N.1194 - Chiesa parrocchiale di Santa Maria dei Carrari.

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa parrocchiale di Santa Maria dei Carrari.

Il Nuovo Masina l'intitola Santa Liberata, o Santa Maria dei Foscarari. Si trova memoria di questa Chiesa, e parrochia fino dal 1207 sabato XII exeunte Januario — Actum sub portico Sanctae Mariae de Carraris. Testes Dominus Pascens pauperum, Boncambius de Carrariis — Zacharimus Faventinus quondam Henrici Imperatoris notarius.

1425 26 aprile. Bolla di Martino V al Vescovo di Bologna colla quale gli commette di concedere a Raffaele Foscarari un portico di ragione della chiesa di Santa Maria dei Carrari di larghezza piedi 4, e di lunghezza piedi 30, ed inoltre il suolo di piedi 15 per lunghezza, e di piedi 13 per larghezza ad uso di cimitero posto dalla parte posteriore di detta Chiesa con obbligo al Foscarari di risarcire detta Chiesa e la sua canonica in parte rovinate. Questa Bolla fu data in Roma.

1427 16 febbraio. Donazione inter vivos di Daniele del fu Francesco Carrari ultimo della sua famiglia a Raffaele Foscarari del jus patronato di Santa Maria dei Carrari ricostrutta dal Foscarari in più ampia forma. Rogito Pietro Pizzolpassi.

La parrocchia fu sopressa dal decreto 24 giugno 1805, e la Chiesa rimodernata nel 1770 di pianta informe, e di niun conto; fu chiusa il 16 agosto 1808. I fabbricieri di S. Petronio successori Foscarari la vendettero cogli annessi ad Antonio Sanmarchi unendo la canonica alla sua casa N° 1193, e affittando la Chiesa ad uso di bottega da zavaglio (sic).

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

Santa Maria dei Foscarari.

Parrocchia detta anche dei Carrari, posta dal Voltone Caccianemici in via Marchesana.

Se ne ha memoria nell'anno 1438.

Un decreto di Bonaparte univa questa parrocchia a S. Domenico, ma in un altro dell'arcivescovo la concentrava in S. Bartolomeo.

Il 6 agosto 1808 fu chiusa.

Apparteneva alla fabbrica di S. Petronio.