San Petronio Vecchio, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La strada di S. Petronio vecchio comincia in Cartolaria nuova, e termina nella Fondazza.

La sua lunghezza è di pertiche 95. 25. 6, e la sua superficie di 180. 13. 9.

Il suo vero nome sembra Borgo di S. Petronio, e cosi denominavasi anche nell’ anno stesso nel quale Sibillina del fu Giovanni da Campeggio vendette li 23 settembre una sua casa in Borgo S. Petronio a Giovanni del fu Rustighello da Sancierno, mediante rogito Giovanni Durante.

Una bolla d’ Onorio IV del 1286 fa menzione della casa e chiesa di S. Maria nel Borgo di S. Petronio.

Li 24 giugno 1545 il Cardinale Legato Moroni proibì con suo editto di affittar case a meretrici nella via di S. Petronio vecchio.

Nel 1256 si pubblicavano i bandi alla metà di questo borgo, nel 1289 davanti la casa di Bonora de’ Cavagli, di Andrea Spadaro, in capo al Borgo presso alla fossa della città, e cioè in Cartolaria nuova, - nel 1298 davanti il Borgo di S. Petronio presso il Trebbo dei Zovenzoni , ma manchiamo d’ indicazione sulla parte in cui fosse questo Trebbo e cioè se dalla parte della Fondazza, o di Cartolaria.

S. Petronio Vecchio a destra entrandovi per Cartolaria Nuova.

N.543. 1531 10 Giugno. Giovanni Battista Mengozzi comprò da Paolo, e da Annibale Boattieri una casa con orto ecc. posta in S. Petronio Vecchio. Confinava Battista Bigotta a sera, Ginevra Pallavicini, gli eredi di Alessandro Adamuzza, e questa era abitata dal compratore, e fu pagata lire 700 rogito Giacomo Conti.

1532 22 Ottobre. Comprò Alberto Tarsari e Doratea Mengozzi da Matteo Ranioli, e da Ginevra Pallavicini una casa con orto sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio. Confinava Andrea Torfanini da mattina, Giovanni Battista Mengozzi. Cristoforo dalla Muzza di dietro (i Dalla Muzza avevano la casa dei Cella in strada Stefano, poi quella del dott. Santagata in Cartolaria nuova). Pagata lire 550, rogito Andrea Bue.

1535 12 Gennaio. La casa di Giovanni Battista del fu Giuliano Mengozzi confinava con Domenico Vagli valutaro, (cambia valute) e coi Muzzi di dietro me Rogito Vitale Bue.

1537 5 Settembre. Comprò Giulio Cesare Mengozzi da Giovanni e Lodovico Bernardi una casa sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio. Confinava cogli eredi di Baldassare Gambari dalla parte verso la Fondazza, con Corraglio cartolaro di sopra mediante chiavica , che serviva a detta casa con i venditori e presso gli eredi di Alfonso Fantini. Pagata lire 346, rogito Vitale Bue.

1554 26 Luglio. La casa di Giulio Cesare Mengozzi sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio confinava gli eredi di Baldassare Gambaro e Corraglio cartolaro di sotto.

1615. Le suore di S. Leonardo furono eredi di Giovanni Battista Mengozzi morto ab intestato, in causa dl suor Margarita Mengozzi di lui sorella e monaca professa in S. Leonardo.

N.541. Casa che fu dei Sforza poi dei Zani.

N.536. Collegio Palantieri instituito sotto la protezione del Senato dal cavaliere Alessandro Palantieri con suo testamento dei 10 maggio 1610 rogito Domenico Bossarini per giovani della sua famiglia, e in loro mancanza per altri di Castel Bolognese nominati dai suoi eredi. Gli alunni non godevano stabile abitazione, nè portavano abito distinto come gli altri collegiali, ma vivevano a dozzena a spese dell’ eredità Pallantieri la quale non poteva mantenere più di due scolari.

Li 12 dicembre 1641 il Gonfaloniere e gli assunti del Governo elessero Girolamo Pallatieri in alunno di detto Collegio.

Nel 1796 fini il Collegio, e questa casa fu venduta li 12 gennaio 1802 al l’avvocato Luigi Brizzi che l’unì al numero 535 di sua ragione, ma di provenienza del conte Ratta.

I beni dell’ Collegio eran stati dati in enfiteusi per annue lire 778. 80, rendita che poi per chirografo di Pio VI fu assegnata ai superstiti Palantieri.

Li 18 novembre 1802 la centrale di Bologna, credendosi subentrata nei diritti di nomina scelse Giuseppe d’ Antonio Diolaiti in alunno di questo collegio, che era definitivamente soppresso.

N.531. Casa qualificata per grande, e che il cav. Giacomo di Giovanni Battista Stella, e Smeralda di Valerio Panzacchi Iugali vendettero li 20 gennaio 1659 a Giulio Cesare di Francesco Claudini, per lire 9000 rogito Domenico Sandri. Passò per eredità ai Sampieri.

N.529. Rimpetto ai Bagarotti la casa allo scoperto fu dei Panzacchia poi dei Guidalotti, indi dei Fuga, e ultimamente dei Bertuzzi.

NN. 526. 525. Stalle e granari la cui fabbrica fu cominciata nel 1785 sopra cinque casette del tesoriere Antonio Odorici nato Bonfioli, al quale per questa fabbrica fu concesso suolo pubblico li 25 agosto 1786. Passarono agli acquirenti del palazzo in strada Stefano e i possessori posteriori le hanno per la massima parte atterrate nel 1826 conservando la sola porzione fronteggiante la pubblica via.

N.524. Casa dei Manzi, che si dissero anche Nascentori discendenti dal famoso medico Galeazzo. Nel 1651 abbandonarono questa loro dimora passando ad abitare nella casa Nascentori ora inclusa nel palazzo Ercolani in strada Maggiore casa che fu poi dei Mazzoni della famiglia del notaro Cesare.

I Manzi Nascentori vanno ad estinguersi nel vivente Giuseppe studioso raccoglitore di cose Patrie e che va compilando un ben interessante diario che sarebbe desiderabile dasse alla luce.

NN. 517. 516. Case dell’ Opera dei Vergognosi comprate dai fratelli Zucchi, tessitori di tovaglie che la fabbricarono, e ridussero nello stato presente.

Si passa la via della Rimorsella.

N.476. Casa del celebre pittore Angelo Michele Colonna.

1591 9 Luglio. Angelo Pagnoni fu investito dall’ Abbazia di S. Stefano di una casa in S. Petronio vecchio, dietro canone di soldi 12, rogito Carlantonio Manzolini la qual casa era in questa situazione.

1600 30 Agosto. Girolamo Ruggeri dello stato di Modena amministratore di Lucio d’Andrea dei Saldani vendette una casa enfiteotica di S. Stefano sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio a certi Fulcherg (Fulcheri ? nota di c.p.), che confinava a settentrione colla strada a mezzodì, coi Sarti, coi Calvi, per lire 600 rogito Carlo Manzolini.

1646 4 Luglio. D. Carlo del fu Stefano de’ Perti della terra di Rovena, o Crevena distretto di Como vendette a Michele del fu Giovanni dei Colonna una casa sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio che confinava detta strada, i Fulcheri, i Donini considerata senza il canone dovuto a S. Stefano L. 6000, rogito Giovanni Rizzi.

1646 5 Dicembre. Michele Colonna comprò da Margarita e da Vittoria del fu Sante Fulcheri, da Antonio Orlandi, e da Giacomo Merighi mariti delle medesime una casa enfiteotica di S. Stefano con stalla ed orto, posta sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio confinante i Sarti e le suore di S. Leonardo pagata lire 1500. Rogito Giovanni Rizzi.

1651 30 Dicembre. Angelo Michele del fu Giovanni Colonna mastro muratore nato li 21 settembre 1604 maritato a Paolina del fu Leonardo Croci vedova del capitano Antonio Machelli con lire 60000 di dote, e apparati come da rogito Alberto Miglioli Alberto 4 febbraio 1651 comprò dai PP. della Misericordia una casa enfiteotica di S. Stefano sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio. Confinava i Macheli e il compratore, pagata lire 1000 oltre il canone di annui soldi 12, rogito Cristoforo Sanmartini.

1658 29 Agosto. Concessione fatta a Michele Colonna per la fabbrica del suo portico in S. Petronio vecchio.

1663. 30 Maggio. Comprò Angelo Michele Colonna da Francesco Saverio, e da altri dei Pagnoni una. casa enfiteotica di S. Stefano con orto, stalla, sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio. Confinava il compratore. Per lire 2100, rogito Cristoforo Sanmartini.

I Pagnoni la possedevano fino dal 9 luglio 1591 sicome da rogito Carlantonio Manzolini e pagavano a S. Stefano soldi 12. Il N. 476 fu la prima abitazione del Colonna, dicendosi dall’Oretti che appartenne a D, Luigi Paltronieri, e che poi fu detta il Casino del Colonna. Questo celebre pittore abitò qui dal 1646 al 1678 poi al N. 475 casa che fu da esso fabbricata, trovandosi che li 29 agosto 1658 fu concesso suolo pubblico a Michele Colonna pel suo portico in S. Petronio vecchio. In questa nel 1699 abitava pure il celebre Medico Antonio Maria Valsalva imolese morto li 2 febbraio 1723. Elena d’ Antonio Lini ultima della famiglia Senatoria e moglie di detto Valsalva morì li 27 ottobre 1771. Eìbbero una figlia maritata nel celebre avvocato Lodovico Montefani Caprara.

S. Petronio vecchio a sinistra entrandovi per Cartolaria Nuova

N.546. Case dei Cristiani del 1571 siccome da rogito Michele di Lodovico Barberi dei 13 novembre.

Li 30 marzo 1580 fu concesso ad Innocenza Cristiani di chiudere, e di occupare un terreno vacuo di pubblico suolo largo piedi 26, lungo piedi 28 in confine del suo orto dalla parte posteriore della casa di sua abitazione in S. Petronio vecchio fra le case nuove dei Serviti, e le case antiche di detto Cristiani con obbligo di continuare il portico a linea di quello dei Servi. Passò alle suore deIl'Abbadia, le quali li 11 settembre 1665 la vendettero a Pietro Maria e Girolamo Brighenti. In seguito Giacomo Brighenti la vendette a Giovanni Battista Masina, dal quale passò li 27 agosto 1717 a Francesco del fu Giovanni Maria Galli Bibiena celebre architetto di S. M. Cesarea che la pagò lire 6500 rogito Vincenzo Andrea Borghi. Si dice che aveva stalla, teggia e cortile, che era sotto S. Biagio in S. Petronio vecchio, enfiteotica di S. Stefano e confinante coi Pirattini, col Collegio Iacobs e di dietro coi PP. dei Servi. Fu comprato dall’avv. Giacomo Pistorini, poi da Luigi Tomba.

NN. 547. 548 fino al 556. Casa dei Pirattini poi Castelli.

Li 27 Gennaio 1567 fu concesso ai PP Serviti di far il portico a cinque o sei delle loro case in S. Petronio vecchio dandogli suolo pubblico per piedi 34, col patto che la fabbrica si faccia entro un triennio e nella stessa occasione chiusero con muro il loro orto dalla parte dei Magarotti per piedi 169.

Tra i NN 547 e 548 esiste il portone delle carra del Convento dei Serviti. Quivi anticamente era la Chiesa di S.Maria del Borgo di S. Petronio e non già la Chiesa di S. Petronio come tanti hanno asserito.

Alcuni pretendono che fosse dov’ è la cucina del Convento dei Servi desumendolo dall'antichità della sua costruzione. Nell’ archivio dei Servi trovasi la seguente storiella.

1245 1 Novembre. Memoria della donazione fatta da Tadeo Pepoli vicario del Papa in Bologna alli PP. Serviti della Chiesa, e piazzetta con convento annesso detto S. Petronio qual Chiesa era in quel tempo a capo all’orto verso la strada detta S. Petronio vecchio.

In seguito si dice.

1261. Memoria del possesso preso in quest’anno dai PP. della Chiesa di Petronio vecchio otferta loro dal Senato nel 1260. Il titolo di Vecchio fu dato alla strada nel 1398, non alla Chiesa, che da qui fu tolta quando i Serviti fabbricarono quella in strada Maggiore. Sopra il portico dove coincide il predetto portone evvi l’ appartamento, che abitò il celebre dottor medico Iacopo Bartolomeo Beccari nato li 25 luglio 1682 e morto li 19 gennaio 1776.

Si passa la via dei Bagarotti.

NN. 557 al 567. Case con portico che in parte erano degli Ercolani e in parte di vari proprietari che le vendettero agli Ercolani. Il principe Astorre di Filippo Ercolani ottenne di chiudere i portici e fabbricò la facciata uniforme nel 1820.

Nell’ angolo dei Bagarotti dalla parte di S. Cristina vi era il forno detto dei Bagarotti.

Guglielmo Zuccalla oriondo di Navarra, venuto da Cravegna a Bologna era conosciuto per Guglielmino. Esercitò qui il suo mestiere di fornaro, e i suoi discendenti si dissero non più Zuccalla ma Guglielmini. Il famoso dottor Domenico professore d’ idrostatica illustrò la sua famiglia, che finì in Anna del dottor Giuseppe Guglielmini e moglie del avvocato Luigi Nicoli di S. Giovanni in Persiceto.

Fra le case comprese in questo fabbricato vi era la casa dei Cingari famiglia che dicesi orionda dal Monferrato , e che trasportata in Bologna si divise in due rami, quello di Cartolaria vecchia fu erede dal Gambaro, e finì concentrando il suo asse in quello di S.Petronio vecchio il quale ha dato due celebri medici e due vescovi Giacomo di Alfonso vescovo di Gubbio nato 30 novembre 1709 morto li 2 giugno 1768, e Alfonso Iuniore del dottore Giovanni Battista morto vescovo di Cagli li 15 giugno 1817 d’ anni 69 mesi 7 giorni 27.

Dove fu il N. 567, vi era sotto il portico una B. V. dipinta nel muro venerata sotto il titolo delle Benedizioni, di dove fu levata li 6 ottobre 1736, e collocata li 22 maggio 1740 (orig. 1720, corretto con il ? dal Breventani) in un piccolo oratorio formato in una camera di questa casa del Senatore Taddeo Bolognini come consta da scrittura privata riconosciuta a rogito di Giacinto Onofri Fiori del 12 luglio 1741. Una Congregazione di devoti celebravano la sua festa, e contribuiva al mantenimento di quest’ oratorio, che pare fosse stato ampliato e vi si celebrasse per la prima volta la messa li 26 agosto 1762. La società dei Devoti fu soppressa nel 1798, e chiuso l’oratorio li 10 agosto 1808 essendosi anche murata la porta sulla strada nel dicembre susseguente. Nel 1819 fu riaperta la piccola chiesa, poscia in causa della prolungazione della fabbrica Ercolani fattasi nel 1820 oltre detta capelletta si trasportò l’immagine nella chiesa già parrocchiale di S. Donato dove si continua a venerarsi da quella congregazione, che ebbe qui la sua origine.

NN. 572 573 574. Case degli Angelelli, dove corrisponde la cavallarizza che servì anche di teatro per opere in musica e commedie in quello rappresentate nei primi anni del passato secolo XVIII.

Aggiunte.

1750 30 Aprile. Casa dei Cingari sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio Confinava Gaetano Biancani Galeazzo Manzi, gli Ercolani, e i Laurenti. Valutata lire 6626. 10.

1580 19 Agosto. Casa di Laura Botti venduta a Lorenzo di Carlo Antonio Costi o Costei sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio. Confinava la detta strada a settentrione, i Dioli a mattina, i Verardini a mezzodì e a sera. Pagava soldi 11 di canone a S. Stefano. Rogito Angelo Michele del fu Lodovico Barberi. Dovrebbe essere la casa prima del portico.

1531 13 Novembre. Locazione enfiteotica di S. Stefano a Innocenzo di Camillo Cristiani di due case contigue con orto, portico sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio. Confinava la detta strada a mezzodì, i beni dei PP. dei Servi da due lati, i Prendiparte, gli eredi di Melchiorre Panzacchia e di Giovanni Muratori, che pagavano soldi 28. Rogito Angelo Michele di Lodovico Barberi.