N.1314 Chiesa parrocchiale di Sant'Agata

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa parrocchiale di Sant'Agata, che dicesi restaurata nel 1195 mentre aveva il titolo di Santa Maria dei Castiglioni. Secondo una decretale di Innocenzo III fu eretta dall' arciprete della Pieve di Pasto, o di Pastino, circa la metà del secolo XII, la qual chiesa di Pastino, ad un miglio da Stifonte, e circa dieci fuori di Strada Maggiore, era governata da alcuni canonici regolari. Li 28 maggio 1202 Federico Pepoli fece un legato di soldi 5 alla chiesa di Sant' Agata sua parrocchia, e soldi 3 al rettore di quella. Rogito Leone.

Nel 1371 si trova nominata Santa Maria Rovescia, e del 1380 Santa Maria Ronte. Il suo patronato era dei Volta acquistato per averla dotata del 1528, che fu poi ceduto dall'ultimo dei Volta, Achille Vincenzo di Astorre, morto li 8 dicembre 1739, ai conti Ercole e Cornelio Pepoli, colla condizione di conservare la sua arma nella facciata della chiesa. I Pepoli nominarono per la prima volta il rettore nel 1699. La chiesa, quantunque non più parrocchiale. e che dovesse esser chiusa li 16 agosto 1808, ha continuato ad esser sempre ufficiata.

1633, 23 aprile. Ad istanza del curato di Sant' Agata si permette di fare il volto sull'Avesa cominciando dal vicolo fra gli eredi di Ercole Pepoli e dei Volta fino alla parte contro la chiesa di Sant'Agata, e cioè dal portone della cavallerizza Pepoli a venire fino al di dietro della chiesa di Sant'Agata.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Sant'Agata.

Parrocchia edificata nel 432 da S. Petronio, riedificata nel 1196 e restaurata nel 1653.

Fu un jus patronato de' Pepoli.

II palazzo Pepoli fu edificato nell'anno 1344.

La suddetta parrocchia fu soppressa per decreto del 24 giugno 1805, ed incorporata a S. Bartolomeo li 23 maggio 1806, dove trasportaronsi i libri.

Doveva esser chiusa per decreto del 10 marzo 1808, intimato solo il 16 agosto di detto anno, ma per grazia ottenuta dal ministro Marescalchi restò aperta.

La chiesa fu abbattuta nel 1906 per permettere la costruzione del nuovo Palazzo delle Poste.