Belvedere

Questo vicolo, il cui accesso è oggi chiuso da un portone al numero 14/A di via Galliera, passando sotto ad un voltone del palazzo Fibbia, raggiungeva via de' Preti costeggiando il sagrato settentrionale di Santa Maria Maggiore.

E' il caso qui di ricordare che la chiesa di Santa Maria Maggiore aveva due sagrati (ovvero due cimiteri), uno a nord della chiesa (oggi trasformato in giardino privato) su cui sfociavano le vie Larga di Santa Maria Maggiore (oggi via Santa Maria Maggiore), del Corigo e dei Preti (queste ultime due comprese oggi in via dei Preti), ed uno a sud, tuttora accessibile sul ramo meridionale di via dei Preti.

Venne chiamato Belvedere dall'Alidosi e dal Salaroli, mentre il Guidicini lo considerava parte di via del Corigo (che andava da via San Giorgio a via Santa Maria Maggiore, comprendendo il tratto occidentale di via dei Preti) e affermò che qualcuno lo chiamava Piazzaletto di Santa Maria Maggiore.

D'altra parte proprio il Guidicini ricordò una vendita del 24 aprile 1600 di Orazio Giovanetti ad Ercole Abbati di parte di casa in Galliera, posta sotto Santa Maria Maggiore, in contrada Belvedere di Galliera.

Il Voltone dei Fibbia da cui si raggiungeva il sagrato settentrionale di Santa Maria Maggiore mediante il vicolo Belvedere.