NN.2652,2653

Casa grande con torre e con due porte, che fu dei Maranesi, famiglia ricca, di partito Lambertazzo, che terminò in due sorelle, una delle quali fu Zama di Tommaso di Calorio, maritata in Antonio detto Toniolo Bentivogli, e madre di Giovanni I Bentivogli.

1575, 7 febbraio. Le figlie di Girolamo Rodaldi la vendettero a Matteo Bindi, il quale li 31 agosto 1582 la cedette ad Ugolino Brizzi per L. 5900. Rogito Ippolito Zolli ed Antonio Malisardi. Confinava da due parti coi Manzoli (N. 2653 e 2654) con Cesare Beccadelli. Appartenne ai Gargiaria, e del 1715 al ramo di Gio. Battista di Giovanni Camillo consultore del Senato, estinto in Odoardo o Girolamo di Alessandro Monari, Olivetani. I Padri di S. Michele in Bosco presero possesso dell' eredità Gargiaria, ma furono obbligati a rimettere la metà di questa casa ad Agata di Gio. Isidoro Gargiaria, moglie del dott. Ercole Garimberti, e sorella di Romolo Ignazio tenente colonello, ultimo del ramo di Carlo di Gio. Camillo Gargiaria; e l'altra metà alla Machiavelli vedova dell' ultimo Gargiaria, che lasciò erede Giacomo Dalle Muzze suo nipote, il quale la vendette per L. 3500 all'abbate D. Gio. Garimberti figlio ed erede della suddetta Agata Gargiaria. Dai Garimberti passò ai Tacconi di Strada S. Felice, che la diedero in enfiteusi al notaro Monti, cancelliere dell'Università di Bologna.