Famiglia Barbazza

Famiglia stabilitasi in Bologna da Andrea dottor in leggi, siciliano, nel 1471. Ebbero l'eredità Manzoli, e porzione della Scappi, cappella e sepoltura in S. Petronio ed in S. Domenico, palazzo a Marzabotto. E qui giovi il sapersi che questo palazzo è oggi proprietà del sig. cav. Giuseppe Aria, che con lodevole intendimento, senza risparmio di spese va facendo escavazioni nelle adiacenti terre che gli procurano preziosissime ed importanti scoperte, a riprova di che diamo qui un sunto di un rapporto che il chiarissimo sig. conte Gozzadini, presidente di questa nostra Deputazione di Storia Patria, riferiva, con quel sapere che tanto lo distingue, in una delle ultime tornate che ebbe luogo in quell'egregio consesso. Questo palazzo e sue adiacenze subirono per fatto del suo odierno proprietario una prodigiosa metamorfosi, per cui nella nuova Guida sarà mestieri indicare allo straniero che quivi sonvi tesori antichi e prodigiosi degni della loro ammirazione.

Scavi archeologici presso la villa Aria di Marzabotto

Ebbero pure i Barbazza possidenze al Lino, a Roncorio, a Mezzolara, Bagnarola, Co di Fiume, Recardine, e Sant'Egidio. Erano pure proprietari di un quarto del palazzo Manzoli in Strada S. Donato, che fu poi dei Malvasia, di beni al Borgo, allo Spirito Santo, a Villa Fontana, ed in S. Chierlo.

Andrea del conte Bartolomeo del conte Guido Antonio, nato li 7 novembre 1597, fu senator I in luogo del conte Filippo Aldrovandi, e marito di Bianca Bentivogli, poi di Silvia Boccadiferro. Fu cavaliere di S. Michele e tesoriere del Papa. Morì li 7 agosto 1650.

Nel 1622 fu ucciso il marchese Fabio Pepoli dal conte Guidantonio Barbazza, perchè vagheggiava Bianca Bentivogli moglie di Andrea. Bianca morì poco dopo consunta da lunga e dolorosa malattia che credesi gli fosse cagionata dal veleno. La Boccadiferro morì li 7 agosto 1656. La Bentivogli ebbe L. 50000 in dote, ed era figlia della Capello.

Andrea di Guidantonio, nato il primo luglio 1704, fu senator V, e marito di Maria Francesca Zambeccari. Morì li 4 aprile 1773, in domenica, ad ore 12, d' idropisia di petto, d'anni 69, e fu sepolto in S. Domenico. La Zambeccari ebbe L. 60000 in dote, e fu sposata li 20 aprile 1735. Li 7 gennaio 1752 andò in possesso dei beni Manzoli dopo la morte del senator Francesco Manzoli.

Ferdinando del conte Andrea e di Bianca Bentivogli, cavaliere di S. Iago, fu tesoriere del Papa per diversi anni, e senator II, marito di Settimia Mardoni patrizia Reggiana, morta li 5 febbraio 1605, e sepolta nel Corpus Domini, Fu fatto marchese, morì li 21 dicembre 1678, e fu sepolto negli Scalzi. Vinse in parecchi tornei a Bologna, Roma, e Firenze. Fu uno dei più gentili e valorosi cavalieri de' suoi tempi. Il Legato Caraffa non volle che entrasse Gonfaloniere. La Mardoni gli portò L. 36000 in dote.

Marchese Filippo Maria del conte Andrea, figlio della Boccaferri, sposò Maria Lucrezia Campeggi che morì li 29 agosto 1669 che fu sepolta nel Corpus Domini, poi Alessandra Scappi che morì il primo dicembre 1735, e sepolta nella Madonna di Galliera. Fu senator terzo in luogo del fratello nel 1680. Fu ucciso presso la chiesa del Buon Gesù da un'archibugiata li 11 settembre 1700, nel qual anno aveva avuto un alterco col senator Giuseppe Marco Foscarari. Rimasta vedova la seconda moglie, andò ad abitare nel palazzo Scappi, ed instituì erede il marchese Andrea Barbazza suo nipote ex filio.

Guidantonio del marchese Filippo Maria sanator IV, fu marito di Teresa Maria Cattarina Segni. Prese possesso del senatorato li 29 dicembre 1700. Il primo novembre 1702, uscendo dal Gonfalonierato, diede un sontuoso pranzo e fece un magnifico dono alla Segni sua promessa sposa. Morì li 21 settembre 1734, d'anni 61, e fu sepolto in S. Domenico. La sposa ebbe in dote L. 55000 in contanti.

Guidantonio del marchese Andrea senator VI sposò Claudia del marchese Muzio Spada nel 1772, la quale morì li 4 aprile 1774 dopo otto giorni di parto. Passò in seconde nozze colla contessa Laura Aldrovandi li 27 settembre 1781, e si portarono subito a Marzabotto. La Spada gli aveva portato in dote L. 60000.