Canaletta Ghisiliera

La Canaletta Ghisiliera è un corso d'acqua artificiale derivato dal Canale di Reno immediatamente a ponente del numero civico 27/3 di via Sabotino, circa 100 metri a ponente del Ponte degli Stecchi, con cui il torrente Ravone scavalca lo stesso Canale di Reno, e, dopo un percorso di 10 chilometri, sfocia nel fiume Reno, tra le località Trebbo di Reno e Torre Verde.

La canaletta percorre scoperta i primi 150 metri dopo la derivazione dal Canale di Reno, per entrare successivamente in uno scatolare, che percorre per circa 500 metri, durante i quali passa sotto a via Aurelio Saffi. Passa sotto alcuni edifici sul lato occidentale di via del Chiù, per tornare scoperta dopo l'edificio al numero civico 87/3 di via del Chiù. In questo edificio era un molino, azionato dalle acque della canaletta, noto nel XIX secolo come piletta e successivamente come molino Vancini, rimasto attivo con questo nome fino al 1987. Successivamente scorre parallela al torrente Ravone e alla via del Chiù fino a via Prati di Caprara, oltrepassato la quale, nuovamente coperta, alimentava un molino esistente dalla fine del XV secolo, noto prima come molino Ghisilieri, poi come molino di Ravone, infine come molino Lazzari, rimasto attivo fino al 1990. Passato il molino di Ravone, la canaletta Ghisiliera, sempre coperta, passa sotto al torrente Ravone e, successivamente alla ferrovia. Dove via del Lazzaretto incontra via della Volta, la canaletta torna allo scoperto (qui era, fino a pochi anni fa, un lavatoio coperto da una tettoia) e prosegue seguendo via della Volta verso nord. Dopo circa 250 metri passa sotto ad un ponticello in via della Volta e prosegue in mezzo ai campi verso nord, riceve a destra la canaletta delle Lame, nei pressi di una casa nota nel XIX secolo coma casa Ponticella, passa sotto a via di Bertalia e successivamente sotto a via Francesco Zanardi fino a raggiungere l'edificio al numero civico 44 di via della Selva Pescarola, edificio che fu l'antico molino di Pescarola, fatto costruire da Giovanni II Bentivoglio nel 1500, alimentato dal 1523 dalla canaletta stessa. Qui, in passato, la canaletta veniva chiamata anche canaletta Pescarola. La canaletta prosegue verso nord, passa a levante di Villa Clara (già palazzo Malvasia), via Francesco Zanardi 449, e, lasciato a sinistra Trebbo di Reno, prima di sfociare nel Reno, alimentava il molino Borgognino o di San Guglielmo, costruito dopo il 1531.

Nel 1444 tal Michele Picciolpassi ottenne la concessione di derivare acque dalla sponda sinistra del canale di Reno, con derivazione da effettuarsi presso il molino della Canonica. Il Picciolpassi però rinunciò a tale concessione cedendola nel 1472 a Francesco di Bonaparte Ghisilieri, che l'anno prima aveva ottenuto il permesso di erigere a proprie spese un molino da alimentare con le acque del torrente Ravone o del rio Meloncello.

Francesco Ghisilieri pensò di utilizzare le acque della canaletta, di cui aveva appena ottenuto la concessione di uso, per azionare il proprio molino, ma aveva la necessità di spostare il foro di derivazione più a valle per essere meglio funzionale a questa necessità. Il privilegio di traslocare la derivazione, nel punto dove ora si trova, fu concesso dal cardinale Francesco Gonzaga nel 1473 e quello dell'erezione del molino fu sanzionata dal papa Sisto IV con bolla del 1 marzo 1483. Il molino, che all'inizio del XVI secolo era già in piena attività, è il molino Ghisilieri o di Ravone, poi Lazzari presso via Prati di Caprare.

Nel 1506 Virgilio Ghisilieri, figlio ed erede di Francesco, nell'ambito di una vendita di terreni ad Antonio Maria Caprara, cedette a quest'ultimo l'uso di parte delle acque della canaletta. Nel 1508 Virgilio Ghisilieri ottenne il permesso di prelevare maggiore acqua dal Canale di Reno, per fare fronte alle aumentate necessità, allargando il foro esistente ed aprendone un secondo.

Nel 1509 Virgilio Ghisilieri cedette all'Unicersità delle Moline sia il molino di Ravone, sia la canaletta.