Via di San Domenico, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via di S. Domenico è quel tratto di strada che comincia dalla piazza di San Domenico sull' angolo della via Larga tino alla via Vasselli, e cioè rimpetto al palazzo Ranuzzi, oggi Grabinscki.

La sua lunghezza è di pertiche 47, 04, 6, e la sua superficie di pertiche 82, 97, 11.

Nel 1256 si trova che i bandi si pubblicavano in Quadruno nella via Nuova di S. Domenico, presso la casa di Mascaroni e dei figliuoli di Danielle.

Questa strada si disse anticamente via di S. Procolo, poi di nostra donna che fa virtù, o di nostra Donna da S. Domenico (vedi aggiunte). Qualcuno l'ha denominata via dei Santi, e presentemente si conosce per via di S. Domenico.

In un manoscritto si trova che l' ultimo dei Lambertazzi fu un Giovanni di Castellano, banchiere, il quale abitava nella strada che dal sagrato di S. Domenico si va al palazzo Ruini, e vi morì nel 1410 lasciando eredi i Domenicani.

Via di S. Domenico a destra entrandovi per il piazzale della chiesa di dello Santo.

N. 538. Casa che del 1513 era dei Serafini, e continuava ad esserlo del 1574. nel qual anno si trova che spettasse ad Angelo dello stesso casato. Nel 1715 era di Lorenzo Riari, ed in appresso appartenne a diversi.

N. 539. Stabile forse di Calisto Avoglio nel 1513, già proprietario di quella d'angolo colla via Larga N. 995, poi Barbieri. La famiglia Avogli, o dall' Avoglio, fu di fazione Lambertazza. Pietro di Ghinozzo era Gonfaloniere di giustizia nel 1385, e Pacifica Avogli fu una delle compagne di Santa Catterina da Bologna. Dicesi che un ra mo continui in Massa Lombarda con titolo di conte.

Nel 1715 apparteneva alle suore di S. Gio. Battista, poi ai Ceronetti, ed ultimamente a Giuseppe Galli cassiere del Monte di Pietà. Ora appartiene a Pantaleone Merlani, uno dei conduttori della rinomata e primaria tipografia di questa città, anticamente della ditta Sassi, della quale a suo tempo ne parleremo diffusamente.

NN. 540, 541, 542. Case dei Mattugliani sulle quali si hanno le seguenti notizie: Rinaldo Mattugliani paga, li 4 gennaio 1470, L. 100 a Cristoforo Zanettini fratello del fu Floriano, per passarle ad Ester vedova di detto Floriano Zanettini, e allora moglie di Tommaso Federici, in causa di miglioramenti fatti in una casa comprata dal Mattugliani, posta sotto la parrocchia di S. Procolo, nella via della Madonna, in confine della via di Nostra Donna e di certa altra via di dietro, di Andrea da Castagnolo da un lato, e di Antonio Barberio dall'altro. Rogito Lorenzo Mantachetti, e Bartolomeo Panzacchi.

1472, 14 aprile. Rinaldo Mattugliani compra da Guglielmo di Gaspare da Lugano una stalla, alcune stanze, piccola corte, ed orti, il tutto posto sotto S. Procolo in confine del compratore ad oriente, per L. 90. Rogito Domenico Dintilani. Questi stabili erano di dietro alla casa del Mattugliani, e cioè sulla via ora detta dei Mattugliani.

1477, 14 ottobre. Il detto Rinaldo compra da Antonio Barbieri una casa sotto S. Procolo, in luogo detto Lama di Santa Maria, che confina col compratore a oriento, per L. 91, 13, 4 moneta d' argento. Rogito Bartolomeo Setti. Sembra che per Lama di Santa Maria debba intendersi la via Mattugliani, come si vedrà più avanti.

1484, 16 febbraio. Compra Daniele Lancilotti di Venezia da Baldassarre Muratori lanino una casa indivisa con Nicoloso Poeti venditore, posta sotto S. Procolo. Confina Gabrielle Budrioli di sopra, il venditore di dietro, il Mattugliani e un' androna, per L. 125. Rogito Melchiorre Panzacchia.

1490, 7 giugno. Compra Rinaldo Mattugliani, salvo il diretto dominio dei Padri di S. Procolo, una casa nella strada detta Madonna, dietro l' orto dei detti Padri, per L. 406, 3, 1. Rogito Matteo Gessi. È posta nella strada detta dietro il muro dell'orto di S. Procolo, presso la Nostra Donna che fa virtù, presso la strada a settentrione, e a mezzodì, e presso l' orto di detto monastero.

1493, 28 novembre. Eliseo Mattugliani compra da Rinaldo, Pietro, Michele e Bartolomeo del fu Tommaso Nelli, tre case sotto S.Procolo nella strada detta della nostra Donna, che detto Eliseo, figlio ed erede di Rinaldo Mattugliani cessionario Zanettini, aveva migliorato, e ciò per L. 1661, 11, 1. Rogito Gio. Battista Bovi. È detto esservi una casa grande ed una piccola vicina l' una all' altra, che corrispondono alla via di Nostra Donna da S. Domenico davanti, e di altra strada di dietro.

1505, 27 settembre. Il suddetto Eliseo compra da Angelo Serafini una casa sotto S. Procolo, in confine del compratore di sopra, di Gabrielle e di Filippo, fratelli Serafini, a mattina. posta nella via Mattugliani, per L. 353, 17, 11 d' argento. Rogito Melchiorre Zanetti e Nicolò Macchiavelli.

È opinione che i Mattugliani derivino dalla Toscana, e ne potrebbe far prova il trovarli nella matricola della compagnia dei Toschi. Giacomo di Benincasa, che testò li 9 luglio 1277, fioriva nel 1265, ed ebbe tre mogli, una Piccolpeli, un' Orsi, ed una Lambertini. Paolo Alberto di Rinaldo, l'ultimo dei Mattugliani, morto li 13 maggio 1705, godette la proprietà di Pompeo di Vincenzo suo zio, dottor in leggi, dopo la morte del dottor Vincenzo suo fratello. Pompeo aveva prescritto che la sua eredità non potesse esser goduta che da chi fosse dottor in leggi, avesse fatto conclusioni, e letto pubblicamente nelle scuole. Il suddetto Rinaldo che mai aveva fatto corso di studi, prese la laurea a Dozza dei Campeggi, tenne conclusioni, e lesse nelle scuole pubbliche a porte chiuse, e così ebbe l'eredità dello zio, che poco godette per la sregolata sua vita. Fu erede Giulia di Rinaldo, moglie di Vincenzo di Cristoforo Tanari, e nipote dell'autore dell'opera: l'economia in villa. Questa li 4 marzo 1706, a rogito Domenico Maria Nobili, stipulò l' inventario legale, nel quale vien descritta questa casa grande da S. Domenico, sotto S. Procolo, nella strada detta dei Santi che va al palazzo Ranuzzi, che confina con detta strada a levante, una casetta di questa ragione a mezzodì, lo stradello di dietro l'orto di S. Procolo a ponente, e le suore di S. Giovanni Battista a tramontana.

Il ramo dei Tanara che qui abitava era il più antico in Bologna, e terminò in Ercole di Paolo, morto li 25 giugno 1796, lasciando due figlie eredi, l'una Eleonora Maria Giulia maritata nel marchese Tommaso del senatore Bartolomeo De Buoi, l' altra, Giulia, sposata dal marchese Girolamo del detto senatore Bartolomeo De Buoi,

Questo stabile ultimamente apparteneva al dott. Lambertini.

Si passa il vicolo Mattugliani.

N. 546. Stabile composto di due case, l' una verso il mezzodì che era dei Zanarisi, l' altra verso settentrione nell' angolo del suddetto vicolo Mattugliani, detto anche Borgo Mozzo, già dei Rinieri, poi ereditata dai Gesuiti, i quali la permutarono con i Domenicani contro due case in Campo di Santa Lucia, una. che pervenuta loro per eredità di Giovanni Domenico Usberti, fu valutata L. 2000, e l'altra L. 2525. Questo contratto seguì li 10 marzo 1675 a rogito Gio. Battista Cavazza. Li 7 novembre 1767 i Domenicani locarono in enfiteusi la predetta seconda casa a D. Domenico e Giuseppe notaro, fratelli Nanni, per annue L. 90, con facoltà di francare il canone con lire 3500. Rogito Giacomo Gualandi.

N. 548. Casa che del 1715 era dei Calici, o Dal Calice, i quali nel 1540 erano ancor detti Baragazza, famiglia assai civile, poi decaduta.

Via di S. Domenico a sinistra entrandovi per il piazzale della chiesa di detto Santo.

A linea del portico di S. Domenico fino alla via Tasselli vi era un muro che chiudeva la clausura dei Domenicani, il quale fu atterrato dopo il 1796 per dare ingresso a tre case formate dall' antica infermeria, foresteria e annessi.

Tre porte furono aperte lungo questa strada, la prima appartenente alla frazione di convento che fu acquistata dal dottor Argelati, la seconda che dava ingresso alla residenza della municipalità di S. Domenico, e la terza a una porzione di convento, che lo scultore Giacomo Rossi si era ridotta a propria abitazione, e a fornace di terraglia. Veniva in appresso un lungo muro che continuava fino alla via dei Vasselli, e chiudeva il cortile rustico del convento, nel quale da questa parte aveva una spaziosa legnara che servì un tempo di caserma, e che poscia fu atterrata per formare la piazza Bacciocchl nel 1824 e 1825.

Dov' era la casa dell' Argelati, e dove è anche presentemente un portone , dicesi che vi corrispondesse anticamente il palazzo di Gio. Lodovisi conte d' Agrimont. (Vedi piazza S. Domenico.

Dove prese posto la municipalità corrisponde direttamente al chiostro detto del pozzo di S. Domenico, e fu acquistata dal marchese Sebastiano Tanara li 11 luglio 1801 a rogito di Luigi Aldini.

La parte dello scultore Rossi, comprata il primo febbraio 1799 a rogito del pre detto Aldini, comprendeva l'antica chiesa di S. Nicolò, poi S. Bartolomeo delle Vigne, detta anche della Fossa per le vicinanze delle fosse del secondo circondario. (Vedi convento di S. Domenico).

Aggiunte

Giovanni Guidotti sotto la data del primo novembre 1475, nell' inventario de' suo; immobili così dice:

"Strada posta da Santa Maria che fa Virtù in capella di S. Procolo, ovvero di S. Domenico.

Una casa posta da Santa Maria che fa Virtù appresso la via che va in Mirasole da domanì, appresso la chiavega vicinale da sira, appresso Zoan di madonna Richelda, e addosso in suo luogo appresso sira, Andrea da Castagnolo nodaro de sotto. Appresso Zia de Iacomo de Nobili, e Barnaba di Cardi, e addesso in sò logo appresso di madonna Doratia de Brunoro, e donna fu de Bartolomeo de Polesano marzaro dal la di sopra: la qual casa ho fatto far di novo. Comprolla del 1435 a di 20 di zenaro per L. XXV di Bologna Carta per monsignor Bartoluzzo da Lappo di Cavalini notaro. Fù pagato le Carteselle a Antonio di Scapi, Condutedore, appare la Cartesella per man de Guasparo di Riniero de Montevia".

1413, 10 novembre. Compra Catterina dal Mele, vedova del fu Oddofredo Oddofredi, dal vescovo di Bologna esecutore delle ultime volontà concernenti le cause pie, i beni di campagna e la casa in Bologna di Domenico Oddofredi, posta in capella San Procolo, nella contrada detta dal muro di S. Domenico. Rogito Filippo Cristiani.