N.1333,1334

Gli Aldrovandi di Castel de’Britti' si dissero anche Aldrovandi del Vivaro, perchè in questa Via anticamente avevano stabilito il loro domicilio.

Pietro Aldrovandi, Dottor in Leggi e uno de’ Riformatori, fu stipite e autore di tre rami di tale famiglia, verso il 1421, all’incirca. Infatti da Marco, di lui figlio, ebbe origine il ramo che diede poi il celebre filosofo e medico Ulisse; dall‘altro figlio, Niccolò, Senatore, ne vennero gli Aldrovandi di Via Galliera; e da un terzo figlio, Sigismondo, discesero altri Aldrovandi che però si spensero dopo quattro sole generazioni. Le tre famiglie qui indicate abitarono nel Vivaro, e precisamente a quanto pare nella casa N. 1334 la senatoria e quella di Sigismondo, nella casa segnata col N. 1333, poi, quella di Marco.

Circa la casa N. 1333, abbiamo le seguenti memorie.

Nel 1454, addì 5 luglio Marco del fu Dottor in Leggi, Pietro Aldrovandi, comprò da Salomone di Finzi, di Mantova, procuratore di Brunetta Finzi, sua nipote, la metà d’una casa con cortile situata nella parrocchia di S.Stefano, nel Vivaro, in confine di stabili del compratore e degli eredi di Francesco e Girolamo Bolognino, per la somma di L. 138. 15.

Nel 1603, addì 10 novembre - fece il suo testamento il celebre Ulisse di Teseo Aldrovandi, lasciando usufruttuaria sua moglie Madonna Francesca, figlia del fu Vincenzo Fontana, e proprietaria la propria sorella, Lucrezia Aldrovandi maritata con Giuseppe Griffoni, con la sostituzione di Giuliano ed Alessio, figli della medesima e di Giuseppe Griffoni, epperò suoi nipoti ex sorore.

Nel 1617, addì 1 giugno, testò la vedova a favore di un Flaminio Dosi.

Nel 1621, addì 10 agosto, con rogito di Antonio Mosca, notaio della reverenda Camera Apostolica, Bartolomeo del fu Giuliano Griffoni, nobile romano, vendette questa casa per mille scudi al senatore Filippo Pepoli.

Sul conto della casa N. 1334, poi s‘hanno le memorie seguenti.

Nel 1461, addì 6 maggio - mediante rogito di Niccolò Scardoi (o Scardovi) e -Lanzelloto Calderia, Niccolò del fu Pietro Aldrovandi, con patto di ricupero entro tre anni, vendette per L. 850 in argento al Dottor Girolamo Ghisellardi questa casa, che vi si dice confinata da stabili di Marco Aldrovandi, degli eredi di Niccolò Aldrovandi - con rogito di Maione Savj, - vendevano definitivamente per L. 900 in argento ad Albice Duglioli la suddetta casa e casetta.

Vi si dice che la casa confinasse in istabili "di Marco Aldrovandi verso Strada S. Stefano, di Nicolò ed Andrea Pepoli di dietro, di Nicolò Poeti ed altri di Filippo Bertolotti, notaio, verso Strada Castiglione". E per la casetta stalla, posta di fronte alla suddetta casa, vi si legge che confinava con istabile "di Aldrovandino Fondazza, degli eredi di Romeo Pepoli, dell‘Ospitale di di S. Bovo, di Brunino e suoi fratelli De’ Bianchi".

Nel 1501, addì 22 dicembre - Guido del fu Dottor Romeo Pepoli, per la somma di L. 1,107. 06. 08 in argento, acquistava da Albice Duglioli una "casa con corte ed orto, posta nel Vivaro, più altra casa posta nella stessa strada" - come da Rogito di Giacomo Manzini. Questa seconda sembra adunque dover esser la casetta o stalla di cui sopra, e che parrebbe dover essere quella che porta attualmente il N. 1326 in questo Viario.