N.1148

Macellaria della quale se ne darà conto nella via degli Orefici e in tanto diremo, che da questa parte delle abbandonate Pescarie a cominciare da detta macellaria fino quasi al cosi detto vicolo dei Ranocchi alias Gorgadello vi furono le case dei Principi. Ruffino d’ Alberto Principi potente cittadino, e dott. di legge e fu proscritto con tutti i suoi come i Lambertazzi nel 1270. Era riapatriato li 14 febbraio 1280, ma del 1282 fu bandito la seconda volta. I suoi beni furono confiscati e nel 1282 affittati dal Comune a Tuccio Rolandini.

Li 24 maggio 1223. Ospinello di Maggio Principi vendette a Tommaso Bartolomeo e ad Aichina di Marchesello Principi le case con casamenti, suoli ed edifizi posti in capella S. Vito, e di S. Dalmasio in confine di Lambertino Accarisi per lire 500 meno lire 5, rogito Bernardino Scannabecchi. Da questo rogito si raccoglie

1° che questi stabili arrivavano fino alla via degli Orefici essendo in parte sotto la parrocchia di S. Dalmasio;

2° che non nominandosi la chiesa di Matteo degli Accarisi, che è da presumersi o non esistesse, o non fosse parrocchiale;

3° che confinando i Principi cogli Accarisi, le abitazioni di questi ultimi erano dove fu la predetta chiesa di S. Matteo, ovvero fra le case dei Principi e il vicolo Gorgadello.

Li 9 agosto 1304. Gherardo di Adelardo Accarisi locò a mastro Gherardo di Bartolomeo Placidi una casa sotto S. Matteo degli Accarisi per un anno, colle corrisposta di lire 19. 19. Rogito Oliverio d’ Egidio dalle Scudelle.

Cacciati da Bologna i Principi e rovinati nelle loro sostanze non si sà dove si ritirassero e come finissero. Sembra che le loro case fossero poi rovinate, mentre gli storici ricordano il Guasto dei Principi in questa situazione.

Dopo molti anni e forse sul principiare del secolo XV quando un Guicciardo Principi maritato in Lucrezia Berò del 1440, era in Bologna, esisteva una famiglia di Principi, della quale si hanno chiari indizi per arguire, che non era dell’agnazione degli antichi Principi, ma bensì de’ discendenti per lato feminino Questi raccolsero qualche piccolo avanzo patrimoniale dell’ antica famiglia. aprirono una spezieria nell’ angolo della piazza della Cattedrale di S. Pietro, colla via dei Malcontenti, (poi Malaguti). Avendo essi per insegna un medico furon detti Principi dal Medico. Colla spezieria divennero ricchi e formarono la famiglia Principi del Medico in Maria Girolama della parrocchia di S. Arcangelo moglie di Giovanni Andrea di Carlantonio Landini, e in secondi voti col senatore Alessandro di Matteo Fibbia del 1715. Il marchese Giovanni Carlo di Fabio Antonio Fabri detto Fibbia in causa di Camilla del Senatore Alessandro Fibbia sua madre sostenne una lite contro la contessa Sulpizia di Antonio Bonfioli che godeva la metà dell’ eredità dei Principi del Medico e la vinse per le ragioni di detta Camilla Fibbia discendente dalla sucitata Girolama per cui restò alla Bonfioli un capitale di lire 30000 circa.

Li 4 gennaio 1724 seguì altro accomodamento fra i Landini e i Fibbia, mediante il quale si fecero due parti della sua eredità , accordandone la scelta ai Landini.