N.1191

Nell'angolo del vicolo della Scimia vi era l'osteria all'insegna del Leoncino, confinante con una casa che fu dei Canobbi, indi dei Bottazoni, poi venivano la casa dei Foscarari che aveva cinque finestre sulla strada.

La casa dei Bottazoni, li 11 settembre 1589 era di Domenico Canobbi, come da rogito di Vincenzo Balzani, in cui si dice che il detto Domenico aveva casa grande ed altri edifìzi in via Foscarari, in confine dei Foscarari, e che mettevano al vicolo della Scimia. Rogito Baldassare Vornetti.

Nel 1619 Giustiniano Stancari, alias Domenico Canobbi, vendette al senator Romeo Foscarari un guasto di due case poste rimpetto all' ospedale della Morte, rovinate da un incendio seguito li 11 agosto 1617, e una casetta ruinosa residuo di detto incendio, che distrusse i mobili di quattordici famiglie. Questi stabili confinavano a levante, mezzodì, e a sera altri beni Stancari, e a settentrione la via pubblica, per L. 4400, e che il Foscarari rivendette li 14 febbraio 1622 ad Astorre del fu Filippo Ercolani, Rogito Dionisio Miserotti, nel quale si dice essere una casa con quattro botteghe in confine della via della Scimia, e dei beni Canobbi. Nel guasto suddetto eravi compresa per conseguenza l' osteria del Leoncino.

La casa Canobbi Stancari confinava col vicolo della Scimia.

Venendo ora alla casa dei Foscarari, famiglia antichissima e senatoria, alla quale ritiensi appartenesse Fosco tesoriero di Federico Barbarossa per una favola del Rinieri, credesi venisse dai Guerrini, come suppone il Negri. Si assicura che Foscararius, come nome, si trova del 1000, che in quella data si trovano pure i Guerrini, e che gli uni e gli altri figuravano come due distinte famiglie. I primi abitavano nelle Chiavature rimpetto la chiesa della Vita, e i secondi stavano da S. Giobbe.

Li 9 agosto 1137 si trova che Pietro di Rustico di Foscherado vende a Giambone di Ramerio, e a Gisla sua moglie una pezza di terra murata attorno, posta in Bologna vicino i muri della città, in confine della strada che conduce sopra l' Avesa, per L. 3, 10 di denari Lucchesi. Rogito Gherardo.

Petrizolo d'Egidio Foscarari era della parrocchia di Santa Maria dei Carrari, poi chiamata Foscarari li 26 agosto 1286, ed a rogito di Giacobino Avvocati fa il legato di una casa vicina alla predetta chiesa, a Lasia sua figlia, ne ricorda una seconda, e parla di una terza detta la grande sotto la medesima parrocchia, in confine di due strade, e cioè della piazzetta della Scimia, della via detta oggi Foscarari, e delle case dei Passipoveri. (Via Toschi N. 1223).

Nel 1289 esisteva il Trebbo dei Foscarari, e vi si pubblicavano i bandi.

1404, 23 settembre. Raffaele Foscarari compra dal dottor Vincenzo d'Antonio di Vincenzo, una casa sotto Santa Maria dei Carrari, ed altra in forma di torre sotto San Remigio, per L. 350. Rogito Ugolino Benazzi, e Duziolo Piantavigna. S. Remigio era dov' è l'ospedale della Morte, e il Di Vincenzo sembra della famiglia dell' architetto della chiesa di S. Petronio.

Li 3 luglio 1418 Romeo, e Raffaele del fu Francesco Foscarari avevano una casa grande, e due a quella annesse, sotto Santa Maria dei Carrari. Confinava la grande colla via pubblica, cogli eredi e successori dei Passipoveri da due lati, colla piazzola detta Corte dei Bulgari (ora della Scimia), e colla casa detta del Forno di questa ragione, la quale confina anche con Gaspare Calderini.

1489, 12 dicembre. Astorgio e Lodovico Foscarari comprano da Ercole di Giacomo Dacchi, due delle tre parti di una casa sotto Santa Maria dei Bulgari, in confine dei compratori e dei Calderini, per ducati 100 d' oro larghi. Rogito Francesco Conti.

1541, 3 marzo. Convenzioni fra Romeo di Lodovico Foscarari, e Francesco Canobbi, sopra alcune fabbriche da farsi nelle loro case sotto Santa Maria dei Foscarari. Rogito Cesare Vallata Rossi.

1543, 2 gennaio. Concessione a Romeo Foscarari di suolo pubblico in lunghezza di piedi 39 da un lato, e di piedi 34 dall' altro, e largo circa piedi 13, posto nel campo della chiesa di S. Silvestro, cominciando dal filo della parte posteriore della casa di detto Romeo. Fu pagato L. 25 la pertica quadrata. Rogito Evangelista Mattusiani.

1570, 11 gennaio. Concessione al senator Romeo Foscarari, di chiudere un portico di dietro la sua casa sotto Santa Maria dei Carrari, dalla parte d'oriente di detta sua casa, e in certo vicolo dalla parte di mezzodì.

Finirono i Foscarari nel senator Gioseffo di Romeo, di Egidio, morto li 25 marzo 1713. Leonida di Romeo, sorella di detto Gioseffo, moglie di Francesco Agucchia, ebbe parte dell'eredità del fratello, ed il residuo andò alla fabbrica di S. Petronio.

1713, 20 dicembre. Paris Maria Boschi compra da Fabio Agucchi Giavarini, erede proprietario del senator Giuseppe Maria Foscarari, col consenso di Leonida Foscarari Agucchi, e delle suore di Santa Catterina per suor Maria Veronica Foscarari per il rispettivo usufrutto, una casa nobile sotto Santa Maria dei Foscarari, e due casette sotto Sant' Andrea degli Ansaldi nel vicolo della Scimia, una delle quali è di diretto dominio del benefizio semplice dei SS. Cristoforo ed Erasmo del Ballatoio, posta nella strada detto il Voltone dei Caccianemici. Confina a levante con Monari, e colla piazzetta di S. Silvestro, alias della Scimia, a mezzogiorno col vicolo della Scimia, a ponente con Francesco Burazzoni, o Buttazzoni, col SS. di S. Sigismondo, e col conte Alessandro Fava, e a settentrione colla strada, per L. 40000. Rogito Camillo Canova.

I Boschi aggrandirono questa casa coll'acquisto di quella del Bottazzoni. Nella parte destra dell' ingresso prossimamente alla strada vi sono muri di tal grossezza che indicano esser quelli di un' antica torre, probabilmente eretta dai Foscarari.