N.301,302,303 - Chiesa e convento di suore Carmelitane de' SS. Giacomo e Filippo Apostoli, dette comunemente le Convertite

Cartigli

Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo

Costruita nel 1641, fu sede fino al 1802 delle Suore Cappuccine. L'edificio subì gravi danneggiamenti nella seconda guerra mondiale e fu ricostruito nel 1950 da Luigi Vignali. Nell'interno si conservano ancora opere di G. F. Gessi, A. Tiarini, B. Passarotti, G. Cavedoni, V. Spisanelli.

Indirizzo:

via Lame, 107

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa e convento di suore Carmelitane de' SS. Giacomo e Filippo Apostoli, dette comunemente le Convertite.

Predicando. in S. Pietro di Bologna nella quaresima del 1559 il P. Gio. Battista Formenti di Milano, furono invitate per ordine del Vescovo Gio. Campeggi tutte le meretrici della città per la predica delli 16 marzo, nei qual giorno ricorreva l' evangelo della Maddalena. Fu efficace il pensiero del Vescovo, poichè in buon numero abbandonarono la mala vita, ritirandosi alcune per sempre dal mondo, ed altre maritandosi. Furon coadiuvate le prime da diverse matrone, fra le quali da Paola Campeggi vedova di Bartolomeo Malvezzi, che in numero di 15 le unì in una casa sotto la parrocchia di S. Sigismondo, dove rimasero finché fu allestito il convento di Sant'Orsola fuori di porta S. Vitale abbandonato dalle monache Cisterciensi passate in S. Leonardo di Bologna, dove li 6 luglio 1561 vestirono l'abito Carmelitano sette altre compagne, e si dissero suore di Santa Tecla delle Convertite.

Li 9 novembre 1567 fu loro donata la chiesa e l' oratorio de' SS. Giacomo e Filippo delle Lamme, fabbricati nel 1518, donazione che fu fatta dagli ufficiali e uomini della compagnia del Ponte di detta strada, indotti a far ciò dal cardinal vescovo Paleotto, come da rogito di Francesco Barbadori, e questa donazione fu fatta in causa che le dette monache eran state licenziate da Sant' Orsola destinato ad ospedale per gì' incurabili.

Dicesi dal Masini che vi avessero fondato un oratorio dedicato a Santa Tecla, il quale, partendo esse di colà, fu chiuso e addattato alla nuova destinazione del locale. Si rifletta però esser probabile che il preteso oratorio fondato, fosse l'antica chiesa intitolata Sant' Orsola, alla quale avessero sostituito il nome di Santa Tecla.

La predetta chiesa ed oratorio confinava con le vie delle Lamme e di Borgo Rondone, e con la casa di Gio. Battista Pancaldi acquistata dalle convertite li 7 ottobre dell' anno stesso per L. 2400. Rogito Annibale Rustichelli.

Li 12 settembre 1568 le suore di Santa Tecla lasciarono il convento di Sant'Orsola fuori di porta S. Vitale, e passarono in numero di 32 processionalmente nelle Lamme.

Pio V, con breve delli 31 gennaio 1569, ordinò che l'eredità delle cortigiane morte senza testamento e senza figli, passasse alle Convenite, e testando e non avendo figli potessero disporre della sola metà, e l'altra metà fosse devoluta alle suore predette.

Li 26 aprile 1606 l'arcivescovo Alfonso Paleotti fabbricò appositamente presso questo convento una casa pel ritiro delle donne mal maritate, le quali comunicavano internamente colla chiesa delle Convertite per recitarvi le loro preghiere.

Nel 1613 le mal maritate passarono in S. Mamolo.

Nel 1585 fu rinnovata la chiesa con disegno di Domenico Tibaldi.

Li 19 ottobre 1585 il Senato diede L. 600, da pagarsi in tre rate, alle suore Convertite perchè potessero coprire la loro nuova chiesa avanti la stagione invernale.

Il primo luglio 1586 il Senato concede alle convertite di poter allungare il portico della loro chiesa per piedi 3 1/2 verso Borgo Rondone, indi costruire a retta linea un muro e proseguirlo fino al primo angolo del muro della chiesa vecchia di dette suore in Borgo Rondone, il qual muro fu accordato della lunghezza di piedi 46, e terminato con detto angolo.

La facciata di detta chiesa fu costrutta nel 1753.

Benedetto XIV, sotto la data delli 12 gennaio 1746, unì alle Convertite i beni e le ragioni della casa delle donne mal maritate, e li 22 marzo 1747 i beni e le ragioni del conservatorio delle suore terziarie di Santo Stefano, finalmente nel 1748 emanò alcune dichiarazioni e modificazioni sub esecuzione del precitato breve di Pio V.

Li 8 settembre 1805 le Convertite passarono nel convento delle Terziarie della Carità in Strada S. Felice, al quale fu dato il titolo di convento della Purità, ma esperimentata la ristrettezza di quel locale, bisognò rimetterle nel loro antico monastero. Nel detto intervallo la chiesa esterna delle Convertite era stata unita all' interna per addattarla alle funzioni parrocchiali alle quali era stata destinata, quindi per il detto ritorno delle suore bisognò traslocare la parrocchia nella chiesa delle Capuccine, e fare diversi addattamenti al convento, come pure alla casa che fu già ricovero delle mal maritate.

Dopo tutto questo furono soppresse li 12 luglio 1810, indi la direzione della Zecca acquistò il convento e la chiesa li 9 giugno 1815, a rogito Serafino Betti, meno alcune frazioni, e segnatamente il caseggiato N. 303, già comprato dalla ditta Gambarini e Panni li 7 marzo 1812 e 13 novembre 1813. Rogito dello stesso Betti.

Miscellanea: RISTRETTO DELLA STORIA DELLE CHIESE DI BOLOGNA E DI ALTRI STABILI (Notizie - per la parte antica - prevalentemente attinte da Bologna Perlustrata, di Antonio di Paolo Masini, Bologna, 1666, volume I

SS. Fiiippo e Giacomo.

Convento di Carmelitane dette le Convertite, posto nella Strada delle Lamme.

Nel 1518 ebbe principio in questa chiesa una compagnia, che il 10 gennaio 1552 si unì con quella del Ponte delle Lamme.

Le Convenite ebbero origine il i 6 marzo 1559, e ricoverate poi in alcune case.

Furono dopo messe in Sant'Orsola fuori di S. Vitale, e questo seguì nel 1565.

Il 12 settembre 1558 furono qui tradotte.

Nel 1585 fu rinnovata la chiesa con disegno di Domenico Tibaldi.

L' 8 settembre 1805 le suore furono trasferite nelle Terziarie della Carità, lasciando libertà a chi voleva di secolarizzarsi.

Col decreto 23 maggio 1805 questa chiesa fu destinata a parrocchia assoggettandovi le anime di quella di S. Lorenzo di Porta Stiera.

La chiesa fu ampliata mediante l'unione dell'esterna coll' interna.

Con grande spesa fu ridotta un'abitazione per il parroco quando il Governo destinò questo locale per gli usi della zecca, essendo esso vicino alla trafila.

La parrocchia fu quindi trasferita in Santa Chiara delle Capuccine.

Trovandosi le Convertite troppo ristrette nel piccolo convento della Carità ottennero di tornare nel loro primiero locale.

Le due chiese interna ed esterna furono di nuovo divise mediante un muro.