Gabriozzi

Derivarono come gli Alberii e i Perticoni dalla possente schiatta da Castello e tennero parte lambertazza, ma due di loro soltanto son menzionati nelle cronache: Ghisio giudice, oratore al comune d'Ancona per metter fine alle rappresaglie reciproche (1) e Lorenzo di Tosco che seguì Umberto delfino di Vienna, quando passò da Bologna (1345) generale per Clemente VI d'una crociata postuma, che si scompose in oriente come bruma al sole d' aprile (2).

I Gabriozzi avevano casa e torre in Galiera fra le vie Parigi e Porta di Castello, vicino ai Conoscenti e presso la strada che va alla chiesa di s. Colombano (n. 588). Se ne ha la prima menzione in un atto del 1123 (3) col quale Matilde del fu Gerardo, consenziente la costei madre Gisla, ratifica la vendita da lei fatta ad Enrichetto di Gabriozzo della metà indivisa delle proprie case e torre in Porta Castello. Nel 1298 l' eredità di Enrichetto Gabriozzi fu divisa tra Brachino suo figlio e i costui nipoti Enrichetto, Francesco, Gabriozzo del già Tisio e Caracosa del già Gabriozzo. A Caracosa fu assegnata la casa della torre (compresa nelle suddette case segnate n. 588) con la torre. Acconsentirono alla divisione Jacopina vedova di Tisio e madre dei sopraddetti fratelli, Beatrice vedova di Gabriozzo e Richeldina moglie di Brachino (4).

(1) Savioli, Ann. v 1, pag. 316; v. 3, pag. 15; v. 5, pag. 60.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 170.

(3) Guidicini, Cose not. v. 4, pag. 270.

(4) Docum. n. 216. Guidicini, Cose not. v. 2, pag. 184.