64 - Varie notizie per ordine alfabetico ma non di data, che particolarmente riguardano cittadini bolognesi.

Arrighi Gabriello, figlio di Bartolomeo, famiglia originaria di Pistoia, fece testamento li 25 dicembre 1383, poco dopo mori e fu sepolto nei Servi. Fu ricchissimo mercante, e lasciò un legato per la fabbrica della capella maggiore dei Servi.

Barbazza senatore Filippo, con sentenza dell'auditore del Torrone Vizzani delli 8 gennaio 1682, fu condannato per irriverenza verso il Papa, alla privazione del senatorato, ed a pene pecuniarie e personali per contravenzione e spreto dei precetti eseguiti li 2 luglio 1681 di portarsi a Roma, e di colà non partire senza licenza di S. Santità.

Barbazza e Pepoli. Fatto seguito li 30 gennaio 1622, nel quale il conte Fabio Popoli fu ucciso dalli Barbazza in causa di Bianca Bentivogli moglie del senatore conte Andrea.

Barbieri Giuseppe detto Ciclotto. Taglia contro di lui per l'omicidio di Gio. Battista governatore del dazio del Ritaglio, rinnovata li 28 agosto 1714. La sua casa era in Strada Maggiore rimpetto ai Segni fra la piazza di S. Michele de' Leprosetti e il vicolo della casa Sampieri.

Bargellini. Li 10 maggio 1740 mentre si facevano scavar fondamenti dal senatore Vincenzo Bargellini nel suo palazzo in strada Maggiore fu trovato un trabocchetto, un urna, ed altri oggetti.

Bargellini Vincenzo senatore. Dopo 50 anni di senatorato morì d'anni 69, mesi 3 e giorni 23, con regale munificenza legò a vari ordini mendicanti, luoghi pii, a private famiglie bisognose circa 100,000 scudi. Istituì eredi Pietro Bargellini proto-notario, Astorre senatore Ermete, e Jacopo Filippo e figli del fu Camillo Bargellini discendenti dal più antico Filippo Bargellini, ed a lui congiunti oltre il decimo grado. Era figlio di Galeazzo.

Bargellini Mario, fu ucciso il giovedì 5 novembre circa le ore 23 nel Pradello, avanti il sagrato di S. Francesco con archibugiata. Bando e taglia contro gli autori del 10 novembre 1626.

Gini Cesare, di Filippo. Testamento in cui mancando le linee fideeommissarie da esso contemplate de' Tacconi, Gini, Malgarotti, Riguzzi, Peverelli, de' Buoi, sostituisce i signori A. Odoardo, Floriano, Gregorio, figli del conte Giulio Cesare Bargellini ugualmente, per aver sostenuto sì lunga prigionia e persecuzione dalla giustizia per l'omicidio da loro comesso sulla persona del signor Azzo Ariosti, e anche come amici e patroni del già Filippo Gini suo figlio premorto, perseguitato esso pure dalla giustizia per l'omicidio suddetto.

Bentivogli marchese Luigi di Ferrara, fu colpito dalla taglia di scudi 15000, e di tre nomine di banditi capitali, pubblicati d' ordine d' Innocenzo XII dal cardinale Giuseppe Renato Imperiali, Legato di Ferrara, per avere con 400 uomini armati la notte del 24 e del dì 25 agosto 1695, estratto a forza una quantità di frumento, marzadelli, ed altri generi spettanti ai creditori del Monte Bentivogli dalli magazzeni di Zelo, di Sabbione e di Giazzaro, con morte di Giuseppe Bottoni fattore dei Montisti. Taglia che fu tolta li 2 novembre 1696 ad istanza del Re di Francia con lettera del Nunzio a Parigi diretta al cardinale Spada segretario di Stato.

Bianchetti senatore Cesare, fece un discorso in Senato li 14 giugno 1728, proponendo di coprire le parti immodeste del Gigante di piazza, e gli fu risposto dal senatore Paolo Magnani negativamente.

Bianchi Gio. Tadeo. Fu leggittimato da Gregorio XV li 29 agosto 1622.

Bini Vitale, nello studio di Jacopo Antonio Roffeni notaio di Bologna, uccise il dottore Pier Paolo Lolli li 23 aprile 1705.

Boccadiferro conte Lodovico. Il generale Marsigli scrisse a Clemente XI, il 20 marzo 1709, raccomandandogli il Boccadiferri per un posto senatorio. Il di lui padre esibì tutto quanto aveva ad esso generale in epoca che era abbandonato da tutti. Volle cosi addimostrare la sua riconoscenza.

Bolognetti Paolo di Gio. Battista. Editto di taglia pubblicato da monsignor Gio. Maria Dalmonte vice Legato di Bologna, contro del Bolognetti Paolo li 16 maggio 1535 per commesso parricida.

Bolognetti senatore Francesco, morto Confaloniere li 17 gennaio 1644, fu sepolto dopo i funerali fattigli in S. Petronio, nella sepoltura de' suoi maggiori nella chiesa dei PP. Serviti.

Bolognetti Carlo. Notizia su di una casa posta nella via de' Malcontenti sotto la parrochia dei Ss. Jacopo e Filippo de' Piatesi di ragione di detto Carlo, la quale era stata dei Passipoveri, e nel tempo in cui fu dei Passipoveri vi allogiò S. Carlo Borromeo venuto allo studio di Bologna; perciò Carlo Bolognetti fece collocare un busto di S. Carlo sopra l'uscio di un appartamento della loggia d'abbasso presso l'ingresso della porta maggiore. Passò poi questa casa ai Bonetti avendola comprata dai Bolognetti, il signor Gio. Giuseppe Bonetti. Di questa famiglia Bonetti v'era il stimatore del Monte di Pietà, che fu appicato li 2 dicembre 1710 ed abitava nella decontro casa ora Venturoli. — Vedi più oltre.

Bolognini capitano Marcello. Nell'aprile 1584 fu fatto ammazzare dal conte Pirro Malvezzi. Fu questi sentenziato capitalmente, e condannato a perpetuo esilio, e a pagare scudi 2000 tanto a Pirro che a Protesilao figli di Carlo, quanto a Carlantonio figlio del fu Aldobrandino Malvezzi, mediante sentenza dei 3 novembre 1586.

Bolognini. Nel 1618 viveva Emilio Bolognini d'anni 82 dopo la morte del quale non rimase che un sol nipote ex figlio discendente da padre illegittimo, ed espurio.

Bonetti Giorgio. Fu fatto stimatore di gioie del Monte di Pietà li 10 settembre 1699. Dopo esser stato carcerato nove mesi fu appicato il mercoldi 2 dicembre 1711, per furti commessi in detto monte. Abitava nei Malcontenti nella casa che più sopra si è detto esser stata dei Passipoveri.

Bovi Andrea di Mario e Marescotti Annibale, Anziani del 3° bimestre 1575 privati dell' Anzianato, di ogni officio, e banditi dalla città e territorio di Bologna, già carcerati per essere andati fuori di città senza licenza del Confaloniere e per non essere intervenuti col magistrato alla capella di S. Pietro. Furono assolti per lettera del Cardinale S. Sisto, nipote di Gregorio XIII diretta al governatore di Bologna.

Bulgari, proveniente da Medicina esistevano circa il 1160.

Buratti P. Antonio Giuseppe, Carmelitano Scalzo, mori li 20 settembre 1714 in età d'anni 75.

Caccianemici, ebbero capella in S. Petronio poi furono chiamati Fantuzzi.

Campanacci Astorre. Fu ucciso nella via delle Clavature con archibugiata il giovedì santo a un' ora di notte. — Bando del Legato Ubaldini dei 13 aprile 1626.

Caprara Ippolito — non della famiglia nobile — e Francesco Maria Andreoli uccisi. Bando pubblicato contro gli uccisori li 5 agosto 1613.

Casignoli Gio. Giuseppe. Fu condannato alla galera a vita, e incorso nella scomunica per l' omicidio premeditato commesso li 26 marzo 1681, con archibugiata nella persona di D. Paolo Cella curato di Vedriano. — La sentenza fu pubblicata li 9 maggio 1681.

Castelli Palazzo. Nel 1768 ai 7 di marzo, si cominciò la facciata dell' antico palazzo dei conti Castelli con architettura di Francesco Tadolini. L'accordo fatto col capo mastro muratore fu di lire 33000. Rogito Lorenzo Gamberini, e del riparto della spesa fra le tre sorelle Castelli. Anna Castelli Stella, Clarice Castelli Ginasi, e Ginevra Castelli Conti, consanguinei del conte Castelano Castelli ultimo maschio di detta famiglia.

Codebò Giuseppe, e marchese Camillo Pepoli con altri complici, furono graziati dal Legato Lomellini per l'omicidio del Barigello commesso dal Pepoli, mentre detto Barigello voleva far prigione il Codebò, inquisito per bastonate date a Jacopo Barbieri in Crevalcore, quale Codebò trovavasi nella carozza del Pepoli e tutti condannati all'estremo supplizio. e confisca dei beni. — II Rescritto fu — Solutis in Camera ducatonis 1500, et notario causa pro recognitione llbrorum ducatonis 150. In reliquia pro gratia. Datum Bononiae 11 junii 1658.

Desideri Ettore, di Stefano, fu ucciso da Lodovico Guccini e Flavio Musi, cognato nel 1590.

Dinarelli Francesco Antonio, fonditore di molte campane, artigliere di molto valore, ultimo di sua famiglia, fu ucciso li 27 novembre 1681 da suo cognato Tommaso Stanzani.

Fibbia senatore Alessandro. Rinunziò il suo senatorato col consenso del conte Giulio Cesare Fibbia di lui fratello, al signor Silvio Antonio Marsili Rossi, come da atto autentico delli 11 maggio 1718. Poscia il conte Giulio li 3 agosto 1718 prestò altro consenso, acciocchè il conte Alessandro suddetto potesse rinunziare la dignità al cavaliere Filippo Carlo Banzi, il quale fu addottato in flglio dal detto conte Alessandro li 3 settembre 1718, con pubblico lustramento. Il Marsili presentò doglianza per tale mancanza, e pel pentimento del conte Giulio Cesare Fibbia, il quale fece rappresentare a N. S. il torto che gli faceva il fratello per tali rinunzie, supplicando S. S. a conferire a lui il senatorato, ma fatto penetrare al Papa dal Marsili e dal Banzi, i consensi in forma autentica prestati dal conte Giulio Cesare, il Papa si nauseò di questo affare, nè più volle acettare la rinunzia in favore di terze persone. Lo che penetratosi dal marchese Francesco Monti Bendini, si adoprò in modo, che il conte Alessandro Fibbia rinunciasse liberamente in mano del Papa il senatorato, ed esso marchese Monti mediante il cardinale de la Tremouille ministro di Francia in Roma, ottenne la dignità senatoria con Breve 1 marzo 1719.

Gessi Gio. Paolo, carcerato per omicidio commesso unitamente con Giuseppe suo fratello nelle carceri del Torrone, fuggì da dette carceri la notte delli 18 febbraio 1745 con Gio. Bernardi e Pietro dal Pesce, carcerati per altri delitti.

Ghisilieri Protonotario Lippo. Rovina del suo palazzo in Galliera seguita la notte del 12 agosto 1547.

Ghisilieri marchese Filippo Carlo, pubblicò colla stampa nel gennaio 1751, la proposta di fare un nuovo teatro in Bologna.

Gini alias Zini. Li 24 gennaio 1625 Clemente, Paolo e Filippo Zini, uccisero casualmente Orazio Canobbi.

Giuliani Giovanni. Fu ucciso da stoccata circa un'ora di notte li 15 maggio 1627, nella via Campo di Fiorì, dicesi da un frate vestito da donna.

Grassi Giulio. Li 14 ottobre 1682 nella contea di S. Cesario, fu ucciso per molte archibuggiate esplosegli da Gio. Battista Savoja.

Grassi Paris Maria. Fu fatto uccidere dal senatore Antonio Maria Legnani, il quale fu condannato in contumacia alla pena capitale li 9 aprile 1652.

Grati senatore Gio. Girolamo, fu sfregiato nel 1596.

Legnani Gio. Alfonso. Fu condannato alla pena capitale il giovedì 10 dicembre 1609 per l'assassinio da lui commesso sulla persona di Antonio Ruini, in Roma.

Legnani senatore marchese Antonio. Gli fu intimata sentenza capitale li 9 aprile 1652, per l' omicidio commesso per mandato nella persona di Paris Maria Grassi pronunziata in contumacia.

Leoni Clemenza Ercolani. Fondatrìce del Collegio dell'Umiltà, morì li 31 ottobre 1698.

Malisardo Domenico, bandito capitale per l' omicidio commesso in maggio 1707 con pistola a danno di Gio. Andrea Parmesani, fu graziato li 14 settembre 1711.

Malvasia conte Cornelio, 27 aprile 1718. Fu mandato un distaccamento di fort'Urbano per assediare il palazzo di Panzano, dove Cornelio tentava con gente armata di levare violentamente di mano agli sbirri Antonia Bolognini, da lui mantenuta che il Legato Curzio Origo, faceva trasportare a Parma per porla in un monastero di monache. — Lite col marchese Giulio Rangoni, per aver questi fatto battere un servitore del Malvasia 5 settembre 1633.

Malvasia. Sentenza contro il conte Giuseppe di rilegazione a Civitavecchia per 5 anni, e i suoi complici alla galera per l'eccesso commesso in Castel S.Pietro li 27 aprile 1706 di percosse con effusione di sangue, nella persona di Tadeo Azzoguidi chirurgo condotto. Data 26 giugno 1706.

Malvezzi Pirro del conte Ercole — altro Pirro. — Protesilao figliuolo di Carlo e Carniccio del fu Aldobrandino tutti Malvezzi, convinti di molti eccessi e particolarmente di aver fatto ammazzare il capitano Marcello Bolognini in aprile del 1584, furono condannati in contumacia, il conte Pirro all'ultimo suplizio, e gli altri al perpetuo esilio, e a pagare scudi 2000 per ciascuno. Erano colpevoli ancora dell'incendio della casa d'Achille, di Alamanno Bianchini nel Comune di S. Agostino.

Marescotti, cioè dalla Marescotta, già Mattarelli, ora detti Marescotti Borselli, e fatti nobili. Carlo Giuseppe dottore di filosofia difese tesi di Medicina nell'archiginnasio li 17 dicembre 1701. Era figlio di Giacomo Mattarelli oste alla Marescotta fuori di strada Maggiore, ove suo fratello esercitò tal professione, e padre del dottor Jacopo Marescotti egregio matematico.

Marsili. Nella sala del Re Enzo vi è una memoria, del 1289 che ricorda i beni e ragioni del ponte di Reno esser state di pertinenza del popolo di Bologna, e poi passati ad Andrea Marsili (Orig. Andrea Marsili) rettore di detto ponte con obbligo di fare un arco ogni anno, e mantenerlo. Fu rinnovata questa memoria già corrosa dal tempo da Gio. Marsili canonico, ed uno dei 16 Riformatori.

Monterenzi Sebastiano dopo terminata la linea di Girolamo suo figlio naturale vuole che i presidenti del Monte di Pietà, eleggano un giovane di buona famiglia in età ad minus d'anni 15 in circa, coll' obbligo di chiamarsi Sebastiano Monterenzi. Nel 1702 l'ottenne il marchese Egano Lambertini, nel 1712 9 giugno l'ebbe Francesco Beccadelli.

Montieri canonico Luigi. Nel suo testamento aperto li 28 febbraio 1768 trovasi la sciar esso un legato annuo al lavoratore pro tempore del podere di S. Antonio del Meloncello, benefizio semplice a lui conferito l'anno 1730, da pagarsi dalla sua eredità con obbligo di nettare dalla polvere e tele di ragni tutto il portico della Madonna di S. Lucca, cominciando dalla Chiesa sino alla porta Saragozza, e ciò ogni anno tre o sei giorni prima, che la S. Immagine sia portata a Bologna per le Rogazioni.

Pannolini messer Francesco, del già Maria Battista cittadino, e mercante bolognese della parrochia di S. Donato, instituì erede con suo testamento 1 agosto 1585, Rogito Giambattista del fu Girolamo Rossi, il Collegio Pannolini.

Pepoli Nicolò di Gerra, di Romeo Pepoli, nel 1336 vendette per 300 fiorini le sue case presso S. Maria di Porta per farvi la Dogana.

Raigosa Maria Nicolò, fu ucciso in S. Francesco mentre si celebravano i divini uffici da Pandolfo, Gio. Paolo e Giulio Cesare fratelli, e figli di Matteo dalla Lana, da Antonio Maria di Gio. Battista degli Avanzi, e da Vincenzo detto il Vecchio nel luglio 1563.

Ratta. Taglia contro Girolamo Ratta e Mercantonio Poggio suo servitore, uccisori del dottore Giuseppe Huvrado rettore del collegio di Spagna nel 1637.

Riario Lorenzo, raccoglitore di notizie bolognesi non era della famiglia senatoria, ma di quella da S. Colombano. Il di lui figlio conte Marsiglio Luigi, legato la sua porzione di manoscritti paterni all' Istituto, con suo testamento aperto li 26 luglio 1767.

Rusconi. Oriondi da Cento, da Minerbio, da S. Pietro in Casale, da Medicina. Tutti ricchi e di una stessa famiglia.

Salaroli. Iscrizione uscendo fuori dalla chiesa di S. Cecilia, e seguitando intorno la muraglia di S. Jacopo per di fuori : Jo Philippo Salarolo viro senatorio Bentivolae Gentis cultori optimo pienissime heredes hoc dicaverunt, die 26 novembris 1498 — e più sotto — Sepulcrum D. Salaroli de Salarolis.

Salaroli Orfeo, aiutante di segretaria del cardinale Filippo Boncompagni morto in Roma nel 1576 d' anni 24, e fu sepolto in S. Maria del Popolo.

Sampieri cav. Francesco Gabrielle, fu ucciso dal conte Giuseppe Zambeccari da S. Prospero, la notte 6 agosto 1672 per gelosia della moglie.

Seccadenari — 10 dicembre 1601 — Marcantonio del fu Achille. si obbligò pagare lire 700 per la tavola dell'altare dei Servi a Dionigi, del fu Dionigi de Calvis Flandrensem, Calvart.

Tonelli dottor Francesco, di Gio. Domenico, uccise proditoriamente li 16 marzo 1729 Jacopo Riatti, tornitore in un casino posto sotto i portici di S. Luca nel comune di Casaglia, detto volgarmente il casino degli Ercolani tenuto in affitto da detto Gio. Domenico Tonelli. È il primo casino subito a destra della scalinata che fu del Rossi orefice.

Vizzani. Nel 1688 fu demolito un ponte da S. Biagio, in faccia alla casa di Achille Fabbri a istanza del conte Filiberto Vizzani.

Zambeccari da S. Francesco, proveniva da Lepido figlio naturale di Pompeo Zambeccari vescovo di Solmona, e da una superiora di un convento di monache, nata di nobiltà cospicua che dicesi fosse una Malvezzi.

Zuccoli D. Pier Francesco Camillo, prete della chiesa di Bologna, e beneficato del titolo di s. Jacopo della Metropolitana di Bologna, vicario del Sommo Pontefice, promotore della s. Fede poi abitante in Faenza, insinuava al Senato di Bologna, che per maggior gloria di Dio occorrerebbe fare una Capellina dedicata al Signore dov'è il Gigante con il Fonte, e che si dica la Capellina del Fonte. Faenza 18 giugno 1742. Li 15 aprile 1739 era stato affisso un avviso in Faenza, che a questo prete bolognese aveva dato volta il cervello.