Borgo Ricco, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Borgo Ricco comincia in Saragozza rimpetto alla chiesa delle Muratelle, e termina in Barbaria in faccia al palazzo che era Caprara ora Salina.

La sua lunghezza è di pertiche 47. 06 e di superficie 57 35.

L’ etimologia del suo nome non è conosciuta, ma sembra probabile che venga dalla condizione delle persone che l’abitarono anticamente.

Ma chi ha nobilitato specialmente questo Borgo, fu Tederico Domenicano vescovo di Cervia. Testò egli nella sua casa in Borgo Ricco li 10 ottobre 1298 a rogito di Giovanni di Damiano, la qual casa era presso quella del vescovo Bethelemitano (Bethlem), presso gli eredi del fu Delfino, del fu frate Michele Priori, Lorenzo di Ugolino brentatore e la via pubblica; questo stabile lo lasciò personalmente al frate Francesco dei predicatori.

Legatò alla sua chiesa di Cervia, la sua casa grande da lui edificata poco tempo prima posta in via Barbaria in cappella di S. Barbaziano o di S. Margarita presso Paolo di Gosberti e gli eredi del fu Francesco Fino.

È strano che un ecclesiastico che aveva fabbricato una casa non potesse nel suo testamento fissarne la parrocchia; l’incertezza da lui manifestata fa supporre che la casa in questione fosse una delle due sull’angolo di via Barberia con Borgo Ricco. Lasciò i suoi libri di medicina a Federico di Veltro, e a Ugone, Veltruzio fratelli e figli di Francesco.

Alla chiesa di S. Maria delle Muratelle fece il legato di un apparato d’ altare, e lire 6 di bolognini.

Frate Tederico fu figlio di Ugo e fratello di Francesco che aveva il titolo di suo procuratore nell’assoluzione da lui fatta a Prosperino muratore per aver finito la fabbrica della casa di Tederico nel 1268 come dal libro dei Memoriali. Quantunque fosse vescovo abitò a Bologna per 30 anni, morì esso il primo del mese d’ agosto 1299 perchè un rogito di Giovanni Damiano della predetta data dice, che gli eredi di F. Tedorico abitavano la casa in Borgo Ricco.

Ugo padre di Tedorico nativo di Lucca, medico chirurgo il primo constì nel mondo letterario, che abbia esercitato la medicina chirurgica in Bologna ottenne da Domenico Quinto nel ottobre del 1214 la cittadinanza bolognese.

Il Comune gli assegnò lire 600 per una sol volta da investire in un fondo, da godersi anche dalla sua discendenza finchè avesse medici, e cessando di servire dovevasi restituire la metà della somma avuta.

Ugo si obbligò di abitare in Bologna sei mesi dell’ anno ed anche due mesi di più ad arbitrio del Podestà, e si riservò di ritenere la cittadinanza di Lucca. Obbligossi di medicare i cittadini, e quei del contado feriti, rotti, piagati ecc. eccetto gli erniosi, percependo da quei del contado un carretto di legna, da quelli di minor possibilità venti soldi, un carretto di fieno dai ricchi e nulla dai poveri, e ciò quando avessero le ossa frantumate, dislocate o fossero gravemente feriti.

Se la città o i cittadini fossero in guerra fra loro, si obbligò di star sempre in città.

Se poi si trovasse fuori di città in quel tempo o nei mesi in cui gli era permesso di abitar fuori, e che qualche bolognese del contado fosse ferito, rotto o avesse ossa rotte, o dislocate, sia tenuto di venirlo a medicare, purchè da lui percipisca lire 8 di bolognini, e non più per il suo viaggio di venire e tornare purchè non fosse impedito da malattia di suo fratello, o sorella, dei figli del fratello, e della moglie del medesimo.

Doveva seguitare ogni esercito bolognese a sue spese e medicare tutti quelli che lo componessero.

Se poi fosse mancato di erede che non avesse saputo medicare, ritornassero al Comune lire 200 delle suddette lire 600.

I fondi acquistati colle altre L. 400 dovevano restare in feudo a suoi figli, o discendenti maschi legittimi essendo obbligati di servire il Comune di Bologna, come praticasi dai vassalli verso i suoi signori.

Le lire 600 dovevano essere pagate alle Calende di giugno e queste da impiegarsi in compre entro un anno

Andò Ugo in terra Santa coi Crocesegnati nel 1219 e viveva ancora nel 1259, trovandosi nominato negli statuti di detto anno.

Finalmente morì in eta avanzatissima, che si fa ascendere agli anni cento.

Quest’ uomo portentoso curava quasi tutte le piaghe con vino, stoppa, e con artificiosa e decente legatura che ottimamente sapeva combinare e con tale medicatura guariva, consolidava, e cicatrizava le ferite senza uso di unguenti.

Nel Libro primo delle Provvisioni , sotto la data 8 luglio 1308, si trova il seguente atto:

"Il Podestà Capitano e gli Anziani della città di Lucca, scrivano a favore dei magnifici Veltro e Veltruccio de’ Borgognoni Lucchesi cittadini bolognesi, oriundi della città di Lucca, e cittadini lucchesi, per essere esentati dall’ imposta di un prestito; perciò siano i lori nomi cancellati dai libri nei quali erano scritti."

Si trova in un antico documento; - Mag. Veltrus q. Hugonis medici de Luca - Veltrucius filius et Haeres q. D.ni Uberti de Hugonibus.