La via della Corte dei Galluzzi comincia da un voltone che corrisponde al Pavaglione, e termina in Strada S. Mamolo mediante due uscite, l'una dov' è la macellaria detta dei Celestini, e l' altra accanto alla già compagnia dei Fiorentini.
La sua lunghezza è di pertiche 22, 06, e la sua superficie di pertiche 51, 34, 4.
Il suo nome deriva dalle case e torre dei Galluzzi che confinavano colla piazzetta ove già vi fu un guasto detto dei Galluzzi.
Li 19 aprile 1577 si ordinò che la fiera del bozzolo non si dovesse più tenere nella corte dei Galluzzi.
Corte dei Galluzzi a destra entrandovi per il Pavaglione.
N.1105. Stabile della fabbrica di S. Petronio, che li 18 settembre 1526, a rogito Cesare Rossi, fu locato ad Alfonso Lombardi del fu Nicolò da Luca, ai suoi figli e discendenti fino alla terza generazione. Si descrive per una casa ad uso di Tagliapietre, sotto la parrocchia di Sant' Andrea degli Ansaldi. L' affitto fu stabilito in L. 30, 5, un paio di capponi vivi a Natale, e un capretto, ossia agnello, a Pasqua di Rissurezione, obbligando il conduttore a spendere, per miglioramenti in detta casa, almeno L. 300 nel termine di anni dieci, e col patto che se si riconoscesse necessaria detta casa pel compimento della chiesa, il conduttore dovesse cedere, assieme ai miglioramenti, la casa stessa a comodo della fabbrica, e nel caso che i fabbricieri volessero servirsene per farvi la loro residenza, o per loro uso, allora solamente gli officiali di S. Petronio dovranno permettere che siano separati i miglioramenti, o pagarne l'importo secondo la stima da farsi.
Alfonso morì intestato e senza figli. Li 11 dicembre 1537 Sigismondo Lombardi suo erede abitava nella suddetta casa, che confinava con altri beni di detta fabbrica di dietro, ossia a settentrione, la via pubblica a mattina, e altri beni della fabbrica, affittati ad Antonio Dolfi, a sera, e di sopra.
Un altro istrumento dice che confina con altri beni della fabbrica a settentrione, colla via pubblica a mezzodì, e con Antonio Dolfi a sera e a mattina.
Alla morte di Alfonso la fabbrica era creditrice di scudi 20 per pigioni arretratte, e che furono scontati per una statua di S. Procolo.
1564, 16 dicembre. Locazione enfiteutica dei fabbricieri di S. Petronio a Plinio e Andrea, fratelli Tomaselli, di una casa con due botteghe fra la corte dei Galluzzi, e la piazza del Pavaglione, sotto i Celestini, per l'annuo canone di L. 105, un paio di capponi, e un capretto. Si dichiara che termina il contratto se si continua la chiesa. Rogito Dionisio Rossi.
N. 1106. Porta del voltone che mette alla chiesa di S. Petronio dalla parte della sagrestia.
N. 1107. Casa d' abitazione del maestro di capella della basilica di S. Petronio (1), nella quale al secondo piano evvi una vasta sala per farvi le prove di musica, e per collocarvi il copioso e ricco archivio musicale di detta basilica. Quivi abitarono gli illustri maestri che hanno coperto il suddetto impiego.
Si passa la corte dei Galluzzi.
Corte dei Galluzzi a sinistra entrandovi per il Pavaglione.
N. 1119. Nel Cortile di S. Petronio, detto anche della fiera del folicello, vi è questo numero che corrisponde al grande ambiente con ingresso nel Pavaglione, dove risiedeva il governatore, e si tenevano le stadere in tempo della suddetta fiera. Questo ambiente che appartiene alla fabbrica di S. Petronio fu ridotto a bella forma nel 1828.
Nella corte dei Galluzzi, fra i NN. 1115 e 1114, si vedono gli avanzi della torre dei Galluzzi, che poi fu dei Seccadenari, indi dei Dolfi, poscia dei Ratta. (Vedi Strada S. Mamolo NN. 37 e 38).
Da questa parte vi fu la casa ricordata fra gli stabili urbani dell' eredità di Nicolò Sanuti, la quale si dice essere sotto i Celestini dalla parte posteriore della chiesa d S. Petronio. Confina a sera con Alberto Castelli, di sopra la torre dei Galluzzi, e di sotto la via pubblica.
Le case di Maghinardo e di Alberto Galluzzi, poste nel cortile dei Galluzzi, furon distrutte per aver essi ucciso il giudice Usbergo.
(1) Da documenti raccolti dall' egregio nostro concittadino maestro Gaspari togliamo queste notizie che meritano qui essere ricordate nella identica loro versione.
"31 marzo 1668. A spese diverse L. 151 di quattrini spesi per occasione dell'Accademia Psiche fatta dal maestro di capella per la prima nella sala nova della musica, in haverla fatta stampare, portar banche, ricognitione a musici forestieri, et in un regallo fatto d'ordine al sig. Gioseffo Donati soprano di una medaglia d' oro di valore di L. 95 et altre spese".
La nuova sala per la musica di cui qui è descrìtta l'inaugurazione, sembra esser la medesima che oggi fa parte dell'abitazione del maestro di capella ed è ancor verosimile che sia la camera costrutta qualche anno prima per uso dei pittori e ad essi affittata, abbellita però siccome portava questo cambiamento della sua destinazione.
"31 decembre 1669. A spese diverse L. 35 pagate a mastro Paganucci falegname, per l'armone grande alto piedi 6 e largo 6 tutto radoppiato e traforato per l'impresa della musica, con quattro angioli o puttini sopra et le cascate che tengono l'armi delli signori Presidente e Fabbricieri, tutte doppie e traforate, poste nella sala della musica".
Nell'epoca qui sopra enunciata era maestro di capella e fruiva l'uso dell' abitazione il maestro D. Maurizio Cazzati di Guastalla che nonostante la protezione accordatagli dai nobili, fu dai fabbricieri licenziato, come consta dalla cronaca di dal Re, e ciò per averlo riconosciuto di pochissimo conto e niun valore musicale.
I maestri che presiedettero alla capella di S. Petronio, e che meritano onorevole menzione, sono:
Dal 1512 al 1540. Giovanni Spataro che scrisse varie opere, delle quali il nostro summentovato maestro Gaspari ha parlato negli atti e momorie di questa Regia Deputazione di Storia Patria.
1674 — 1695. Gian Paolo Colonna.
1583 — 1597. Andrea Rota.
1696 — 1756. Giacomo Antonio Perti.
1774 — 1817. Gian Calisto Cavazzoni Zanotti.
1604 — 1628. D. Girolamo Giacobbi.
1817 — 1825. Mattei frate Stanislao maestro del gran Rossini.
1825 — 1838. Pilotti Giuseppe.
1857. Finalmente in oggi il nostro concittadino maestro Gaspari onoratissimo dalle prime e più riputate accademie Europee, al quale dobbiamo essere ben grati e riconoscenti non solo per la solerte ed instancabile cura con cui presiede alla biblioteca del nostro Liceo Comunale, ma per i preziosi documenti che la sua munificenza volle farne donata.