N.2742

Casa che Filippo di mastro Antonio di Giacomo Grassi alias Calcina strazzarolo della parrocchia di S. Lorenzo dei Guerrini diede il 7 maggio 1481 in affìtto, francandola a Gio. Battista del dott. Lorenzo Refrigeri il quale il 17 giugno 1488 la ricuperò per L. 500. La detta casa dicesi essere presso la via pubblica da due lati (via di Mezzo e via larga di S. Martino) presso Benedetto Ercolani mercante di ferro di dietro, e presso Giacomo Bombasaro. Gio. Battista Refrigeri fu uomo di gran conto. Prese parte nella congiura dei Malvezzi contro i Bentivogli, per cui questa casa fu saccheggiata nel mese di novembre 1488. Il Ghirardacci raccontando questi fatti la dice posta da S. Martino, ed un rogito dei notari Bailardi, e Borgognini dell' 8 giugno 1515 aggiunge che la casa di Tiresio Foscarari che è il vicino N° 2743 confinava cogli eredi, e successori di Gio. Battista Refrigeri.

I Refrigeri detti ancora De Frigeri nel 1461 erano oriondi della Pieve ed ebbero origine da un medico, che fu forse il dott. (orig. dott il, errore di cui il Breventani non si accorse) Lorenzo padre di Gio Battista. S'ignora come sia estinta questa famiglia.

L'11 settembre 1519 questo stabile era di Bernardino del fu Pietro Molcardini (Moscardini o Mongardini. Breventani), che lo vendette per L. 2800. Rogito Gio. Battista Bue ad Agostino del fu Tiresio Foscarari. Confinava la via da due lati, Agostino Foscarari, e gli eredi di Elisabetta Legnani.

Nel 1558 28 ottobre la casa di Tiresio Foscarari juniore posta sotto S. Martino confinava con Bartolomeo Bolognini, la via di Mezzo, altra via pubblica, Girolamo, e Giacomo Foscarari. Rogito Antonio Berti.

Il 24 febbraio 1562 Girolamo del fu Floriano Leoni la comprò per L. 4700 da Giulio del fu Tiresio Foscarari. Rogito Alberto Budrioli, Luciano Vizzani, ed Ippolito Peppi. Confinava allora coi Foscarari, e coi Bolognini. L'erede Leoni, conte Giuseppe Malvezzi, la vendette il 16 agosto 1745 per L. 7000 a Francesco Sauveterre ballerino francese (cognome italianizzato in Salvaterra) come da rogito Paolo Francesco Fabbri. Il compratore la risarci, e levò il terrazzo che era annesso al vicino N° 2743. Il Salvaterra la vitaliziò nel 1762 al principe di Calubrano napoletano per L. 2000 pagate all'atto del contratto, e per annue L. 900.

Nel 1774 fu comprata da Antonio di Gaetano Cavaluzzi per L. 10,000, indi passò a Gioacchino Biagi, e da questi a Luigi Naldi.