Orefici (Via degli)

Via degli Orefici.

Da piazza Re Enzo a via Caprarie.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1404 (orevesaria).

Il gran numero di botteghe degli orefici che popolarono questa via (e che in parte popolano tuttora) è la evidente origine dell'odonimo via degli Orefici.

Strada degli Orefici per lo Zanti, Ureveserie per il Banchieri, Ruga degli Orefici per l'Aretusi e l'Alidosi, poi più semplicemente Orefici o via degli Orefici, Oreficerie (Alidosi e Salaroli) sono gli odonimi usati per questa via dai vari autori.

Un documento citato dal Fanti (II, 572) ci dà la datazione più antica, per quanto a nostra conoscenza: è un rogito del 25 aprile 1404 in cui si nomina una strada detta orevesaria (oreficeria).

La via degli Orefici nel '400 doveva essere angusta e contorta perché il Guidicini segnalò (IV, 9) che nel 1487 si atterrarono varie case, e molti sporti per addrizzare la Via delle Orificerie.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.