Codigelli

Dovevan esser gente di conto sul principio del secolo XIII, poichè oltre un Uberto giudice nel 1209 si trovano tre Codigelli che dal 1214 al 1218 erano del consiglio generale: cioè Arimondo di Ramberto, che intervenne alla conferma della lega de' Bolognesi e de' Reggiani; un Gualandino, che giurò i patti stabiliti co' Fiorentini e la pace co' Riminesi, e un Codigello che concorse a dar precetti ai comuni di Forlì e di Faenza intorno alla tregua (1). Lo stesso Arimondo con i fratelli Gerardo e Bonaccursio possedeva dieci servi, e quattro ne possedeva Bilinasia moglie di Aimerico Codigelli.

Galvano, ministrale della compagnia de' Lombardi nel 1291, è l' ultimo de' Codigelli menzionato nelle nostre cronache (2) e non risulta ch' essi parteggiassero.

Un documento del 1295 ci fa conoscere che l' anzidetto Gerardo del già Lambertino Codigelli, allora morto, era stato comproprietario con i Zovenzoni d' una torre in via Castiglione (3), ch' è tuttavia sussistente nel palazzo Sampieri. E un altro documento del 1299 ci mostra che tale comproprietà era passata nel fratello Bonaccursio, anch' esso già ricordato, il quale vendette la sua parte di torre e di case per 165 lire a Giovanni Pepoli altro comproprietario (4).

(1) Savioli, Ann. v. 3, pag. 306, 362; v. 4, pag. 353, 366, 389.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 295.

(3) Docum. n. 207.

(4) Docum. n. 220.