N.1080,1081

Case che del 1365 parte erano dei Dal Giglio, ed una dei Trentaquattro. Quest’ ultima fu venduta li 10 gennaio 1416 da Antonio e Francesco di Tommaso Trentaquattro per lire 250 a Giovanni di Donato da Bergamo autore dei Formagliari. Rogito Baldassare di Tommaso Trentaquattro. È detto essere in capella S. Damiano.

Li 17 aprile susseguente lo stesso Giovanni di Donato da Bergamo comprò dal dott. Guido e da Galeazzo di Giovanni Pepoli una casa sotto S. Agata e S. Damiano in confine di due strade. (strada Castiglione, e Ponte di Ferro). Rogito Guido di Gardino Gandoni, e di Cola di Bonifacio Marzapesci. Pagata lire 200 ove stabili la sua dimora, e vi morì li 3 agosto 1467 (orig. 1407, corretto con il ? dal Breventani).

1491 23 Dicembre Tommaso di Giacomo del fu Giovanni Anzi ricevette da Giovanni Baldassare Accursi una casa sotto S. Damiano per lire 216. 13. 4.

Secondo un rogito di Battista Bovi dei 22 marzo 1520 le case dei Formagliari confinavano con Vincenzo di Filippo dalla Testa, e secondo la divisione fatta dai figli di Giacomo seguita li 8 giugno 1486 la casa dei Dalla Testa era stata Lupari. Tanto nel 1486, che nel 1520 confinavano con Alessandro Dalla Ratta.

1525 13 Luglio. Dote di Delbora Maria di Giovanni Mercuri da Correggio moglie di Matteo Barbacci da Vigevano, nella quale è compresa una casa in strada Castiglione presso i Formagliari e i Guidalotti, rogito Marco Millotti, la qual casa li 4 giugno 1528, Latanzio di Giovanni Battista Anzi alias Formagliari la comprò da Maria del Borri (o Delbora) moglie di Matteo Barbieri che confinava altra volta coi Guidalotti, poi coi Cospi, per lire 1140 rogito Camillo Savioli Dall’ Oca. Questa casa era in strada Castiglione N. 1323.

1548 14 Dicembre. Girolamo e Giovanni Battista di Latanzio Formagliari comprarono da Gabriele di Saulo Guidotti una casa sotto S. Damiano per L. 1000. Rogito Rodaldo Rotaldi.

Nel 1600 27 marzo. Le case dei Formagliari sotto S. Damiano erano valutate lire 22,000.

Li 14 gennaio 1636, questo locale e le sue addiacenze fu preso in affitto per annue lire 500 da Giovanni Battista Santamaria, e da Giovanni Battista Senesi promotori del risorgimento dell’Accademia dei Riacesi che recitava opere e commedie.

Nel 1637 morì il Santamaria, e i suoi eredi lo subafittarono a Filippo del senatore Angelo Michele Guastavillani, col consenso dei proprietari Galeazzo e Lattanzio Formagliari, come da ratifica del 18 maggio 1638.

1640 23 Aprile. I Padri di S. Domenico consentirono che Galeazzo e Latanzio Formagliari potessero dimandare il beneplacito per alienare una casa fedecomissaria posta sotto S. Damiano del valore L. 20,500, da sborsarsi da Filippo Guastavillani compratore della stessa, surrogando altri beni al fedecomesso Rogito di Orazio Montecalvi.

Li 30 marzo 1640. Galeazzo e Latanzio Formagliari concessero a Filippo Guastavillani di fabbricare, e di ampliare la sala posta nella casa comprata dal detto Guastavillani, e di ridurla ad uso di teatro per rappresentazioni pubbliche.

Li 13 aprile 1640 il detto Filippo locò a Donino Bolignoli, e ad altri Accademici Riacesi una sala grande con teatro formale, palco, scene, macchine, e palchetti posta nel cantone di strada Castiglione in loco detto la Croce dei Casali e nella casa per detto Filippo comprata dai Formagliari, e ciò per anni cinque e con lire 100 d’annuo afifltto. Rogito Matteo Panzacchi.

Nel 1641 vi fu data Licori fuggitiva del conte Bernardino Mariscotti, poi il Pastor Regio musica e parole di Benedetto Ferrari detto dalla Tiorba e diretta per scene, e macchine da Gaspare Beccari.

1640 31 Dicembre. Avendo il Papa derogato a suddetto fedecomesso Filippo d’ Angelo Guastavillani comprò per lire 20,500 il suddetto stabile. Rogito Giovanni Lodovico Calvi.

Lo stabile era composto di una casa grande, di una piccola, e di varie botteghe rovinose. La grande confinava colla via di S. Damiano, con la casa piccola e con Giovanni Battista Galli. La casa piccola con strada Castiglione, e colla casa grande e con i beni del senatore Cospi. Questa casa fu affittata li sette settembre 1650 dal senatore Filippo Guastavillani a Giovanni Maria Forni per annue lire 500 per giocarvi al trucco.

Il detto Filippo Guastavillani era protettore della precitata Accademia dei Riaccesi. Si dice che il teatro fosse archittettato da Giovanni Andrea Seghizzi che alcuni l’ hanno creduto autore del teatro di Reggio ma è errore essendo quello opera di Antonio Cagini eseguita in sei mesi.

Durante il 1640 servì ai Riacesi, che vi rappresentarono commedie; nel 1641 vi furon date due Opere in musica - La Delia e l’ Ulisse da una Compagnia venuta da Venezia.

Li 2 febbraio 1642 il card. Durazzo in occasione di doversi dare un opera in musica pubblicò l’ordine che tutti dovessero prendere il bollettino per pr sentarlo alla porta del Teatro Guastavillani.

Li 29 novembre 1648 i Formigliari ottennero un mandato immissivo nel possesso di parte di queste case in via Ponte di Ferro contro il Guastavillani rogito Martino Delaiti.

1657 10 Gennaio Transazione fra Elena del fu conte Giovanni Pepoli madre di Bonincontro di Filippo Guastavillani , e Latanzio di Giacomo Filippo Formagliari mercè la quale, la prima rivendette al secondo due case contigue sotto S. Damiano, rinunziando i legnami, scanni, scene e ordegni esistenti in un teatro situato dentro detti edifizi, e due tavole chiamate trucchi con banconi; il tutto per lire 20,400, rogito Domenico di Giovanni Baldini. Poste le quali cose il detto teatro fu detto Formagliari poi dalla sua prossimità al Palazzo dei Casali fu detto dei Casali, quando non sia stato invece perchè il senatore Maria Casali gran dilettante di spettacoli teatrali lo condusse in affitto per anni.

Era al piano superiore avente tre ordine di palchi, e di un quarto per i servitori. La sua direzione era da ponente a levante, ed a questa seconda regione corrispondeva il palco scenico, che aveva uno sporto di legname sulla via di strada Castiglione.

Il 29 luglio 1777 il marchese Girolamo Formagliari vendette il teatro, e gli annessi al marchese Giuseppe Zagnoni per lire 30,000. Rogito Giovanni Antonio Lodi.

Fino dal 14 ottobre 1776 Francesco Guidalotti aveva dato il suo consenso per l’alienazione di detto stabile, e surrogazione al fedecomesso, con rogito molti stesso Lodi.

Questo fedecomesso instituito da Giovanni Battista D’ Anzi con testamento del 1520 a rogito de’ Buoi, accordava diritti ai frati Domenicani sopra questo stabile. Morto Girolamo Formagliari ultimo di detta famiglia li 15 gennaio 1781 fu promossa lite contro l’erede Guidalotti, che fu sopita provando che Giovanni Battista d’ Anzi non poteva disporre dello stabile, perchè era compreso nel fedecomesso instituito da Giacomo D’ Anzi nel 1483.

Il Zagnoni lo risarcì notabilmente, e sotto li 29 agosto 1776 ottenne il suolo pubblico nell’ angolo della via Ponte di Ferro e di strada Castiglione. Fu riaperto li 6 gennaio 1777 coll’ opera buffa Le due Contesse.

Li 5 settembre 1792 in domenica alle ore 4 e mezza pomeridiane fu investito da forte incendio, che in poche ore lo distrusse.

Pellegrino Torri acquistò il suolo coll'idea di rifabbricarlo, ma il suo progetto non fu accolto, e non ebbe effetto (1).

I Lupari abitarono anticamente in queste vicinanze. Nel 1348 ai 2 marzo Antonio Lupari comprò da Giovanni Devoti una casa sotto S. Damiano presso gli Ariosti, i Guidotti, e la via pubblica, per lire 150, rogito Giovanni dalla Quercia.

1402 2 Marzo. Francesco e fratelli Lupari comprarono da Francesco Amadei una casa sotto S. Damiano presso la via pubblica, e i compratori per lire 300 rogito Colla Marzapesci.

1412 (orig. 1112 corretto con il ? dal Breventani) 30 Giugno Gabriele Lupari (orig. Luzzari corretto con il ? dal Breventani) comprò da Giacomo Seda una casa sotto S. Damiano in confine dei Lupari, della via pubblica, e dei Picciolpassi rogito Carlo Mazza.

Nel 1401 al 22 giugno Paolo e Gasparo di Venturino Lupari cedettero ai creditori del padre una casa sotto S. Damiano, con rogito Fabricio Paci, e Stefano Ghisellardi.

1449 16 Agosto. Nella divisione dei beni di Venturino Lupari vi era una casa sotto S. Damiano.

(1) Presentemente trovasi qui uno dei più sontuosi palazzi d’ Italia innalzato mediante la munificenza di questa nostra Cassa di Risparmio e col disegno e sorveglianza dal rinomato archittetto cav. Mengoni il quale ha potuto in esso mostrare quel talento artistico e singolare cui che s’ ispira dacchè ogni è qualunque dettaglio del medesimo non può muovere mai sempre ad un sentimento di grandezza e singolarità non restando a desiderarsi che sia interamente ultimato onde evitare i soliti sconci che in questa nostra città vanno registrandosi e cioè soste indeterminate che disgustano l’occhio di tutti.