Strada delle Lamme, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La strada delle Lamme comincia dalla porta della città, e termina in Strada San Felice.

La sua lunghezza è di pertiche 218, 2, e la sua superficie di pertiche 447, 13, 8.

Il torrazzo dell' antica porta, che minacciava ruina, si cominciò a demolire li 29 giugno 1674.

La porta attuale, per la quale si spesero L. 37000, fu finita nel 1676.

I bandi nel 1256 si pubblicavano nel Borgo delle Lamme in Bocca dell' androna di S. Felice (via otto Colonne), e nel 1289 nello stesso borgo davanti le case di quei da Tizzano, e davanti a quelle di Carracino. Si osservi che il borgo Lamme non ebbe porta nel secondo circondario.

Strada delle Lamme cominciando a destra della porla e terminando a Strada S. Felice.

Non si vuole omettere una particolarità che riguarda questa strada, trovata in un rogito di Bartolomeo Schiva delli 21 dicembre 1243, nel quale trattandosi della divisione dei beni del fu Giacomo di Enrico Vescovo di Forlì, fra Metilde e Palmeria di Pellegrino di Lugarello Carbonesi, si dice : — Item una mesone con acqua posta in Campo Lame — Sembra che a quei giorni si usasse del termine mesone per esprimere casa, o edifizio.

N. 268. Casa di faccia alle cappuccine, che secondo l'Oretti fu di Odoardo e di Stefano, padre e figlio Orlandi, il primo scultore e il secondo pittore.

Si passa il vicolo detto della Carrara.

N. 234. Casa di tre archi in volto dei Frontoni, che la possedevano nel 1715. Li 12 marzo 1767 fu stimata L. 6200, ma detratto il canone dovuto all'abbazia dei SS. Naborre e Felice, si ridusse a L. 4666, 13, 8.

L' ultima dei Frontoni ed erede di questa casa fu Geltrude maritata in Vincenzo Fiandrini, che li 27 settembre 1787 la mise in vendita.

Si passa la via a sinistra del canale di Reno.

N. 219. Chiesa e compagnia di Santa Maria delle Lamme, sotto il titolo della Visitazione di Maria Vergine, e de' SS. Giacomo e Filippo.

Era qui venerata quest' immagine di Maria Vergine dal vicinato, la cui divozione accrebbe per la terribile pestilenza avvenuta in Bologna nel 1527, e per aver ottenuto mercè sua molte grazie e guarigioni fu deliberato di erigerle una chiesa, al qual effetto furon nominati in assunti Vincenzo Cambi, Lorenzo Vigiani e Bartolomeo Gambaro, il qual ultimo ebbe l'incarico di depositario.

La fabbrica fu cominciata nel predetto anno.

Compita la chiesa, fu data la custodia della medesima agli uomini della compagnia dei SS. Giacomo e Filippo, che ne presero possesso la domenica 10 gennaio 1553, e che ripetevano la loro origine da alcuni devoti, i quali avevano fabbricato nel 1518 un oratorio in questa strada nell'angolo di borgo Rondone sotto il titolo dei predetti SS. Apostoli, dove continuarono a tenere le loro pie adunanze fino alli 10 giugno 1552, in cui passarono alla chiesa del ponte delle Lamme.

Questa chiesa era soggetta alla giurisdizione parrocchiale di S. Nicolò di Strada S. Felice, e l' oratorio dei confratelli a quella della parrocchia della Carità.

Nel 1763 si cominciò a rifabbricarla, alzandola ed ornandola internamente come in oggi si vede, e si riaprì li 26 ottobre 1764.

La confraternita fu sciolta li 26 luglio 1798, e il locale fu venduto a D. Carlo Monti li 28 dicembre 1804. Rogito dott. Serafino Betti.

La chiesa fu sempre, come è tuttora, uffiziata.

Si passa la via a destra del canale di Reno.

N. 218. Casa con bottega da spezieria, che secondo l'Oretti appartenne al pittore Giacinto Garofalini.

NN. 217, 216. Si trova che li 6 marzo 1521 il Senato assegnò certo terreno pubblico nella strada delle Lamme a Nicolò e Orazio del fu Silvestro de' Orazi per la fabbrica che intendevano di fare sopra certa loro pezza ortiva, posta sotto la capella di S. Felice, in via Lamme, presso Domenico Marchesini, presso il canale di Reno mediante stradello, presso i beni dell'ospedale di S. Gio. Battista, poi dell' abbadia di S. Felice, e del monastero delle suore di S. Francesco. Rogito Gio. Andrea Garisendi delli 27 aprile 1521.

Queste case, una di quattro e l'altra di due archi, non si sa se per compra, o per eredità, passarono alla famiglia nobile Rinieri, che pare portata a Bologna, da Prato, da un Bartolomeo.

Si trova un Uguccione d' Ubaldino Rinieri che testò il primo marzo 1316.

Appartenne pure a questa famiglia Valerio di Gio. Battista, scrittore di una cronaca bolognese assai reputata, il quale mori li 19 luglio 1613 in età d' anni 66.

Nell' inventario legale del fu Francesco Rinieri, fatto da Giovanna Fiessi di lui moglie ed erede usufruttuaria, sono notate due case nelle Lamme, come da rogito di Bartolomeo Bucchini delli 29 novembre 1667.

Giuseppe Rinieri instituì erede Giovanni Tommaso di Andrea Mantachetti, a rogito Scipione Caracci delli 12 luglio 1664, coll' obbligo di assumere armi e cognome di sua famiglia.

Contano i Mantachetti fra i suoi antenati il famoso medico Zaccaria, che fioriva nel 1250.

Un ramo di questa famiglia terminò in un Vincenzo di Vitale Antonio che addottò Gio. Battista Ghisilieri circa il 1550, il di cui figlio Vincenzo addottò Giovanni Battista Bianchetti.

Un altro Vincenzo terminò in altro Vincenzo di Giulio, che lasciò erede, con obbligo di portare il suo cognome, Prospero di Medea di lui sorella, e di Alfonso Tellarini della Massa, il quale si stabilì in Bologna nel 1610, ed ebbe due figlie, che in esse terminò l' innesto.

L' altro ramo Mantachetti Rinieri finì in Francesco di altro Francesco, morto li 18 aprile 1784 in questa casa.

I beni fidecomessi Mantachetti, Rinieri, e Martini passarono agli ospedali dei Mendicanti, di Sant' Orsola, e di S. Francesco, e alle monache della Santa, e di Santa Cattarina.

Del libero ne dispose a favore di Santa Margarita Poggi di lui moglie, che si rimaritò ad Egidio Morisi da S. Giovanni in Persiceto.

Le suddette due case ultimamente appartenevano agli eredi del fu dottor causidico Vincenzo d' Ippolito Bertolotti Vigna, al quale furon vendute dall' ospedale di San Francesco.

N. 210. Casa venduta li 18 gennaio 1568 dal dottor Carlo Riario a Gio. Domenico Corazza per L. 6000. Rogito Paolo Ciananghi. È posta nella via delle Lamme, in confine della strada, e del monastero dell' Abbadia di dietro.

Pervenne ad Agata Corazza madre del dottor Girolamo Giovannetti, poi al dottor Francesco Maria Natali marito di detta Agata in seconde nozze.

N. 206. Casa di quattro archi, che sembra possa aver appartenuto ai Conventi nel 1624, poi ai Paganelli di Camerino, dei quali Vincenzo fu marito della così detta Turca dei Paleotti.

Del 1715 era del monte di Pietà, poscia del dottor Germano di Domenico Laurenti sindaco di Reggimento, indi in parte dei due celebri medici dottor Giuseppe e dottor Germano, padre e figlio Zanatti, detti Azzoguidi, siccome eredi Laurenti in causa di Rosalia Laurenti moglie del suddetto Germano.

Ultimamente apparteneva agli eredi degli Azzoguidi e di Matteo Brentazzoli.

L' antichissima e nobile famiglia Azzoguidi conta Pietro famoso rettorico molto amico del Petrarca, che fioriva nel 1303, e il famosissimo dottor in leggi Taddeo di Macagnano, capo partito, morto all' improvviso li 28 giugno 1416, la cui discendenza fini in Pietro di Nicolò suo nipote ex filio.

Melchiorre di Baldassarre notaro testò nel 1555, e addottò Valeriano Benedetti marito di Costanza sua figlia ed ultima degli Azzoguidi.

I Benedetti si estinsero sul finire del secolo XVI in Ippolita del predetto Valeriano, moglie di Antonio Maria Zanatti, che portò al marito l' eredità Azzoguidi.

Da Giacomo Lodovico del predetto Antonio derivarono due rami, quello d' Emilio vivente nel 1656, e terminato nel predetto dottor medico Germano, e quello di Filippo che continuava a sussistere anche ultimamente in Livia di Giuseppe, vedova del dottor in leggi Fabbri oriundo della Baricella.

N. 205. Li 21 ottobre 1413 Dino del fu Francesco Castellini compra dall' abbate di S. Felice un terreno, o casamento, lungo pertiche 15, e largo davanti piedi 14, e di dietro piedi 16, con casa, posto sotto la parrocchia di S. Felice, in Borgo delle Lamme. Confina la strada, Giovanni del fu Siviero Canetolo, Giovanni d' Azzolino Argelata, e Giacomo Sgubertini, tutti enfiteutici della stessa Abbazia.

Più compra il medesimo quattro terreni incolti e pieni d' immondizie, dove furono quattro case incendiate dai soldati del Duca di Milano. Questi terreni confinavano colla via pubblica del Broilo (otto Colonne), col suddetto altro terreno, con Giacomo Sgubertini del fu Bittino detto Tacone, e con l'orto di S. Felice. Tutta la lunghezza di questi terreni cominciando dal primo sopraddetto e continuando verso il detto monastero è di pertiche 60 e di piedi 3 1/2, e la larghezza dall'uno all'altro lato è di pertiche 4 e piedi 8. Il tutto fu pagato L. 14. Rogito Rollando Castellani.

Sopra i predetti terreni fu fabbricata una casa di tre archi, che del 1588 era degli eredi, o successori di Giovanni Bovi.

1624, 3 luglio. Compra del dottor Giovanni del fu Antonio Facini, da Marcantonio e Agostino del fu Pietro Guardini, eredi del dottor Alessandro Guardini, di una casa con stalla nelle Lamme, e una casetta con orto contigua, nella via delle otto Colonne, poste sotto la parrocchia dei SS. Naborre e Felice. Confinano altra casa dei venditori e i beni delle suore della Badia a ponente, i Conventi a levante (questo è errore mentre non può essere che a settentrione ), i beni dell' ospedale di S. Gio. Battista a mezzodì, e le suddette contrade a levante e a mezzodì, per L. 13000. Rogito Gio vanni Ricci.

I Facini la possedevano anche del 1715, e questi, secondo l'Oretti, sono della stessa famiglia del pittor Pietro Facini.

Pare che i Facini terminassero in D. Carlo Felice di Antonio dottor in leggi, e che i Marchesini fossero suoi eredi.

In seguito appartenne al tenente Golfieri, ed ultimamente era posseduta dai Pasi.

N. 204. Stabile già di diretto dominio dell' Abbazia dei SS. Naborre e Felice, condotto da Eleonora Poggi e da Camilla Pasolini, e per esse ceduto a Francesco del fu Ercole Caprara, il quale li 12 maggio 1588 vendette i miglioramenti agli Assunti dell' Abbazia per L. 8100. Rogito Giacomo Maria Fava. Confinava la via Lamme, quella delle otto Colonne, e i successori di Giovanni Bovi.

Fu poi comprato da Carlo Gnudi, e venduto dai creditori dello stato di detto Carlo ai Bacialli che la rifabbricarono.

Li 7 settembre 1761 l'Ornato concesse a Gio. Paolo e fratelli Bacialli piedi 25 di suolo pubblico per la loro casa nelle Lamme.

Ultimamente apparteneva a Giuseppe Garagnani.

Si passa la via delle otto Colonne.

N. 203. Li 29 ottobre 1579 l'Ornato dà licenza a Giacomo Fornasari sartore, che nell'angolo della sua casa, che ha nella via Lamme presso la via delle otto Colonne, possa far portico a retta linea del suo vicino Pietro Triachini sino al vicolo morto che divide detto Giacomo e Matteo Carrari.

Pare che questa casa fosse poi dei Roffeni, e l'abitava Vincenzo Roffeni morto infelicemente li 5 febbraio 1600 per il delitto da lui commesso nell' ottobre del 1580.

Il suddetto vicolo morto potrebbe essere quello che comincia in Strada S. Felice presso gli Ariosti.

Li 31 marzo 1637 Giovanni e Bartolomeo fratelli, figli del fu Stefano Guglielmini, comprano da Pietro del fu Sebastiano Beliani una casa sotto S. Lorenzo nella via delle Lamme per L. 5100. Confina i compratori, i Rambaldi, e gli Albergati. Rogito Fabrizio Vizzani.

Nel 1715 erano di Felice Stefani, e ultimamente degli Scarani.

N. 202. Casa che fu dei Triachini, poi degli Albergati, indi dei Paganuzzi, e in seguito delle suore della Maddalena.

Ora è unita al susseguente numero 201.

N. 201. Casa che li 19 novembre 1707 era di Angelo Fernando Baglioni, posta nelle Lamme, sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, in confine delle suore di Sant' Agostino a mezzogiorno, degli Albergati a settentrione, e dei Rambaldi. Rogito Antonio Maria Magnani.

Nel 1749 fu comprata dal dottor Vincenzo di Domenico Mingardi dottor in leggi, marito di una figlia di Antonio di Pio Baglioni.

A questa casa fu poi unita quella segnata col N. 200, già delle suore di Sant'Agostino, dal possessore Nicola Casolari.

N. 199. Questa casa di cinque archi fu venduta da Girolamo del fu Pellegrino Pasqualini a Francesco del fu Bartolomeo dottor Maggi, sordo-muto, per L. 3500. Rogito Annibale Rusticelli. Si dice avere corte, orto e stalla, essere nella via Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, in confine di detta via, di Girolamo dalla Calcina, dei Bergonzoni, e dei Vernizzi.

1582, 10 luglio. Alessandro e Bernardino di Raffaele Muzzoli comprano la casa nelle Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, in confine di ser Girolamo Calcina, dei Bergonzoni e dei Vernizzi, venduta da Francesco Maggi sordo-muto, mediante Scipione Casari suo curatore, per L. 7000.

1615, 8 maggio. Compra Alessandro del fu Pompeo Canali da Margarita del fu Alessandro Mazzoli, vedova del fu Gio. Battista Boletti, e da Maddalena del detto Alessandro, moglie di Alberto Sighicelli, una casa sotto S. Lorenzo nelle Lamme, per lire 9300. Confina detta strada, Maddalena Veruzzi, i Calcina, e i Bergonzoni. Rogito Lodovico Calvi.

1626, 11 dicembre. Bartolomeo del fu Antonio Maria Spettoli vende a Giovanni Vincenzo del fu Achille Marchesini una casa con orto, stalla, altana, antiporto, con una dozza che porta acqua in cantina, posta nelle Lamme, sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, in confine di Francesco Galera, di Gio. Battista ed altri dei Borgognini (forse Bergonzoni), e cogli eredi di Vincenzo Guicciardini, per L. 9650. Rogito Nicolò Calvi.

1673, 23 luglio. La casa di Giacomo del fu Giovanni Vincenzo Marchesini confinava coi Calcina, coi Vernizzi, e coi Borgognini.

1682, 3 agosto. Concessione di suolo pubblico fatta dal Senato a Giacomo Maria Marchesini pro porticus continuatione.

I Marchesini furon soci di negozio ai Davia.

La casa in discorso passò al dottor medico Luigi Laghi, e ultimamente apparteneva all'avv. Carlo di Camillo Monti.

N. 198. Casa che fu dei Canetoli, e poi probabilmente dei Calcina secondo le confinazioni del N. 199.

Nel 1715 era del conte Ottavio Rossi, indi dei Gualandi, detti Gualandini, e ultimamente del notaro Domenico Fabri.

Il portone fra questo numero e il susseguente chiude un vicolo che termina all'altro pur chiuso che sbocca in Strada S. Felice fra i NN. 104 e 105.

N. 197. Casa che del 1715 era di Lucia Pasi, poi di Giacomo Bersani.

N. 196. Nel 1613 e 1634 questo stabile era dei Vernizzi.

Nel 1715 apparteneva a Luca Pederzani, ed ultimamente a Bartolomeo Sandri e dottor Pinoli.

Nel 1663 la casa dei Vernizzi nelle Lamme confinava con un vicolo di dietro, cogli Ariosti e coi Sega.

Nel 1665 i Vernizzi sono confinanti coi Cilli e coi Sega.

N. 195. Compra Camillo del fu Giovanni Pavia da Edvige del fu Alessandro Bolognetti, vedova di Virginio Ariosti, una casa nelle Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, per L. 2000. Confina il palazzo Ariosti, uno stradello di dietro, e i Vernizzi di sotto. Rogito Alberto Rabbi.

Nel 1715 era di Giovanni Maria Pedini, poi degli Ariosti.

N. 194, Palazzo già Ariosti, poi Mignani, ecc. (Vedi Strada S. Felice numeri 102 e 103).

NN. 193, 192. Chiesa e canonica della parrocchiale di S. Lorenzo di Porta Stieri. È fuor di dubbio che questa chiesa fosse fra le antichissime di Bologna, ma non già anteriore al regno di Desiderio Re de' Longobardi, supposizione che attingerebbesi dall' esistenza di una lapide che trovasi in Viterbo.

Altri pretendono sia fabbricata circa il finire del secolo X, o al cominciare del dodicesimo, e siccome fu unita e soggetta all'Abbazia dei SS. Naborre e Felice, cosi è a credere che fosse edificata dai monaci che a quei giorni ufficiavano quella chiesa abbaziale.

Si ha dai libri capitolari dell' Abbazia di S. Felice, che l' abbate presentava alla suddetta chiesa, e che li 5 settembre 1272 fu confermato D. Giovanni Taglioli nominato alla cura dal detto abbate.

Un rogito di Pietro Bruni del 1444 fa fede di esser stata interamente rifatta dai parrocchiani, che cominciarono a presentare il parroco, in vigore del jus aquisito per la riedificazione, ma li 3 ottobre 1447 l' abbate avvocò a sè il possesso di detta chiesa.

Li 10 aprile 1641 ebbero il governo di questa chiesa i Padri Chierici Minori Regolari, che poi l'abbandonarono li 8 maggio 1647.

La nomina apparteneva per metà ai parrocchiani, e per metà all' Assuntaria di Sgravamento come rappresentante l'Abbazia dei SS. Naborre e Felice.

Abbisognando la chiesa di grandi riparazioni, che furon calcolate della spesa di L. 5000, per esonerarsi i parrocchiani della loro quota di spesa rinunziarono li 16 aprile 1785 al loro diritto di nomina per cederlo alla predetta assuntaria.

Fu poi abbellita sul finire del secolo XVIII a spese del Senato successore della suddetta Abbadia, indi, traslocata la sede parrocchiale nella chiesa dei SS. Gregorio e Siro, fu chiusa li 16 agosto 1806, e finalmente profanata e venduta a Camillo di Giovanni Francesco Salaroli li 12 maggio 1824, come rilevasi dalla lapide apposta nel muro per ricordare alla posterità che fu qui la chiesa di S. Lorenzo di Porta Stiera.

In questa chiesa fu sepolto Antonio Pepculier fiammingo venuto a Bologna coll'Imperatore Carlo V nel 1530. Era di straordinaria corpulenza e altezza. Morì sorpreso da febbre acuta, e fu sepolto il suo cadavere, lungo piedi 7, nella capella Guicciardini, presso la quale fu dipinto il suo ritratto al naturale, che fu fatto restaurare da Virginio Guizzardini nel 1608.

Strada delle Lamme cominciando a sinistra della porta e terminando al bivio delle Lamme e del borgo delle Casse.

N. 288. Chiesa e compagnia di Santa Maria della Purità, soppressa li 27 luglio del 1798.

Giovanni Rinaldi, a rogito Luigi Aldini delli 13 aprile, o agosto 1799, acquistò la chiesa ed annessi, che furon addattati ad uso profano.

Molti convengono che del 1273 fosse dedicata ai SS. Filippo e Giacomo, e che vi stassero certi monaci detti degli Apostoli; siccome pure credono che del 1343 fosse uffìziata dai canonici di S. Vittore dell' ordine agostiniano. Appartenne ai frati della penitenza di S. Francesco, e se ne ha una prova dalla donazione di questo locale per essi fatta a Matteo Griffoni nel 1396.

Il libro delle colette del 1408 dice: — Monastero dei frati degli Apostoli nel borgo delle Lame. —.

I frati del terz' ordine di S. Francesco fecero elezione, confermata li 14 giugno 1376 dal Vescovo, quantunque gli eredi di Matteo Griffoni si dicessero padroni. Rogito Paolo Cospi.

Il titolare di questa chiesa fu cambiato quando nel 1554 ebbe principio e vi prese posto la sumenzionata confraternita.

Si passa la via degli Apostoli.

NN. 289, 290. Chiesa e convento di religiose minori osservanti di Santa Chiara dette volgarmente capuccine.

La fondazione di questo monastero è dovuta a Ginevra di Vincenzo Santamaria, vedova ed erede di Alessandro Bargellini, morta li 17 luglio 1655.

Li 22 settembre 1627 comprò essa, a rogito di Giulio Cesare Beltrami, una casa d'Ippolito Conventi, per L. 7000, alla quale unì la donatagli il primo ottobre 1627 dalla marchesa Giulia di Gio. Paolo Pepoli, come da rogito di Giovanni Turchetti.

Edificò Ginevra una piccola chiesa dedicata alla natività di Maria Vergine, e con alcune compagne si rinchiuse nell' annesso locale, facendo donazione di tutte le sue, facoltà, come apparisce da rogito di Gio. Battista Balzani e Giovanni Bertolotti delli 11 marzo 1628, al nuovo istituto, che prosperando, potè fabbricare poi l'attual chiesa aperta li 8 settembre 1641, e dilatare il monastero, trovandosi che li 27 marzo 1644 il Senato permise di fare il muro di clausura lungo piedi 378 cominciando dalla casa dell' ortolano coll' occupazione di piedi 6 1/2 di suolo pubblico in larghezza e di piedi 35 in lunghezza, lungo la via di borgo Rondone fino all' angolo del vicolo che va alla via degli Apostoli dove occuparono piedi 14 quadrati.

Le monache furon traslocate nel monastero degli Angeli nella Nosadella in settembre del 1806, poi abbandonarono l'abito li 12 luglio 1810.

Instituita una nuova parrocchiale nella vicina chiesa delle Convertite fu trovata più addatta quella delle Capuccine, dove fu traslocata nel 1808.

A riserva dell' abitazione per il parroco tutto il resto del convento fu comprato dal conte Antonio Aldini a rogito Giudici notaro di Milano delli 8 novembre 1813, dal quale passò al banchiere Bignami pure di Milano.

L'orto è di Tornature 3.

Si passa Borgo Rondone.

NN. 301, 302, 303. Chiesa e convento di suore Carmelitane de' SS. Giacomo e Filippo Apostoli, dette comunemente le Convertite.

Predicando. in S. Pietro di Bologna nella quaresima del 1559 il P. Gio. Battista Formenti di Milano, furono invitate per ordine del Vescovo Gio. Campeggi tutte le meretrici della città per la predica delli 16 marzo, nei qual giorno ricorreva l' evangelo della Maddalena. Fu efficace il pensiero del Vescovo, poichè in buon numero abbandonarono la mala vita, ritirandosi alcune per sempre dal mondo, ed altre maritandosi. Furon coadiuvate le prime da diverse matrone, fra le quali da Paola Campeggi vedova di Bartolomeo Malvezzi, che in numero di 15 le unì in una casa sotto la parrocchia di S. Sigismondo, dove rimasero finché fu allestito il convento di Sant'Orsola fuori di porta S. Vitale abbandonato dalle monache Cisterciensi passate in S. Leonardo di Bologna, dove li 6 luglio 1561 vestirono l'abito Carmelitano sette altre compagne, e si dissero suore di Santa Tecla delle Convertite.

Li 9 novembre 1567 fu loro donata la chiesa e l' oratorio de' SS. Giacomo e Filippo delle Lamme, fabbricati nel 1518, donazione che fu fatta dagli ufficiali e uomini della compagnia del Ponte di detta strada, indotti a far ciò dal cardinal vescovo Paleotto, come da rogito di Francesco Barbadori, e questa donazione fu fatta in causa che le dette monache eran state licenziate da Sant' Orsola destinato ad ospedale per gì' incurabili.

Dicesi dal Masini che vi avessero fondato un oratorio dedicato a Santa Tecla, il quale, partendo esse di colà, fu chiuso e addattato alla nuova destinazione del locale. Si rifletta però esser probabile che il preteso oratorio fondato, fosse l'antica chiesa intitolata Sant' Orsola, alla quale avessero sostituito il nome di Santa Tecla.

La predetta chiesa ed oratorio confinava con le vie delle Lamme e di Borgo Rondone, e con la casa di Gio. Battista Pancaldi acquistata dalle convertite li 7 ottobre dell' anno stesso per L. 2400. Rogito Annibale Rustichelli.

Li 12 settembre 1568 le suore di Santa Tecla lasciarono il convento di Sant'Orsola fuori di porta S. Vitale, e passarono in numero di 32 processionalmente nelle Lamme.

Pio V, con breve delli 31 gennaio 1569, ordinò che l'eredità delle cortigiane morte senza testamento e senza figli, passasse alle Convenite, e testando e non avendo figli potessero disporre della sola metà, e l'altra metà fosse devoluta alle suore predette.

Li 26 aprile 1606 l'arcivescovo Alfonso Paleotti fabbricò appositamente presso questo convento una casa pel ritiro delle donne mal maritate, le quali comunicavano internamente colla chiesa delle Convertite per recitarvi le loro preghiere.

Nel 1613 le mal maritate passarono in S. Mamolo.

Nel 1585 fu rinnovata la chiesa con disegno di Domenico Tibaldi.

Li 19 ottobre 1585 il Senato diede L. 600, da pagarsi in tre rate, alle suore Convertite perchè potessero coprire la loro nuova chiesa avanti la stagione invernale.

Il primo luglio 1586 il Senato concede alle convertite di poter allungare il portico della loro chiesa per piedi 3 1/2 verso Borgo Rondone, indi costruire a retta linea un muro e proseguirlo fino al primo angolo del muro della chiesa vecchia di dette suore in Borgo Rondone, il qual muro fu accordato della lunghezza di piedi 46, e terminato con detto angolo.

La facciata di detta chiesa fu costrutta nel 1753.

Benedetto XIV, sotto la data delli 12 gennaio 1746, unì alle Convertite i beni e le ragioni della casa delle donne mal maritate, e li 22 marzo 1747 i beni e le ragioni del conservatorio delle suore terziarie di Santo Stefano, finalmente nel 1748 emanò alcune dichiarazioni e modificazioni sub esecuzione del precitato breve di Pio V.

Li 8 settembre 1805 le Convertite passarono nel convento delle Terziarie della Carità in Strada S. Felice, al quale fu dato il titolo di convento della Purità, ma esperimentata la ristrettezza di quel locale, bisognò rimetterle nel loro antico monastero. Nel detto intervallo la chiesa esterna delle Convertite era stata unita all' interna per addattarla alle funzioni parrocchiali alle quali era stata destinata, quindi per il detto ritorno delle suore bisognò traslocare la parrocchia nella chiesa delle Capuccine, e fare diversi addattamenti al convento, come pure alla casa che fu già ricovero delle mal maritate.

Dopo tutto questo furono soppresse li 12 luglio 1810, indi la direzione della Zecca acquistò il convento e la chiesa li 9 giugno 1815, a rogito Serafino Betti, meno alcune frazioni, e segnatamente il caseggiato N. 303, già comprato dalla ditta Gambarini e Panni li 7 marzo 1812 e 13 novembre 1813. Rogito dello stesso Betti.

NN. 316, 317. Casa dei Gnichi, poi del ricco mercante Gabrielle Maria di Giacomo Maria Giovagnoni, detto Zagnoncino, morto li 9 giugno 1707, del quale fu erede la di lui figlia Barbara Maria maritata nel conte Clodoveo di Amos Caprara, morta li 13 agosto 1763.

Pare che il detto Gabrielle fosse Zagnoni, e non Giovagnoni, anzi nel suo testamento deputa fra i suoi commissari Giuseppe Maria Zagnoni suo agnato, che è l' autore dei marchesi Zagnoni di Strada Castiglione.

I Giovagnoni che abitavano sotto S. Nicolò degli Albari sono sempre nominati col predetto cognome, e non mai Zagnoni.

Il conte Clodoveo del conte Amos Cavalca iuniore vendette questa casa ad un certo Bruschetti nel settembre del 1808.

Nel 1708 questo stabile fu stimato L. 15801.

N. 320. Casa che, secondo l' Oretti, appartenne ad Angelo Michele Cavazzoni pittore.

Si passa la via a sinistra del canale di Reno.

Il ponte sul canale fu fatto nel 1317 colla direzione di Bonaventura da Calderara.

Si passa la via a destra del detto canale.

NN. 321, 322. Il primo settembre 1586 Giovanni Antonio del fu Matteo Locatelli comprò per L. 10300 da Nicola del fu Sante Buldrini una casa nelle Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, con tre botteghe sotto ad uso di lardaria e falegname, e di un ediflzio per far olio, in confine di Domenico Orazi, dei De Santi, e dei Romani, e sembra anche col canale di Reno. Rogito Quirino Lucchini.

Nel 1603 sotto questa casa vi era una spezieria sulla strada delle Lamme, e la fabbrica da olio versò il canale.

1620, 15 luglio. I creditori di Camillo e Sebastiano Suarez, di Antonio Valdrama e di Giuliano Serragli la vendettero agli Sportini. Rogito Paolo Forti.

1638, 22 aprile. Il detto stabile apparteneva all'ospedale di S. Benedetto degli Sportini, e continuava ad avere la bottega di spezieria, e la fabbrica da olio. Confinava Lucia di Giacomo Bruni, Giacomo e fratelli Serra. Fu venduto sotto la predetta data per L. 6000 ad Agostino del fu Giuseppe Cavallini.

1693, 18 settembre. Licenza al dottor Francesco di altro Francesco Cavallina di ridurre i due fori che tiene nel canale di Reno, di oncie 7, ad un sol foro di oncie 5, elevando d' un' oncia il nuovo foro sopra i preesistenti. Rogito Cosimo Gualandi.

Nel 1715 continuava ad essere dei Cavallina. Ultimamente era dei Gibelli, e fu ri fabbricata da Stefano di detta famiglia.

Si passa Borgo Lorenzo.

NN. 328, 329, 330. Due di queste case li 15 febbraio 1542 furono vendute da Ugolino Riccardi a Rinaldo Panirazza per il prezzo da stabilirsi da due periti. Rogito Cesare Rossi. Diconsi essere contigue, in confine della via delle Lamme, di Borgo Lorenzo, del compratore di sotto, e di Paolo Sanseverino.

Li 7 marzo 1571 erano di Giacomo e Lorenzo fratelli, figli del fu Antonio Torsoni. Confinano la via delle Lamme, Lorenzo Vizzani e Antonio Rosini. È pur detto avere stalla e teggia dalla parte di dietro, che ha accesso dalla via Borgo Lorenzo. Rogito Tommaso Torsoni.

Li 28 aprile 1642 erano del Vicario Generale dell' Arcivescovo Bernardino Cattanei, al quale in detto giorno fu permesso dall' Ornato di mettere due fittoni a capo del portico della sua casa in via Lamme, e altro dall'altro capo di detto portico dalla parte di Borgo Lorenzo.

Passarono poi tutte tre al dottor Agostino Fabri, il quale lasciò eredi gli ospedali di S. Francesco e della Vita dopo la morte di Angelo .Maria Fabri seguita li 21 giugno 1668.

Questi divisero fra loro l' eredità li 21 giugno 1668 a rogito di Bartolomeo Marsimigli, per la quale i detti stabili toccarono all' ospedale di S. Francesco, il quale pagò a quello della Vita la differenza in eccesso delle proprietà divise. Vien detta casa grande nelle Lamme, presso Lodovico Turronide Borgolocchi, e presso Giuseppe Campiani, ed è valutata. L. 10000. In altro rogito posteriore si dice confinare con Borgo Lorenzo, e con Giovanni Francesco Benazzi.

Nel 1669 era locata per L. 400 al colonello Luigi del dottor Giovanni Battista Palmieri.

Finalmente li 7 gennaio 1768 fu comprata dal perito Agostino Ciotti per L. 6500. Rogito Pier Paolo Petronio Cacciari. Questi per testamento la lasciò all' ingegnere Gaetano Borghi.

Il portico di questa casa è di quattro archi.

N. 331. Casa di tre archi, che pare possa aver appartenuto a Lodovico Turroni de' Borgolocchi, e fors' anche a Gio. Francesco Benazzi, ma del 1715 era di Cesare Mazza, poi dell' avv. Girolamo Mazza morto nel 1761. Passò per fidecommesso all'Opera dei Vergognosi, dopo a Vincenzo Baldi, e a Maria Ribatti.

In questa casa l' arte dei filatoglieri conduceva in affitto un appartamento per comodo della loro residenza, dopo aver abbandonato quella che avevano nel Borgo delle Casse.

I filatoglieri avevano per protettore S. Rocco.

Lo statuto di questa società fu confermato dal Senato li 3 ottobre 1614, e il primo Massaro fu Gio. Battista Rimondi nel 1° trimestre del 1676.

N. 331. Filatoglieri. Questi artigiani erano soggetti alla società della seta. Tentarono essi di erigersi in società, come si rileva da un decreto delli 21 agosto 1556, col quale il Gonfaloniere Gio. Antonio Grassi, per commissione del Senato, "annullò, distrusse e disfece l' arte dei filatoglieri, che li medesimi arbitrariamente facendo capitoli, estraendo massaro, ecc. s'erano erogato di fare, ed inoltre fece disfare, rompere e devastare l' abito del Signifero, che temerariamente e sediziosamente avevano fatto, facendo anco eseguire precetto penale a ciascun filatogliero di non più radunarsi, far convocazioni, sessioni, ufficiali, ecc.". Rogito Pellegrino dall'Oro notaro delle riformazioni.

L' arte dei filatoglieri fu sempre riguardata con occhio geloso dal Governo affinchè il mestiere non fosse portato altrove. Si cita in proposito il bando delli 24 maggio 1510 emanato dal Cardinal Francesco Alidosio Legato di Bologna — Contro Antonio Bernardino Croci da Castelvetro, Filippo di Barone dal Giudice, Francesco di Giacomo Bene, Domenico detto il Fiorentino da Bologna, Salvatore di Angelo Ebreo, Antonio dal Borgo e Angelica sua moglie, e tutti i filatoglieri per aver portato altrove l' arte e provisione insieme, e poi chi ciò farà in avvenire sarà punito capitalmente con la confisca di tutti i beni, intendendo in tale pena inclusi i complici, aiutatori, acettatori, ricettatori, minacciando la scomunica ipso facto riservata alla Santa Sede, e tutto ciò estendersi a tintori, filatoglieri, increspatori, torzidori, ed ogni altro membro e lavoratore dell' arte della seta. — In detta provisione si dice ancora — Che il mestiere dei telami da seta è unico e peculiare dono concesso da Dio a questa città, il quale tanto è più da custodire quanto più si conosce essere utile e fruttuoso in essa, e tanto più si debba tener caro quanto maggior comodo e benefizio se ne riceve. —.

Si dice anche che il Cardinal Angelo Reatino essendo Legato di Bologna fece una simile provisione addì 10 dicembre 1460, ed il Cardinal Francesco Gonzaga nel 1474 contro Cosmo Dini fiorentino e suoi complici per aver tentato di portare questo mestiere nella città di Firenze.

Li 15 febbraio 1538 il Senato dichiarò banditi capitali, ribelli ed infami, con pena di essere dipinti appiccati per i piedi ai cantoni del palazzo, nei postriboli ed altri luoghi infami con un modo disonorevole e vituperoso e confiscati i beni, Cesare di Nicolò Dulcini filatogliero già cittadino di Bologna, e Vincenzo di Giovanni Fradini da Vignola falegname, per over portato via l'arte dei filatogli.

Quest'arte nel 1580 fu incombenzata di aver cura dell'acqua del canale di Reno cominciando dalle calende di luglio per tutto il 10 ottobre, che poi fu estesa a tutto il mese predetto.

N. 332. Casa di due archi che appartenne ai Borgia mercanti di droghe e che la possedevano del 1715.

I discendenti di questa famiglia continuavano ad esserne padroni anche ultimamente.

Sotto lo stillicidio vi è un bassorilievo.

N. 333. Stabile che del 1715 era di Pirro Fava, ed anche ultimamente de' suoi discendenti.

N. 334. Casa dei Bacialli, composta di due archi, in un capitello dei quali vi è l'arma dei Balestra. Francesca Balestri fu moglie di Pietrantonio Davia, banchiere, vivente nel 1624.

L' ultima dei Balestri fu maritata in un Vizzani, che ebbe una sola figlia, la quale sposò un Benedetti di Vergato, dal qual matrimonio venne Francesco Benedetti che lasciò tre figlie e un maschio naturale avuto dalla sua serva, la quale ottenne di far pervenire l' eredità al detto ragazzo, che essendo un giorno nel granaio di questa casa cadde dalla finestra e mori. La madre fu perciò erede.

Si trova che del 1715 questa casa era di Pietro Magnani, ed ultimamente di Angelo Cattenacci e di Maria Parisini.

N. 335. Casa del dottor Bertocchi, poi del curato del Trebbo.

N. 336. Stabile che li 10 febbraio 1632 fu venduto da Cornelio del fu senator Ercole Malvasia a Gio. Giacomo del fu Francesco Bertolelli per L. 7400. È detto esser casa con stalla e teggia, sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme. Rogito Giovanni Lodovico Carlo.

1647, 9 marzo. Compra Domenico del fu Camillo Guarmani da Giuseppe Maria e da Gio. Giacomo fratelli, figli del fu Camillo Bertolelli, una casa nelle Lamme sotto S. Lorenzo per L. 9500. Rogito Francesco Fenizzi.

1653, 12 novembre. Casa di Domenico e Nicola, fratelli Guarmani, posta nelle Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera. Confina a levante un vicolo morto, o chiavica, a ponente in parte la via delle Lamme e in parte i Pieri, a mezzodì Gio. Paolo Pieri in parte e in parte un vicolo vicinale, a settentrione una casetta di questa ragione, la quale di dietro confina il pubblico chiavicotto, a ponente le Lamme, a mezzodì la suddetta casa grande, e a settentrione Maria Fiori Paltronieri.

Nella divisione seguita li 4 maggio 1672 fra i suddetti fratelli Guarmani, la casa grande fu valutata L. 8200.

Domenico di Camillo Guarmani lasciò due figlie, Antonia sposata in Antonio Maria Pigna, ed Elisabetta in Giovanni Pierattini, le quali si divisero l' eredità paterna, e toccò questa casa alla Pigna, la quale avendo lasciato una sola figlia, suor Monica Pigna, nel convento di Sant' Elena, passò a dette monache li 20 luglio 1726 valutata L. 8200, come da rogito di Galeazzo Bonesi.

Fra i numeri 338 e 339 vi è un portone di un vicolo, intorno al quale vedi Borgo Casse N. 1323.

NN. 343, 344. Casa che del 1715 era dei Foresti, e che passa nella via Borgo Casse ai numeri 1329 e 1330. (Vedi aggiunte).

N. 345. Casa di Gio. Maria Mattei, poi del dott. Lanzarini, la quale passa nel Borgo Casse al N. 1331.

NN. 346, 347. Casa degli Ariosti, che furon chiamate la punta di Morando, come da un rogito di Giacomo di Rolando Fantuzzi delli 19 dicembre 1356, le quali passano nel Borgo Casse ai numeri 1332 e 1333.

Aggiunte

1577, 24 gennaio. Dote di Elena di Francesco del fu Nane Riccardi, alias Scala, e della fu Lucrezia Piacentini moglie di Paolo del fu Bartolomeo Baldi, per la qual dote il detto Francesco Riccardi assegna a Paolo una rata e parte di due case sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, nel Borgo delle casse, in confine di detta via, di quella delle Lamme, di Giacomo Curioni. e degli eredi di Francesco Maria Ronchi e Matteo Uccelli.

1585. Compra il dottor Vincenzo del fu Domenico Galdari, da Pellegrino del fu Girolamo Maiatrini e da Catterina del fu Matteo Uccelli Iugali, una casa sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme. Confina a oriente la via pubblica, a mezzodì Paolo Baldi, a settentrione Sebastiano Brunelli e certo stradello, per L. 2650. Rogito Bonfio Bonfii, e Carlo Garelli.

1586, 2 aprile. Dote di Elena di Francesco del fu Nane Riccardi, alias Scala, moglie di Paolo di Bartolomeo Baldi, costituita sopra la casa grande sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme, assegnata per L. 20351. Rogito Lodovico Ostesani.

1592, 4 maggio. Il canonico Filippo del fu Bartolomeo Baldi compra dagli eredi del dottor Vincenzo Galdarini una casa sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme, per L. 2650. Confina i compratori, Sebastiano Brunellini, e lo stradello. Rogito Cristoforo Guidastri.

1672, 23 aprile. Inventario legale dell' eredità di Camilla Bruni Baldi, fatto da Ercole pupillo del fu Carlo Loiani, e da Gregorio Ferri, eredi di detta Camilla per testamento fatto a rogito Bartolomeo Guglielmini delli 26 aprile 1671. In detto inventario si cita una casa grande in contrada Lamme sotto S. Lorenzo, con casetta piccola annessa.

1673, 15 giugno. La detta casa fu venduta ad Antonio Ceruti. Rogito Bartolomeo Guglielmini.

1597, 17 ottobre. Assegnazione di Cesare del fu Marcantonio Uccelli, a Lorenzo del fu Francesco Ghezzi, di una casa nelle Lamme sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, per L. 3915. Confina detta strada e il detto Cesare Uccelli.

Si noti che gli Uccelli confinavano coi Riccardi, come si è veduto qui sopra.

1535, 22 gennaio. Ottavio del fu Carlo Rossi vende una casa a Bartolomeo Faloppia per L. 1671. Rogito Gio. Battista Ferri Ramponi.

1548, 7 luglio La suddetta casa confinava con Lodovico Franchi che aveva due case contigue. Rogito Aldrovando Macchiavelli.

1621, 12 ottobre. Camillo Faloppia la vendette a Vincenzo del fu Sforza Riari per L. 5000. Rogito Francesco Dalle Donne. Confina di dietro le suore dell'Abbadia, Laura Cesarei, e Giovanni Battista Spadari successore Cesarei.

1658, 18 gennaio. Compra Gio. Giacomo Corazza dal dottor Carlo Riari una casa sotto S. Naborre e Felice, in via Lamme, per L. 6000. Rogito Paolo Ciamenghi. (È la casa suddetta).

1695, 10 settembre. Assegnazione fatta dalla marchesa Anna Maria Virginia di Gio. Battista Pasi a favore d' Ippolita del senator Gio. Antonio Pietramellara, di lei madre, e moglie in seconde nozze di Giovanni di Ranuzzo Pasi, di una casa grande sotto S. Lorenzo di Porta Stiera. Confina la via delle Lamme.

1575, 9 aprile. Compra Girolamo del fu Gio. Domenico da Baldassare, Domenico e Filippo, fratelli Cavazzoni, una casa sotto S. Lorenzo nelle Lamme, per L. 3500. Rogito Lorenzo. Coltellini. Confina di sopra Alessandro Ariosti, e Vincenzo e fratelli Turroni, a sera uno stradello, di sotto Gaspare Cavazzoni, e la via pubblica delle Lamme a mattina.

Sotto S. Lorenzo di Porta Stiera vi era nel 1574 la contrada detta Borghetto, che poteva esser quella che passa in strada S. Felice, e l'altra dalla parte del Borgo del le Casse.

1615, 8 maggio. Compra Alessandro del fu Pompeo Canali da Margherita del fu Alessandro Mazzoli, vedova del fu Gio. Battista Boletti, e da Maddalena di detto Alessandro, moglie di Alberto Sighicelli, una casa sotto S. Lorenzo nelle Lamme, per L. 9300. Confina la detta strada, Maddalena Verruzzi, i Calcina e i Bergonzoni. Rogito Lodovico Calvi.

1569, 27 gennaio. Marcantonio e Francesco Bulgarini vendono a Domenico Furlani una casa sotto S. Naborre e Felice, nella via Lamme, per L. 2100. Rogito Alessandro Borgognoni e Annibale Cavalli.

1292, 28 agosto. Compra di Bartolomeo di Zaccaria Filindana, da Rolandino di Dosio da Galliera, della parte di una casa con sue aderenze, per indivisa con Dolcebella di Cambio Bombelli, posta sotto S. Lorenzo di Porta Stiera appresso i Marescotti, per L. 36. Rogito Giacomo di Bonavolta Sedazzari.

1632, 10 febbraio. Compra Gio. Giacomo del fu Francesco Bertolelli da Cornelio del fu senator Ercole Malvasia una casa sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme per L. 7460. Rogito Gio. Lodovico Calvi.

Questa casa passò poi ai Guarmani.

1567, 7 ottobre. Zampiero Rossi compra una casa in via delle Lamme sotto San Naborre e Felice, per L. 4500. Rogito Annibale Rustighelli. Più altra casa contigua vendutagli da Gio. Battista Pancaldi per L. 2400. Rogito idem.

1564, 29 febbraio. Compra Pirro Dal Calice da Antonia Facchinetti, vedova di Gio. Antonio Titi, e da Cesare e dottor Ognibene Titi di lei figli, una casa sotto San Lorenzo di Porta Stiera, per L. 2000. Rogito Galeazzo Bovi.

1637, 3 marzo. Giovanni e Bartolomeo fratelli, figli del fu Stefano Guglielmini, comprano da Pietro del fu Sebastiano Baliani una sasa sotto S. Lorenzo in via Lamme per L. 5100. Confina i compratori, i Rambaldi e gli Albergati. Rogito Fabrizio Vizzani.

1592, 23 dicembre. Cessione della fabbrica di S. Petronio ad Orazio Riguzzi dello ragioni sopra una casa, e metà di un' altra sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nelle Lamme, il tutto acquistato per L. 5952. Rogito Giulio Cesare Veli.

1490, 1 febbraio. Compra Pietrantonio e Gio. Battista Bombasari dagli eredi di Vincenzo Calcina una pezza ortiva di tornature 6 circa con sei case unite, poste nelle Lamme, per L. 1015, 7, 9 d' argento, pari a L. 1100 correnti. Rogito Achille del Bue e Alessandro Bottrigari.

1521, 26 marzo. Compra mastro Gio. Antonio Negri da Pietro Parolini una casa sotto S. Lorenzo delle Lamme per L. 712. Rogito Ulisse Musotti e Sebastiano Moneta.

1617, 10 ottobre. Noviani Pellegrino compra da Galeazzo e Silvio, fratelli Costa, una casa con orto nelle Lamme per L. 9500. Rogito Pietro Grandi.