Ugo Bassi (Via)

Via Ugo Bassi.

Dalla confluenza di via dell'Indipendenza e piazza del Nettuno alla confluenza di via Guglielmo Marconi e piazza Malpighi.

Quartiere Saragozza (numeri pari) Porto (numeri dispari).

Prima documentazione dell'odonimo: 1869 (delib. cons. 20 gennaio).

Via Ugo Bassi è il risultato dell'unione (proposta nella tornata consiliare del 25 marzo 1868 ed approvata il 20 gennaio 1869) di tre tratti distinti a cui corrisposero in passato odonimi distinti:

Il primo tratto da via dell'Indipendenza / piazza del Nettuno all'incrocio con via Oleari / via Giacomo Venezian era noto come Volte dei Pollaroli;

il secondo tratto, da via Oleari / via Giacomo Venezian all'incrocio con via Cesare Battisti / via Nazario Sauro era Via dei Vetturini;

il terzo tratto, dall'incrocio con via Cesare Battisti / via Nazario Sauro alla confluenza di via Guglielmo Marconi e piazza Malpighi era considerato parte di Strada San Felice (vedi Via San Felice).

Volte dei Pollaroli.

Questa via veniva chiamata così fin dall'inizio del XVII secolo (Banchieri e Aretusi).

Il Banchieri precisò anche che vicino alla Fontana Vecchia (la fontana del Laureti), sul fianco del Palazzo Comunale, si usava il nome di Piazza Purcina, mentre l'Aretusi la ricordò anche come via Imperiale.

Il Salaroli, oltre a Volte dei Pollaroli, aggiunse un ulteriore odonimo: Piazza degli Ortolani.

Altro nome per questa via fu Via della Dogana Nuova, ricordato dal Guidicini.

L'odonimo più antico è Via Imperiale, anche se non ricordato dallo Zanti. Il Fanti (I,164) evidenzia come Via Imperiale era già usato alla fine del XV secolo quando questa via fu aperta nel 1496 (Diario Bolognese di Gaspare Nadi).

Ciò smentisce il Guidicini, che affermò che Via Imperiale fu decretato nel 1531 dal Senato Bolognese in seguito all'incoronazione avvenuta nel 1530 di Carlo V imperatore, che avrebbe prediletto questo tratto di strada per le sue passeggiate.

Un rogito di Alessandro da Stiatico del 3 ottobre 1525 tratta di una casa posta nella Cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano, in una strada vocata via Nuova alias la via Imperiale.

"via Nuova alias via Imperiale"

Prime righe del rogito del 2 ottobre 1525.

Firma del notaio Alessandro da Stiatico.

Va tenuto presente che fino alla fine del XV secolo, il secondo tratto (Via dei Vetturini) non esisteva (vi erano case ed orti) e ne venne decisa l'apertura solo nel 1491.

Il Guidicini affermò che lo stradello che correva lungo il muro del Palazzo Comunale era molto stretto: in alcuni punti non più largo di 6 piedi bolognesi (circa 2 metri e 30 centimetri). La nuova via che si ottenne mediante sventramenti era molto più larga dello stradello che c'era in precedenza, e forse i nuovi importanti spazi motivarono l'odonimo Via Imperiale.

Tutti gli altri nomi sono facilmente spiegabili, legati per lo più ad attività mercantili (Volte dei Pollaroli, Piazza degli Ortolani, Piazza Purcina). Via della Dogana Nuova vede la sua ragione dall'edificio della Gabella (o Dogana), costruito nel XVI secolo sul lato porticato di questa via.

Via dei Vetturini.

Tra i nostri autori, troviamo l'odonimo Vetturini per la prima volta nella pianta del Mitelli (1692), ma, come il Fanti fece notare (I,165), in realtà l'odonimo è soprendentemente più antico: negli statuti del 1288 si trova che si pubblicavano i bandi nel trivio contrate ubi locantur equi ad victuram, intendendo per questo trivio il punto in cui Via Nazario Sauro e Via Cesare Battisti incrociano via Ugo Bassi, noto anche come la Volta dei Barberi, di cui si parlerà tra poco.

Negli estimi del 1296/97 questa era la Strata de Portasteri, odonimo importante perché fa riferimento alla Porta Stiera, che esisteva nella cerchia delle Quattro Croci.

Per lo Zanti questa era la Via Nova di San Felice, Nova perché aperta di recente, e di San Felice perché permetteva il passaggio dalla Volta dei Pollaroli a via San Felice.

Così anche il Banchieri (Via Nova d' San Flis) aggiungendo che la parte nei pressi del Torrone è al Crusar di Nulzin di non chiara interpretazione.

Via Nuova dalla Volta de' Barbari è il nome che compare nel libretto dell'Alidosi, ripetuto pressochè esattamente dall'Aretusi nella sua pianta: Via Nuova della Volta dei Barberi.

Via Nuova dei Vetturini è invece il nome che compare nella pianta del Mitelli.

L'ultimo ad usare l'odonimo Via Nuova fu il Salaroli. Da allora in poi, fino alla nuova intitolazione ad Ugo Bassi (vedi il Fanti, I,165) questo tratto fu chiamato semplicemente Vetturini o Via dei Vetturini.

Strada San Felice.

Il terzo tratto, come si è già detto, fu considerato parte di via San Felice fino alla unificazione dei tre tratti sotto il nome di via Ugo Bassi.

Lo Zanti affermò la via che va dalla porta alla Volta dei Barberi era San Felice, così come il Banchieri scrisse San Flis per questa via.

La denominazione urbanistica generica Strada entrò in uso più tardi (Mitelli).

Va detto che anticamente erano Strate le vie che si irradiavano da Piazza di Porta Ravegnana: Via Zamboni (Strada San Donato), Via San Vitale (Strada San Vitale), Strada Maggiore, Via Santo Stefano (Strada Stefano) e Via Castiglione (Strada Castiglione). Tutte le altre vie venivano descritte senza denominazioni urbanistiche generiche: San Felice, Lame, Saragozza etc.

Abbiamo più volte accennato alla Volta dei Barberi.

Per comprendere bene, dobbiamo immaginare la città prima del 1496, quando la Via dei Vetturini non esisteva ancora. Il traffico da Strada Maggiore a via San Felice seguiva via Rizzoli (già Mercato di Mezzo), il primo tratto di via dell'Indipendenza (Canton de' Fiori) per entrare in via Monte Grappa (Pietrafitta e Battisasso) infine per raccordarsi con via Ugo Bassi (nel tratto allora compreso sotto San Felice). Quest'ultimo raccordo era la Volta dei Barberi, così chiamato perché i palii,corsi per via San Felice con cavalli detti barberi dovevano percorrere questa curva (o volta) che probabilmente rappresentava uno dei punti più spettacolari.

Infine ricordiamo che su lato destro di via Ugo Bassi, pochi metri dopo l'angolo con via dell'Indipendenza (Canton de' Fiori) c'era il vicoletto di Santa Barbara, ora scomparso, che sfociava nella piazzetta omonima per poi curvare a levante e sfociare in via dell'Indipendenza (Canton de' Fiori).

Questo vicolo è descritto nella scheda di Via dell'Indipendenza.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297)

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.