Nosadella, dal III volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via della Nosadella ha il suo principio a capo della Seliciata di S. Francesco dalla parte di S. Isaia, e termina in Saragozza in faccia al palazzo Albergati.

È lunga pertiche 94 e di superficie pertiche 138. 87. 6.

Nulla si trova di positivo sull'etimologia del nome, e si omette di annunziare le cose dette da alcuni scrittori perchè prive di verità.

Solo del 1289 si sa che nel Borgo della Nosadella davanti la casa di Messer Giovanni da Ozzano si pubblicavano i Bandi. Nel 1332 si trova che in questa contrada vi era la casa degli eredi di Signe di Tibertino da Budrio posta sotto la parrocchia di S. Barbaziano, e cioè di qua dalle strade della Neve, e della casa Selvatica dalla parte della Seliciata di S. Francesco secondo un rogito di Giacomo di Giuliano da Vero dei 14 ottobre 1332.

Vi aveva parimenti casa Giovanni degli Ambrosi beccaro, fattagli rovinare nel 1450 da Galeazzo Marescotti suo parente.

Il pittore Giovanni Francesco Bezzi si disse il Nosadella perchè aveva casa propria in questa contrada.

Nosadella a destra entrandovi per strada S. Isaia.

N.667. Casa rimpetto a Fregatette che faceva parte di quella de' Montalbani in strada S. Isaia N. 409, poi di Francesco Ghirardelli, ora Scarselli.

N.665. Ospizio per alloggiare preti pellegrini, nutrirli per una sol notte, ed ospitale per mantenere poveri sacerdoti nazionali in quel numero cui potesse sopperire le rendite dell' instituto.

L'Arcivescovo Card. Paleotti fu il primo ad ideare e a mettere in pratica il lodevole uso di raccogliere collegialmente li poveri preti imperfetti, ed inabili a celebrare. — Vedi via Malcontenti — ma pare che questa beneficenza non fosse di lunga durata, lo che mosse la pietà di Pompeo del fu Bernardo Vitali a stabilire quest'ospizio col suo testamento 21 luglio 1622 rogito Francesco Benne e precisamente nella Casa qui vendutagli li 30 maggio 1618 da Lucio del fu Domenico Simoni che è detto trovarsi sotto S. Barbaziano nella Nosadella rimpetto la chiesa dei Poveri, la quale confinava a oriente colla via della Nosadella, a mezzodì con Costanza Guidicini erede d' Antonio Guidicini, a settentrione con Bartolomeo Montalbano alias Alicorno, con Paolo Campioni, ora con Antonio Dogi di lui successore, e ad occidente l'orto dei PP. di S. Francesco e li beni di Giovanni Matteo Magnani come da rogito di Domenico Nanni.

Dicesi che ebbe il suo principio nel 1633, ed è certo che abbiamo le sue regole e statuti approvati li 4 settembre 1641 come da rogito di Alberto Rabbio. S' ignora l' anno in cui fu aperta la capella dedicata, ai Ss. Vitale e Pompeo protettori di questo Instituto per ricordare il nome, e cognome del fondatore.

Sette individui della Compagnia della Regina dei Cieli, detta dei Poveri col titolo di sette fondatori perpetui presiedevano al buon governo dell'ospizio.

Questa pia Istituzione fu per decreto dell'Opera di Carità unita a quella dei vecchi settuagennari di S. Giuseppe e l'annessa chiesa fu chiusa li 16 agosto 1808.

N.662. Chiesa e Convento delle Suore Penitenti dette di S. M. Egiziaca.

Pazienza Renati famosa cortigiana , con altre nove penitenti si rinchiuse li 9 maggio 1689 in una casa rimpetto le monache degli Angeli affittatagli da Anna Maria Comes, ove sotto la protezione di S. Maria Egiziaca, e col nome di buon ritiro vivevasi mercè il lavoro e l' elemosina.

Li 2 maggio 1692 si trovano nominate per suore di S. Maria Egiziaca da un rogito di Domenico Maria Boari, col quale esse comprono dal dottor Giovanni Andrea Volpari una casa sotto la parrocchia di S. Barbaziano nella Nosadella per lire 5000, che confinava con Rodolfo Floriano Bonfiglioli col dottor Antonio Viola e coll' orto di S. Francesco.

Nel 1702. Francesco Masini donò a queste penitenti una sua casa e nel 1705 una terza fu pagata lire 3000 a modo che nel 1715 avevano di fronte sulla Nosadella piedi 47. Nella predetta casa Giovanni Angelo Belloni fece a proprie spese la prima chiesa di queste penitenti, che fu aperta nel 1706. Nel predetto anno lo stesso Belloni comprò una casa contigua che servi ad ampliare il Convento, la quale deve esser stata quella in confine dell' ospizio dei poveri preti già della Guidicini, poi Golfarini. Il medesimo Belloni nel 1725 acquistò la casa di Antonio Sanuti contigua alla vecchia chiesina, e cioè verso mezzogiorno, sulla quale a sue spese edificò la nuova chiesa finita li 20 luglio, ed aperta li 22 ottobre 1726; finalmente fece il nuovo portico sulla strada, quale attualmente veggiamo.

Li 12 ottobre 1702 fu approvata la loro regola dal Cardinale Arcivescovo Giacomo Boncompagni.

Li 12 luglio 1810 furono soppresse le Monache di S. Maria Egiziaca, e tutto il locale fu venduto a Francesco Albertazzi come da rogito del dottor Serafino Betti delii 31 ottobre 1810. Nel vasto ambiente della chiesa profanato vi fu costrutto un pubblico teatrino nel 1825 per marionette. Le Suore superstiti, fondarono il convento in Borgo dell'oro, vedi detta Via.

N.656. Memoriale di Ippolito Braschi per squadrare una muraglia in confine della sua casa nella Nosadella, che sbocca nel vicolo della casa selvatica.

Si passa la via Cà Selvatica.

N.655. Casa dei Gargiaria detta la Grande con corte e stalla. Vincenzo Maria, e Carlo Alessandro del fu Vincenzo la vendette per lire 11,000 a Francesco del fu Sebastiano Bonoli li 7 gennaio 1632, era posta sotto S. Catterina nella Nosadella; più vendette una piccola casa nella via Cà Salvatica annessa alla suddetta. Confinava la grande colle Suore degli Angeli, coi PP. S. Benedetto, colla Via Selvatica con uno stradello morto già in parte chiuso detto Baroncella e la suddetta casetta in via Selvatica, la quale confinava la detta casa grande, li detti Padri e la precitata via, rogito Tommaso Maroni.

Li 28 giugno 1632 il detto Bonoli la donò alle suore degli Angeli , rogito Bartolomeo Alberini.

Li 28 febbraio 1633 le suore cedettero le loro ragioni sopra detta casa al donatario Francesco di Sebastiano Bonoli per lire 1000 , rogito Tommaso Maroni.

Dal Bonoli possò ai PP. Paolotti, i quali li 9 agosto 1670 la vendettero agli Arrighi, rogito Alberto Miglioli; indi Francesco di Giovanni Battista Arrighi li 28 novembre 1680 l'alienò alle Suore degli Angeli per lire 8000, rogito Antonio Bertolotti. Si descrive per essere sotto la parrocchia di S. Catterina di Saragozza in confine a levante della Nosadella , a settentrione colla via Cà Selvatica, a ponente e a mezzodì colle compratrici.

N.654. Case dei Gargiaria, che Alessandro di Vincenzo vendette in numero di trè , e tutte contigue alle Suore degli Angeli, due delle quali nella Nosadella, e la terza nella via detta Baroncella per il prezzo di lire 7911, rogito Antonio Malisardi delli 9 ottobre 1603.

NN. 653. 652. 651. Chiesa, Monastero di S. Maria degli Angeli di monache osservanti la regola Agostiniana.

Pio IV con sua Bolla delli 22 marzo 1565 concesse licenza ad Andrea Bonfigli , ad Elena , Doratea , Lavinia, e Sulpizia sorelle e figlie di detto Andrea e ad altre loro consanguinee di erigere un Convento da dirsi di S. Maria degli Angeli sotto la regola di S. Agostino.

Il detto Bonfigli si applicò alla compra di vari stabili nella via della Nosadella per costruirvi il suddetto Convento, come abbasso.

1567 4 Febbraio. Andrea di Pietro Bonfigli comprò dalle Suore di S. Maria Maddalena dette di Val di Pietra fuori porta Saragozza tutte le case, stalla , orto, ed edifici di monastero nella via della Nosadella , e della Baroncella in una delle quali vi era il reffettorio, e dormitorio e tutte cadenti e rovinose, per lire 12000. Rogito Teodosio Botti, Virgilio Bartolini, e Giulio Piacentini.

Dalla descrizione che il predetto rogito fa della detta acquistata località sembra vi fosse un antico monastero, che alcuni han creduto di ravvisare per quello detto di S Maria Maddalena che certe Monache Agostiniane abbandonarono nel 1259 par passare fuori di porta Saragozza. Dicesi che il motivo di tale abbandono fosse lo stato pericoloso della fabbrica in causa della sua antichità. Se era in si meschino stato a quei giorni in quale doveva poi esserlo 308 anni dopo ? fra le case comprese nella predetta compra vi fu quella che le Suore della Maddalena avevano comprata li 2 Gennaio 1528 a rogito di Lodovico Montecalvi e Giovanni Battista Rustigani, per L. 1550, la quale era posta sotto S. Catterina di Saragozza, e confinava di dietro col vicolo della Baronzella.

1567 12 Marzo. Il detto Bonfigli comprò, ed assegnò per la suddetta fondazione, parte di casa delle convertite di S. Tecla degenti fuori porta S.Vi tale pagata L. 400 rogito Annibale Rusticelli e più le qui successivi.

4 Aprile. Porzione di casa di proprietà di Doratea di Giovanni Montecalvi moglie di Giovanni Papa da Cento rogito stesso del prezzo di L. 284. 15.

13 Maggio casa di Annibale di Paolo Salaroli del valore di L 900 rogito suddetto.

25 Ottobre. Tre case con torn. 3 di orto in via Baroncella furono vendute da Battista di Carlo Manzini, e da Francesco d' Antonio Ricci sua moglie, pagate L. 3500 rogito Francesco Barbadori, le quali il Bonfigli cedette alle suore li 23 agosto 1575, rogito Annibale Rusticelli.

Per cessione di ragioni fatta da Pietro di Paolo Cerioli, rogito Marcellino Fabretti L. 109.

18 Novembre. Casetta , e mezza tornatura di terra di Alessandro Arriveri posta in Via Baroncella venduta per L. 491. 16, rogito Cesare Gherardi.

6 Dicembre. Per cessioni di ragioni sopra la casa di Battista, e Carlo Manzini pagate L. 800 a Elisabetta di Giacomo da Loiano vedova di Alessandro Regnani rogito Virgilio Crescimbeni.

1568 5 Aprile. Per cessione come sopra per la casa dei Manzini furono sborsate a Melchiorre Vizzani L. 150, rogito Francesco Barbadori.

14 Aprile. Idem e per la stessa Casa del Manzini altre L. 160 a Bartolomeo Bertucci rogito suddetto.

1569 11 Gennaio Casa di Mellino Sacati nella Nosadella venduta per lire 1300 rogito Virgilio Bartolino.

1569 22 Dicembre. Andrea di Pietro Bonfigli assegnò ad Elena, Doratea, Lavinia, e a Sulpizia sue figlie, ed alle Suore del Monastero di S. Maria degli Angeli una casa, orti, edifizi, e terreni posti fra le vie della Nosadella, e della Baroncella destinati da detto Andrea per il suddetto Monastero rogito Cesare Gherardi.

1575 6 Maggio. Il detto Bonfigli comprò da Melchiorre Brau, da Alfonso, Giulio Cesare, da Lodovico di Opizzo Vizzani, e da Catterina Vallata loro madre, nove case contigue nella Nosadella per lire 6000 rogito Annibale Rusticelli , quali case le cedette alle suore li 5 novembre anno stesso a rogito Rusticelli.

1580 2 Marzo. Margarita di Paolo da Pontremoli erede di Giudittta di Giovanni Accursi alias da Reggio vendette una sua casa con orto di tornature una in via Baroncella per lire 250 rogito Rusticelli.

1587 29 Maggio. (Altri dicono il 30 a ore 22), fu posta la prima pietra fondamentale del monastero di S. Maria degli Angeli nella Nosadella, ai 16 di aprile 1670. La chiesa di S. Maria degli Angeli fu consacrata dal cardinale arcivescovo Paleotti , e li 22 successivo luglio le cinque sorelle Bonfigli si rinchiusero nel monastero.

1593 13 Settembre. Dalle suore degli Angeli, fu presentato al Senato un memoriale per ottenere la chiusura di uno stradello detto Baronzella e per ampliare la fabbrica del loro convento.

Nel 1600 fu replicata la supplica.

1601 25 Febbraio. Il Senato permise la chiusura del vicolo detto Baroncella, o Baronzella che cominciava dove è il portone delle carra del monastero in Via Ca Selvatica, e sboccava nella' strada di Saragozza prossimamente al N. 233. Di questo vicolo denominato Borgo della Baroncella sotto S. Barbaziano si ha memoria del 1287.

Mercè tal concessione le monache degli Angeli poterono dilatare il loro vasto convento fino alla contrada detta Borgo S. Catterina.

1676. In Marzo nel Borgo di S. Catterina furon atterrate tutte le case dalla parte del monastero degli Angeli, e nel susseguente maggio si cominciò a fondare il muro circondario, che fu finito nell' Agosto 1677.

Contemporaneamente, e con permesso riportato li 2 febbraio 1675, fabbricarono le monache il magnifico chiostro lungo piedi 420 , largo piedi 220 , di superficie tornature 6 e tavole 60, contornato da 68 arcate sostenute da colonne binnate, il quale fu interamente demolito dopo il 1810 per ampliare gli orti che vi erano compresi.

La chiesa fu risarcita ed ornata nel 1790. Li 4 febbraio 1799 fu soppresso il monastero, il quale fu destinato per ritiro a quelle claustrali che amassero di vivere in comunione ma senza clausura, pagando però un congruo affitto. Li 8 giugno 1805 furono obbligate a sloggiare per dar posto alle suore cappuccine che vennero ad abitarlo fino al 25 aprile 1810 anno in cui furono anch'esse soppresse. Li 8 maggio 1810 questo vastissimo locale fu comprato da Luigi Innocenti a rogito del dott. Serafino Betti.

N.651 (orig. 650 corretto con il ? dal Breventani). Casa di Giulia del fu Pietro Antonio Paselli moglie del suddetto Andrea Bonfigli assegnata li 18 dicembre 1579 alle suore degli Angeli per comodo del confessore, rogito Annibale Rusticelli.

Il lungo portico uniforme del convento e delle adiacenze di S. M. degli Angeli lungo la Nosadella fu condotto a termine nel 1746.

Nosadella a sinistra entrandovi dalla parte di strada S. Isaia.

Si passa il vicolo Fregatette.

NN. 621 622. Pare che del 1317 fosse quivi eretto un Oratorio.

Nel 1320 fu fondato un ospitale dove è ora la chiesa dei Poveri nella Nosadella, che fu poi trasportato fra strada S. Felice e il Pradello; e perchè nel sito abbandonato rimasero sui muri immagini di santi, alcuni poveri cominciarono a radunarsi e cantarvi orazioni, e nacque così la Compagnia detta dei Poveri. (Libro dei Memoriali). Pare che da prima l'ospitale servisse per soli uomini, e che del 1324 si accettassero anche donne, da rifondersi e mettersi d' accordo con l'ospitale di S. Francesco, o coll'oratorio che era dove è la spezieria di S. Francesco.

Li 21 Dicembre 1447 i canonici di S. Pietro condiscesero all'unione degli ospitali della Nosadella e di S. Felice, e che si erigesse questo nuovo ospitale sopra la seliciata dei frati minori come da rogito di ser Jacopo Grassi.

Si ignora se il progetto abbia avuto esecuzione e solo si sa che nel 1512 sorse l' ospitale detto di S. Francesco a capo delle strade di S. Felice e del Pradello, e che in tal circostanza, all'ospitale della Nosadella e all'annesso Oratorio fu associata poco dopo una unione di sacerdoti suffraganti. Tutto venne in seguito approvato dal Breve di Clemente VIII delli 17 Maggio 1602.

Nel 1329 li confratelli apersero un oratorio nel sito dove fu la spezieria di S. Francesco, per il quale si ricorra alla seliciata di S. Francesco.

Li 24 Dicembre 1512 (orig. 1674 corretto con il ? dal Breventani) fu aperto il nuovo ospitale di S. Francesco, e conviene presumere che solo allora fosse abbandonato quello della Nosadella.

Questi Battuti cantavano laudi nella Chiesa di S. Francesco.

È certo che li 18 dicembre 1485 il Senato concesse ai confratelli dei Poveri della Nosadella di fare il portico davanti la loro chiesa, largo piedi 7 oncie 3, e di allineare il muro della chiesa nello stradello detto il Fossato a modo che lo stradello medesimo restasse di larghezza piedi 11 oncie 2. Il Masini dice però che l'attuale chiesa siasi fabbricata del 1603. Quantunque la compagnia fosse abolita li 26 luglio 1798, la chiesa però è stata sempre officiata senza interruzione.

Si passa il vicolo delle Neve.

NN. 635. 636. Chiesa e convento di suore terziarie di S. Francesco d' Assisi sotto il titolo di S. Elisabetta regina d'Ungheria, le quali non avevano clausura.

Non sarà fuori di proposito il ricordare un rogito di Bongiovanni di Rolandino dei 16 maggio 1285, nel quale vien fatto menzione di certe suore di S. Francesco qualificate per suore Pizzocore, e che probabilmente erano quelle stabilite fuori di strada S. Stefano, poi traslocate nell'Abbadia; ciò sia detto per provare l' antichità del nome di Pizzocore, Pizzochere ecc. , che spesso si trova applicato alle monache.

Queste terziarie vissero per vari anni separatamente, quando li 8 Maggio 1598 cinque di loro si unirono in una casa nel Borgo delle Casse NN. 1338, 1339, 1340, appartenenente all'eredità Capacelli goduta in allora dal conte Silvio Albergati, che generosamente gli fu concessa senza affitto, e fino a che si fossero definitivamente stabilite ed organizzate.

Il primo acquisto fatto da dette suore in questa situazione fu li 22 Dicembre 1631 in cui fu loro venduta una casa nella Nosadella per lire 4200 da Barbara Botti in Agocchia, rogito di Giovanni Brizzi.

Li 6 gennaio 1664 comprarono la vicina casa da Antonio Maria Magnani pagata Lire 1700, rogito Marco Melega.

Li 31 marzo dell' anno stesso acquistarono una casetta valutata lire 900 di spettanza di certa Maria Camilla Giuliani, ed un altra del prezzo di lire 1000 di Lodovico Ferrari, entro le quali collorono un sufficiente reclusorio, dove apersero una piccola chiesa esterna li 8 settembre 1653 edificata, e dotata da Gio. Andrea Toselli.

Susseguentemente li 17 maggio 1679 acquistarono porzione di una casa dalli confinanti eredi di Filolauro Piò posta in Sozzonome, e nella stessa contrada di un'altra di Gio. Battista Ricordi dall' Ara per lire 2000, che furono atterrate per dar comodo d'introdurre le carra nel convento. Finalmente li 23 gennaio 1686 comprarono dal Capitolo di S. Pietro e dall' ospitale dei Mendicanti una casa che il predetto Capitolo aveva già concesso in enfiteusi a Bartolomeo di Pratovecchio li 22 febbraio 1488 rogito Nicolò Beroaldi e ultimamente goduta dal fu Annibale Favari del fu Camillo Pratovecchio, e pagata dalle compratrici L. 2956. 4, rogito Francesco Arrighi, che se ne servirono per fare o ampliare l'orto del loro reclusorio.

Queste suore che si occupavano specialmente della educazione delle fanciulle furon traslocate nel monastero del Corpus Domini li 8 Settembre 1805, ed ivi soppresse li 12 luglio 1810.

Rimasto libero il locale nel 1805 vi fu instituita una casa di educazione per ragazze all' uso francese, che ebbe il nome di Collegio Giuseppino in onore della imperatrice Giuseppina regina d' Italia e moglie dell' Imperatore Napoleone, e che fu poscia traslocata in strada Castiglione nell' Orfanatrofio di San Giuseppe.

Li 8 agosto 1812 a rogito del dott. Serafino Betti tutto questo stabile ed annessi fu comprato da Lucia Locatelli vedova Gnudi.

N. 637. Casa dei Piodi o dal Piò che vengono da un Altobello fabbricante di piò, il di cui nipote ex filio Achille valoroso capitano mori li 10 gennaio 1560.

Si trova noll' inventario legale dell'eredità che il fu Giovanni Piò morì intestato, e senza ascendenti, e discendenti li 19 ottobre 1686 a rogito Giuseppe Maria Uccelli.

Nel 1715 era in parte dei Piò, e in parte degli Arrighi, per compra fatta da Francesco Arrighi li 30 maggio 1705 della parte di mezzo di questa casa pagata lire 3000 al venditore Giuseppe Antonio Piò, rogito Alberto Pilla.

Nella loggia vedevasi uno stemma che rappresentava una cicogna che china la testa sopra un' urna.

N.638. Casa con casetta di dietro che del 1582 era di Pompeo di Gio. Battista Menzani oriondo Modenese, famiglia di dottori e notari che terminò in Teresa e Lavinia di Gio. Francesco, maritata la prima a Giulio Guidalotti , e la seconda a Lotto figlio legittimato di detto Giulio che mori li 6 marzo 1705. Le dette due sorelle ultime Menzani vendettero questo stabile li 28 aprile 1655 a Cristoforo, e fratelli Sandri per lire 15000, ed allora confinava con Filauro Poggi a settentrione, con Filippo Piodi, o con Antonio Certani, rogito Domenico Sandri. Nel 1685 confinava colli Piodi e colli Certani ecc. , e del 1722 cogli Arrighi successori in parte dei Piò. Francesca Ippolita del dottor di medicina Giacomo Sandri di Vedegheto, vedova di Rinaldo di Gio. Michele Gessi del ramo di strada Maggiore, poi moglie in secondi voti di Berlingero Sampieri morta li 28 febbraio 1755 portò questa casa ai Sampieri.

N.643. Casa con portico, che fu degli Aldrovandi dottor di filosofia e me dicina, Pietro Giacomo che fu lettor pubblico della nostra Università verso il 1770. Questi Aldrovandi derivavano da un Paolo di Francesco vivente nel 1650 , dal quale discesero per retta linea Pier Gaetano, Paolo Girolamo , Pier Giacomo e Ulisse tutti dottori di filosofia e medicina. Ulisse mori in giovanile età li 30 aprile 1790, ed a lui poco sopravisse Pier Giacomo di lui padre ultimo della sua famiglia.

Aggiunte

1587 28 Aprile. Agostino del fu Fabrizio Locatelli comprò da Giuseppe Ca vazzoni una casa nella Nosadella in confine di Gio. Zagni falegname, di Bartolomeo Bonetti, e di dietro coll' orto di S. Francesco , rogito Tommaso Passarotti.

1372 12 Aprile. Pier Nicola di Antonio di Marco Albergati comprò da Andrea di Graziolo Broccardi una casa nella Nosadella.

1380 31 Agosto. Il detto Pier Nicola Albergati compra da Giacomo Monzani una casa nella Nosadella sotto S. Catterina, rogito Filippo Livaldi.

Questo Pier Nicola fu figlio di Antonio di Michele vivente nel 1448 dottore di legge, marito di Lippa del famoso medico Bertuccio; poi uno dei primi gonfalonieri del popolo o tribuni della plebe creati nel 1374 uno dei sedici ristauratori del 1389 e padre del beato Nicolò cardinale, eletto vescovo di Bologna li 15 marzo 1417, rogito Rolando Castellani. Errò il canonico Zanotti nella vita del beato Nicolò quando disse che era figlio di una figlia di Bartolomeo Chiozzetti. Pier Nicola ebbe Jacopo in Lucia Caccianemici, e Jacopa in Gio. Pini. Questo ramo Albergati si estinse nel secolo XV.

1332 14 Ottobre. Gli eredi di Signore di Tibertino da Budrio avevano casa nella Nosadella sotto S. Barbaziano, rogito Giacomo di Giuliano da Vero.

1552 34 Settembre. Fu concesso a Giovanni Antonio Zanesi del suolo per dirizzar il portico della sua casa nella Nosadella lungo piedi 40.