Via dei Pellacani, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dal portico della spezieria di strada S. Vitale al portico della Piazza del Teatro Nuovo.

La via dei Pellacani comincia in strada S. Vitale a capo della Saliciata di strada Maggiore. e termina a strada S. Donato nella Piazza del Teatro della Comune.

La sua lunghezza è di pertiche 162. 02. 6, la sua superficie di pertiche 123. 08. 0.

La sua denominazione è tratta dal mestiere dei conciapelli detti pellacani, che pel comodo ivi dell’acque di Savena vi si erano in grande copia radunati, estendendosi anche alle vicine contrade. Gli edifizi ne’ quali si esercitava la pellacanaria, si dicevano Caselle da Pellacano.

Il nome di via dei Pellacani viene ricordato nel testamento di Tommasina moglie d’ Albertino di Nicolò Beccaro, e figlia di Alberto di Riosto, nel quale lascia la sua casa in via Pellacani alle suore di S. Francesco fuori porta S. Stefano, come da rogito di Martino di Gandulfino delli 9 febbraio 1277.

Nel 1438 si trova spesso nominato via della Fossa, non male a proposito perchè quivi coincidevano le fosse del secondo recinto.

Via dei Pellacani a destra entrandovi per strada S. Vitale.

Si passa la Via dei Vinazzi o Vinazzetti.

N.3032. Casa dei Facchini antichi, poi del 1584 dei Ghirardelli, famiglia che alcuni credono venuta da Ferrara, altri da Budrio. Contrasse nobili parentadi, e si estinse in Vincenzo del fu Annibale morto li 3 maggio 1721, o 1724 il quale lasciò erede Anna Maria di Carlo Castelli sua moglie morta nel 1744.

Il dottor Petronio Giacobbi causidico in persona di Giovanni Francesco suo figlio divenne rinunziatario dei beni della detta vedova Castelli riservandosene l’usofrutto. Il detto Giacobbi fu chiamato al possesso di detti beni da una Zibetti poi monaca in S. Vitale dalla quale aveva il detto Giovanni Francesco ottenuto rinunzia e donazione , ma sembra che disponesse di questa casa a favore de’ preti del suffraggio sacerdotale del Begato per farsi una nuova Chiesa. Fu comprata dai Santamaria che la risarcirono, poscia dai Rinieri mercanti, i quali nel 1822 la vendettero a Giovanni Pietro Piana. In un capiello del cortile vi è inciso una mezza luna con entro una stella, poi vi ha lo stemma di quei dalle Tuate, lo che fa sospettare, che qui vi avessero le loro case.

N.3033. Casetta che del 1584 era di Alberto Montorselli , indi dei PP. di S. Michele in Bosco e ultimamente dei Roppa, ora è unita al precedente N. 3032.

N.3034. Secondo un rogito del 26 ottobre 1573 di Andrea dal Gambero questa casa era di Stefano Borzani mercante. Del 1584 li 18 aprile, rogito Paolo Lolli continuava ad essere dello stesso proprietario, e confinava colla casa dell’arte dei Pellacani verso il Guasto, con Girolamo Ghirardelli di dietro, e con Alberto Montorselli verso la Salegata. Passò poi ai PP. di S. Michele in Bosco, indi all’ architetto Giovanni Calegari, e ai di lui eredi.

N.3035. Residenza antica dell’ arte dei Pellacani prima che fosse unita con quella dei Calegari e Cartolari.

L’ oratorio era dedicato a S. Giacomo, l’ immagine del quale è dipinta sulla porticella d’ ingresso di detta residenza.

Fu acquistata, ed unita alla sua casa dal confinante Giovanni Calegari.

N.3037. Stabile formato da vari stabili, fra i quali uno che nel 1572 era abitato da Carlo di Matteo Quattrina.

1571 28 Aprile. Ventura del fu Lorenzo Pedrini comprò da Antonio del fu Benedetto Righetti una casa sotto S. Cecilia presso i Pellacani per L. 1200. Rogito Marco Sabatini. (La parrocchia di S Cecilia non aveva giurisdizione nei Pellacani).

1572 18 Gennaio. Il predetto Ventura Pedrini comprò da Leonardo del fu Nane Macchiavelli una casa, ed una casetta contigua sotto S. Vitale nei Pellacani rogito Giorgio Agocchia.

1573 21 Gennaio. Giovanni Battista del fu Ventura Pedrini comprò da Rinaldo del fu Rinaldo Rinaldi, e da Elisabetta Ramponi Iugali una casa sotto S. Sigismondo nei Vinazzetti per L. 600, rogito Marco Sabadini.

Li 10 aprile 1595. I Pedrini avevano nei Pellacani una casa ed altra piccola annessavi.

L’ ultimo Pedrini alias Ventura fu Francesco dott. di legge nominato Consultore del Senato Il 16 marzo 1621 in luogo di Domenico Medici morto nel 1648 con testamento dei 23 ottobre 1647, rogito Francesco M. Sabattini col quale lasciò erede Giovanni Pirattini o Pierattini, sostituendo alla sua discendenza nove Pii Istituti. Nell’ inventario legale della sua. eredità a rogito Lorenzo Pellegrini delli 4 dicembre 1648 si descrive questa casa grande posta sotto S. Vitale nei Pellacani in confine verso il Guasto con Pier Antonio ed altri de Brocchi ora Guastavillani, con mastro Alessandro Rava verso S. Vitale, con Lorenzo de Gazzi detto il Marchetto, di dietro coi Vinazzi e Gaspare Giuseppe Ippolito del suddetto Giovanni morto li 9 aprile 1757.

Li Pirattini erano oriondi di Bruscolo, da dove dipartironsi nel 1597 passando un ramo a Bologna, e un altro ai Bagni della Porretta. Quello di Bologna fu arricchito dall’eredità dl D. Bosio Pirattini parroco di Bargio che testò li 5 novembre 1600, da quella di Elisabetta di Domenico Guarmani, e di Cattarina Grandi erede del padre e della madre, e moglie di Giovanni Pirattini, finalmente da quella di Francesco Pedrini Ventura. L’eredità Pirattini fu lasciata in usufrutto a Paolo del dottor procuratore Francesco Castelli e proprietario, e mons. Paolo Castello figlio del dottor Pier Francesco Sindaco del Reggimento, a cui morendo senza figli era sostituito un figlio di uno degli uffiziali della Compagnia della Vita da estrarsi a sorte; l’ eredità Grandi e Guarmani passò ai figli di Nicolò Guermani; e l’ eredità Ventura Pedrini, nella quale era compresa questa casa l’ebbero nove luoghi Pii : e cioè quello del Corpus Domini, 2 di S. Bernardino e Marta, 3 delle Convertite, 4 della Concezione , 5 S. Omobono, 6 Ospitale di S. Orsola, 7 Frati di S. Giacomo, 8 Putti della Maddalena, 9 Opera dei Vergognosi. Li 18 maggio 1779 mediante rogito Antonio Franchi, la vendettero al dottor di legge poi conte Domenico Levera ultimo di sua famiglia orionda del Piemonte per lire 12000. Fu poi dei Zapoli eredi della Zapoli vedova Levera.

N.3041. Li 8 gennaro 1448 fu venduto questo stabile da Nicolò e fratelli, e figli di Rainieri Feriti ad Antonio di Pietro Ghezzi da Piacenza dicesi sotto S. Vitale nei Pellacani in confine della via pubblica da due lati, e della casa della Compagnia dei Pellacani. Pagata lire 150, rogito Ugolino Bonazzi.

I Ghezzi con altri sucessivi acquisti e sembra anche con quello della residenza dei Pellacani formarono una casa grande, che li 9 maggio 1597 Giovanni Francesco Ghezzi, vendette a Battista e fratelli Gaggi , come da rogito di Francesco Maladratì, nel quale si dice essere nei Pellacani, con porta in detta strada, e nei Vinazzi, confinare cogli eredi di Ercole Galli e di Sebastiano Casari. In questo contratto fu compresa una stalla e stalletta in faccia della casa predetta nei Pellacani, più una casetta annessa a detta stalla, in tutto per L. 12500.

Nel 1524 22 Dicembre. Un Battista d’altro Battista dal Gazzo da Parma pellacano, aveva comprato una casa nei Pellacani in confine di Achille Littori di Checco Baldini e di Annibale Corelli per lire 1000, rogito Battista Buoi, autore del Gazzi.

I Guezzi e i Ghezzi sono ritenuti per una sola famiglia anche perchè il Moretti nel libro degli Anziani attribuisce all’una, e all’altra uno stesso stemma, e cioè due lucertole. Dei Guezzi si ha memoria del 1243, i Ghezzi poi cominciano coi Ghezzi Piacentini nome preso dalla Città della quale erano oriondi. Lorenzo Ghezzi marito d’lppolita Campagna, morto nel 1610 fu avo materno del canonico Antonio Francesco Ghiselli celebre istoriografo Bolognese.

Dai Gaggi passò questo stabile ai marchesi Fontana, che lo possedevano ancora del 1715. In appresso fu di Matteo Conti, che del 1717 lo vendette a Giovanni Domenico Negri speziale della Morte e da lui ceduto a D. Giovanni Lorenzo Cuzzani mastro di casa del Cardinale Arcivescovo Boncompagni per lire 8000. Il di lui erede e nipote Giacomo Cuzzani, ebbe due figlie l’una maritata nel dottor Marchioni, l’ altra in Giovanni Bianchi speziale, che venne ad abitarla, vi apri una drogheria, e vi morì miseramente con figliolanza. Parte di questa casa fu acquistata dal mercante Bettini e parte dai Lindri.

N.3042. Casa conosciuta per quella dei Galli dei 10 luoghi Pii ossia dei Pellacani per distinguerli da altre famiglie dello stesso cognome, perchè Ercole d’ Achille marito di Laura Vizzani, lasciò eredi 10 luoghi Pii nel 1560. L’ ultimo di questi Galli fu Jacopo Antonio di Cesare, morto li 2 marzo 1682 che lasciò erede Anna Cavalieri di lui madre.

La casa dei Galli nel 1560 confinava colla via dei Pellacani e dei Vinazzi, con Giovanni Francesco Ghizzi e con Battista del Grosso Pellacano. Nel 1615 era di Giulio Malvasia, nel 1622 di Giovanni Battista Gaggi, nel 1627 d’ Angelo Melegotti, nel 1651 di Cesare Grati, il quale li 14 novembre 1652 la diede in permuta a Bartolomeo Civetti della parrocchia. di S. Giorgio rogito Girolamo Savini (vedi strada Castiglione N. 1316 presso S. Agata). In quel rogito si dice essere casa grande e confinare con Bartolomeo Carpagnini, con Sebastiano Zani, con una casa piccola del tu Angelo Mellegotti ed ora Gaggi, la via dei Pellacani, e quella dei Vinazzi. Nel 1676 spettava ad Ercole Montecalvi, e poscia nell’ anno stesso alle suore di S. Cristina che nel 1677 l’assegnarono a Vincenzo Cantoni. Nel 1695 era di Giovanni Domenico Predieri , che li 8 febbraio 1718 l’assegnò a Ginevra moglie in prime nozze di Vincenzo Garganelli, indi di Lodovico Zurla. Appartenne al dottor Palmieri e ultimamente al dottor Giovanni Aldini.

N.3043. Casa che fu di Teresa di Bartolomeo Gaggi moglie in prime nozze del conte Lodovico Bentivogli , poi in Jacopo Malvezzi, ebbe lire 7200 di dote. Li 20 febbraio 1712 confinava coi Fabbri e colle putte di S. Croce.

N.3045. Casa del dottor di filosofia e medicina Giovanni Andrea Volpari, che lasciò erede l’unica sorella ultima Volpari. Questa dispose di detta casa a favore di D. Vincenzo Parmiggiani, che la vendette al conte Zaniboni. Fu poi acquistata da Giosetfo Rossi dal Traghetto, che la rimodernò e risarcì notabilmente, e la lasciò alla di lui figlia maritata in Giacomo Petroni.

N.3048. Stabile dell’avvocato Bartolomeo Bonaiuti, che lasciò due figlie una nubile, l’ altra maritata a Nicolò Mini. Li 1 settembre 1678 in mancanza del Gonfaloniere Ghisilieri fece l’ingresso come avvocato degli Anziani, l’ avvocato Bonaiuti figlio di un pellacano che abitava nella sua casa in via Pellacani. Fu acquistata dal mercante di chincaglia Sebastiano Corrazza e nel 1765 fu venduta a Gioseifo Facci lardarolo.

Via dei Pellacani a sinistra entrandovi per strada S. Vitale.

Li 6 giugno 1640 le monache di S. Vitale ottennero di poter fare il muro nei Pellacani, e di mettere il condotto nella parte interna della clausura.

Sul confine della clausura protratta fino al punto presente vi era un vicolo morto, che forse comunicava anticamente colla via del Paradiso chiusa dai PP. di S. Giacomo, (vedi convento di S. Giacomo).

Li 16 giugno 1698 fu concesso alle suore di S. Vitale e a Giorgio e fratelli Carlini, di chiudere il vicolo morto nella via dei Pellacani a condizione che serva al solito transito per espurgare l’ acquedotto detto il fosso dei Pellacani facendovi un arco di portico con pilastri di pietra, ed apponendovi l’arma di Bologna di macigno; più vi si faccia una porta alta piedi 3, once 11 con due chiavi una delle quali debba rimanere presso l’ ufficio dell’Ornato, con espresso divieto di fabbricarvi.

Li 18 novembre 1756 fu concesso alle confinanti suore di S. Vitale.

N.3020. Macellaria, che esisteva anche al tempo dei Bentivogli, il cui fondo era di loro proprietà.

Aggiunte.

Nei Pellacani vi erano le case con torre dei Pegolotti, e dei Montighelli, e questi secondi ne avevano un altra nella via delle Campane.

1524 22 Dicembre. Comprava, Battista d’ altro Battista dal Gazzo da Parma pellacano, una casa nella via Pellacani in confine di Achille Littori, di Checca Baldini, di Annibale Corelli, per lire 1000 rogito Battista Buoi.

1659 24 Maggio. Bartolomeo Civetti aveva casa nei Pellacani, che passavano nei Vinazzi, che l’ebbe in permuta da Cesare Grati, rogito Lelio Roffeni.

1549 1 Febbraio. L’ ornato approvò la vendita di una casa fatta li 19 ottobre 1548 rogito Paolo Dosi da Sante e Giacomo Pellacani figli del fu Gabriele Gaggi a Sabadino di Pellegrino Sabadini, con casuccia sopra l’acquedotto dei Pellacani con certo terreno vacuo. E l’ approvazione si accorda quandanche il pubblico avesse qualche diritto.

1460 11 Dicembre. Comprarono Bartolomeo Berlingero e Floriano fratelli Gessi da Giacoma figlia, ed erede del fu Cambio del fu Floriano Bucaro, moglie di Gabione del fu nobil uomo Castellano del fu generoso soldato Nane Gozzadini una casa con certo terreno, o Guasto contiguo alla medesima largo piedi 14, e lungo sino al Fossato de’ Pellacani per seccare e conciare i corami, con il Gius e comodo dell’acqua che corre per detto Fossato; il tutto sotto S. Cecilia nella via dei Pellacani. Confinava cogli eredi di Bittino Pellacano, e dagli altri lati con maestro Andrea Bertolotti, per lire 200 rogito Tommaso Fagnani.