegi all'ospitale di San Michele Arcangelo, che si trovava nei pressi. Gli ospitali erano costruiti lungo le direttrici di passaggio per dare ospitalità a viaggiatori e pellegrini.

Se la valle del Reno fu via naturale verso Pistoia, da percorrere a piedi o a cavallo, è evidente che il tratto appenninico del fiume non poteva essere oggetto di navigazione.

Questo tratto del Reno però fu usato per il trasporto, documentato nel XIII secolo, per fluitazione del legname verso Bologna sfruttando il Canale di Reno per l'ingresso in città.