Capo di Lucca, dal I volume delle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Capo di Lucca, detto comunemente Cui di Lucca, è la strada che comincia nella via dalle Moline fra il canale di Reno ed il torrente Aposa, e termina alle mura della città fra le porte di Galliera e della Mascarella. Si disse qualche volta, come adesso, via delle Agocchie, ma verso le mura della città.

La sua lunghezza è di pertiche 148, e la sua superficie di pertiche 17, 32, 6.

Non è seliciata.

Si disse già via delle Case Nuove, per esservi ivi case uniformi fabbricate dai creditori delle moline e moliture, a comodo dei monari e di altri inservienti. Il suolo di questa contrada fece parte dell' antico campo del Mercato, come quello della via Imperiale, Berlina, Gini, della Maddalena, Borgo S. Giuseppe e Casette di S. Benedetto.

Quando i Carmelitani nel 1263, o 1264, vennero a Bologna, si stabilirono nella strada che va lungo le Moline ed il canale verso le Agocchie, e precisamente in quel sito ove ora è una fila di case tutte di una uguale struttura, però non apparisce vi avessero chiesa perchè negli atti d' allora si trova sempre e soltanto enunciato "Locum Carmelitanorum". Nel 1293 abbandonarono questo sito per passare a S. Martino dell' Avesa, e vi subentrarono certe suore Benedettine che vennero nel 1250 da Venezia a S. Nicolò di Carpineta fuori porta Strada Maggiore alle Caselle, le quali dipendevano dall'abbate di S. Nicolò di Leo di Venezia, leggendosi negli atti che erano vestite da un deputalo di detto abbate. Durante il loro soggiorno in questo reclusorio che prese il nome di S. Nicolò del Mercato presso i molini della città, furono eredi di Bartolomea Principi vedova Boschetti che testò il 7 giugno 1301. Rogito Giacomo Dalle Torri.

Li 30 agosto 1306 il dottor Pace del fu Ridolfo gli fece donazione di 90 chiusi di terreni o casamenti posti sotto S. Martino dell' Avesa verso il canale delle Moline, e più altro casamento posto nello stesso luogo. Rogito Amadore Bresa e Gio. Ventura.

Nel 1306 l' Avesa fece gran danno alla casa ed alla chiesa di S. Nicolò di Carpineta ed al vicino Borgo di S. Pietro dal lato d'occidente. Il Senato fece perciò allargar l'alveo dal ponte presso il serraglio sino al ponte della Circla, a modo che dal lato d' occidente di detto torrente, e cioè dalla parte del canale delle Moline, per diritto filo a seconda del muro del detto monastero, era largo in fondo piedi 6, in sommità piedi 24, in profondità piedi 8. Essendo pressochè rovinato questo convento, deliberarono le monache di abbandonarlo, ed ottennero di unirsi li 30 aprile 1332 a quelle di S. Guglielmo alla porta della Mascarella, come dagli atti di Egidio dei Guerrini.

1516, 16 giugno. La Camera di Bologna donò ai creditori delle moliture certo terreno vacuo fra l' Avesa ed il canale di Reno, sopra il Mercato, di lunghezza pertiche 15 presso il muro di nuovo fabbricato dai detti creditori che è di lunghezza pertiche 25, presso l'Avesa, attesochè, nonostante questo, la strada contigua rimase larga piedi 29.

1549, 27 aprile. Matteo Scala del fu Bartolomeo muratore milanese, comprò dagli eredi di Lodovico da Asti certa pezza, ossia vicolo vacuo, presso le case dei capi delle moliture a settentrione, le case della B. V. della Mascarella a mezzodì, e l' acquedotto Avesa ad oriente. L'Ornato gli accordò suolo pubblico per edificarvi una casa.

Capo di Lucca a destra entrandovi per la via delle Moline.

In questa contrada sul torrente Aposa vi era stabilita una sega di legnami.

Si passa la via della Conca mediante un ponte sull'Avesa.

Capo di Lucca a sinistra entrandovi per la via delle Moline.

Si passa la continuazione della via predetta della Conca che termina in Berlina mediante un ponte sul canale delle Moline.