N.514

Mina di Fredo Calcina, vedova di Guglielmo del fu Giacomo Sensuli. erede di Bartolomea di Giacomo Grassi, già moglie di Chichino Fasagnoli, vende ad Antonio del fu Nicolò Baldi di Ravenna una casa, sotto questa parrocchia di S.Andrea, la quale confina con Giacomo Pertegoni, colli eredi del conte Ruffini. colla via pubblica e colla casa della stessa chiesa, per lire 140, come emerge da rogito Lodovico di Giuseppe di Curzio di Vincenzo Ruffini. Venne poi aggrandita con l'altra vicina dei Perticoni, ed ambedue furono dei Ruffini, poi vennero vendute li 14 gennaio 1619 da Carlo Alessandro e Giovanni Battista Parchi a Giovanni Battista Fabo da Legnago ; e ciò in virtù di rogito Bartolomeo Albertini. Benedetto del detto Giovanni Battista la cedette in seguito ad Ercole di Michele Bendini, mercante, alli 17 gennaio 1633, per lire 8000, come da rogito Bondio Serafino Bertolieri. Francesco Bendini fu l'ultimo di sua famiglia che ne lasciò uso-fruttuaria la moglie Maddalena, poscia rimaritata in Carlo Barbieri, ed erede proprietario Fancesco Maria di Ferdinando Monti, il quale assegnò detta casa alla vedova Bendini in restituzione della sua dote. Li 10 giugno 1679 la summentovata Maddalena la vendeva ad Odoardo Zanchini per lire 10000, come risulta da rogito Carlantonio Mandini ed Alberto Miglioli, con dichiarazione la casa trovarsi indicata sotto S.Andrea degli Ansaldi, in confine col compratore, Borgo Salamo, canonica di S.Andrea, e la casa dei Buratti e della via pubblica. Finita la famiglia Zanchini, la sopradetta casa fu ereditata dal senatore Giovanni Zambeccari. Angelica Teresa del fu Giovanni Battista Zanchini, vedova del senatore Paolo Patrizio Zambeccari, ne era in possesso alli 17 febbraio 1788. Si ha ricordo essere nelle casette di S.Andrea, in confine dei casamenti Barbazza e Marescotti-Berselli, successori del collegio Ancarano e della canonica di S.Andrea in discorso.